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Sì… sembrerà strano, ma la morte del “capo dei capi” rappresenta per questa attuale associazione criminale ed il suo capo, un vera e propria liberazione, in quanto quella figura era diventata per cosa-nostra troppo ingombrante…

Abbiamo visto come in questi lunghi anni (nei quali i boss di Corleone sono stati sottoposti al 41 bis), l’allora mafia aggressiva e bellicosa, ha lasciato il posto ad una nuova strategia… quella dell’immersione!!!
Il nuovo gruppo dirigente, con a capo (per quanto finora è stato riportato dai media…) Messina Denaro, ha imposto la regola del silenzio: meno si parla di mafia e maggiori saranno per questa, le possibilità di compiere affari illegali… 
Si tratta cioè di mettere in pratica, tutte quelle azioni affinché i principi corruttivi abbiano effetto… 
D’altronde, quell’associazione malavitosa sa benissimo di poter contare su tutta una serie di soggetti esterni, che nulla centrano con i propri affiliati; persone che a prima vista si possono definire autorevoli, perbene, slegati da eventuali meccanismi perversi e corruttivi, d’altronde molti di loro svolgono i loro incarichi all’interno delle pubbliche amministrazioni, altri ancora sono interconnessi con la politica, alcuni di essi ne fanno proprio parte nella veste di rappresentanti e poi vi sono tutta quella schiera dei professionisti, da tempo “ammaestrati”, che sanno di dover sottostare a quel sistema, poiché in caso contrario vengono totalmente estraniati…
Sono i cosiddetti “colletti bianchi”, quelli che il sottoscritto preferisce definire “grigi”, appartengono a quel “mondo di mezzo”, una zona che negli anni, ha fatto in modo da rendersi invisibile, rendendosi disponibile a collaborare con questi nuovi uomini al comando di quel mondo criminale…
Uomini che seppur al comando, non hanno potuto avere in questi anni, una vera e propria legittima ufficialità sia da parte dei loro boss (da tempo colpiti dai provvedimenti giudiziari), che da quella cosiddetta “commissione” interprovinciale, che non ha dato quella necessaria autorizzazione, essendo ancora in vita (seppur in carcere) il capo indiscusso… 
Ecco quindi che, all’interno di quella gerarchia, tra vecchia mafia che resiste al comando e nuova che prova ad appropriarsi di quei posti scoperti, si è creato sicuramente uno scontento, con problemi che minano l’assetto di quelle posizioni ai tempi stabilite…
Ecco perché c’era bisogno all’interno di cosa-nostra di rinnovare, ma per far ciò, era necessario che Totò Riina… non ci fosse più!!! 
Ecco perché finalmente ora la morte del boss permette… anzi libera l’offensiva alla nuova classe dirigente, di quell’associazione mafiosa…
Va inoltre aggiunto che, molti di quegli uomini (che avevano per altro collaborato nel passato con quel boss…) sono rimasti in questi anni in disparte, senza fidarsi di nessuno, in particolare di nuovi pseudo padrini, che avevano provveduto per l’appunto, attraverso propri emissari, ad informarli sulle variazioni sopraggiunte, … 
Ciascuno di essi difatti, ha preferito conservare la propria autonomia, avendo quale arma di baratto, segreti di cui si è stati partecipi o quantomeno portatori…
Ora finalmente, per molti all’interno di quel mondo criminale si aprirà una autostrada!!!
Già, non è escluso che si possa determinare una nuova rivalsa per definire l’assetto piramidale, in particolare proprio da chi considera oggi, quel posto come “vacante” e non riconosce di fatto alcun padrino e/o gruppo di comando, ritenuto nella sostanza… abusivo!!!
Cosa accadrà lo vedremo a breve: se ci sarà silenzio, allora la cupola avrà deciso per tutti, imponendo di proseguire con l’attuale vertice di comando e preferendo così, gli affari all’egoismo dei suoi affiliati (ed allora, nessuno di noi, s’accorgerà di nulla…); viceversa, se i media, inizieranno a parlare di scontri a fuoco, vittime e quant’altro, allora prepariamoci a rivivere nuovamente, una possibile “terza” guerra di mafia…
Ovviamente, nei due casi sopra esposti, incrociamo le dita e speriamo che le nostre Forze dell’ordine…intervengano prima che entrambe possano avverarsi!!!

