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Se potessi anticipare i nomi di coloro che secondo il sottoscritto a breve finiranno sotto il mirino della nostre Procure siciliane, credo che avrei un’alta probabilità d’azzeccare quei nominativi…
Certo, vi starete chiedendo in base a quale principio affermo questa mia convinzione, ma su ciò… posso assicurare, che non vi è alcuna capacità soprannaturale.
La verità è che queste mie considerazioni, poggiano esclusivamente su alcuni fattori, tra i quali quelli di leggere quotidianamente le notizie sul web e di osservare i nomi riportati e quelli non presenti, molti dei quali verranno ripresi nei giorni seguenti da amici, conoscenti ma soprattutto dai molti estranei, pronti come sempre a raccontare di tutto…
Già… non potete immaginare quante informazioni vengono riportate da quei soggetti a noi estranei… 
Al sottoscritto ad esempio capita a volte di parlare di qualcuno di quei soggetti… ed altri presenti alla discussione, iniziano (non so dirvi per quale motivo, forse per risultare più simpatici) a raccontare quanto il sottoscritto non era a conoscenza…
Quanto sopra descrive perfettamente una delle tante modalità con cui si vengono a sapere le notizie, già… tutta una serie d’informazioni che – nemmeno se ci fossimo rivolti a rinomate società investigative – avremmo potuto conoscere… 
Perché ciascuno di noi è convinto di vivere in maniera “clandestina“, pensiamo sempre che ciò che facciamo non sia osservato da nessuno, ed invece non è così…
C’è sempre qualcuno che ci guarda, che ci ascolta… e non mi riferisco alle forze dell’ordine poste all’interno di chissà quale furgone camuffato, posti ad ascoltare quelle nostre dichiarazioni attraverso microspie piazzate al bar/ristorante o anche attraverso sofisticati microfoni unidirezionali…
No… qui sono gli altri ad intercettarvi, sono per l’appunto quegli “estranei” pronti ad ascoltare ogni vostra parola, frase, racconto, per poi andarlo a riferire in giro… 
Va aggiunto inoltre che molti di noi (o i nostri amici e/o familiari…) non facciamo mai caso a cosa pubblicano nei social… ed ecco quindi che basta collegarsi attraverso contraffatti nickname alla vostre pagine ed il gioco è fatto!!!
Facebook, Twitter, Istagram, Tumblr, Google, Telegram, ed altri ancora… sono semplici metodi utilizzati per scoprire chi siete realmente, dove vivete, dove eravate quel giorno, chi avete frequentato in un determinato periodo, quali interessi avete avuto e quali interessi state compiendo, se siete in loco o partiti all’estero… ed ancora, con chi ci siete andati…
E se qualche informazione dovesse mancare, semplice… basterà passare al soggetto involontariamente “taggato” ed entrando in quel suo profilo… sarà possibile determinare quelle informazioni mancanti!!!
Da quanto sopra si comprende quanto facile sia accumulare notizie per poterle analizzare e per fare: 2+2.
Ovviamente quanto sopra non ha nulla a che fare con l’utilizzo di microspie digitali, oggetti spy, dvr nascosti, sms o messaggi “whatsapp”, seguite da intercettazioni telefoniche, ore ed ore di chiacchiere inutili d’ascoltare, che sfiniscono anche i più esperti addetti delle forze dell’ordine…
Basti pensare che ogni anno lo Stato spende circa 500 milioni di euro per intercettazioni – un dato ovviamente non ufficiale ma che si può desumere incrociando i bilanci dello Stato con quello degli operatori telefonici – da cui si può comprendere il numero dei possibili intercettati… 
D’altronde da questa analisi si desume che non sono solo i telefoni fissi ad essere spiati, ma bensì i cellulari… sembra difatti che ci siano addirittura quasi due milioni gli individui sottoposti a quei “controlli“, numeri certamente smisurati e preoccupanti se paragonati con quelli europei…
Come sempre la torta è invogliante, anche perché a spartirsi quelle fette non sono soltanto gli operatori telefonici, ma anche le agenzie private investigative (specializzate in quel settore), che operano su appalto delle procure e che forniscono ai pubblici ministeri un servizio completo: dall’esperto che entra nell’appartamento o nell’auto per piazzare la “cimice”, oppure al semplice noleggio delle microspie o dei registratori digitale per incidere quelle opportune conversazioni, ed infine la messa a disposizione di tecnici per ascoltare e trascrivere quelle registrazioni… 
Siamo quindi tutti spiati, chi più chi meno… 
Ma la circostanza forse più interessante è quella di poter utilizzare indirettamente questa inusuale condizione, per far emergere a chi di dovere, alcune informazioni esclusive… 
Già… perché così facendo – ad esempio parlando al telefono con qualche conoscente – si diventa (senza avere mai una conferma ufficiale) veri e propri “informatori”!!!
