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L’hanno già chiamata la Tangentopoli fiscale…

In manette sono finiti giudici, avvocati, commercialisti, professori universitari e imprenditori. 
Nel mirino il commercio sotterraneo di sentenze che in materia di imposte possono spostare, con una sola firma, milioni di euro dal privato allo Stato o come spesso accade, viceversa.
La nuova Tangentopoli riguarda uno dei settori della giustizia – i contenziosi tributari – finora quasi inscalfibile a ogni inchiesta della magistratura e a ogni riforma della politica.
Strutturato su due livelli di commissioni, provinciali per il primo grado e regionali per il secondo, la giustizia tributaria è un sistema di potere fortissimo. 
Una cerchia chiusa di magistrati, in maggioranza privati, onorari, chiamati a decidere su oltre 581mila contenziosi, per un valore globale di 50 miliardi di euro. 
Un tesoro affidato alle decisioni di avvocati, commercialisti, consulenti, ragionieri, persino ad agronomi e professori di liceo. 
Un sistema sul quale indagò anche Antonio Di Pietro, che dopo le inchieste sulla corruzione nei partiti, delle mazzette in valigia o fatte sparire nel water, si convinse di essere stato fermato proprio quando iniziò a scavare nel mondo delle sentenze tributarie. 
E oggi un nuovo grappolo di inchieste sta ripartendo da lì: solo a Milano si indaga su ben venti cause fiscali.
I militari della Guardia di Finanza, travestiti da avvocati, arrestano il giudice della commissione tributaria provinciale di Milano con una busta da 5.000 euro infilata nella giacca. 
Questi, avvocato della Cassazione e docente universitario oltre che consulente “in materia di conflitto di interessi”, aveva appena incassato la prima rata di una tangente da 30mila euro per intervenire su una estero vestizione da svariati milioni…
Ma non è un episodio isolato, perché i pm di Milano Eugenio Fusco e Laura Pedio, un mese dopo, ottengono l’arresto di un altro giudice onorario…
I due giudici accusati di corruzione in atti giudiziari hanno anche pilotato un contenzioso da 14,5 milioni a favore di una società, in cambio di 65mila euro. 
Il gip Manuela Cannavale cita esplicitamente la “spregiudicatezza con cui si muovevano i due giudici, che sapevano di poter fare affidamento verosimilmente anche su altri giudici tributari e funzionari dell’Agenzia delle Entrare, per pilotare ricorsi, influenzare i giudizi dei collegi, sostituirsi nella redazione delle sentenze, a fronte della corresponsione di dazioni illecite da ripartire con i complici”. 
E infatti nell’inchiesta è indagato anche un ulteriore giudice togato, ex presidente del tribunale di Imperia, ex giudice a Monza e presidente della Commissione tributaria provinciale di Milano.
Lo schema non è diverso da quello scoperto anche a Catania dal procuratore Michelangelo Patané e dal pm Tiziana Laudani.
Finisce in carcere, insieme a due imprenditori, un commercialista e un cancelliere e il presidente e giudice della sezione della Commissione tributaria provinciale di Catania. 
Secondo l’accusa il magistrato avrebbe usato per anni le auto della concessionaria di un grosso gruppo industriale etneo, in cambio di decisioni favorevoli, per un risparmio su tasse di 800mila euro. 
Per i pm, il giudice da presidente, da relatore o da estensore era casualmente sempre presente nelle decisioni di quel gruppo…
Gli investigatori non pensano che si tratti di casi isolati, ma che almeno in Lombardia si possa ipotizzare un sistema. 
Qualcosa che riporta alla mente vecchie inchieste, come la celebre P3 che nasceva proprio da oscuri personaggi che si vantavano di pilotare grandi processi tributari. 
“Emerge – dice oggi un investigatore – una rete di relazioni che sopravvive a ogni forma di incompatibilità”. 
Se per legge non può svolgere l’attività di giudice chi esercita attività di consulenza tributaria per “contribuenti, società di riscossione o altri enti impositori”, è vero che il conflitto d’interessi è all’ordine del giorno. 
“Era noto come questi giudici fossero in grado di risolvere i problemi: i commercialisti e gli avvocati che venivano in studio, sapevano di essere in grado di sistemare i processi”, mette a verbale la sua segretaria, svelando come oltre le incompatibilità formali bisogna fare i conti con un contesto di fortissima contiguità tra professionisti. 
Con commissari che sono amici, colleghi, a volte soci dei legali delle aziende coinvolte nelle liti. 
Storture che hanno portato fino al 60% le decisioni che danno ragione al privato e torto allo Stato e “che azzerano – riflette un magistrato – anni di lavoro di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate”!!!
A Milano come a Catania, le inchieste sono destinate ad allargarsi, mentre in altre procure, oltre a quella di Roma, sono ancora agli inizi. 
Quella del capoluogo lombardo fa da apripista, non solo perché i giudici arrestati avevano grande disponibilità di denaro (sono state scoperte cassette di sicurezza e contanti per oltre 250mila euro), ma soprattutto altre buste piene di banconote, con i nomi dei “soggetti erogatori” del denaro: manager, aziende, membri di commissione, funzionari dell’Agenzia delle Entrate!!! 
Che vergogna…
E’ la più grande frode fiscale mai perpetrata in Europa!!!
