Posts contrassegnato dai tag ‘morvillo’

Già… sono passati 29 anni da quella strage di Capaci e domani si ripeterà quella consuetudine ipocrita di usare le icone di Falcone e Borsellino per fare un po’ di propaganda… sia personale da parte dei nostri uomini istituzionali (necessaria a consolidare la propria immagine dinnanzi all’opinione pubblica) che sociale per quanti aspirano ad ottenere visibilità politica per la loro prossima campagna elettorale…

Eppure ci si dovrebbe preoccupare di un periodo così tragico come quello che stiamo vivendo e non mi riferisco al covid-19… no, parlo della crisi drammatica della “magistratura” che ha evidenziato sia nel caso Palamara che per quanto concerne i corvi al Csm, di come anch’essa, baluardo di giustizia e legalità, sia stata colpita da una drammatica e devastante crisi morale!!!  

Sono d’altronde le stesse irregolarità marcate e invasive che si sono ravvisate nell’inchieste compiute sui due magistrati dopo essere stati assassinati insieme alle loro scorte…

Infatti, che fine ha fatto quell’agenda rossa o quei file spariti dal notebook personale che conteneva gli appunti del giudice Falcone necessari guarda caso per difendersi dalle accuse formulate da quel Csm…???

Un portatile acceso mentre si trovava in un locale posto sotto sequestro e con i sigilli del Ministero della Giustizia, ma tutti noi sappiamo bene che fine abbiano fatto quei nostri eroi dell’Antimafia… 

Sì vedrete, domani saranno nuovamente tutti lì a ricordarli: prima a Palermo e poi chissà a Capaci…

Condivido quanto detto dal ministro della Giustizia Marta Cartabia, ricordando la figura di Falcone: “Ha insegnato che nella lotta alla mafia non basta perseguire il singolo reato; bisogna agire su tutte le articolazioni su cui si radica il potere della mafia. Quelle sociali, quelle economiche. Quelle che oltrepassano i confini nazionali”.

Difatti ritengo sia all’estero che vada ricercata la verità storica, bisogna ripartire dalla posizione degli Usa!!! 
Quest’ultimi infatti vedevano nella politica internazionale del presidente Andreotti qualcosa da doversi interrompere, in particolare quei processi di distensione iniziati con l’avvento di Papa Woityla, politiche che si contrapponevano a qualsivoglia conflitto militare internazionale e spingevano l’allora governo italiano ad attuare nuove aperture anche nei confronti della Russia di GorbaÄëv… 

Ma un nuova figura si era candidata a Presidente degli Usa, George Bush, che di lì a poco diverrà uno degli uomini più potenti del mondo, appoggiato tra l’altro da quelle industrie degli armamenti che per il sostegno finanziario dato alla sua elezione, chiedevano ora quel ritorno d’investimento attraverso nuovi conflitti mondiali, che come abbiamo avuto modo di vedere, ci sono stati e sono durati parecchi anni!!!

Ecco perché la politica estera del presidente Andreotti andava alterata, perché avrebbe di fatto compromesso quell’imperialismo americano: egli quindi, insieme a quel suo partito “Democrazia cristiana” andava bloccato!!! 

Come fare quindi affinché ciò poteva realizzarsi??? 
Semplice, compiere due stragi d’effetto…  in particolare la seconda doveva scatenare a livello mediatico un reazione deflagrante: già… la fine della Prima Repubblica con i suoi partiti tradizionali e l’avvento di un nuovo corso politico che abbiamo visto quale essere stato…

E la mafia??? Ma quale mafia, quella è stata usata per lasciare il marchio, per dire a tutti chi era stato l’artefice di quella strage, chi era stato quindi a compierla… 

Ma quelli erano semplici pecorai!!! Brusca non aveva mai preso un telecomando in vita sua, non sapeva neppure come usarlo, gli hanno fatto credere che avesse realmente premuto quel pulsante, ma sono stati altri – ben più professionisti – a farlo!!!

