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Ci sono notizie che lasciano senza parole…
Stavo ascoltando stasera il Tg di RAI1, quando ho appreso della notizia sulla visita del nostro Presidente Mattarella ad Avetrana…
Secondo il giornalista che presentava quella notizia, si è parlato di speranza, di fiducia e di resistere…
Ma scusate a quasi un anno dal giorno di quel terremoto (24 Agosto 2016), con delle casette prefabbricate (sono… 26) consegnate solo pochi giorni fa, chissà forse debbo pensare… perché si attendeva la visita di questa importante Autorità, ditemi (ma non con per fare polemica…), quanto può interessare a quella gente, ascoltare quelle parole… se pur del Presidente???   
La gente di quei luoghi vuole fatti… a bisogno di credere in questo Stato, vogliano vedere ricostruito quel loro paese, e chiedono soprattutto di non essere lasciati soli… 
Certo, il Presidente rassicura, dichiara che lo Stato farà quanto necessario e non abbandonerà mai i suoi cittadini… ma la verità purtroppo ad oggi, la stiamo vedendo ed è ben diversa!!!
Infatti ammette: “Sono stati fatti passi avanti incoraggianti ma naturalmente non cancellano in niente quello che occorre, quello che manca e le lacune che ci sono. Adesso ci sono tanti altri passi avanti da fare, con velocità“.
Non sarebbe il caso quindi che, questa nostra politica sterile desse finalmente le giuste risposte a quei suoi cittadini, in rispetto anche di quelle trecento vittime rimaste colpite dal sisma??? 
Poi come sempre i soliti contesti… i bambini, il parroco, i classici politici locali che fanno di tutto stare in prima fila, tanto per farsi quella classica foto di circostanza… 
Per fortuna almeno che esistono i privati… 
Sono loro ad aver donato l’area per il pranzo, mentre il governo tedesco ha donato 11 milioni di euro per la costruzione di un Ospedale, ed altri ancora hanno partecipato concretamente per aiutare quelle popolazioni disagiate…
“Ce la farete, ce la faremo“, con questa frase il Presidente incoraggia tutti… quando infine viene donata ad Egli una medaglia, vi è disegnata una fenice, si è come l’araba fenice, che risorge dalle proprie ceneri!!!
Ceneri, sì… è macerie!!! 
Ma vorrei sapere… quanta altra polvere dovrà ingoiare questa popolazione… prima di vedere finalmente qualcosa di concreto???
Sì a differenza del 2016 nel quale la nostra regione deteneva il primato del rischio povertà, quest’anno siamo migliorati: siamo secondi!!!
Già, l’anno scorso eravamo la regione con la più alta percentuale di povertà (il 55% contro il 47% della Puglia) ed oggi, se pur restiamo al primo posto per la più bassa occupazione lavorativa, abbiamo lasciato quell’infelice podio…
Possiamo dire che negli ultimi tre anni, l’incidenza delle povertà è rimasta pressoché stabile, con variazioni tra il 6-8%, una cifra di per se smisurata, se si pensa al numero ufficiale di abitanti nella nostra regione, circa 5.000.000 a cui andrebbero sommate le centinaia di migliaia di immigrati, che ogni giorno stanno giungendo in quest’isola.. 
Ovviamente l’incidenza della povertà assoluta, aumenta se la famiglia è sostenuta da un solo capo famiglia “operaio” (circa il 10%) e diminuisce considerevolmente se lo stesso è dirigente, quadro o impiegato (circa il 2%) oppure se ritirato o licenziato dal lavoro (circa il 3,5%).