Forse allo Stato servo per parafulmine!!!”.

Con questa frase, il “Capo dei capi” Totò Riina, ha voluto esprimere, durante un processo, una riflessione, riferendosi al periodo delle stragi di quegli anni…
Ieri, ho ascoltato una trasmissione interessante su Radio 24, presentata da Gianluca Nicoletti, con ospite d’eccezione il Presidente del Senato, Pietro Grasso…
Per chi volesse ascoltarla, riporto di seguito il link della puntata: http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/melog/trasmissione-giugno-2017-130246-gSLAfB2GLC
La puntata si apre parlando del libro appena pubblicato dal Presidente del Senato, sulla storia della guerra alla mafia.
D’altronde il magistrato, fu in prima persona protagonista di quel periodo, essendo stato designato, giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra…
L’intervista comunque esamina anche le vicende di questi giorni, il dibattito scatenatosi dopo la sentenza della Cassazione sulla carcerazione a causa delle gravi condizioni di salute del capo mafia, Totò Riina.
Del resto, dopo il grande clamore sul suo arresto, del boss, non se ne più parlato… vent’anni di silenzi in cui tutti abbiamo saputo, che era rinchiuso in quella cella, nel carcere di Opera.
All’improvviso, in questi ultimi anni, qualcosa è cambiato… 
Difatti… alcune intercettazioni sono state portate a conoscenza dei media: quelle frasi denigratorie nei riguardi dell’ex amico Bernardo Provenzano (considerato da Riina, un “giuda”, in quanto aveva permesso l’individuazione del rifugio ove era nascosto), le minacce verbali nei confronti del giudice Di Matteo, frasi criptiche che celano i segreti della nostra storia recente, che soltanto egli conosce…
Quella vergognosa pagina della trattativa tra Stato e mafia, i “papelli” presentati e poi dichiarati falsi… quelle frasi riportate “io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me”… 
Ma loro… chi??? Già, chi erano questi uomini che trattavano con il boss corleonese???
Abbiamo letto d’inchieste ufficiali sui Ros, sui rapporti con l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, abbiamo avuto modo di ascoltare il figlio Massimo e la sua versione dei fatti…
Ed ancora, cosa dire di tutte quelle circostanze ambigue… 
Come dimenticare la mancata perquisizione del covo del boss, subito dopo il suo arresto, quella villa lasciata lì… abbandonata… per tre giorni, affinché gli uomini di quella associazione (o chissà gli uomini dei servizi segreti…), potessero recuperare tutti quei documenti nascosti all’interno della cassaforte, sì… e cosa dire dell’Onorevole Mancino che alcuni giorni prima, aveva dichiarato di essere a conoscenza del suo arresto…
D’altra parte, come classificare quelle strane circostanze, dove i servizi segreti appaiono (e scompaiono), da quelle stragi imputate alla mafia, vedasi ad esempio Via dei Georgofili, della quale nessun mafioso ha mai parlato… oppure dell’omicidio di Borsellino, siamo sicuri che è stata la mafia, oppure dietro quella bomba non ci siano stati i servizi deviati… e che fine ha fatto… quell’agenda rossa che il magistrato portava sempre con se e non lasciava mai???
Certamente dice bene l’ex Procuratore di Palermo Pietro Grasso: ” Non dobbiamo dimenticare che Riina è ancora il capo di Cosa Nostra e che la legge può dare la possibilità di interrompere il regime del 41bis, basta che collabori!!! Riina potrebbe ottenere la cessazione delle misure facendoci sapere chi erano quelle persone importanti che lo hanno contattato prima di fare delle stragi”…
Ma il sottoscritto alcuni giorni fa, avevo riportato “nessuno ha interesse a far uscire il boss, anzi sono tutti d’accordo per tenerlo lì… messo a tacere per sempre e ridotto al completo silenzio!!!”.
Sperare quindi ora (per come molti chiedono…) che il boss di cosa nostra, possa convincersi a parlare, mi sembra alquanto irreale; di contro, sarà perché sono stato condizionato dei libri letti di Forsyth e Le Carrè, ma su questa circostanza, non so perché… ho uno strano presentimento: la notizia in prima pagina, della sua fulminea scomparsa!!!   


