Posts contrassegnato dai tag ‘studenti’

Abbiamo ascoltato dai Tg quanto accaduto in queste ore al Presidente della Repubblica dell’Iran Ebrahim Raisi, già… della sua morte a causa dell’incidente in elicottero avvenuto nei pressi di Jolfa, una città al confine tra Iran e Azerbaijan…

Tralasciando in questa occasione complotti o pseudo attentati compiuti da quel loro acerrimo nemico chiamato Israele (va detto comunque quanto sia singolare che accadano situazioni come questa, consentitemi, ma al sottoscritto qualche dubbio resta…), prevedo ora per quel Paese un periodo instabile – durante proprio questi 50 giorni necessari per organizzare le nuove elezioni nel quale il vicepresidente Mohammad Mokhber Dezfuli proverà a governare – a causa delle tensioni sociali presenti che come abbiamo visto, sono state soffocate in questi mesi con l’uso della forza!!!

D’altronde in queste ore incerte, l’ayatollah Khamenei ha chiesto a tutti un momento di riflessione e di preghiera, ma non sono pochi – vedasi talune piazze di Teheran e soprattutto molti post social – ad aver festeggiato quell’improvvisa scomparsa con fuochi d’artificio, già nei confronti di quel loro Capo di Stato, a dimostrazione che sono in tanti, in particolare le donne arabe (le stesse che sono scese nei mesi scorsi in strada per manifestare la propria rabbia) a provare ad alimentare un’eventuale guerra civile che sicuramente il governo tenterà in tutti i modi a soffocare!!!

Certo, ora qualcuno proverà a candidarsi per quel ruolo così importante, anche se va detto che per quella carica presidenziale si dovrà passare attraverso la rigida valutazione del Consiglio dei Guardiani, che rappresenta finora l’unico strumento capace di privilegiare quella votazione pilotata e che si trova ahimé nelle mani del leader supremo (chissà se non vorrà porre sin d’ora in quella poltrona il proprio figliolo…)!!!

E quindi, nessun nome potrà mai candidarsi se non esplicitamente appoggiato dall’ayatollah che sono certo, è già a conoscenza del nome che dovrà sedere su quella poltrona!!!

Certo, la situazione è fortemente instabile e non è detto che in queste ore possano verificarsi dei colpi di scena, in particolare da parte dei giovani e soprattutto dalle forze studentesche ed universitarie, in particolare sorretti dalle numerose donne e da quanti desiderano una maggiore democrazia, soprattutto con meno ingerenza da parte delle autorità religiose…

Se poi alla alla luce di quanto sopra, sommiamo il rischio di un’eventuale ampliamento del conflitto in corso in medioriente che sta vedendo peraltro coinvolto anche lo Stato iraniano contro Israele (attraverso il  sostegno dato ad alcuni movimenti militanti armati come Hamas (Gaza), Hezbollah (Libano), milizie più piccole (Iraq e Siria) ed infine gli Houthi nella penisola arabica dello Yemen…), allora qualcosa di grave potrebbe realmente verificarsi…

Già… sono questi i motivi che mi spingono sin d’ora a prevedere un diffuso dissenso contro quel regime che vedrete porterà a breve a disordini sociali in tutto il Paese, seppur quest’ultimi – per come finora fatto – cercheranno di sopprimere la protesta con i militari, gli stessi che da sempre non vogliono insieme alle forze di governo, assistere ad alcun cambiamento!!! Ma ciò, non è detto che basti più, anzi tutt’altro…

Permettetemi quindi di salutare quel rinnovato cambiamento con una belissima poesia persiana, scritta dalla poetessa iraniana Forough Farrokhzad:

Saluterò di nuovo il sole,
e il torrente che mi scorreva in petto

e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri

e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino
che con me hanno percorso le secche stagioni.
Saluterò gli stormi di corvi
che a sera mi portavano in offerta
l’odore dei campi notturni.
Saluterò mia madre, che viveva in uno specchio
e aveva il volto della mia vecchiaia.


E saluterò la terra, il suo desiderio ardente

di ripetermi e riempire di semi verdi
il suo ventre infiammato,
sì, la saluterò

la saluterò di nuovo.