Ecco a cosa è servito l’ausilio dell’FBI, per dare il l’etichetta di origine a quella strage, attraverso immaginate un po’… cicche di sigaretta lasciate appositamente in quella collinetta, poi ritrovate e analizzate (mi chiedo… mentre che c’erano, perché non lasciavano quei pecorai anche il loro documento d’identità sotto qualche pietra) ma per favore…

Cosa nostra si è fatta prendere in giro e quei suoi uomini sono stati ingenui comparse!!!
Per loro è stata la fine, poiché da semplici attori sono divenuti dinnanzi agli occhi del mondo i veri criminali di quella strage, mafiosi e assassini che da tutti ora venivano e andavano colpiti per quanto avevano commesso: sì… per aver utilizzato un congegno (forse neanche funzionante…) senza neppure saperlo !!!

Mentre, della vera organizzazione non se ne saprà più nulla!!!

Già di tutti coloro che hanno realizzato lo studio e la dinamica di quell’attentato, di come si sia saputo anticipatamente di quel piano di volo coperto da Segreto di Stato e quindi di quegli apparati dello Stato deviato che hanno avvisato da Roma del suo arrivo a Palermo; ed ancora, della consegna e della predisposizione della dinamite sotto quel tratto stradale, della scelta del luogo e del momento ideale su quando compiere quell’attentato, tutte circostanze studiate in maniera precisa e dettagliata da altri, quegli stessi soggetti che in questi trent’anni non sono mai emersi!!!

Il resto si è soltanto prestato a recitare una comparsa, la stessa che ogni anno ci viene ahimè a noi tutti… riproposta!!!