Si tratta di un giudice, di 35 anni, in servizio al tribunale penale di Agrigento…

Durante lo svolgimento del proprio incarico, avrebbe chiamato al telefono il proprio spacciatore per chiedere della cocaina…
Ovviamente le forze dell’ordine, in particolare la squadra narcotici, stavano intercettando il “pusher” ma non sapevano a chi avrebbe dovuto consegnare la “roba”…
Mai avrebbero pensato che quella polvere bianca era destinata proprio ad un magistrato!!!
Gli agenti allora iniziano a seguire i movimenti dello spacciatore e senza farsi accorgere gli stanno dietro, anche perché il delinquente si muove con circospezione ed è molto prudente, si gira e si rigira, cambia stradine continuamente, si inoltra nella confusione e tra i ragazzi della cittadina… sa quello che deve fare A.D.B….
Ecco quindi che intorno alla mezzanotte, il giudice telefona tre volte allo spacciatore per avere un appuntamento…
Riporto quanto ho letto sulla intercettazione “Compare dove sei?” ripete… “Sono in via Mazzini”, gli dice il pusher; è davanti ad un pub, uno dei locali più gettonati delle notti palermitane; lo spacciatore e il giudice si salutano, si scambiano qualche parola. È un attimo…. arriva la narcotici!!! 
Certo quanto accade dopo mi insospettisce non poco… anche perché sarebbe bastato a quegli agenti ripetere quanto si vede nei film americani polizieschi o in qualche nostro casereccio sceneggiato “orribile”, per vedere come, solitamente, si attende il passaggio della refurtiva o della droga, prima di procedere all’arresto…
Ma da noi… “STRANAMENTE” avviene il contrario… e cioè “i ragazzi della Narcotici piombano sull’insolita coppia. DB ha 25 dosi di cocaina in tasca, evidentemente sperava di fare grandi affari ed invece, si ritrova in manette; l’uomo che è accanto a lui (IL GIUDICE) non ha alcuna droga, ne in mano e neanche in tasca!!!
Ma guarda un po’… non è che forse qualcuno (di quelli che danno gli ordini all’interno di quelle reparto), avendo compreso che l’acquirente era proprio un giudice, ha pensato bene… (si fa per dire… ) di fare sì. .. il proprio dovere, ma con quella operazione attuata casualmente in anticipo, si è permesso al magistrato di poter godere di una possibilità, che sicuramente, con la droga in suo possesso non avrebbe potuto avere giustificare…????
Certo, immaginatevi la vergogna della notizia… che già così – visto che esistono le intercettazioni – evidenzia qualcosa d’incredibile, ma che per lo meno, può sempre permettere al giudice di giustificarsi, dicendo che voleva incontrare l’amico… ma che non sapeva di quanto egli svolgesse… dopotutto le nostre forze dell’ordine sono state così brave nel loro compito…
Certo basterebbe fare due analisi di laboratorio… ma ve lo immaginate, un Giudice che si sottopone di sua spontanea volontà… e poi in Italia… ma per favore, ma chi vorrà mai crederci…
Un qualunque cittadino che non ha problemi di droga lo farebbe immediatamente… ma non credo che sarà questo il caso… 
Già, mi sembra di rivedere quell’azione di polizia compiuta dopo l’arresto di Toto Reina, nella sua abitazione, una villa che per tre giorni è stata lasciata abbandonata dalle forze dell’ordine, affinché venisse ripulita di tutti quei documenti compromettenti conservati all’interno della cassaforte…  
Comunque… riprendendo, il giudice appare nervoso e con molta “nonchalance“, espone (certamente per quell’atteggiamento di superiorità…) il proprio tesserino: “Sono un giudice“…  quasi a voler dire in maniera ostentata “cosa volete… come vi permettete“… 
Serve a poco, i poliziotti della Mobile di Palermo. seguono la procedura (non certo quella corretta…), comunque qualcuno ha scritto nel web… “si segue la legge“, ma, io resto legato ai miei dubbi!!!
Comunque, ora c’è il nome di un giudice nella lista dei clienti eccellenti degli spacciatori della cosiddetta “Palermo bene”…
Sì perché in quella lista di cosiddette persone perbene troviamo tutta una serie di professioni, in particolare vi sono 15 avvocati (se facessero i controlli che periodicamente verifichiamo noi agli autisti, il sottoscritto insieme al medico competente, ha svolto a Catania non so quanti controlli… ecco, se facessero a campione questi controlli su molti nostri professionisti… ah… sono certo, ci sarebbe da rimanere sconvolti…) assistenti di volo, noti ristoratori del centro della città, dentisti, assicuratori… ecc… come dicevo prima, tutte persone perbene e amanti delle “bollicine”!!!
Bevi la coca cola che ti fa bene
Bevi la coca cola che ti fa digerire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
Coca cola si, coca cola me mi fa morire
Coca cola si, coca cola a me mi fa impazzire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
Piccolo spazio pubblicità…