55 miliardi di euro finora stimati ma che potrebbero diventare molti di più, e sarebbe stata effettuata da un gruppo di manager bancari tedeschi che per anni ha agito con la complicità di quasi tutte le banche del loro territorio. 
La notizia avrebbe dovuto essere l’apertura di tutti i nostri Tg ed invece non ne hanno parlato, perché dietro la vicenda ci sono loro…le banche, e queste non possono essere toccate!!!
Sono diversi gli istituti di credito accusati della frode… 
Gli “indiziati†hanno sostenuto di essersi mossi nella legalità, ma i tribunali di tedeschi e non solo, li stanno indagando per truffa ed evasione fiscale su campo europeo. 
Gli investigatori tedeschi hanno scandagliato centinaia di transazioni incriminate, gestite in vari Paesi da istituti di credito come Santander, Barclays, Goldman Sachs, Bank of America, Macquarie Group, Bnp Paribas, Société Générale, Crédit Agricole e HypoVereinsbank del gruppo Unicredit.
Un insider che ha partecipato al sistema e conosce benissimo quel meccanismo, sta parlando direttamente con la Procura di Colonia. 
L’inchiesta, resa pubblica dalla gruppo di giornalismo “Correctiv”, ha ricostruito tutto il sistema infiltrando alcuni propri inviati: due giornalisti si sono finti miliardari in cerca di opportunità di investimento ed hanno così incontrato un banchiere. 
In sintesi il sistema funziona così…
Occorre  avere a disposizione alcune centinaia di milioni di euro per acquistare, tramite una banca affiliata al “giocoâ€, delle azioni quotate in Borsa nel periodo in cui le società distribuiscono i dividendi. 
Si acquista e poi si restituisce pochi giorni dopo il tutto, usando le agevolazioni che i residenti all’estero hanno sui dividendi delle società dei Paesi predati. 
Agendo con una banca complice e con dei partner residenti all’estero ci si può far restituire tasse mai versate e incassare decine di milioni di euro a spese del fisco di quel Paese… 
Un sistema semplicissimo ma rovinoso per l’erario!!!
L’hanno chiamato “Cum-cum†oppure “cum-exâ€, inizialmente funzionava solo in un periodo dell’anno, il periodo di distribuzione dei dividendi, ma poi è stato allargato a tutte le stagioni…
L’inchiesta pubblicata su varie testate, 19 in 12 Paesi europei (in Italia ne ha parlato solo la Repubblica, ma sembra che la testata abbia voluto calcare più di tanto la mano…), è stata diffusa in tutte le aree geografiche in cui la truffa sarebbe stata perpetrata: Germania, Italia, Francia, Spagna, Belgio, Norvegia, Danimarca, Finlandia e in diversi altri Stati. 
Ma leggendo il lavoro direttamente dal sito di  di Correctiv, si comprende che la portata dell’inchiesta è davvero enorme. 
Il direttore Oliver Schroem ha detto che lo schema è sempre lo stesso ed è evidente quanto per l’Europa sia grave, “una rapina, un furto al fisco”.  
La tv pubblica tedesca Ard ha trasmesso l’inchiesta con un intervista all’insider che per evitare il carcere ha confermato il funzionamento.
L’aspetto più sorprendente è che dall’approfondimento della tv Ard, risulta che Wolfgang Schauble, l’ex ministro delle Finanze tedesco di Angela Merkel che un giorno faceva pure la morale all’Italia ed ai Paesi latini per i propri bilanci, sarebbe stato a conoscenza del sistema truffaldino almeno dal 2002, ma avrebbe avvertito gli altri Stati vittime e partner in Europa solo nel 2015. 
L’Italia ha avuto però danni meno ingenti grazie alla Procura della Repubblica di Pescara e alla fantomatica inefficienza che ci caratterizza. 
La Procura nel 2007 aveva scoperto la stessa frode messa in atto dai gruppi bancari Goldman Sachs, Merryl Lynch, Bnp Paribas e da alcuni fondi pensione inglesi e americani. 
L’indagine si chiamava “Easy credit†e la procura effettuò diversi arresti minacciando anche di mandare in galera i direttori delle banche. 
In quel frangente i rimborsi vennero restituiti e il caso archiviato, mettendo però in subbuglio i truffatori. 
Ma sembra ci si sia salvati soprattutto grazie alla burocrazia e all’inefficienza: i rimborsi da parte del fisco italiano non sono automatici, anzi possono richiedere anni, e questo ha impedito alla macchina da truffa di funzionare alla perfezione, inceppandosi.
L’insider tedesco che sta parlando a Colonia e che è stato intervistato dalla tv tedesca ha detto che non conosce banca che non abbia partecipato al sistema. 
Mentre questa storia sta sconvolgendo l’Europa e anche il New York Times ha dedicato un approfondimento al caso, in Italia non si ricordano tg o servizi televisivi che se ne siano occupati. 
Possiamo così in serenità continuare a parlare di argomenti più importanti, come dell’idraulico evasore che non rilascia le fatture alle vecchiette e ragionare con i grandi soloni del giornalismo su come eliminare il contante mettendoci, ancor di più di quanto non sia, nelle mani delle banche. 
L’Eu boccia la manovra del governo italiano, parla di deficit preoccupante, ma delle truffe compiute dalle banche non parla…
Certo sono le stesse che controllano le fila e gli uomini di quella istituzione… ed è il motivo perché vige il silenzio assoluto!!!
Vedrete non passerà molto tempo, che le procedure economiche (ipocrite e scorrette) previste nei confronti del nostro paese, scoppieranno dolorosamente in quelle loro infide mani, a causa di una ormai quasi certa…  prossima recessione!!!