Già… perché quelle notizie “casualmente” riportate al telefono, diventano – appena verificate – veri e propri “scoop” per quelle autorità, da cui casualmente seguiranno delle indagini… possibilmente in quanto già in corso!!!
Ecco… forse potrebbe essere questa la vera ragione che mi spinge a pensare quanto all’inizio riportavo e cioè che leggendo in prosieguo di quelle nuove inchieste (e dei nomi riportati), è come se il sottoscritto avesse già anticipato quella notizia, come fosse un’esperienza di “Déjà vu”…
La sensazione ricevuta infatti è eguale a quella di premonizione, come se avessi già vissuto in prima persona quella successiva attività giudiziaria…  


Una percentuale assurda…

Se si pensa che ogni 10 notizie una è falsa, comprenderete da soli la gravità… poiché dimostra di come ciascuno di noi, non è in grado di rendersi conto effettivamente, su quanto riceve ad esempio sul proprio smartphone… 
le notizie più taroccate sono quelle che riguardano la politica in genere, ma soprattutto quanto compiuto dall’attuale governo giallo/verde, seguono cronaca nera, salute e notizie scientifiche… 
A riportare quanto sopra è stata l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha evidenziato come durante il periodo che precede una campagna elettorale, vi sia una crescita esponenziale di notizie fake…

Ormai la disinformazione è diventato uno strumento con cui distruggere gli avversari politici… e la cosa assurda che la media sale, grazie alle cosiddette condivisioni effettuate sui social…

Non so quante volte mi è capitato di parlare con persone che mi raccontavano d’aver letto alcune notizie riguardanti quel determinato politico… e se pur il sottoscritto ha provato a chiarire che quanto letto fosse falso, sono in molti a restare della propria opinione!!!    
Per cui prepariamoci… l’elezioni per le Europee sono quasi prossime, ed allora a breve tutto il fango verrà gettato su quegli aspiranti politici, sempre che qualcuno di loro riesca nell’intento di candidarsi, prima di interrompere quella scalata a causa di una possibile inchiesta giudiziaria…
Ormai c’è un apparato che genera ogni giorno centinaia di documenti fasulli, affinché le notizie fake possano trasformarsi…
L’obiettivo è quello di far diventare reali le notizie false, affinché quest’ultime possano con i giorni divenire l’unico vero sistema d’informazione…
Ecco quindi che nuovi temi faranno in modo di condizionare la preferenza degli elettori, iniziando a toccare temi sociali quali la mancanza di lavoro, la sicurezza, l’immigrazione, la legittima difesa, la lotta alla criminalità organizzata, e via discorrendo…
Tutti temi che stanno a cuore ai cittadini, ma che a seconda di come viene raccontata l’informazione, sposta le preferenze, da una parte all’altra…
D’altronde attingere informazioni a mezzo web, è come cercare di riempire un bicchiere d’acqua sotto le cascate del Niagara…
E’ un vero peccato che in una società come quella attuale piena d’informazioni, nessuno riesca a pensare con la propria testa…

Dando prosecuzione all’operazione eseguita in questi giorni dalla Dia di Catania, che ha fatto luce su un sistema illegale degli appalti nei rifiuti, desideravo riprendere una nota della conferenza stampa, nella quale erano presenti i signori: Carmelo Zuccaro (procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania), Sebastiano Ardita (procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Catania), Maurizio Calvino (capo del Secondo Reparto della Direzione Investigativa Antimafia), Renato Panvino (capocentro della Direzione Investigativa Antimafia di Catania), Fabio Regolo (sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Catania), Alessandra Tasciotti (sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Catania).
Ciò che m’interessa portare in evidenza è una parola espressa in quella sede e cioè: “INDIGNAZIONE”!!!