Si tratta di un giudice, di 35 anni, in servizio al tribunale penale di Agrigento…

Durante lo svolgimento del proprio incarico, avrebbe chiamato al telefono il proprio spacciatore per chiedere della cocaina…
Ovviamente le forze dell’ordine, in particolare la squadra narcotici, stavano intercettando il “pusher” ma non sapevano a chi avrebbe dovuto consegnare la “roba”…
Mai avrebbero pensato che quella polvere bianca era destinata proprio ad un magistrato!!!
Gli agenti allora iniziano a seguire i movimenti dello spacciatore e senza farsi accorgere gli stanno dietro, anche perché il delinquente si muove con circospezione ed è molto prudente, si gira e si rigira, cambia stradine continuamente, si inoltra nella confusione e tra i ragazzi della cittadina… sa quello che deve fare A.D.B….
Ecco quindi che intorno alla mezzanotte, il giudice telefona tre volte allo spacciatore per avere un appuntamento…
Riporto quanto ho letto sulla intercettazione “Compare dove sei?” ripete… “Sono in via Mazzini”, gli dice il pusher; è davanti ad un pub, uno dei locali più gettonati delle notti palermitane; lo spacciatore e il giudice si salutano, si scambiano qualche parola. È un attimo…. arriva la narcotici!!! 
Certo quanto accade dopo mi insospettisce non poco… anche perché sarebbe bastato a quegli agenti ripetere quanto si vede nei film americani polizieschi o in qualche nostro casereccio sceneggiato “orribile”, per vedere come, solitamente, si attende il passaggio della refurtiva o della droga, prima di procedere all’arresto…
Ma da noi… “STRANAMENTE” avviene il contrario… e cioè “i ragazzi della Narcotici piombano sull’insolita coppia. DB ha 25 dosi di cocaina in tasca, evidentemente sperava di fare grandi affari ed invece, si ritrova in manette; l’uomo che è accanto a lui (IL GIUDICE) non ha alcuna droga, ne in mano e neanche in tasca!!!
Ma guarda un po’… non è che forse qualcuno (di quelli che danno gli ordini all’interno di quelle reparto), avendo compreso che l’acquirente era proprio un giudice, ha pensato bene… (si fa per dire… ) di fare sì. .. il proprio dovere, ma con quella operazione attuata casualmente in anticipo, si è permesso al magistrato di poter godere di una possibilità, che sicuramente, con la droga in suo possesso non avrebbe potuto avere giustificare…????
Certo, immaginatevi la vergogna della notizia… che già così – visto che esistono le intercettazioni – evidenzia qualcosa d’incredibile, ma che per lo meno, può sempre permettere al giudice di giustificarsi, dicendo che voleva incontrare l’amico… ma che non sapeva di quanto egli svolgesse… dopotutto le nostre forze dell’ordine sono state così brave nel loro compito…
Certo basterebbe fare due analisi di laboratorio… ma ve lo immaginate, un Giudice che si sottopone di sua spontanea volontà… e poi in Italia… ma per favore, ma chi vorrà mai crederci…
Un qualunque cittadino che non ha problemi di droga lo farebbe immediatamente… ma non credo che sarà questo il caso… 
Già, mi sembra di rivedere quell’azione di polizia compiuta dopo l’arresto di Toto Reina, nella sua abitazione, una villa che per tre giorni è stata lasciata abbandonata dalle forze dell’ordine, affinché venisse ripulita di tutti quei documenti compromettenti conservati all’interno della cassaforte…  
Comunque… riprendendo, il giudice appare nervoso e con molta “nonchalance“, espone (certamente per quell’atteggiamento di superiorità…) il proprio tesserino: “Sono un giudice“…  quasi a voler dire in maniera ostentata “cosa volete… come vi permettete“… 
