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Avevo scritto alcuni mesi un post sull’incontro, avuto da bambino ad Addis Abeba (Etiopia)  insieme ad Aldo Moro… a quando appoggiando la sua mano nel mio capo mi disse: “Nicola ricorda… non è importante quanto tu sia bravo o monello… l’importante è che tu sia sempre onesto“!!!

Sono passati tanti anni da quell’episodio ed oggi nel ricordarlo, provo ad immaginare egli, che da lassù, possa avermi apprezzato per aver saputo adempiere a quelle sue parole… 
Certo essere onesti, soprattutto in questa nostra terra… è veramente difficile, ma in un qualche modo, come dico sempre alle mie figlie… bisogna riuscirci!!! 
Ed allora, nel ricordare il Presidente Aldo Moro, riprendo un avvenimento importante per la nostra famiglia e cioè, il conferimento (da parte del Presidente della Repubblica) a “Cavaliere del lavoro”, di nonno Nicola…  
Ora, ripensando per un momento, quali requisiti bisogna possedere per ricevere quell’onorificenza e cioè rileggendo quei valori indispensabili e tassativamente richiesti: 
– l’aver promosso un incremento notevole dell’economia del Paese; 
– l’aver operato in via continuativa e per almeno 20 anni con autonoma responsabilità nel settore per il quale l’onorificenza è proposta;
– l’aver adempiuto agli obblighi tributari nonché a quelli previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori; 
– l’aver operato per lo sviluppo e la cooperazione e in aree e in campi di attività economicamente depressi;
– l‘aver svolto opere finalizzate all’elevazione economica e sociale dei lavoratori, contribuendo in tal modo all’eliminazione dei divari esistenti;
ed infine, la più importante… l’aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale;
mi viene da sorridere, pensando ora a molti dei nostri cosiddetti “imprenditori”!!!
Già… potrei dire con assoluta certezza, che oggi, la maggior parte di essi, compie attraverso le proprie azioni… esattamente il contrario a quelle regole sopra ascritte!!!
Ma d’altronde si sa, in un paese dove l’illegalità e la corruzione viene posta al primo posto, dove il marcio è ovunque e a tutti i livelli, dove si è deciso di non punire… ma di condonare, il tutto coperto da quel sistema clientelare…
Dove vige sempre la regola sostanziale del favore di ogni tipo, da quelle promozioni facili, al voto di scambio, dalle deroghe, ai finanziamenti pubblici (il più delle volte inutili), esenzioni e frodi fiscali, appalti truccati,  finte pensioni per invalidità e quant’altro, abuso d’ufficio, leggi “ad personam” per aggirare quelle possibili condanne ed ancora, evasione, concessioni indebite, mancati pagamenti erariali, elusione e daccapo… tangenti, regali e mazzette di denaro sporco…
Sono sicuro che se il Presidente Aldo Moro, potesse osservare com’è diventata l’Italia oggi… proverebbe un grande rincrescimento!!!
Sì… avrei voluto esprimere diversamente quel pensiero… e cioè che, vedendo quanto accaduto in questi 40′ anni, avrebbe da lì in alto, rigurgitato di tutto!!!
Ma il Presidente Moro ci ha insegnato il perdono, sì… anche in quei momenti terribili ha saputo confidare nell’umanità delle persone, in quei giorni nei quali hanno perso la vita i suoi uomini, quelli della scorta (i cui nomi è giusto ricordare: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi ) egli rivolgeva parole di clemenza, preannunciando nel contempo a quali rischi, sarebbe andata incontro questa nostra democrazia…
Basti rileggersi il discorso pronunciato il 28 febbraio 1978, quando, intuito gli aspetti drammatici cui la nostra nazione s’indirizzava, invitava tutti a reagire da uomini, al non cedere al pessimismo, a essere fedeli ai propri obblighi, a ciò che andava fatto per il bene della collettività e delle prossime generazioni: “Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità; si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso; si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà. 
Parole che rivisitate oggi, contrastano con quel senso di vuoto trasmesso dai nostro attuali governanti… vedasi al momento la crisi politica e di governo!!!
