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Papa Francesco nel parlare dello scandalo che ha travolto alcuni vertici del Parlamento europeo ha dichiarato: “Questo scandalizza. Tutti siamo peccatori. Tutti: tu, io e tutti noi. E dobbiamo chiedere perdono al Signore tutti i giorni per i nostri sbagli. Io mi spavento. Peccatore sì, corrotto maiâ€.

Ed ancora, nel condannare quanto ahimè accaduto: “Oggi si scivola dal peccato alla corruzione, per cui noi non dobbiamo tollerare questoâ€. 

“Come mai, – si è domandato il Papa – con il bisogno che c’è in Europa di tante cose, questa gente che è nell’amministrazione scivola in questa maniera nella corruzione? Per me è un criterio. E non dobbiamo peccare, ma sono deboli. Sì, sì deboli. Anche io sono debole, tutti siamo deboli. Ognuno ha il proprio punto più magro, diciamo così, la personalità: uno perché è bugiardo, uno ha un po’ di ira, uno ha un brutto carattere. Ognuno ha la propria. Peccatore sì, ma corrotto no, eh? Corrotto no. Questo che tu mi fai vedere è una corruzione, non è peccato. È peggio perché la corruzione ti putrisce l’anima. Spuzza in lombardo, puzza in italianoâ€.

Santo Padre, forse è il momento che Lei, per nome e per conto della Chiesa che rappresenta, ammonisca una volta e per tutte, tutti quei soggetti che, dichiarandosi cristiani, si macchiano ogni giorno di corruzione e non solo essi, anche i loro familiari; la Chiesa deve avere la forza – dimostrando di non avere timori reverenziali – di scomunicare questi individui infetti, escludendo anche dal battesimo della comunione questi suoi falsi fedeli, vietandogli in particolare, di amministrare e ricevere i sacramenti. 

D’altronde quanto essi compiono presuppone una grave responsabilità morale e quindi un peccato grave, tale da compromettere l’unione con la Chiesa, corpo mistico di Cristo.

Non è possibile permettere ad essi di vivere in modo ambiguo con i principi del Cristo: “Non vi affannate ad accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano, dove ladri scassinano e portano via. Accumulatevi tesori in cielo, dove tignola e ruggine non consumano, né ladri e scassinatori portano via. Infatti, dov’è il tuo tesoro, lì sarà pure il tuo cuore” (Mt 6, 19-21). Chi ruba, lo fa per procurarsi i mezzi per godere, ma la gioia procurata con mezzi illeciti, genera rimorso ed insoddisfazione nell’anima, inoltre, il denaro procurato ingiustamente, quasi sempre è speso malamente: “Badate di tenervi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è molto ricco, la su vita non dipende dai suoi beni” (Lc. 12,15). “Chi accumula ricchezze è il più povero dei poveri, perché non è padrone di se stesso: sembra un possessore, ma in realtà è dal denaro posseduto”.

La Chiesa deve chiudere definitivamente i battenti a questi individui “ladri e corrotti“, iniziando togliendo il battesimo ai loro figli e/o nipoti, proseguendo… questa famiglia non potrà più partecipare ai sacramenti,  gli stessi che d’altronde formano l’identità cristiana, nessuno di loro potrà ricevere l’estrema unzione, come d’altronde nessuna messa postrà essere svolta in suffragio.

Il “NO” della Chiesa deve essere chiaro, senza tentennamenti, esitazioni o titubanze!!!

La ricchezza, quando è disonesta, porta sempre all’insoddisfazione nell’anima e alla rovina del corpo, perché il denaro procurato ingiustamente è sempre speso malamente. Chi ruba, infatti, è destinato a spendere per godere e a non godere ciò che spende. Appare felice, ma in realtà porta il rimorso nell’animo e il disprezzo e lo spreco dei beni, che sono da considerarsi un’offesa a Dio.