Arrivo, arrivo, arrivo,
con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra,
e i miei occhi, l’esperienza densa del buio.
Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro.
Arrivo, arrivo, arrivo,
e la soglia trabocca d’amore
ed io ad attendere quelli che amano
e la ragazza che è ancora lì,
nella soglia traboccante d’amore, io
la saluterò di nuovo.

Bisogna leggere le motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha fatto questo, dove sta il meccanismo che ha fatto chiedere che venga ridefinito il processo. Attendiamo tutto questo. Una cosa è certa: che il problema di una presenza mafiosa si respira nell’aria.

Attendiamo quindi le motivazioni: così all’ANSA don Luigi Ciotti sull’annullamento con rinvio da parte della Cassazione della sentenza di condanna della Corte d’appello di Torino relativa al processo Geenna, con rito ordinario, sulla ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.

Si leggerà nelle motivazioni della sentenza che i giudici torinesi abbiano individuato delle lacune motivazionali 

Comunque, il nuovo processo di secondo grado per gli imputati del rito ordinario di Geenna si terrà il 15 novembre 2023, davanti alla terza sezione penale della Corte di appello di Torino.

“Questo non toglie – ha aggiunto il fondatore di Libera – le nostre responsabilità, di dover essere sempre più attenti, più vigili. Abbiamo bisogno di cittadini, non a intermittenza, secondo i momenti e le emozioni, ma cittadini più responsabili che prendono coscienza che il problema mafioso e la mafiosità sono un problema reale. Che alberga anche un po’ nei nostri contesti, nei nostri territori. Non c’è regione d’Italia che può considerarsi esente”.

Don Ciotti era arrivato ad Aosta, su invito della presidente di Libera Vda, Donatella Corti, per incontrare alcune classi che non hanno potuto partecipare per motivi organizzativi alla Giornata della memoria e dell’impegno” in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, compiutosi lo scorso marzo a Milano.   

“Gentilissima” Professoressa,

uso le virgolette perché le ha usato lei nello scrivermi, non so se per sottolineare qualcosa e “pentito” mi dichiaro dispiaciutissimo per il disappunto che ho causato agli studenti del suo liceo per la mia mancata presenza all’incontro di Venerdì 24 gennaio.
Intanto vorrei assicurarla che non mi sono affatto trincerato dietro un compiacente centralino telefonico (suppongo quello della Procura di Marsala) non foss’altro perché a quell’epoca ero stato già applicato per quasi tutta la settimana alla Procura della Repubblica presso il Trib. di Palermo, ove poi da pochi giorni mi sono definitivamente insediato come Procuratore Aggiunto.
Se le sue telefonate sono state dirette a Marsala non mi meraviglio che non mi abbia mai trovato. Comunque il mio numero di telefono presso la Procura di Palermo è 091/***963, utenza alla quale rispondo direttamente. 
Se ben ricordo, inoltre, in quei giorni mi sono recato per ben due volte a Roma nella stessa settimana e, nell’intervallo, mi sono trattenuto ad Agrigento per le indagini conseguenti alla faida mafiosa di Palma di Montechiaro.
Ricordo sicuramente che nel gennaio scorso il dr. Vento del Pungolo di Trapani mi parlò della vostra iniziativa per assicurarsi la mia disponibilità, che diedi in linea di massima, pur rappresentandogli le tragiche condizioni di lavoro che mi affligevano. 
Mi preanunciò che sarei stato contattato da un Preside del quale mi fece anche il nome, che non ricordo, e da allora non ho più sentito nessuno.
Il 24 gennaio poi, essendo ritornato ad Agrigento, colà qualcuno mi disse di aver sentito alla radio che quel giorno ero a Padova e mi domandò quale mezzo avessi usato per rientrare in Sicilia tanto repentinamente. 
Capii che era stato “comunque” preannunciata la mia presenza al Vostro convegno, ma mi creda non ebbi proprio il tempo di dolermene perché i miei impegni sono tanti e così incalzanti che raramente ci si può occupare di altro.
Spero che la prossima volta Lei sarà così gentile da contattarmi personalmente e non affidarsi ad intermediari di sorta o a telefoni sbagliati..
Oggi non è certo il giorno più adatto per risponderle perché frattanto la mia città si è di nuovo barbaramente insanguinata ed io non ho tempo da dedicare neanche ai miei figli, che vedo raramente perché dormono quando esco da casa ed al mio rientro, quasi sempre in ore notturne, li trovo
nuovamente addormentati.
Ma è la prima domenica, dopo almeno tre mesi, che mi sono imposto di non lavorare e non ho difficoltà a rispondere, però in modo telegrafico, alle Sue domande.
1) Sono diventato giudice perché nutrivo grandissima passione per il diritto civile ed entrai in magistratura con l’idea di diventare un civilista, dedito alle ricerche giuridiche e sollevato dalle necessità di inseguire i compensi dei clienti. 
La magistratura mi appariva la carriera per me più percorribili per dar sfogo al mio desiderio di ricerca giuridica, non appagabile con la carriera universitaria per la quale occorrevano tempo e santi in paradiso.
Fui fortunato e divenni magistrato nove mesi dopo la laurea (1964) e fino al 1980 mi occupai soprattutto di cause civili, cui dedicavo il meglio di me stesso. 
E’ vero che nel 1975 per rientrare a Palermo, ove ha sempre vissuto la mia famiglia, ero approdato all’Ufficio Istruzione Processi Penali, ma otteni l’applicazione, anche se saltuaria, ad una sezione civile e continuai a dedicarmi soprattutto alle problematiche dei diritti reali, delle dispute legali, delle divisioni erediatarie etc.