Quelle parole d’allora, cadono quindi ora come un macigno su questo sistema di potere, che ancora una volta, tenta d’avvinghiare il Paese in una morsa, grazie ai suoi tentacoli…
Nei 55 giorni di prigionia, Moro ci ha lasciato in quelle lettere il suo testamento…
Esse, se pur scritte in un momento di grande umiliazione e sofferenza, hanno saputo trasmetterci una lezione di umanità… 
Un messaggio d’amore e di perdono, un pensiero rivolto a quanti non la pensano come noi, in particolare a chi dovrà rappresentare quelle parole nelle istituzioni; è a loro difatti che chiede una maggiore collaborazione, implora di cercare sempre un accordo, un punto d’incontro ed a volte, anche un compromesso… 
Con ciascuna di quelle lettere, Aldo Moro, ha saputo toccare (se pur in quel frangente…) l’animo umano, esaltandolo in qualcosa di unico e di rinnovato, ricordandoci di avversare in qualunque circostanza (anche in momenti difficili come quello che per l’appunto Egli stava vivendo…), la natura violenta e disumana, che è propria dell’uomo…
Concludo quindi con una sua frase, che meglio di molte altre, fa comprendere a quali valori bisogna dirigersi, per potere risollevare questa nostra nazione: Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere!!!
In questo periodo Natalizio, ho l’impressione che ci si scambi gli auguri tanto per farli, sì in maniera un po’ troppo superficiale, probabilmente perché non si sente in cuor proprio, il bisogno di doverli manifestare…
Chissà, sarà per questi motivi che è diventato ormai uso comune utilizzare il proprio cellulare o meglio i “social” o le “chat” istallate, per inviare quel messaggio d’auspicio o per ritwittare l’allegato colorato appena ricevuto…
Perdonatemi… non è per fare polemica, la mia non vuole essere una provocazione -in particolare proprio questo giorno- ma vorrei lanciare un messaggio sincero d’altruismo e di pace, una ricerca di quella bontà d’animo perduta, di quella positività che dovremmo ciascuno di noi avere, ma che soltanto oggi sappiamo manifestare…
Ciò che desidero evidenziare, è come dietro una giornata così importante, quantomeno per noi cristiani, non si debba nascondere alcuna falsità, quel voler apparire a tutti i costi autentici, solo perché questo modo di essere è diventato un luogo comune… 
A cosa serve d’altronde fare 10.000 auguri ai propri “Followers” su Facebook, Twitter, Istagram e quant’altro, quando dentro noi, sappiamo di poter contare su non più di 100 veri amici, mentre tutti gli altri, restano semplici e fugaci conoscenti… che oggi ci sono, ma che breve potrebbero non “seguirci” più…
Peraltro, un po di tempo fa per Natale (o per altre festività altrettanto importanti) si usava il proprio telefono (allora quello di casa…) per chiamare parenti o amici, con i quali non si sarebbe condivisa la notte insieme… era quantomeno un modo diretto per sentirsi e poter esprimere quel proprio affetto…    
Oggi di contro non si fa neppure questo… ci si affida ad semplice messaggio, inviato a mezzo email, su una nota vocale, con un immagine o un video appena riciclato e tutto così… passa in secondo piano, non si riesce più a manifestare alcuna espressione di cordialità, di gentilezza, di altruismo, nulla… chissà forse sbaglio, perché non considero la possibilità che possa essere giusto così…
Alcuni danno la colpa al “web”, dicono che ci ha sopraffatti, che siamo stati condizionati da questo modo di essere, sì… di vivere questa nostra vita sempre in maniera celere, senza concederci tempo per esprimere quelle nostre emozioni…
Siamo sempre di corsa e non dedichiamo un attimo a noi stessi, ai nostri sentimenti, a tutte le persone che un tempo sentivamo vicine…
Chissà, forse diceva bene Raf nella sua canzone “Cosa resterà…”:  Anni come giorni, son volati via, brevi fotogrammi come treni in galleria, è un effetto serra che scioglie la felicità, di questi anni maledetti, già che cosa resterà…
Anni bucati e distratti, anni vuoti come lattine abbandonate, afferrati e scivolati via, in una verità… ma dentro una bugia, noi sempre più soli e singole metà…
Ecco, che cosa resterà…
Comunque, dopo quanto detto, proverò quantomeno a chiamare quante più persone, per tutti gli altri, per coloro che sono riportati nella mia rubrica faro in modo che ricevano un mio messaggio di auguri… e ai miei Followers, consiglio di leggersi questo mio post…
Infine, un messaggio particolare di un sereno Natale, va soprattutto a tutti coloro con cui da tempo non mi parlo più, perché nella vita c’è sempre tempo per dire, “ho sbagliato” o anche… “tranquillo, sei stato perdonato”, si tratta solo di saper mettere da parte il proprio orgoglio…
Quindi… BUON NATALE A TUTTI!!!