Serve a poco, i poliziotti della Mobile di Palermo. seguono la procedura (non certo quella corretta…), comunque qualcuno ha scritto nel web… “si segue la legge“, ma, io resto legato ai miei dubbi!!!
Comunque, ora c’è il nome di un giudice nella lista dei clienti eccellenti degli spacciatori della cosiddetta “Palermo bene”…
Sì perché in quella lista di cosiddette persone perbene troviamo tutta una serie di professioni, in particolare vi sono 15 avvocati (se facessero i controlli che periodicamente verifichiamo noi agli autisti, il sottoscritto insieme al medico competente, ha svolto a Catania non so quanti controlli… ecco, se facessero a campione questi controlli su molti nostri professionisti… ah… sono certo, ci sarebbe da rimanere sconvolti…) assistenti di volo, noti ristoratori del centro della città, dentisti, assicuratori… ecc… come dicevo prima, tutte persone perbene e amanti delle “bollicine”!!!
Bevi la coca cola che ti fa bene
Bevi la coca cola che ti fa digerire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
Coca cola si, coca cola me mi fa morire
Coca cola si, coca cola a me mi fa impazzire
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine
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Nel nostro ordinamento giudiziario, ultimamente, si sta assistendo ad una diatriba, tra quanti vorrebbero cancellare il reato di concorso d’associazione mafiosa e quanti invece lo ritengono fondamentale…

Ciò che si sta cercando di fare (ma non nelle sedi naturali…) attraverso emeriti “oratori”, è di riuscire ad ottenere, un cambio di rotta e per far ciò, questi illustri studioso del diritto penale, sfruttano la potenza dei media, per legittimare le proprie ragioni…
Si tenta cioè di spettacolizzare la giustizia, non tenendo in considerazione quel netto confine che esiste tra giustizia “morale”  e giustizia “legale”…
Dopotutto come si può chiedere quanto sopra, quando tra i principi del difensore, ci sono quelli di difendere chi si sa essere colpevole, sostenendone di contro… l’innocenza!!!
Non bisogna difatti mai scordare, quanto stabilisce dall’art. 64 c.p.p. e cioè che permane nel nostro ordinamento, il diritto dell’imputato a mentire e che l’avvocato, può difendere la menzogna, anzi la può anche suggerire: è un diritto del suo assistito e l’avvocato è difensore dei diritti prima che delle persone che li esercitano e può indicare i modi di esercizio del diritto…

Quanto sopra ovviamente va in profondo conflitto con quei basilari principi di legalità… che sono alla base dello Stato di diritto e che rappresentano, elemento fondamentale della moralità…

Tuttavia, è evidente come manchino nel nostro ordinamento, quegli strumenti giuridici che consentano di valutare e tutelare, innanzitutto i principi di condotta morale, ancor prima di determinare l’eventuale responsabilità diretta e di conseguenza, la determinazione della  pena…

Credo che sia tempo che certi “signori”, svolgano onorevolmente le funzioni ad essi affidati dalla nostra Costituzione, evitando, per come sta accadendo, quella indegna strumentalizzazione di singoli casi di cronaca, per creare confusione, istigare processi mediatici, implementare commenti e giudizi sui blog o nei quotidiani di parte, quanto sopra, per voler diffondere il terrore nella società civile… additando rischi e pericoli, da parte di quanti sono designati allo svolgimento di quei procedimenti giudiziari….