I livelli purtroppo (nella nostra regione) di grave deprivazione materiale, sono più che doppi rispetto alla media italiana… infatti più di un quarto degli individui attualmente presenti, si trova in tale condizione…
Va aggiunto inoltre – per come dicevo prima- che la nostra isola, rappresenta la regione con la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, questo grazie alle politiche di governo succedutesi nel tempo e a quel sistema collusivo/mafioso, a cui sono ancora oggi, sono fortemente legate la maggior  parte delle nostre imprese…
Secondo l’Istat, sono oltre 4 milioni i Siciliani in condizione di povertà assoluta… ma di questo, nessuno ne parla o quantomeno s’interessa…
Sentite mai dibattere un qualche politico su temi così seri… avete mai ascoltato un solo programma concreto, che preveda una definitiva svolta per questa regione… 
NO!!! Ed è ovvio… 
Nessuno di loro ha competenze specifiche e imprenditoriali a lungo termine, da saper comprendere di cosa ha bisogno questa nostra terra…
Si tratterebbe infatti di riesaminare totalmente il quadro completo di qualificazioni, potenzialità e competenze della nostra regione, per meglio individuare quali valutazioni vanno adottate, alla luce delle trasformazioni sociali, economiche e culturali che di qui a un decennio, si potrebbero manifestare.
Vanno inoltre rivisti, i cambiamenti politici ed economici di tutti quei paesi, prospicienti l’area del mediterraneo… 
C’è infatti la necessità di modificare l’offerta, proponendo a possibili investitori, tutta una serie di vantaggi logistici, strutturali, ma soprattutto burocratici e finanziari… contribuendo con una serie di agevolazioni, che inducano a scegliere il nostro paese, la nostra regione, rispetto ad altri Stati concorrenti, vedasi ad esempio Malta…
Bisogna puntare su una nuova tipologia d’imprenditori, capaci di fare business non attraverso speculazioni finanziarie o aggiudicazioni d’appalti pubblici, necessari il più delle volte a riciclare denaro proveniente da attività illecite… ma bensì, puntando verso nuove idee, sostenendo l’imprenditoria giovanile e promuovendo quei soggetti che dimostrano essere, non solo creativi, ma anche innovativi…
Bisogna sviluppare un sistema specifico, atto a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione d’esperienze pratiche d’imprenditorialità, con un apparato di ausilio (workshop di esperti), che sostenga in quella prima fase, l’avvio dell’attività…
D’altronde “imprenditorialità” significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri…
Se da un lato quindi c’è bisogno di un salto culturale, dall’altro vanno comprese le vere necessità e le potenzialità che la nostra regione offre, tenendo sempre conto in quella sua crescita, del rispetto delle risorse naturali, energetiche e paesaggistiche…
E’ tempo di unire le forze e ciascuno di quei settori deve fare la propria parte…
Mi riferisco al settore privato, a quello pubblico e al terzo settore, perché ciascuno di essi, se pur in maniera distinta (o in qualsivoglia combinazione tra loro) permetta con il proprio operato, lo sviluppo di questa terra, ma soprattutto, permetta ai suoi conterranei, di non essere esclusivamente dei numeri “spenti”, ma finalmente esseri… attivi!!!
Tutti potranno contribuire in maniera positiva a questo sviluppo sociale, permettendo a chiunque di sviluppare imprese start-up e dando concretezza a quell’individuale capacità imprenditoriale…
Così facendo, si potrà garantire quella necessaria ripresa del mercato del lavoro, offrendo a quanti oggi disoccupati, nuove opportunità occupazionali, sia come dipendenti, che come lavoratori autonomi…
Vedete, basterebbe poco per migliorare una volta e per tutte questa nostra terra… l’importante è avere dinnanzi a noi… tutti uno scopo!!!
Lo stesso che non soddisfi esclusivamente i bisogni di ciascuno, ma che permetta una crescita culturale collettiva, garante negli anni avvenire, di creare finalmente uno sviluppo sociale ed economico…
le idee ci sono… per adesso purtroppo accontentiamoci di sapere… d’essere ancora poveri!!!
Sì a differenza del 2016 nel quale la nostra regione deteneva il primato del rischio povertà, quest’anno siamo migliorati: siamo secondi!!!
Già, l’anno scorso eravamo la regione con la più alta percentuale di povertà (il 55% contro il 47% della Puglia) ed oggi, se pur restiamo al primo posto per la più bassa occupazione lavorativa, abbiamo lasciato quell’infelice podio…
Possiamo dire che negli ultimi tre anni, l’incidenza delle povertà è rimasta pressoché stabile, con variazioni tra il 6-8%, una cifra di per se smisurata, se si pensa al numero ufficiale di abitanti nella nostra regione, circa 5.000.000 a cui andrebbero sommate le centinaia di migliaia di immigrati, che ogni giorno stanno giungendo in quest’isola.. 