   
La Pasqua è andata e oggi è mia intenzione ricordarla prendendo spunto non dalla nostra religione e cioè quella “cristiana” con la celebrazione della resurrezione di Gesù, ma voglio riprendere il concetto di Pasqua “ebraica”, meglio conosciuta come “Pesach”, che celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè ed è rappresentata nei due riti: dell’immolazione dell’agnello e del pane azzimo.
Mi rifaccio a questa definizione ebraica poiché “pesach” significa “passar oltre” e riporta alla decima piaga che colpi i figli d’Egitto: il racconto nel quale l’angelo di Dio, vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case degli israeliti e “passò oltre”, colpendo così solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone…
Ecco in questi giorni anch’io ho deciso di “passar oltre”, di superare quelle altre porte… anch’esse macchiate di sangue da coloro che in queste abitazioni dimorano e che con la loro violenza hanno saputo infliggere la morte a coloro che che per amore di giustizia e legalità, avevano tentato di contrastarli esponendosi e perdendo perciò anche la propria vita.
Oggi appunto vorrei tentare di perdonare… (sinceramente quanto sto provando a fare mi viene difficile da compiere, ma ho deciso di provarci…) sia coloro che attraverso i propri comportamenti hanno deciso di allontanarsi dalla strada impervia dell’illegalità, che per quanti (e sono i più… ) che invece quella strada la continuano a percorrere in modo convinto…
Nel far ciò… ci si dimentica che l’essere cristiano (o sentirsi credente anche di un’altra religione) è principalmente… aver rispetto per gli altri!!!

Pensare o sperare di essere degni di entrare nelle grazie di Dio o credere di essere prescelti dopo aver commesso delitti nei riguardi di un’altro essere umano, preclude di fatto, qualsivoglia possibilità di farne parte!!!
Nessun martire sarà mai premiato da Dio… come nessun omicida potrà mai essere perdonato… per quanto anche la nostra “Chiesa” vada riportando attraverso il perdono!!!
Non ci potrà mai essere alcun seme di speranza per coloro che si sono macchiati di gravi colpe… come non c’è Vangelo o manifestazione cristiana che tenga, che possa condonare i crimini di quanti si sono vocati alla logica e alla prepotenza mafiosa…
Non basta quindi schierarsi contro il male… la mafia, non è una lotta ideologica, ma rappresenta con le proprie azioni quel contrasto al forte senso della dignità umana…
Vi è in corso una sfida, tra chi tenta di assoggettare a se quei soggetti più deboli, giovani vittime che vivono di sopravvivere in questa terra “impestata” dall’illegalità, contagiati da generazioni da quel morbo infame…
Da qui nasce l’esigenza spirituale di un discernimento che ci impegna a saper “andar oltre”, a opporsi fino in fondo a quella forma brutale e devastante che è oggi la mafia, quel modo diseducativo in cui la cultura e la teologia vengono viste (esse) come rappresentazione drammatica del male, mentre il messaggio che si tenta di avversare è quello del rifiuto ai precetti di verità cristiana…
Oggi c’è bisogno di sostenere con forza e coraggio, quell’unico messaggio, impegno e rispetto dei principi morali dell’uomo, che sono alla base dei segni di disciplina: obbedire a Dio prima che agli uomini!!!

Si tratta di avere chiarezza dei propri gesti… perché non si possono servire due padroni… non si può servire Dio e la ricchezza, ed occorre tracciare una netta linea di chiarezza, confine tra fede e l’illegalità…

E’ tempo di “pesach” di andare oltre… perché in ognuno di noi vi è quella necessaria forza di resistenza alle tentazioni, a quelle continue provocazioni fatte di collusioni e compromessi, a quei modi coercitivi d’imporre i propri messaggi illegali, tutti sistemi mafiosi che tentano di corrompere l’animo umano… ben convinti che per per ognuno di noi, basterà un prezzo da pagare.
Dopotutto si dice che “ogni uomo ha il suo prezzo” – anche se questo non è vero… ma si trova bene per ognuno un’esca a cui non può non abboccare.
Così, per guadagnare talune persone a una causa, è necessario soltanto dare alla cosa lo splendore della causa e dell’abnegazione (e a quale causa non lo si potrebbe dare?), esso è lo zuccherino della loro anima; per tutti gli altri vi sono altre esche!!!