Dappertutto in questo giorno di lutto  sono presenti  manifestazioni a ricordo dell’anniversario della strage di Capaci…  
Si parla di legalità, s’affrontano tematiche riguardanti la giustizia, si realizzano incontri e convegni, finalizzati alla riflessione su temi quali liceità, giuridicità, legittimità ecc…
Tutte le scuole hanno realizzato dei progetti educativi presentati dagli studenti con la partecipazione delle autorità locali, sono state inoltre ricordate le vittime di quella strage compiuta nel 92′, presso l’autostrada Palermo-Trapani in località Capaci…
A Palermo giunge al porto la “nave della legalità” salpata ieri dal porto di Civitavecchia con a bordo 1.500 studenti… 
Ad attenderli sulla banchina vi sono altri ragazzi come loro e ad accompagnarli vi è la sorella del giudice, Maria Falcone…
Due grandi poster con le foto dei magistrati Borsellino e Falcone, sono state poste all’esterno e sembrano accogliere le migliaia di giovani…
Tutto bello… anzi no, bellissimo, peccato però che queste azioni vengano compiute esclusivamente in questi giorni della memoria,  poi durante l’anno tutto prosegue come se nulla fosse mai accaduto…
Ovviamente non ho alcun rimprovero da fare ai ragazzi, anzi tutt’altro, loro rappresentano la speranza, il futuro, la possibilità di cambiare un giorno questa terra  infetta…
Ma poi c’è la realtà, ci sono loro, quei molti genitori e/o familiari che vivono quelle loro vite in maniera “indegna“, già… lontani anni luce da quegli insegnamenti morali…
In loro d’altro canto non vi è alcuna etica, in quei loro comportamenti vi è il contrario di quanto oggi viene rappresentato!!!
Ecco perché vivono in maniera distaccata questi anniversari, li ritengono privi d’interesse, sono irrilevanti nella la vita quotidiana, perché essa dimostra di proseguire in tutt’altra maniera, perseguendo quel sistema “clientelare/mafioso”, altrimenti si è fuori… 
Lo sanno bene loro che vi sono dentro… sanno difatti quanto sia necessario -prima di tutto- ottenere il “rispetto” che solo certe amicizia possono dare… (in particolare quelle degli “amici degli amici”)!!! 
Infatti saranno quelle conoscenza a garantire successivamente le necessarie raccomandazioni o eventuali possibilità d’avanzamento di carriera, favori personali per i propri cari, influenze politico/istituzionali e soprattutto professionali… 
Conoscono perfettamente questa terra e soprattutto i loro conterranei, ed oggi, incrociando per strada gli sguardi di quei ragazzini ancora “puri”, sorridono… perché sanno perfettamente a cosa andranno incontro e seppur ora si dimostrano antagonisti a questo sistema mafioso, un giorno si piegheranno a quel sistema “immondo”…
D’altronde non dimentichiamoci che questi nostri ragazzi, questi figli che oggi sono lì a manifestare, sono eguali a quelli che ventisette anni fa erano scesi per le strade per lottare contro quel sistema criminale, contro quell’associazione mafiosa, contro quei suoi referenti politici, imprenditoriali ed istituzionali!!! 
Ma quei giovani d’allora eravamo noi, non altri, eppure il sistema ha continuato a svilupparsi nello stesso modo, anzi no… si è espanso in maniera peggiore, basti osservare tutte le migliaia d’inchieste giudiziarie effettuate o gli arresti compiuti dalle forze dell’ordine nel corso di quasi trent’anni!!!
Un vero schifo, sì… perché dimostra che quelle morti non sono servite a nulla, non hanno modificato le coscienze della maggior parte dei cittadini, i quali,  continuano a infangare quotidianamente – con le loro azioni – quei due magistrati… ma non solo di loro, ma anche tutti coloro che credevano in questo nostro Stato e che hanno sacrificato la loro vita per questa terra…
Una terra che – a differenza di quanto ci viene solitamente raccontato, da quei quattro raccomandati seduti in quelle poltrone istituzionali – continua a vivere nell’inganno e nella corruzione, dove a delinquere non è povera gente o il delinquente abituale, no… qui “u fangu” (come si pronuncia a Palermo) è rappresentato dai colletti bianchi, dai dirigenti e funzionari corrotti posti in quegli enti pubblici, dai politici collusi, dagli imprenditore affiliati, da tutti quei soggetti istituzionali complici del malaffare, amministratori giudiziari compiacenti o sottomessi e purtroppo anche magistrati e uomini delle forze dell’ordine, ahimè corrotti… 
Altro che mele marce, qui di sano non vi è rimasto nulla!!! 
Si è vero, vi sono loro… questi ragazzi che oggi sono qui a manifestare!!!
Sicuramente vanno apprezzati e certamente incitati in questa loro azione, in particolare da noi genitori, ridotti a numero esiguo (ma che hanno saputo conservare quella purezza morale perduta dalla maggior parte dei loro coetanei…) in questa lotta per la “legalità”, perché siamo noi i veri insegnanti, i primi che osservano e che usano come metro di riferimento … 
Perché la verità in fondo è assai semplice: dipende principalmente da cosa ci hanno saputo insegnare “moralmente” i nostri genitori e per come noi stessi crescendo ci siamo comportati, non solo sotto l’aspetto professionale – nel  rispetto delle leggi previste – ma bensì nell’aver intrattenuto rapporti sociali, inclini a quelle regole morali che vanno aldilà di qualsiasi regola scritta…   
Ecco… basterà quanto sopra per scoprire che anche i vostri figli un giorno diverranno “modello” di legalità e  rispettosi di quei principi d’onesta e giustizia… 