Ovviamente l’incidenza della povertà assoluta, aumenta se la famiglia è sostenuta da un solo capo famiglia “operaio” (circa il 10%) e diminuisce considerevolmente se lo stesso è dirigente, quadro o impiegato (circa il 2%) oppure se ritirato o licenziato dal lavoro (circa il 3,5%).
I livelli purtroppo (nella nostra regione) di grave deprivazione materiale, sono più che doppi rispetto alla media italiana… infatti più di un quarto degli individui attualmente presenti, si trova in tale condizione…
Va aggiunto inoltre – per come dicevo prima- che la nostra isola, rappresenta la regione con la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, questo grazie alle politiche di governo succedutesi nel tempo e a quel sistema collusivo/mafioso, a cui sono ancora oggi, sono fortemente legate la maggior  parte delle nostre imprese…
Secondo l’Istat, sono oltre 4 milioni i Siciliani in condizione di povertà assoluta… ma di questo, nessuno ne parla o quantomeno s’interessa…
Sentite mai dibattere un qualche politico su temi così seri… avete mai ascoltato un solo programma concreto, che preveda una definitiva svolta per questa regione… 
NO!!! Ed è ovvio… 
Nessuno di loro ha competenze specifiche e imprenditoriali a lungo termine, da saper comprendere di cosa ha bisogno questa nostra terra…
Si tratterebbe infatti di riesaminare totalmente il quadro completo di qualificazioni, potenzialità e competenze della nostra regione, per meglio individuare quali valutazioni vanno adottate, alla luce delle trasformazioni sociali, economiche e culturali che di qui a un decennio, si potrebbero manifestare.
Vanno inoltre rivisti, i cambiamenti politici ed economici di tutti quei paesi, prospicienti l’area del mediterraneo… 
C’è infatti la necessità di modificare l’offerta, proponendo a possibili investitori, tutta una serie di vantaggi logistici, strutturali, ma soprattutto burocratici e finanziari… contribuendo con una serie di agevolazioni, che inducano a scegliere il nostro paese, la nostra regione, rispetto ad altri Stati concorrenti, vedasi ad esempio Malta…
Bisogna puntare su una nuova tipologia d’imprenditori, capaci di fare business non attraverso speculazioni finanziarie o aggiudicazioni d’appalti pubblici, necessari il più delle volte a riciclare denaro proveniente da attività illecite… ma bensì, puntando verso nuove idee, sostenendo l’imprenditoria giovanile e promuovendo quei soggetti che dimostrano essere, non solo creativi, ma anche innovativi…
Bisogna sviluppare un sistema specifico, atto a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione d’esperienze pratiche d’imprenditorialità, con un apparato di ausilio (workshop di esperti), che sostenga in quella prima fase, l’avvio dell’attività…
D’altronde “imprenditorialità” significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri…
Se da un lato quindi c’è bisogno di un salto culturale, dall’altro vanno comprese le vere necessità e le potenzialità che la nostra regione offre, tenendo sempre conto in quella sua crescita, del rispetto delle risorse naturali, energetiche e paesaggistiche…
E’ tempo di unire le forze e ciascuno di quei settori deve fare la propria parte…
Mi riferisco al settore privato, a quello pubblico e al terzo settore, perché ciascuno di essi, se pur in maniera distinta (o in qualsivoglia combinazione tra loro) permetta con il proprio operato, lo sviluppo di questa terra, ma soprattutto, permetta ai suoi conterranei, di non essere esclusivamente dei numeri “spenti”, ma finalmente esseri… attivi!!!
Tutti potranno contribuire in maniera positiva a questo sviluppo sociale, permettendo a chiunque di sviluppare imprese start-up e dando concretezza a quell’individuale capacità imprenditoriale…
Così facendo, si potrà garantire quella necessaria ripresa del mercato del lavoro, offrendo a quanti oggi disoccupati, nuove opportunità occupazionali, sia come dipendenti, che come lavoratori autonomi…
Vedete, basterebbe poco per migliorare una volta e per tutte questa nostra terra… l’importante è avere dinnanzi a noi… tutti uno scopo!!!