Sono 100 miliardi di euro –secondo i calcoli della commissione governativa– l’economia sommersa che ogni anno sfugge al fisco.

Una montagna di denaro che viene sottratta alla collettività da un esercito di evasori… poiché  lottare contro tutti quei furbetti, oggi è veramente impossibile!!!
Leggevo che nel nostro paese, si riscuote appena l’1,13% del carico fiscale affidato all’esattore, contro una media OCSE del 17,1% con un maltolto che, anno dopo anno, aumenta sempre di più: erano 100 i miliardi nel 2010 ed oggi sfiorano i 115.
Sembra però che in questi ultimi anni, i dati provvisori, parlano di una leggera diminuzione, senza però purtroppo far trasparire un vero e proprio cambio di rotta…
D’altronde sono in molti a giustificare quel superiore introito a causa del maggiore gettito Irpef dei lavoratori dipendenti, passati da irregolari a regolari…

Certo con tutti quei miliardi si potrebbero coprire le spese sanitarie del nostro paese per almeno un anno intero oppure si potrebbe mettere in sicurezza il nostro patrimonio artistico… 

Diciamo che cose se ne potrebbero fare… ma fintanto che i cittadini, in particolare le categorie di alcuni professionisti (che sono quelli che realizzano per altro le maggiori evasioni…) non decidono di comprendere che la lealtà fiscale… fa parte principalmente dei valori della convivenza civile… c’è poco da discutere!!!
La verità è che bisogna partire iniziando a verificare i dati di sperequazione finanziaria, non solo dei soggetti controllati, ma anche dei loro parenti e familiari… controllando tutti i beni di lusso posseduti e soprattutto le modalità con le quali sono stati acquistati…
Basterebbe mettere in fila tutti questi dati… e si vedrete come alla fine, due più due… farà quattro e non tre per come finora avviene!!!
Certo per far ciò, non si può decidere chi controllare e chi escludere, bisogna comprendere che non bisogna andare a patti con quegli evasori, perché ora non c’è più tempo e si ha l’obbligo di leggerli quei documenti…
Si potrebbe ad esempio… eliminare il denaro circolante, imporre a tutti la cosiddetta “tracciabilità”, in particolare per quei pagamenti in contanti, che costituiscono di fatto, la maggior parte delle evasioni…
Certo qualcuno giustifica che quanto sta avvenendo è colpa della crisi, delle troppo tasse, di un sistema fiscale che costringe di conseguenza ad evadere… ed anche perché ormai tra i cittadini, si è radicata l’idea di uno Stato ingordo…
E quindi… fintanto che sarà questo il pensiero generale che passa, sarà sempre più difficile far comprendere a tutti, che pagare le tasse non è soltanto un obbligo, ma soprattutto una cosa giusta!!!