Il 4 maggio 1980 uccisero il Capitano Emanuele Basile ed il Comm. Chinnici volle che mi occupassi io dell’istruzione del relativo procedimento. 

Nel mio stesso ufficio frattanto era approdato, provenendo anche egli dal civile, il mio amico di infanzia Giovani Falcone e sin dall’ora capii che il mio lavoro doveva essere un altro.
Avevo scelto di rimanere in Sicilia ed a questa scelta dovevo dare un senso. 
I nostri problemi erano quelli dei quali avevo preso ad occuparmi quasi casualmente, ma se amavo questa terra di essi dovevo esclusivamente occuparmi.
Non ho più lasciato questo lavoro e da quel giorno mi occupo pressocchè esclusivamente di criminalità mafiosa. 
E sono ottimista perché vedo che verso di essa i giovani, siciliani e no, hanno oggi una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarantanni. 
Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta.
2) La DIA è un organismo investigativo formato da elementi dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza e la sua istituzione si propone di realizzare il coordinamento fra queste tre strutture investigative, che fino ad ora, con lodevoli ma scarse eccezioni, hanno agito senza assicurare
un reciproco scambio di informazioni ed una auspicabile, razionale divisione dei compiti loro istituzionalmente affidati in modo promiscuo e non codificato.
La DNA invece è una nuova struttura giuridica che tende ad assicurare soprattutto una circolazione delle informazioni fra i vari organi del Pubblico Ministero distribuiti tra le numerose circoscrizioni territoriali.
Sino ad ora questi organi hanno agito in assoluta indipendenza ed autonomia l’uno dall’altro (indipendenza ed autonomia che rimangono nonostante la nuova figura del Superprocuratore) ma anche in condizioni di piena separazione, ignorando nella maggior parte dei casi il lavoro e le risultanze investigative e processuali degli altri organi anche confinanti, e senza che vi fosse una struttura sovrapposta delegata ad assicurare il necessario coordinamento e ad intervenire tempestivamente con propri mezzi e proprio personale giudiziario nel caso in cui se ne ravvisi la necessità.
3) La mafia (Cosa Nostra) è una organizzazione criminale, unitaria e verticisticamente strutturata, che si contraddistingue da ogni altra per la sua caratteristica di “territorialità”. 
Essa e suddivisa in “famiglie”, collegate tra loro per la comune dipendenza da una direzione comune (Cupola), che tendono ad esercitare sul territorio la stessa sovranità che su esso esercita, deve esercitare, legittimamente, lo Stato.
Ciò comporta che Cosa Nostra tende ad appropriarsi delle ricchezze che si producono o affluiscono sul territorio principalmente con l’imposizione di tangenti (paragonabili alle esazioni fiscali dello Stato) e con l’accaparramento degli appalti pubblici, fornendo nel contempo una serie di servizi apparenti rassembrabili a quelli di giustizia, ordine pubblico, lavoro etc, che dovrebbero essere forniti esclusivamente dallo Stato. 
E’ naturalmente una fornitura apparente perché a somma algebrica zero, nel senso che ogni esigenza di giustizia è soddisfatta dalla mafia mediante una corrispondente ingiustizia. Nel senso che la tutela dalle altre forme di criminalità (storicamente soprattutto dal terrorismo) è fornita attraverso l’imposizione di altra e più grave forma di criminalità. 
Nel senso che il lavoro è assicurato a taluni (pochi) togliendolo ad altri (molti).
La produzione ed il commercio della droga, che pur hanno fornito Cosa Nostra di mezzi economici prima impensabili, sono accidenti di questo sistema criminale e non necessari alla sua perpetuazione.
Il conflitto inevitabile con lo Stato, con cui Cosa Nostra è in sostanziale concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni) è risolto condizionando lo Stato dall’interno, cioè con le infiltrazioni negli organi pubblici che tendono a condizionare la volontà di questi perché venga
indirizzata verso il soddisfacimento degli interessi mafiosi e non di quelli di tutta la comunità sociale.