Lo stesso che non soddisfi esclusivamente i bisogni di ciascuno, ma che permetta una crescita culturale collettiva, garante negli anni avvenire, di creare finalmente uno sviluppo sociale ed economico…
le idee ci sono… per adesso purtroppo accontentiamoci di sapere… d’essere ancora poveri!!!
E’ evidente a tutti, come nel sistema dei lavori pubblici vige un meccanismo di corruzione ben collaudato!!!
Ci partecipano tutti… chi più chi meno, il denaro rappresenta un perfetto incentivo, per porsi in quelle condizioni favorevoli nel volersi fare comprare…
A quanto sopra, bisogna aggiungere che le stesse norme, fanno sì che quanto avviene sia facilitato da esse e dove, quei controlli necessari – in particolare nelle grandi opere – dimostrano il proprio fallimento…
La chiamano anti-corruzione…  ma questa si dimostra – almeno dalle indagini svolte dalle procure quest’anno – di essere lontano dalla realtà dei fatti, dopotutto quanto appena riportato, è confermato dalle inchieste per corruzione su appalti e subappalti…
Certo ora ci vengono a dire che il nuovo codice degli appalti è uno strumento innovativo e soprattutto utilissimo per cambiare quella errata direzione…
Vedrete, come tra qualche mese, verrà dimostrata la propria inefficacia… 
Ci si dimentica di tutti coloro che sono specializzati “furbescamente” a eludere quanto prevede la legge, anche perché, il più delle volte si gioca sull’interpretazione letteraria di quella legge, che permette di eluderla senza porsi al di fuori della stessa, tale da rimanere all’interno di quel confine che determina il concetto di “illegalità”….
Si tratta di rimanere sul filo sottile che lega chi ha promulgato la legge, a tutti coloro che la legge sono tenuti a rispettare… ricercando nuovi spiragli a quella interpretazione, certamente non previsti dal legislatore, raggirando il significato di quanto scritto nella legge, senza per questo cadere nell’illegalità.
Nella pratica quindi, sono sicuro che questo codice fallirà miseramente… anche perché sono dell’idea che per fare delle norme che colpiscano realmente questo sistema marcio, c’è bisogno di uomini che conoscano tutti quegli espedienti, che permettono a quelle imprese di poter commettere continuamente quegli illeciti…
Quindi, chi tra loro, avendo sempre fatto parte di un sistema pubblico e/o istituzionale, possiedono quelle capacità intuitive realizzate per fini disonesti???
Loro non sanno nulla di malaffare… o meglio ne sono sempre stati all’oscuro, sono situazioni che disconoscono o per meglio dire conoscono soltanto dopo che queste sono avvenute… e ne prenderanno atto, le studieranno, certamente le approfondiscono… ma non le sapranno mai anticipare!!!
Per cui, caro presidente Cantone, se pur evidenzio l’importanza dell’operato fatto finora dall’ANAC per limitare la continua corruzione e ruberia, tanto presente nel nostro paese, mi lasci dire…non è con la “filosofia del nuovo codice” che si riuscirà a debellare questo marciume… ma blindando la responsabilità di tutti quei soggetti che sono adibiti all’interno della pubblica amministrazione, nella gestione dell’appalti…
Sono questi i principali attori che, permettono a quelle società (affiliate a quelle associazioni criminali…) di poter effettuare quei continui “intrallazzi” e dividendosi  mazzette per chiudere gli occhi su lavori eseguiti in maniera non conformi al progetto (questo il più delle volte gonfiato a dismisura o programmato affinché si limiti la partecipazione, a poche imprese di fiducia… ancor meglio se legati a quei progettisti… che il più delle volte, rappresentano di fatto, la D.L.), con materiali scadenti, senza il rispetto di tutte quelle opportune procedure, sia sulla sicurezza che sulla qualità, e facendo lievitare i costi di quelle opere pubbliche…
Una drammaticità che viene espressa dai numeri… 
Si pensi che in Italia la percentuale di appalti pubblici, con probabili turbative d’stata è del 10% ovvero il triplo della Francia ed è di ben 10 volte superiore… il dato dell’Olanda!!!