Il resto sono solo cazzate!!!  
Non si comprende se a volte sia meglio morire che restare vivo e pagare le scelte di un destino che ha voluto favorirne la sorte…
L’autostrada è la A29… il giudice Falcone accompagnato dalla moglie Francesca Morvillo è appena sceso dall’aereo…
La Fiat Croma bianca è lì che li aspetta ed anche il suo autista giudiziario Giuseppe Costanza è in piedi a riceverli insieme alle altre due auto della scorta, una Croma marrone dove c’è alla guida Vito Schifani, accanto all’agente scelto Antonio Montinaro e sul retro siede Rocco Dicillo, mentre nell’altra vettura azzurra vi sono Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo…
Il giudice, come a volte sua consuetudine, si appresta a sedersi alla guida e accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo…
L’autista quindi (avrebbe dovuto guidare lui la Fiat Croma), va ad occupare il sedile posteriore e imboccano l’autostrada in direzione Palermo…
Come tutti sappiamo, quelle auto non giunsero mai a casa, fermarono il loro tragitto, in prossimità di Capaci…
Nell’attentato (23.05.1992) persero la vita il magistrato dell’antimafia e sua moglie Francesca e tre degli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, tra i sopravvissuti, vi furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello ed anche l’autista giudiziario Giuseppe Costanza, che proprio per essere stato obbligato a sedersi in quell’occasione dietro… si salvo!!!
Da quel giorno, la vita dell’autista (è quanto ha dichiarato in una intervista rilasciata a Repubblica) cambio drammaticamente: “al risveglio, dopo l’esplosione, pensavo di aver vissuto il giorno più brutto della mia vita, ma mi sbagliavo… non era quello il giorno più brutto della mia vita. Restare in vita è stato peggio. Quasi una disgrazia, una condanna…. Perché dopo un anno di visite e ospedali, al lavoro non sapevano cosa farsene di me. Mi misero a fare fotocopie in fondo a un corridoio del palazzo di giustizia di Palermo, dentro un box. Era veramente mortificante… dopo otto anni passati in prima linea sempre accanto al giudice Falcone, mi avevano rinchiuso in una gabbia, per di più costretto a sopportare anche un capo ufficio a cui era chiaro che non andavo a genio e che usava sistematica persecuzione sul posto di lavoro, consistenti per lo più in piccoli atti quotidiani di emarginazione sociale, violenza psicologica, ecc…”. 
Ecco… ero scampato all’attentato, ma venivo giornalmente ucciso dalle Istituzioni!!!
Sì lo Stato… lo stesso che l’aveva premiato con la medaglia d’oro al valor civile… si era con tempo dimenticato e forse quella medaglia a lui consegnata dava fastidio a molti, proprio a quanti, per lo svolgimento (inservibile e inconcludente) di quel loro incarico, non l’avrebbero mai ricevuta…
Lui di contro voleva ancora servirlo lo Stato… ma ormai, era stato di fatto relegato…
Le domande trasmesse per altri incarichi… vennero tutte respinte, con motivazione banali… tra cui quella di non essere militare…
Già… per lo Stato era un semplice autista!!!
Ma scusate… è strano, ma ci si dimentica quanto la stessa giurisprudenza attribuisce ad un soggetto che dimostra “di fatto” d’esplicare una particolare condizione, diversa da quella alla quale era collocato…
Difatti Costanza, correttamente riporta: “Che cosa ero stato io se non un militare? Nell’auto blindata di Giovanni Falcone c’era una radio collegata con la sala operativa della questura, accanto a me c’era il giudice… e alla cintola portavo sempre una pistola con il colpo in canna”!!!
Ed allora, per esprimere questa sua tribolazione, ha deciso di pubblicare un libro, s’intitola “Stato di abbandono”…
In quelle pagine (scritte assieme a Riccardo Tessarini), ha descritto le sue vicissitudini, quella battaglia interminabile contro quei numerosi “stolti” burocrati, che affollano gli uffici della pubblica amministrazione… e ricorda le lettere trasmesse… di protesta, che hanno sì condotto a piccole vittorie, ma anche ahimè a tante umiliazioni, finché nel 2004 è stato definitivamente dispensato dal servizio…
Ecco – evidenzia sconsolato Costanza –  “mi hanno rottamato”!!!
Nel libro Costanza, lascia aperti altri interrogativi…
Descrive ad esempio del computer portatile del magistrato, quello che portava sempre con se dentro la propria borsa e che dopo l’attentato non fu mai ritrovato…. 
Ed allora viene da chiedersi… che fine abbia fatto quel computer??? Come mai non se ne parlato subito??? Siamo sicuri che ad uccidere il Giudice Falcone sia stata realmente la mafia o forse dietro quella strage si nascondevano i veri poteri forti di uno antistato, che voleva a tutti i costi, fermare le indagini di quel giudice “incorruttibile”… e chi erano quegli uomini “deviati” appartenenti alle istituzioni??? Non è che forse il giudice aveva scoperto, un accordo tra elementi di “cosa nostra” e uomini “politici” dello Stato, seguiti dai suoi fedeli pubblici ufficiali???
Sono domande che probabilmente non troveranno mai risposta… 
D’altronde qualcuno a fatto in modo che tutto venga insabbiato, ma certamente, colui che è riuscito ad entrare in possesso dell’hard disk (di quel personal computer del giudice Falcone), si sarà potuto permettere in questi venticinque anni, di dettare “ordini” a molti di coloro, che finora ci hanno governato…!!!