Sì, è ovvio che alla parola “indignazione” dovranno seguire come sempre… non meri discorsi di facciata, ma azioni decise di contrasto dell’autorità giudiziaria e degli organi di polizia che con l’autorità giudiziaria collaborano, per far fronte ad un fenomeno che coinvolge e interessa sempre più i servizi pubblici fondamentali di questa nostra città… 
Circostanze quest’ultime, che evidenziano di turbare la regolarità del quieto vivere, la qualità della vita dei suoi concittadini, non meno di altri delitti di strada…
Ecco è tempo quindi che ci si “indigni” di fronte a fatti del genere!!!
E’ questa la parola utilizzata dal Procuratore della Repubblica, Carmelo Zuccaro, che riassume perfettamente quanto dovrebbe accadere in questa città… e dove, un importante ausilio deve essere dato da quella parte considerevole rappresentata dal giornalismo “illuminato” e mi permetto d’aggiungere, da tutti quei cosiddetti “free lance”, che come il sottoscritto, si fanno portavoce con i loro post, di quell’indignazione, manifestando con puntuale occasione, tutto il proprio dissenso, per ciò che rappresenta corruzione e malaffare… 
Mi permetto quindi di riprendere un passaggio fondamentale dell’intervista: “Ecco perché, che al di là dell’erudizione della norma, poco conta in questo momento se si tratta di corruzione per atto contrario, per atto dovuto, se si tratta di concussione, induzione in debita e quindi 318, 319 o 319 quater… questi, sono problemi da risolversi nelle aule di giustizia, ora è tempo di far comprendere ai cittadini, quanto è accaduto, i fatti accertati, far capire loro il disvalore penale della condotta, che va molto oltre quello della pena edditale, gravissima, peraltro disegnata dal legislatore nel codice penale, il disvalore maggiore… sì esattamente quello che dichiarava sopra il Procuratore, deve essere “l’indignazione” di fronte a questi fenomeni!!!”.
Bisogna rivolgere quindi ogni nostra azione ad una nuova platea, non bisogna parlare d’altronde a chi possiede già un futuro assicurato, ma tutti noi, dobbiamo rivolgere ogni nostra parola ai giovani di questa terra, ai nostri figli, ai nipoti, a quanti tra loro vorrebbero che quei propri titoli di studio, servissero a contribuire per far crescere la propria città, il loro paese, questa loro terra… e per far ciò, contano esclusivamente sui propri sacrifici, orgogliosi di mettere al primo posto la propria dignità… per metterla al servizio del proprio paese, sperando magari di poter avere un futuro migliore dei propri genitori!!!
E’ tempo quindi che quei “ladri di futuro” vengano imputati alle loro responsabilità, per poter lasciare spazio a coloro che il loro futuro, hanno deciso di scriverselo da soli, costruendolo giorno per giorno, attraverso i propri sacrifici…
Quanti di Voi hanno visto la puntata del 3 Aprile 2017, s’intitolava “quando l’Antimafia cerca di fare affari“!!!
Alcuni amici miei, sapendo quanto mi sono battuto in questi anni, affinché certe verità scottanti potessero emergere, mi hanno consigliato di guardarla, peccato che dopo averla vista… non sono rimasto minimamente sorpreso!!!
La puntata trattava la gestione amministrativa da parte dello Stato e analizzava quella cosiddetta “casta” privilegiata degli “Amministratori giudiziari”, nominati dai Tribunali… che in più di una occasione (come si è visto… purtroppo), si sono dimostrati ben peggiori, di quegli stessi soggetti ai quali di fatto, erano stati sottratti i beni, attrsverdo i provvedimenti interdittivi…
Bene in quella vicenda, come in molte altre, si è evidenziata la capacità di quest’ultimi, di privilegiare gli interessi, non della Stato o della comunità che con quel loro incarico rappresentavano, bensì quelli personali…
Difatti, contrariamente alla regola del “buon padre di famiglia”, in molti casi, si è proceduto con una gestione arbitraria, effettuando vere e proprie operazioni… immobiliari, di transazioni o di compravendita, si è proceduto ad investimenti come se si fosse a tutti gli effetti veri e propri proprietari di quei beni, svolgendo con le proprie azioni, attività imprenditoriali che hanno avuto quale conseguenza, quella di condizionare il libero mercato, tentando così facendo… d’incrementare la redditività!!!