Sono 100 miliardi di euro –secondo i calcoli della commissione governativa– l’economia sommersa che ogni anno sfugge al fisco.

Una montagna di denaro che viene sottratta alla collettività da un esercito di evasori… poiché  lottare contro tutti quei furbetti, oggi è veramente impossibile!!!
Leggevo che nel nostro paese, si riscuote appena l’1,13% del carico fiscale affidato all’esattore, contro una media OCSE del 17,1% con un maltolto che, anno dopo anno, aumenta sempre di più: erano 100 i miliardi nel 2010 ed oggi sfiorano i 115.
Sembra però che in questi ultimi anni, i dati provvisori, parlano di una leggera diminuzione, senza però purtroppo far trasparire un vero e proprio cambio di rotta…
D’altronde sono in molti a giustificare quel superiore introito a causa del maggiore gettito Irpef dei lavoratori dipendenti, passati da irregolari a regolari…

Certo con tutti quei miliardi si potrebbero coprire le spese sanitarie del nostro paese per almeno un anno intero oppure si potrebbe mettere in sicurezza il nostro patrimonio artistico… 

Diciamo che cose se ne potrebbero fare… ma fintanto che i cittadini, in particolare le categorie di alcuni professionisti (che sono quelli che realizzano per altro le maggiori evasioni…) non decidono di comprendere che la lealtà fiscale… fa parte principalmente dei valori della convivenza civile… c’è poco da discutere!!!
La verità è che bisogna partire iniziando a verificare i dati di sperequazione finanziaria, non solo dei soggetti controllati, ma anche dei loro parenti e familiari… controllando tutti i beni di lusso posseduti e soprattutto le modalità con le quali sono stati acquistati…
Basterebbe mettere in fila tutti questi dati… e si vedrete come alla fine, due più due… farà quattro e non tre per come finora avviene!!!
Certo per far ciò, non si può decidere chi controllare e chi escludere, bisogna comprendere che non bisogna andare a patti con quegli evasori, perché ora non c’è più tempo e si ha l’obbligo di leggerli quei documenti…
Si potrebbe ad esempio… eliminare il denaro circolante, imporre a tutti la cosiddetta “tracciabilità”, in particolare per quei pagamenti in contanti, che costituiscono di fatto, la maggior parte delle evasioni…
Certo qualcuno giustifica che quanto sta avvenendo è colpa della crisi, delle troppo tasse, di un sistema fiscale che costringe di conseguenza ad evadere… ed anche perché ormai tra i cittadini, si è radicata l’idea di uno Stato ingordo…
E quindi… fintanto che sarà questo il pensiero generale che passa, sarà sempre più difficile far comprendere a tutti, che pagare le tasse non è soltanto un obbligo, ma soprattutto una cosa giusta!!!

C’è una cosa che più di tutte mi sconcerta di questa mia terra… 

Mi riferisco a quanti operano affinché quei principi di legalità abbiano sempre a primeggiare… 
Ciò che fa discutere non è tanto l’aspetto giudiziario, in particolare le inchieste o l’eventuali condanne di seguito decretate e neppure l’aver portato in evidenza un sistema collusivo attraverso cui sono state fatte risaltare amicizie imbarazzanti di dirigenti e funzionari, che avrebbero sì… dovuto controllare, ma che nei fatti sono stati essi stessi, partecipi a quelle corruzioni…
La vera sorpresa per il sottoscritto è vedere come alla fine di quelle inchieste… tutto ritorni come prima, come se nulla fosse accaduto: difatti quegli stessi dipendenti “collusi” vengono semplicemente trasferiti, per riprendere nuovamente in una nuova sede, quanto in precedenza illegalmente compiuto…

Gira e rigira la storia è sempre la stessa… e come si è potuto vedere… non cambia nulla!!!