Alcuni giorni fa, sono andato a trovare un mio caro amico, quando ho notato tra i suoi libri in salone, uno… che mi ha incuriosito.

Era di suo figlio… “Gerardo“, il quale gentilmente, compreso il mio interesse, mi ha detto di prenderlo…
Insisteva nel volermelo regalare, ma alla fine ci siamo accordati che l’avrei soltanto preso in prestito, per poi, appena finito di leggerlo, l’avrei restituito…
Il titolo del romanzo è “Per questo mi chiamo Giovanni” ed è un libro di Luigi Garlando (pubblicato nel 2004) e racconta la storia di un ragazzino, per l’appunto Giovanni, che sta per compiere 10 anni…
Ecco che allora il padre (Luigi), decide di fare un bel regalo al figlio, e cioè di far passare ad egli, una giornata indimenticabile… e soprattutto di come sia stato deciso quel suo nome…
Ma, qualche giorno prima del suo compleanno e di quella particolare “vacanza”, Giovanni era a scuola e durante l’intervallo dovette assistere ad un fatto spiacevole; era stato testimone di un lite tra due ragazzi, di cui uno era il suo compagno di classe (Simone), che proprio a seguito di quella colluttazione, si era ritrovato spinto giù dalle scale, da un altro ragazzino di nome Tony… 
Il giorno quindi del compleanno di Giovanni, il padre Luigi decise di portarlo nella spiaggia più famosa vicino a Palermo…. “Mondello”.
Mentre stavano per attraversando la città, il iniziarono a soffermarsi in alcuni punti precisi della città…
Erano, strade e piazze divenute ahimè famose, perché in ognuna di esse, era stata assassinata una persona perbene…
Erano uomini che volevano esclusivamente il bene di questa terra, compiere qualcosa d’importante per questa regione… cominciando dal proprio dovere.
Proseguendo, racconta al proprio figlio quegli anni passati, cosa era accaduto in quei posti, ora ripuliti e forse chissà… anche dimenticati…, 
Tra quegli uomini vi era un magistrato, un uomo che in tutti i modi, aveva provato a combatterla quella associazione criminale chiamata mafia: e lui… proprio come te… si chiamava Giovanni… 
Finalmente “Mondello”, la sua spiaggia finissima ed il mare cristallino… 
Dopo un bagno rilassante, Luigi inizia a raccontare al figlio il motivo di quel suo nome: “vedi… il tuo nome “Giovanni” deriva da un grande uomo, Giovanni Falcone. 
Un uomo, che con grande coraggio, ha dimostrato l’esistenza di quella associazione, di come fosse strutturata e dove ognuno aveva un suo ruolo ed infine di come fossero legati da un patto di sangue…
Era ed è la “mafia”… non racconti popolari, tanto decantati dai cantastorie nell’entroterra siciliano…
Pian piano “Giovanni” inizia ad appassionarsi a quell’uomo e chiede al padre di raccontargli altri episodi della vita del giudice Falcone. 
Ecco quindi che il padre, racconta dei metodi utilizzati dalla mafia per arruolare nuovi componenti, racconta del giuramento che fanno quei cosiddetti “uomini d’onore” e paragona quella associazione ad un ortaggio… il carciofo, già, dove le foglie rappresentano i soldati che contano poco, mentre il cuore posto al centro, è del capo…. 
La giornata si è conclusa e di ritorno attraversano l’autostrada nei pressi di Capaci… 
Qui il padre accosta e nel vedere il monumento dedicato ai caduti (due obelischi ai due bordi della strada) racconta a suo figlio la triste fine che la mafia ha riservato al giudice Giovanni Falcone, a sua moglie e alla scorta…
Nel frattempo il padre inizia a raccontare al figlio qualcosa di personale, ma che indirettamente lo ha riguardato…
Il padre, titolare di 4 negozi di giocattoli a Palermo, è stato anch’egli vittima del racket… con minacce da parte di quegli uomini (appartenenti alla mafia) che, in cambio di una strana “protezione†ne richiedevano il pagamento mensile (pizzo)!!! 
La reazione del padre era stata quella di rivolgersi alle istituzioni, denunciando quanto accaduto e facendo arrestare i mafiosi. 
Ovviamente in risposta a quel atto di protesta, uno dei suoi negozi fu bruciato… e anche la moglie, in quel momento incinta, vedendo quella scena si prese di paura ed a causa di ciò, ebbe le doglie…
Fu per questo motivo, che appena nato, decisero di chiamare il proprio bimbo… Giovanni!!! 
Rientrati a casa… la giornate ripresero come sempre, ma Giovanni, avendo compreso il messaggio che il padre gli aveva voluto trasmettere, rientrato nuovamente a scuola, si presento dal preside per denunciare Toni su quanto era accaduto e da allora diventò il migliore amico di Simone.
Il libro si conclude, con una richiesta di Giovanni al padre: andare a conoscere personalmente la sorella del giudice…
Dedico quanto sopra a certi pseudo “commentatori”, per ricordare loro, che non dovrebbero mai permettersi di utilizzare quel nome così importante… in maniera così indegna!!! 
Mentre passavo da Capaci mi è venuto spontaneo fermarmi…, ho pensato a quella strage in cui, il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo…
Sembra ieri, mentre sono passati 20 anni e fermarmi mi è sembrata la giusta scelta, spontanea, dedicare a tutti loro questo pensiero, chissà sperare che forse a lui avrà fatto piacere…, già sapere che una persona di cui non si ha conoscenza, si fermi a ricordare quanto con i propri gesti si è fatto nel corso della propria vita, credo possa rappresentare quell’intimo desiderio di eternità cui i grandi uomini aspirano…
Quest’uomo però, che ha fatto della propria umiltà e di quella profonda discrezione la propria vita, non avrebbe certamente voluto essere famoso, anzi al contrario avrebbe dato la propria vita in silenzio pur di salvare quelle di coloro che a lui stavano vicino…, ecco chissà forse la sua tristezza sarà adombrata da quanto accaduto…, cioè quell’aver  colpito lui, distruggendo anche le vite di coloro che per lavoro e per amore si trovavano in quelle auto…