Il tempo della disonestà è finito e chi deciderà ancora di voler perseguire per quella strada, dovrà sapere che il corso della propria vita, se compiuta nella illegalità, verrà vissuta nella totale emarginazione e soprattutto senza il sostegnoe l’amore della Chiesa e di Cristo… 


Dicono che Malta insieme all’Italia rappresenti per l’Europa un porto sicuro per accogliere quei poveri migranti…
Eppure ogni qualvolta che una nave “Ong” si dirige verso quell’isola, viene automaticamente respinta… 

Ed allora mi chiedo, a quale norme internazionali fa riferimento questo Stato e perché nessuno prende provvedimenti contro di essa… 
Tutti in Europa si ricordano di fare pressioni al nostro paese e di applicare la convenzione di Amburgo del 1979 che prevede che gli sbarchi debbano avvenire nel “porto sicuro” più vicino al luogo del soccorso ed allora mi chiedo, come mai quando si tratta di Malta, fanno tutti orecchi da mercante???
La verità è semplice: lo stato maltese fa comodo a molti, in particolare fanno gola quelle sue Banche e quella sua disponibilità ad aprirsi a trafficanti di ogni genere e luogo, che grazie a quel suo mare prospiciente le acque internazionali, fa in modo che si possa compiere qualsivoglia azione illegale… e non mi riferisco al traffico dei migranti!!!

Ora, con la guerra civile in atto in Libia, diventa ancor più esplicita l’esigenza di chiudere i porti, perché altrimenti il mercato di quei trafficanti di uomini, lieviterà in modo esponenziale, in quanto quei criminali, non penseranno a garantire quella minima sicurezza della vita dei naufraghi, ma penseranno esclusivamente al proprio business… inviando migliaia di loro su gommoni fatiscenti, ed esponendoli certamente a gravi pericoli…

D’altronde a quei poveri migranti, senza quelle necessarie esigenze primarie, quali cibo, alloggio e cure mediche, e con una guerra in atto di cui potranno a breve diventare vittime inermi, non resta che la fuga in qualsiasi modo senza sapere a priori a quale destinazione finale saranno destinati…
Ecco perché è importante… perché è realmente il primo “porto sicuro”, tanto che il più delle volte si occupa sì… della cura dei malati soccorsi in mare, ma poi vieta gli sbarchi con la scusa di non possedere capacità ricettive sull’isola, ovviamente è tutta una scusa…

Si… perché viceversa, quando si tratta di far entrare nel proprio territorio soggetti ricercati, affiliati a qualche associazione criminale, trafficanti di petrolio, contrabbandieri, personaggi dediti al narcotraffico, ecc… ecco che all’improvviso quei porti si aprono e vengono immediatamente messi a disposizione quelle necessarie lavanderie di riciclaggio, per  far si che i loro “clienti” restino soddisfatti…