Quindi, caro Presidente, come volermi dare torto per quanto scrivo, visto che la nostra nazione oggi, è al primo posto in Europa… per corruzione negli appalti pubblici!!!
Erano in molti a pensare che ci sarebbe stato un calo dell’affluenza… ma forse in pochi immaginavano ad un tracollo così deciso!!!
Le elezioni regionali in Emilia Romagna ed in Calabria, sono state vinte dall’astensionismo!!!
Hanno votato in media circa quattro elettori su dieci ed in particolare nella regione emiliana, con da sempre la maggiore affluenza e soprattutto sempre ligia al dovere quando si è trattato di andare a di votare per il proprio partito di colore “rosso”, ecco che anche da loro, si conta soltanto un terzo degli aventi diritto…
Difatti, il prossimo presidente della Regione sarà il primo ad essere eletto con un numero di votanti inferiore non solo al 50%… ma bensì al 37%…
Un segnale chiaro a tutti… anche se come sempre i nostri politici faranno finta di non capire e cercheranno le solite attenuanti…
Ha vincere sono i cittadini che ormai sono stanchi di tutta questa politica inutile che cerca solo di salvaguardare le proprie posizioni, quei privilegi che continuano ancora a mantenere, alla faccia proprio nostra che invece continuiamo come sempre a dover pagare…
In Calabria – ma lì il voto viene ancora oggi influenzato dalle solite “amicizie” e da quel clientelismo speranzoso dal quale si spera di poter ricevere un vantaggio per se o per un proprio caro…
In definitiva sono andati a votare il 43,8% dei cittadini contro il 59% delle elezioni del 2010… ma comunque sempre più di quella temuta astensione, di cui in tanti si preoccupavano…
Una cosa è certa la politica ha perso…, perde su tutti i fronti, perde ogni giorno con le scelte inique che va facendo, perde mantenendo quei privilegi, perde non adottando vere politiche di sviluppo, di ricerca, d’innovazione…
Perde soprattutto quanto è convinta che con qualche Twitt… si possa modificare un paese allo sbando o con le solite frasi fatte… nelle quali si colpevolizza coloro che con le proprie affermazioni – secondo loro – remano contro questo sistema… ( ma se ormai non cè più neanche la barca…).
La settimana scorsa nel programma serale “Otto e mezzo” condotto dalla giornalista Lilly Gruber era presente la Prof.ssa Mariana Mazzucato – se riuscirete a vedere il video resterete profondamente colpiti dalle parole adottate e da quelle procedure, che a suo dire uno Stato dovrebbe realizzare…
Sono riportate nel Suo libro intitolato ” Lo Stato innovatore ” nel quale diversifica l’impresa privata considerata da sempre una forza innovativa, mentre lo Stato bollato come una forza inerziale, troppo grosso e pesante per fungere da motore dinamico…
Chi è difatti l’imprenditore più audace, l’innovatore più prolifico? Chi finanzia la ricerca che produce le tecnologie più rivoluzionarie? Qual è il motore dinamico di settori come la green economy, le telecomunicazioni, le nanotecnologie, la farmaceutica? Lo Stato.
È lo Stato, nelle economie più avanzate, a farsi carico del rischio d’investimento iniziale all’origine delle nuove tecnologie.
È lo Stato, attraverso fondi decentralizzati, a finanziare ampiamente lo sviluppo di nuovi prodotti fino alla commercializzazione ed ancora è lo Stato il creatore di tecnologie rivoluzionarie come quelle che rendono l’IPhone così “smart”: internet, touch screen e gps.
Ed è lo Stato a giocare il ruolo più importante nel finanziare la rivoluzione verde delle energie alternative.
Ed allora, se è lo Stato il maggior innovatore, perché allora tutti i profitti provenienti da un rischio collettivo finiscono ai privati?
Per cui alla fine altro che elezione… qui ci vorrebbe forse una… @§#@çò*^one!!!