Francesco costretto a realizzare un sinodo…
Tutti i vescovi e non solo, vengono chiamati a raccolta dalla “Apostolica sollicitudo”, per aiutare con i loro consigli il Papa nel governo della Chiesa e su alcune specifiche questioni dottrinali e pastorali…
Una consultazione per cercare di trovare una soluzione a questioni urgenti di interesse generale…
La decisione finale sicuramente (come sempre) è stata già scelta, ma per le solite ragioni di facciata, deve apparire come una decisione comune…
Dopotutto non dobbiamo dimenticare che tutta la religione cristiana è basata su decisioni prettamente “umane” e certamente poco “divine”.
Capisco perfettamente come questi giudizi, contrastano con quegli insegnamenti ricevuti, quando ero nei salesiani, con quanto apprendevo in famiglia, in parrocchia, a scuola, ecc…, ma crescendo, quei temi sono stati approfonditi in maniera più seria e con uno studio meticoloso, sono giunti a capire, che il più delle volte, quegli insegnamenti ricevuti, erano stati praticamente “edulcorati” e non corrispondevano alla realtà dei fatti o per meglio dire, non appartenevano alla veridicità del tempo in cui erano stati compiuti…
Ed ora, finalmente dopo anni in cui, questa nostra “ermetica” Chiesa, aveva dato –attraverso i propri interpreti– il peggio di se, finalmente, grazie in particolare alle pressioni imposte dell’attuale Papa, si è compreso come sia giunto il tempo di cambiare certe regole…
Difatti egli stesso ha recentemente dichiarato come ” la chiesa con le porte chiuse… tradisce se stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera”, perché “l’uomo che sbaglia deve essere sempre compreso e amato… e proprio la Chiesa deve cercarlo, accoglierlo, accompagnarlo“.
Nuove frasi che squarciano anni di prescrizioni e direttive… nuove riflessioni che tentano di sanare un rapporto distante ormai anni luce con la realtà…
Ora, dopo che monsignor Krzysztof Charamsa, ha fatto coming out, dichiarando: “Voglio che la Chiesa e la mia comunità sappiano chi sono: un sacerdote omosessuale, felice e orgoglioso della propria identità. Ho un compagno. Sono pronto a pagarne le conseguenze, ma è il momento che la Chiesa apra gli occhi di fronte ai gay credenti e capisca che la soluzione che propone loro, l’astinenza totale dalla vita d’amore, è disumana. Vorrei con la mia storia scuotere un po’ la coscienza di questa mia Chiesa. Al Santo Padre rivelerò personalmente la mia identità con una lettera“, ecco, adesso che si è lacerato quel mondo d’omertà, c’è il rischio che le dichiarazioni di questo alto prelato, possano consentire anche ad altri colleghi di dichiararsi, aprendo così a nuove aperture, che potrebbero scuotere sin dalle fondamenta, una struttura millenaria…
Sono gli stessi “silenzi” con cui da sempre, proprio i suoi adepti, hanno convissuto, protetti da quell’abito talare, che ha permesso loro, di poter compiere –in quest’ultimo secolo– tutte quelle azioni riprovevoli…
Non dimentichiamoci infatti dei “silenzi” sull’olocausto di Pio XII, di quelle protezioni date ai gerarchi criminali nazisti/fascisti,  le commistioni d’interessi e le frequentazioni occulte con le logge segrete “P2” tra cui i sodalizi finanziari tra monsignor Paul Casimir Markincus (patron dello Ior) con Roberto Calvi e Michele Sindona, ed inoltre, aiuti politici e finanziari a Solidarnosc in Polonia (dal 1980 e per gli anni successivi, Papa Giovanni Paolo II riuscì ad inviare dal vaticano, circa 50 milioni di dollari in supporto per il sindacato), scandali sessuali sui minori, prelati gay, rapporti diretti con la mafia nel riciclaggio di denaro sporco o protezioni di quegli affiliati criminali in strutture ecclesiastiche e per finire quella oscura vicenda delle “dimissioni programmate” di Ratzinger…. 
Quindi, dopo tutte quelle vergognose pagine di storia, finalmente qualcuno o per meglio dire papa Bergoglio capisce che è tempo di mettere un punto… e cambiare pagina!!!
Si comincia quindi con la famiglia ed il matrimonio… 
L’obbiettivo è quello di difendere l’unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale… ma quando ciò decade, quando cioè viene ad affievolirsi quell’amore nella coppia, quando il rispetto tra i coniugi non esiste più… ecco quindi che allora, quel legame indissolubile non ha più motivo d’esistere!!!
Ed ancora, quando uno dei due partner decide arbitrariamente di rinunciare a quel sacro voto, decidendo di allontanarsi volontariamente da quella dimora con cui viveva insieme alla propria compagna/o di vita, ecco, in questi casi, nei quali è soltanto uno dei due a non rispettare quel giuramento… come si comporta la chiesa, penalizza di fatto entrambi (perché questo è ciò che finora è successo per alcuni sacramenti… ) anche il partner che subisce le altrui decisioni???   