Ecco quindi che grazie a quei business… sono tutti felici e contenti, in particolare quei suoi uomini istituzionali, sì… gli stessi che grazie a quell’applicato sistema illegale, si stanno facendo strada… arricchendosi!!!
Un periodo particolare quello che stanno attraversando in questi mesi i cavatori dell’Etna, con tutta una serie di controlli d’accertamento e prevenzione, che hanno portato a contestazione delle violazioni, in ordine al mancato rispetto delle norme poste a tutela dei rispetto dei limiti previsti, dei contratti di lavoro e della sicurezza e igiene negli ambienti di lavoro…
Quanto sta accadendo in quel comparto delle attività estrattive e aggiungerei annessi impianti di frantumazione, nell’ambito di quelle attività di accertamento e contestazione degli illeciti amministrativi per le violazioni alle prescrizioni autorizzative, sta… per come stiamo vedendo, superando qualsivoglia aspettativa…
Mai come l’anno appena trascorso si è giunti a contare tutta una serie di sopralluoghi da parte dell’autorità giudiziaria, che hanno evidenziato numerosi reati, che hanno condotto non solo alla sospensione dell’attività di cave (o degli impianti di frantumazione), ma anche a provvedimenti giudiziari quali quelli di sequestro…
Ovviamente, l’obbiettivo che si sta tentando di realizzare attraverso gli organi di vigilanza, non è quello di ostacolare lo sviluppo dell’attività di estrazione, ma bensì di rendere quelle cave più sicure, verificando il personale regolare presente, affinché non si verifichino incidenti gravi e/o mortali…
D’altronde se durante quei controlli è emerso che qualcosa in quelle cave non era regolare, significa che il personale addetto a quei controlli ambientali sulle cave, non ha dato i risultati sperati, anzi tutt’altro…
Ora, i motivi li conosciamo bene e più volte sono stati dal sottoscritto portati in evidenza ed inoltre la mancata applicazioni di sanzioni rigide per inadempienza, anche nei confronti di quei funzionari pubblici o di quei professionisti posti a direzione di quelle cave, hanno di fatto vanificato l’efficacia dei controlli stessi, che sono sembrati improntati a un precisa priorità, quella cioè di non arrecare disturbo ai cavatori dell’estrazione, i quali, in taluni casi, si sono mostrati essere imprenditori senza scrupoli, avendo badato esclusivamente ai loro profitti… 
Peraltro la stessa comunità limitrofa si è rivelata profondamente succube di quell’imprenditoria, dimostrandosi essere subalterna a quell’imprenditore “lavico”, che con la propria presenza, garantisce non solo occupazione e crescita sociale, ma soprattutto vantaggi economici e in particolare “voti”…
D’altro canto, non si dice che: “Il lavoro produce ricchezza e che quest’ultima viene redistribuita nuovamente tra la popolazione”???
E’ come essere su una giostra, ad ogni giro ci sono vantaggi per tutti, in particolare per quella parte politica, che pretende che questa “ruota della fortuna“, non venga da nessuno mai fermata!!!
Ma non sarà così…, 
Già… sono quasi certo che a breve nuovi controlli, porteranno ahimè alla chiusura di nuove cave, sia per la presenza di personale non regolarmente registrato, che soprattutto per aver abusato di quelle autorizzazioni a suo tempo concesse… 
I tempi sono finalmente cambiati ed ormai, non vi è più posto per quei cosiddetti imprenditori “prenditori” e soprattutto, per quei loro amici corrotti, un tempo “controllori” !!!

“Non si possono servire due padroni”!!!

“Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza…”!!! 
Ecco perché ciascuno di noi, non può pensare di essere costruttore di futuro, continuando a ragionare con la mentalità mafiosa…  
Bisogna decidere dove stare e comportarsi di conseguenza, sapendo di dover dire il più delle volte NO!!! 
No quindi al muro dell’omertà, alla corruzione, al malaffare, al clientelismo, a quei comportamenti mafiosi e violenti, alle sopraffazioni e all’offesa dell’altrui dignità… 
Basta… così non si può più continuare, bisogna cambiare e per cambiare bisogna lottare, non è più tempo di rassegnarsi, attendere, sperare che qualcosa all’improvviso cambi…
Tutti, ripeto tutti devono fare la propria parte, bisogna metterci la faccia, non si deve sempre attendere che siano sempre gli altri a fare le lotte per voi… 

Si può cambiare… si deve cambiare, e per farlo bisogna sognare in grande, perché nei grandi sogni troverete le parole del Signore… quelle parole che vi daranno coraggio e forza per andare avanti e superare i problemi.  

Mi piace la frase di papa Francesco quando dice: “C’è bisogno di uomini e donne veri, che denunciano il malaffare e lo sfruttamento, che vivono relazioni libere e liberanti, che amano i più deboli e si appassionano di legalità, specchio di onestà interiore. Abbiamo bisogno di uomini e donne che fanno quel che dicono, dicendo no al gattopardismo dilagante”. 
Il problema però del messaggio di sopra è quello di sempre e cioè che la maggior parte degli individui non adempie in alcun modo a quegli insegnamenti, anzi la maggior parte di essi preferisce la pigrizia all’azione, sono come Sancho Panza, sì… a loro non interessa combattere come Don Chisciotte, neppure se i nemici sono rappresentati dai mulini a vento…