Le infiltrazioni della mafia continuano come nulla fosse, alimentando ogni giorno di più quel proprio business, passando dallo sfruttamento delle cave ai movimento terra, per concludersi con lo smaltimento dei rifiuti. 
Va precisato inoltre che la presenza di quella associazione criminale, non si limita ad utilizzare proprie società sulla carta… “regolari”, intestate ai propri prestanome, ma vi sono casi in cui, l’infiltrazione avviene abusivamente, nelle cave in disuso o in quelle create appositamente, trasformate infine, in vere e proprie discariche illegali, nelle quali è stato scoperto… essere finito ogni tipo di rifiuto.
Che la nostra economia sia infetta da questa piaga mafiosa è una cosa risaputa, anche se la maggior parte dei media ed anche delle istituzioni, non ne vuole parlare… o ne parla in maniera molto delicata!!!
Chissà, forse perché il giro finanziario sommerso che determina è talmente diffuso, che favorisce di fatto una economia parallela che se pur illegale da vita ad un interessante benessere esente da tasse, in quanto non dichiarato e annoverato in quella categoria meglio conosciuta come… “evasione fiscale”!!! 
Mi verrebbe quindi da pensare che forse con quel sistema sono tutti collusi, non solo quanti creano per primi quei presupposti illegali, ma anche coloro che in qualità di funzionari dovrebbero controllare a cui certamente seguono alcuni professionisti, che non operando in rettitudine, permettono che le procedure compiute,  non sempre rispondano con la realtà dei fatti!!!
Ma d’altronde se quanto sopra riportato non fosse corretto, mi verrebbe allora da chiedere: “se questi operano in maniera corretta ed eseguono quei propri incarichi con scrupolosa professionalità, a cosa è dovuta quest’alta percentuale di discrepanza, nei momenti in cui vengono compiuti i controlli??? Comprenderete da Voi, che qualcosa che non torna…”.
Debbo quindi pensare che forse anche una parte di essi, si è adeguati a quel sistema???
Già, come può essere che giungono così poche segnalazioni alle autorità competenti, quando i dati ufficiali, dimostrano e confermano il pieno coinvolgimento della mafia in queste attività???
Sicuramente il sistema è perfettamente oliato e collaudato e garantisce il funzionamento di questa “ecomafia”, la quale, non solo deturpa e danneggia i nostri territori meravigliosi, ma incide sul destino di tutte le popolazioni limitrofe… poiché comincia ad essere suo malgrado, sempre più legata a doppio filo, a quel business mafioso…
Infatti, se con quelle attività redditizie, i residenti di quei paesi limitrofi, iniziano ad avere vantaggi personali e collettivi, quali – posti di lavoro, subappalti, consulenze e una attività intensa sulla propria economia – ecco che il rischio di una loro maggiore collaborazione, dagli uomini istituzionali ai semplici cittadini, nei confronti di quella organizzazione mafiosa diventa quantomeno reale…
Nessuno di loro infatti si preoccuperà delle eventuali problematiche ambientali, ciascuno tacerà pur sapendo che in quei luoghi verranno smaltiti illecitamente rifiuti e composti vari, alcuni di essi, tossici e nocivi!!!
Altro che “coltivazione” di cave e miniere… qui si sta distruggendo la nostra terra è bisogna trovare subito nuove soluzioni, in particolare attraverso normative adeguate ai tempi attuali, affinché si possano limitare, tutte quei rischi d’infiltrazione mafiosa…
Non si tratta quindi d’applicare sanzioni o di aumentare i controlli, ma bisogna mettere in campo quelle necessarie forze, iniziando ad applicare nuovi sistemi tecnologici e/o strumenti innovativi, per rilevare e monitorare il nostro territorio direttamente tramite satelliti, affinché questi fenomeni abusivi e corruttivi, possano essere tempestivamente individuati e fermati, ancor prima che possano iniziare…
E’ tempo quindi di rivedere questo sistema di controllo minerario!!!
A cominciare dalle programmazioni, alle verifiche antimafia dei soggetti richiedenti le concessioni, alle autorizzazioni da concedere a quei professionisti incaricati delle consulenze, alla messa in pratica da parte dei funzionari dei controlli scadenzati, all’accertamento della regolarità di tutte società attualmente provviste delle concessioni, al riscontro dei pagamenti dei canoni, ed infine, alla veridicità degli adempimenti previsti ai sensi di legge, per quanto concerne il personale impiegato, vedasi CCNL, contributi e pagamenti fiscali e quanto riportato in termini di sicurezza dal D.Lg.vo 81/08 e s.m.i. 
Sono certo che, se si prendessero in esame e in maniera “seria” i controlli di cui sopra, molte di quelle concessioni finora accordate… verrebbero sicuramente ritirate!!!
Ma come riportavo sopra, questa è come una “miniera” e si sa che “dove si mangia… si fanno molliche” ed oggi sono in molti da noi quei seguaci di “Pollicino“, che cercano prostrati a terra, di poter raccogliere quelle briciole… lasciate lì per loro!!!
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