Certo la risposta data è quella che, nei caso sopra riportati, non è la condizione di separato (anche se in attesa dei tempi giuridici per il divorzio…) che impedisce l’accesso per esempio alla comunione, ma il proseguire (o il permanere) in una eventuale unione illegittima successiva al matrimonio…
Infatti, l’insegnamento finora dato dalla comunità ecclesiastica e quindi trasmesso ai suoi sacerdoti… è quello che, i soggetti di cui sopra, pur dimostrando d’essere buoni cristiani e veri cattolici, essendo implicati in quella circostanza della separazione e soprattutto, condividendo con terzi, le loro azioni quotidiane, inducono la propria esistenza al peccato… e non vi può essere, sacramento di penitenza o propositi di cambiamento che farà riottenere quella grazia agli occhi della chiesa…
Una chiesa che appartiene al passato e stride col presente… è una chiesa morta!!!
E’ giunto il tempo di cambiare, di aprire quelle porte… per non dover chiudere definitivamente i propri battenti!!!  
Ed infine… chi è la Chiesa per poterci giudicare…??? e chi sono questi suoi “rispettosi” uomini che possono permettersi di condannarci…???
Forse dimenticano quanto diceva San Paolo nella sua lettera ai romani: Colui che mangia, non disprezzi chi non mangia; colui che non mangia, non giudichi male chi mangia perché Dio ha accolto anche lui. Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare!!!
Finalmente dopo anni di completo silenzio e connivenze da parte dei suoi uomini, di collusioni con il sistema mafia, ecco che un Papa – precisamente Papa Francesco – tuona la carica contro chi continua ad operare all’interno di quei meccanismi torbidi, che ormai ben conosciamo…
Ed è per questo che allora grido anch’io a gran voce: scomunicalo…, già scomunica chi ancora oggi dietro l’abito talare, si nasconde per paura o per non perdere la propria professione… – causa un possibile allontanarsi dei propri fedeli – perché poi è di questo che parliamo, del mantenere e conservare quei benefici, cui non si vuole rinunciare!!!   
Ed allora ecco che, mentre il Papa si “alza” a gridare contro questo malcostume…, c’è chi all’interno della Chiesa “s’inchina” o meglio fa inchinare il carro votivo per mezzo minuto sotto l’abitazione di un boss della ‘ndrangheta, condannato all’ergastolo…
Come si dice due pesi e due misure, e difatti lo stesso parroco, non contento di quanto fatto emergere dai giornali, durante una successiva messa…, accorgendosi della presenza di giornalisti in fondo alla chiesa, ha chiesto ( in modo molto rustico, dopotutto è il suo cognome ) ai propri fedeli di prenderli a schiaffi… 
Ve la immaginate quella povera Madonna… anch’essa piegata ad omaggiare… e poi ci meravigliamo che a volte queste statue piangono… e cos’altro potrebbero fare, per farci capire che questi atteggiamenti, non fanno altro che farle soffrire!!!
Francesco, so che stai facendo pulizia all’interno della tua casa e capisco anche che certi panni vanno lavati senza fare tanto clamore…, ma forse è bene che, dopo aver allontanato definitivamente coloro che hanno abusato sessualmente di minori o abbiano avuto atteggiamenti non inclini con la vocazione scelta, ecco, fatta quella prioritaria pulizia, si passi a scomunicare definitivamente tutti quei preti mafiosi, che continuano a professare non il vero pentimento ( che se dimostrato con i fatti, può divenire per tutti, anche per i mafiosi, vero perdono per la propria salvezza… non soltanto perché si ha paura dell’altra vita, quella dell’aldilà, ma anche e soprattutto per dare nuovamente valore a questa, la stessa che non si è saputi valorizzare e di cui oggi si è deciso di pagarne il prezzo… ), ma quei valori innaturali, che non tengono conto di alcun rispetto, ne per se e neanche per le persone loro care, tendenti con le loro azioni solo e soltanto al proprio tornaconto ed ai propri interessi…
Ecco questi pseudo preti, vanno condannati e buttati in un girone qualsiasi di quell’Inferno Dantesco e preferibilmente – aggiungerei io… scherzosamente – girati nel pentolone con olio bollente…
Madre Teresa di Calcutta andava sempre dichiarando che “se vogliamo veramente amare, dobbiamo imparare a perdonare â€.Â