Papa Francesco si rivolge ai mafiosi dicendo, “cambiate…” e poi li chiama “fratelli e sorelle“… 

Non so quanto giusto sia questo approccio… ma d’altronde egli è il Papa e deve trasmettere gli insegnamenti del suo Signore e di questa sua Chiesa… ma illudersi che quei soggetti, possano decidere – grazie alle parole espresse – di correggere quel proprio modo d’essere e di vivere allontanando da essi quella ricerca affannata fatta di potere, prepotenza, denaro e convertirsi quindi a Gesù Cristo: “Ma mi sembra qualcosa di difficile realizzazione”. 
A quei soggetti mafiosi non interessa minimamente la prossima vita o se quella andrà persa; a loro interessa vivere nell’agiatezza attuale, d’altronde sono identici alla maggior parte dei fedeli cristiani; da un lato provano ad onorare quei principi cristiani: “Si recano in Chiesa la domenica per ricevere l’eucarestia e di contro attuano nei giorni feriali tutti quei comportamenti disonorevoli, che di fatto li allontanano sempre più dalla vita eterna…

Già sono gli stessi che durante l’assassinio di Padre Pino Puglisi, si sono chiusi ermeticamente a casa, gli stessi che non si sono ribellati quando avrebbero dovuto farlo, sono loro ad aver tenuto aperto le botteghe in quel giorno di lutto e potrei continuare con quanto compiuto fino ai giorni nostri…

Quindi, per favore Santo Padre, quando parla dei mafiosi non indichi con il proprio indice solo coloro che tengono un’arma nella propria mano, ma faccia in modo di traslare quel suo dito in tutte le direzioni di quest’isola, da est ad ovest, da nord a sud, perché i mafiosi sono ovunque, anche dove non dovrebbero essere!!!
Non abbia quindi timore di dire la verità… 
D’altronde se la Chiesa Cattolica ha ribadito l’obbligo di partecipare alla Messa la domenica e nelle altre feste di precetto, affermando che “i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (ad esempio, malattia, cura dei lattanti oppure siano stati dispensati dal loro parroco) e aggiungendo inoltre “coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato graveâ€, non si comprende il perché, per azioni commesse non meno gravi, si declini di procedere con quanto in suo potere e cioè con la scomunica (di quei fratelli e sorelle…) per causa gravi e ostinate infrazioni alla morale e quindi alla dottrina riconosciuta!!!
Già, mio caro “fratello” Francesco: “Forse è finito il tempo della carota e bisogna passare al bastone!!!
    


Il ministro dell’interno Matteo Salvini è in Libia per tentare di risolvere il problema dei flussi migratori e di contrastare quelle associazioni criminali che grazie anche ad alcune colluse Ong, hanno permesso a quei flussi di realizzare business sulla pelle di quei poveri migranti… 