 Alle altre organizzazioni criminali di tipo mafioso (camorra, “ndrangheta”, Sacra Corona Unita etc.) difetta la caratteristica della unitarietà ed esclusività.

Sono organizzazioni criminali che agiscono con le stesse caratteristiche di sopraffazione e violenza di Cosa Nostra. ma non hanno l’organizzazione verticistica ed unitaria. 
Usufruiscono inoltre in forma minore del “consenso” di cui Cosa Nostra si avvale per accreditarsi come istituzione alternativa allo Stato, che tuttavia con gli organi di questo tende a confondersi.

Lo sciopero generale nazionale proclamato per oggi, 14 Novembre è cominciato presto, questa mattina già all’alba Insegnanti, studenti e lavoratori sui sono riuniti al centro di Catania ed hanno iniziato a protestare per le condizioni attuali, ormai ritenute da tutti inaccettabili…
La giornata di oggi si inserisce nell’iniziativa di mobilitazione europea indetta dalla Confederazione Europea dei Sindacati, sotto le parole d’ordine: Per il lavoro e la solidarietà… 
Il corteo questa mattina ha bloccato il centro cittadino,  in particolare Via Etnea e Corso Sicilia, fermandosi anche davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate – Serit, dove sono dovuti intervenire in maniera comunque pacifica le forze dell’ordine…
Fra i lavoratori vi erano quanti oggi sono a rischio di licenziamento e quanti invece purtroppo e sono molti, sono ancora alla ricerca di una opportunità lavorativa…
Questi ultimi, hanno così raggiunto gli studenti e congiunti hanno iniziato civilmente la protesta… tra questi oltre gli  insegnanti c’erano pure i molti precari…
Ovviamente gli slogan più frequenti, sono contro il Governo Monti, contro i Politici ed uno in particolare era diretto verso il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, Dott. Profumo e tra una mobilitazione di un migliaio di partecipanti, si è assistito alle solite proteste di coloro che operando con il pubblico, trasporti e operatori sanitari, senza dimenticare anche i privati, che si sono ritrovati imbottigliati nella manifestazione, perché nessuno aveva preparato percorsi alternativi, preparando un programma opportuno per deviare il traffico…  
Al grido urlato, Noi la crisi non la paghiamo…, era evidente questo ormai malessere generale, dove i cittadini pur avendo stretto la cinghia, non riescono più a sopravvivere…
Se coloro che sono demandati a farlo, non prendono le contromisure a questa situazione, si rischia di entrare in un circolo che porterà certamente ad una situazione stagnante ed analoga a quella già presente in altri paesi europei, quali Grecia, Portogallo e Spagna!!!  
Ormai le Banche sono entrate sotto mira, questa austerità tanto decantata, potrebbe non servire più… il rischio di un collasso è ormai evidente e sotto gli occhi di tutti…
Una politica economica e generale scellerata, ci ha ormai condotto verso questo baratro e che troverà in tempi brevi soluzione…
La Merkel, ha infatti dichiarato tempi di ripresa, non prima del 2017…, immaginatevi quindi altri cinque anni, di questa critica situazione!!!
Già quando penso che si parlava del 2012 quale fine del mondo…,  mi sembrava qualcosa di catastrofico, ma rivedendo oggi quella brutale situazione, mi sembra niente rispetto a questa nuova opportunità che ci viene offerta…cioè continuare a dover soffrire, per chi poi un giorno… potrà dire di esserci arrivato… già tra un po’ di anni…Â