Oggi comunque essermi fermato, mi da quella forza di continuare a voler credere nelle istituzioni, in un momento in cui vediamo che la lotta alla corruzione viene a scontrarsi con le nostre forze politiche, con un sistema che non intende cambiare, dove i privilegi continuano a restare tali, dove coloro che dovrebbero essere colpiti restano impuniti…, dove lo Stato esercita la propria forza attraverso propri uomini che non sembrano essere adatti a tale compito, quel sistema clientelare impossibile da sradicare e quell’accondiscendere sempre a giustificazioni che di morale nulla possiedono…
Ecco, se questo è lo Stato che oggi per nome di un suo parlamentare ( evito anche di dirne il nome …) ricerca il numero uno di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, nelle eventuali ” diversità ” in questo suo modo d’essere bisessuale… ma di cosa sta parlando…, ma si rende conto delle cazz… che dice, quel voler aprire la bocca per attirare attenzione, non sapendo che la storia non prevede l’ingresso al sistema mafioso, a chi possa avere particolari tendenze…, ed ancora queste contraddizioni che soltanto Lei vede… hanno finora permesso a questo Boss di continuare a svolgere quanto è nei suoi compiti, ( pur tenendo conto della terra bruciata fatta attorno a lui), come meglio ha voluto… e stia certo che come per quei Boss che lo hanno preceduto, vedrà che una volta preso, mai penserà di collaborare con gli inquirenti, perché chi sceglie di fare il boss e come chi sceglie di fare il magistrato, ognuno crede in qualcosa, chi sceglie il bene e chi invece il male… e da sempre la storia dell’uomo…, lei invece con questa sua propensione alla Sigmund Freud, con questa pseudo psicologia, non si riesce a capire da quale parte stia…
Purtroppo mi rendo conto che qualcosa è cambiato, manca a coloro che si sono designati ( anche perché questa è stata la loro scelta…, quel giuramento che li ha posti a sostegno di noi cittadini…, in caso contrario avrebbero potuto anche scegliersi un qualunque altro mestiere… ), quell’intimo desiderio di mettersi in gioco, pur sapendo di rischiare la propria vita, quel voler sempre lottare senza accettare compromessi, avere quale unico scopo quello di debellare definitivamente quanto la criminalità realizza… e avere come obbiettivo, quello di completare ciò che altri hanno iniziato prima a fare…
Ecco, in questo posto mi viene di ripensare a quella frase del giudice Falcone ( che mi ha accompagnato dopo la sua morte…), è cioè che ” La mafia avrà una fine… “, ma purtroppo oggi penso, che i tempi e modi, non rientrino forse per quanto in cuor suo… aveva previsto!!!