La proposta prevede innanzitutto la realizzazione di nuovi centri di accoglienza ai confini del Sud del paese africano, per evitare che Tripoli e la parte di quel nord Africa, possa divenire, un serbatoio umano, per come è accaduto per il nostro paese…
Salvini, durante l’incontro ha aggiunto: “Giovedì a Bruxelles sosterremo di comune accordo che i centri di accoglienza e identificazione vanno costruiti a sud della Libia per aiutare a bloccare l’immigrazione che stiamo subendo entrambiâ€!bloccato sul nascere la proposta, dichiarando: !!
Ovviamente, come logico che fosse, il numero due del governo libico presieduto da Fayez Al Sarraj, ha subito bloccato la proposta, dichiarando: “Rifiutiamo categoricamente la presenza di qualsiasi campo per i migranti in Libia: non è consentito dalla legge libica 
Sono certo comunque che l’eventuale apertura a forti concessioni economiche e la realizzazione di programmi infrastrutturali, potrà ribaltare questa attuale presa di posizione…  
Per meglio comprendere comunque il giro d’affari che muove la gestione dei migranti, mi permetto di riportare quanto segue, per meglio comprendere che fine fanno i soldi messi a disposizione…  
L’Unione europea ha appena deciso di triplicare i fondi per la gestione dei migranti: la somma messa a bilancio passerà dagli attuali 13 miliardi di euro (anni 2014-2021) ai futuri 35 miliardi di euro (anni 2021-2027).
Prima però di compiere l’analisi dei costi preventivati e di dove finiscono quei soldi, ritengo sia doveroso comprendere  cosa si prende da quei paesi africani, e cosa viceversa apportiamo ad essi…
Bisogna cioè prendere in esame i luoghi dai quali quei migranti partono…
Ho letto ad esempio che spendiamo 35 euro al giorno per ospitare un migrante, mentre con soli 6 euro al giorno, potremmo farli stare bene lì… a casa propria.
Già, viene quindi da chiedersi, perché non vengono aiutati direttamente nei propri paesi d’origine???
Ed allora mi permetto di riportare un belissimo articolo di Silvestro Montanaro: 
Casa loro? Andiamoci piano con le parole. Perché la loro casa è in vendita e sta divenendo la nostra. 
Per dire: il Madagascar ha ceduto alla Corea del Sud la metà dei suoi terreni coltivabili, circa un milione e trecentomila ettari. La Cina ha preso in leasing tre milioni di ettari dall’Ucraina: gli serve il suo grano. In Tanzania acquistati da un emiro 400mila ettari per diritti esclusivi di caccia. L’emiro li ha fatti recintare e poi ha spedito i militari per impedire che le tribù Masai sconfinassero in cerca di pascoli per i loro animali. La loro vita.
E gli etiopi che arrivano a Lampedusa… non accreditabili come rifugiati, giungono dalla bassa valle dell’Omo, l’area oggetto di un piano di sfruttamento intensivo da parte di capitali stranieri che ha determinato l’evacuazione di circa duecentomila indigeni. E tra i capitali stranieri molta moneta, circa duecento milioni di euro, è di Roma. Il governo autoritario etiope, che rastrella e deporta, è l’interlocutore privilegiato della nostra diplomazia che sostiene e finanzia piani pluriennali di sviluppo. Anche qui la domanda: sviluppo per chi???
L’Italia intera conta 31 milioni di ettari. La Banca mondiale ha stimato, ma il dato è fermo al 2009, che nel mondo sono stati acquistati o affittati per un periodo che va dai venti ai 99 anni 46 milioni di ettari, due terzi dei quali nell’Africa sub-sahariana. In Africa i titoli di proprietà non esistono (la percentuale degli atti certi rogitati varia dal 2 al 10 per cento). Si vende a corpo e si vende con tutto dentro. Vende anche chi non è proprietario. Meglio: vende il governo a nome di tutti. Case, villaggi, pascoli, acqua se c’è. Il costo? Dai due ai dieci dollari ad ettaro, quanto due chili d’uva e uno di melanzane al mercato del Trionfale a Roma. Sono state esaminate 464 acquisizioni, ma sono state ritenute certe le estensioni dei terreni solo in 203 casi. Chi acquista è il “grabbatoreâ€, chi vende è il “grabbatoâ€.
 La definizione deriva dal fenomeno, che negli ultimi vent’anni ha assunto proporzioni note e purtroppo gigantesche e negli ultimi cinque una progressione pari al mille per cento secondo Oxfam, il network internazionale indipendente che combatte la povertà e l’ingiustizia. Il fenomeno si chiama land grabbing e significa appunto accaparramento della terra…