Infatti, l’attività di questi  inconsueti amministratori, dovrebbe consistere nel difendere i beni o l’impresa sottoposta a provvedimento di sequestro e/o confisca, evitando principalmente la sua estinzione e salvaguardando quantomeno le commessr e di conseguenza i posti di lavoro di quei poveri dipendenti… 
Si tratta, per quanto possibile, di ripristinare la legalità… se pur tra mille difficoltà, l’amministratore giudiziario deve tentare di portare avanti tutte le attività in corso, seguitare eventuali vendite, perseguendo quell’unico suo scopo: la sopravvivenza dell’impresa.
E’ stato dimostrato come, l’imprese inserite nel circuito mafioso sono di fatto agevolate, in quanto si trovava inserita in un sistema illecito che ne garantisce la sopravvivenza e ne amplifica le capacità di quanti indirettamente le gestiscono, tutto ciò grazie alla massimizzazione del profitto e soprattutto all’accumulazione della ricchezza…
L’impresa non nasceva come tale… ma era diventata un mezzo attraverso il quale l’organizzazione mafiosa reinvestiva i suoi proventi, provenienti delle loro attività illecite, al fine di poterne aumentare i profitti ed estendere in tal maniera, la loro influenza ed il proprio potere.
Il codice di procedura penale… mai aveva contemplato la figura dell’amministratore giudiziario, nonostante prevedesse la possibilità di sequestrare beni di ogni genere. 
L’ausiliario del giudice che doveva occuparsi dei beni sequestrati veniva chiamato “custode”… d’altronde l’etimologia di questa parola, porta a concetti quali coprire, nascondere e difendere… 
Il bene interessato da un accertamento penale poteva essere sottratto momentaneamente in attesa della definizione del giudizio e l’ausiliario del giudice, non doveva far altro, che stare di guardia e controllare che nessuno lo sottraesse o lo deteriorasse…
Difatti… in una visione liberale, soltanto il privato e solo il mercato può regolare l’amministrazione di un bene: l’intervento dello Stato nulla può e nulla deve fare del bene sequestrato; lo deve “congelare†finché non diventerà proprietà dello Stato o viceversa dovrà restituirlo al privato…
Con l’introduzione delle misure di prevenzione patrimoniali, ecco che compare nella nostra legislazione la figura dell’amministratore giudiziario in quanto ci si rende conto che la criminalità accumula ricchezza non solo immeritata perché frutto dell’illegalità, ma anche tossica perché alimenta illegalità…
Nel procedimento di prevenzione deve essere quindi possibile bloccare in via cautelare la ricchezza che potrebbe essere confiscata con un provvedimenti di sequestro; in tal caso quindi, il Tribunale deve nominare un giudice delegato alla procedura tra i componenti del collegio e poi un amministratore giudiziario scelto tra professionisti iscritti nei rispettivi albi (avvocati, procuratori legali, dottori commercialisti, ragionieri o altre persone dotate di comprovata competenza nell’amministrazione dei beni del genere di quelli sequestrati).
Questo amministratore conserva la ricchezza in attesa della confisca per evitare che essa venga dispersa, ma al contempo ha il compito di farne un uso aderente alle regole di legge; così prima ancora di assicurare un bene patrimoniale allo Stato, ci si cura di depotenziarne la tossicità… 
Per farlo, questo professionista abilitato e regolarmente iscritto all’albo, deve principalmente godere della fiducia dell’autorità giudiziaria ed operare sotto il suo controllo. 
I requisiti formali del professionista venivano sostituiti dalla “comprovata esperienza” in amministrazione giudiziaria; ma l’esperienza si ricollegava al pregresso esercizio di tali funzioni e non vi era alcun criterio che potesse far valere quelle le reali capacità…
Per cui, leggendo quanto sopra riportato… c’è qualcuno che può spiegarmi quale parte del discorso non è stato chiaro a quei signori nominati nel servizio delle Iene???
A me sembra molto semplice e chiaro… ma forse è proprio questo il problema, tutti, dal primo all’ultimo di quell’ambiente giudiziario, hanno preferito non comprendere quanto in maniera semplice la legge prescriveva… 
Ed anche a noi, come si può chiedere di fingere o continuare a far finta, che non sia accaduto nulla???
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I dipendenti della La.Ra: ‘Facciamo appello all’anti-mafia’: LETTERE IN REDAZIONE: ‘Siamo sull’orlo del baratro della disoccupazione e della conseguente disperazione nostra e delle nostre famiglie’.