E’ ovvio che, se pur certi difensori debbono (visti i congrui compensi ricevuti per quelle prestazioni…) tutelare gli interessi del proprio assistito al meglio e in ogni circostanza (in ossequio oltre che alle norme processuali, alle regole deontologiche), tuttavia non bisogna dimenticare la regola principale che è quella di pervenire alla verità e non creare falsità pur di giungere alla assoluzione del proprio assistito…
Ovviamente, nessuno di noi può chiedere –in virtù del segreto professionale– il mancato rispetto del proprio adempimento, tuttavia ritengo che, tentare di stravolgere a tutti i costi quella verità, utilizzando espedienti di cui si è maestri, non costituisce quanto prevede il proprio codice deontologico, in particolare, nei confronti del dovere di verità…

Difatti, capita frequentemente di trovare dei soggetti che si presentano dall’avvocato indossando le vesti della vittima, ritenendo ingiusto il procedimento in corso per il reato ad egli contestato…

C’è un bellissimo assioma, di un noto concittadino penalista di fama nazionale, l’Avvocato Giuseppe Lipera che dice: “l’imputato colpevole si assiste, l’innocente si difende”!!!
Cosa aggiungere, nessuno può con i propri giudizi, posizionarsi al di sopra della giurisprudenza, in particolare quanti svolgono, la funzione di difensori…
Non per altro che, proprio agli inizi di quest’anno, abbiamo letto di come, l’organizzazione mafiosa della sicilia occidentale, poteva contare sul più insospettabile dei professionisti di Palermo, per gestire le proprie ricchezze…

Questo legale, curava gli affari immobiliari del boss ed infatti, con questa accusa, la Procura di Palermo lo ha accusato di, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego e peculato, tutti aggravati per aver agevolato e favorito l’associazione mafiosa….

In manette sono finite in ugual modo, altre otto persone, fra cui un ingegnere che frequentava spesso lo studio del legale, un costruttore, un geologo, alcuni familiari del boss e due presunti prestanome…
In alcune circostanze, l’avvocato intercettato, si vantava del suo ruolo di insospettabile complice del boss: “tutti quei signori – diceva dei mafiosi – hanno attinto e attingono da questa minna, che è la mia… come denaro”… 

Le risorse mafiose, furono riversate in società pulite amministrate da stimati soggetti, posti dalla “famiglia” in qualità d’amministratori, che hanno permesso e consentito di avviare contatti imprenditoriali, celando per quelle iniziative i reali interlocutori: grazie difatti alla presenza di insospettabili (come per l’appunto l’avvocato difensore), si è riusciti a concretizzare quelle iniziative che, con molta probabilità, non avrebbero mai potuto essere realizzate, con quei soggetti, di cui si era a conoscenza visti i pregressi di giustizia… 

Altresì… nel corso delle indagini, sono state ricostruite anomale attività, immobiliari e finanziarie, poste in essere dalla “famiglia”, che ha potuto avvalersi della figura e della credibilità del professionista legale…
Oltre a tali aspetti è emerso che “l’Avvocato”, aveva ricevuto già numerosi incarichi in qualità di curatore fallimentare: in tale contesto le indagini hanno fatto emergere come lo stesso, si sia appropriato di somme di denaro derivanti dal fallimento di una società amministrata e le abbia successivamente utilizzate, per gli affari in comune con la famiglia del boss…
Diceva il grande Totò: “gli avvocati difendono i ladri. Sa com’è… tra colleghi…”…