I Paesi ricchi chiedono cibo e biocombustibili ai paesi poveri. In cambio di una mancia comprano ogni cosa. Montagne e colline, pianure, laghi e città. Sono circa cinquanta i Paesi venditori, una dozzina i Paesi compratori, un migliaio i capitali privati (fondi di investimento, di pensione, di rischio) che fanno affari. 
E’ più facile trasportare una tonnellata di cereali dal Sudan che le mille tonnellate d’acqua necessarie per coltivarle. 
Ed allora, ritorniamo nuovamente alla domanda: aiutiamoli a casa loro? Siamo proprio sicuri che abbiano ancora una casa? Le cronache sono zeppe di indicazioni su cosa stia divenendo questo neocolonialismo che foraggia guerre e governi dittatoriali pur di sviluppare il suo business. In Uganda 22mila persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni per far posto alle attività di una società che commercia legname, l’inglese New Forest Company. Aveva comprato tutto: terreni e villaggi. I residenti sono divenuti ospiti ed è giunto l’avviso di sfratto… Dove non arriva il capitale pulito si presenta quello sporco. 
La cosiddetta agro-mafia. Sempre laggiù, nascosti dai nostri occhi e dai nostri cuori, si sversano i rifiuti tossici che l’Occidente non può smaltire. La puzza a chi puzza…
Chi ha fame vende. Anzi regala. L’Etiopia ha il 46 per cento della popolazione a rischio fame. E’ la prima a negoziare cessioni ai prezzi ridicoli che conosciamo. Seguono la Tanzania (il 44 per cento degli abitanti sono a rischio) e il Mali (il 30 per cento è in condizioni di “insicurezza alimentareâ€). Comprano i ricchi. Il Qatar, l’Arabia Saudita, la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, anche l’India. E nelle transazioni, la piccola parte visibile e registrata della opaca frontiera coloniale, sono considerate terre inutilizzate quelle coltivate a pascolo.
Il presidente del Kenya, volendo un porto sul suo mare, ha ceduto al Qatar, che si è offerto di costruirglielo, 40mila ettari di terreno con tutto dentro. Nel pacco confezionato c’erano circa 150 pastori e pescatori. Che si arrangiassero pure!
L’Africa ha bisogno di acqua, di grano, di pascoli anzitutto. Noi paesi ricchi invece abbiamo bisogno di biocombustibile. Olio di palma, oppure jatropha, la pianta che – lavorata – permette di sfamare la sete dei grandi mezzi meccanici. E l’Africa è una riserva meravigliosa. In Africa parecchie società italiane si sono date da fare: il gruppo Tozzi possiede 50mila ettari, altrettanti la Nuova Iniziativa Industriale. 26mila ettari sono della Senathonol, una joint-venture italosenegalese controllata al 51 per cento da un gruppo italiano. Le rose sulle nostre tavole, e quelle che distribuiscono i migranti a mazzetti, vengono dall’Etiopia e si riversano nel mondo intero. Belle e profumate, rosse o bianche. Recise a braccia. Lavoratori diligenti, disponibili a infilarsi nelle serre anche con quaranta gradi. E pure fortunati perché hanno un lavoro.
Il loro salario? Sessanta centesimi al giorno!!!”.
Ora, dopo aver letto quanto sopra, mi auguro che molti miei connazionali, rivalutino quei pregiudizi fortemente manifestati in questi giorni nei confronti di quei migranti, che certamente dimostrano sì… d’aver bisogno, ma la cui soluzione non può essere realizzata con quanto finora compiuto o meglio, con le modalità che ben conosciamo e cioè di questa accoglienza infinita per tutti coloro che giungono nel nostro paese…
E’ evidente a tutti che così facendo il problema non verrà risolto… perché è alla fonte che va affrontato, sì… in quei paesi d’origine e l’Europa deve mostrarsi d’essere finalmente unito e non diviso per come finora ha fatto, ma soprattutto deve evidenziare principi di solidarietà nei confronti di quei paesi (che ben conosce… visto che riesce ancora oggi a sfruttarli…), che richiedono di ricevere da quei paesi ricchi, non solo carità, ma soprattutto sostegno per la loro crescita…
D’altronde diceva Pierre Rabhi: I Paesi del Terzo Mondo si percepiscono ormai come poveri, quando i loro territori celano immense ricchezze di cui si organizza il trasferimento verso Paesi già prosperi, per accrescerne ulteriormente la prosperità…Â