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Di una cosa sono convinto: nel nostro paese c’è una grossa fetta d’individui, che vive esclusivamente grazie al riciclaggio!!!

Ovviamente non sono coloro che controllano e gestiscono quell’enormi somme incassate quotidianamente, ma certamente nel loro piccolo, rientrano a pieno titolo come riciclatori seriali, d’altronde essi vivono per incassare puntualmente quel denaro sporco, già… sono lì ogni mese ad attendere quella loro bustarella, denaro immeritato facile da incassare, perché non sudato!!!

Peraltro vorrei ricordare a quei miserabili soggetti, che quei denaro proviene da attività illegali come estorsione, pizzo, usura, prostituzione, gioco d’azzardo, contraffazione, traffico di armi, contrabbando, ma soprattutto droga e quindi riciclaggio!!!

Per cui, nell’accettare quelle somme, ciascuno di questi individui meschini si rende complice, sì.. di quei crimini e di tutte quelle attività illegali di cui sopra, senza mai chiedersi se attraverso quel denaro irregolarmente incassato, essi stessi, ma ancor più i loro figli, possano abusarne e quindi diventare clienti prima e dipendenti dopo, di quelle sostanze quali stupefacenti, alcol, cannabis, etc… le stesse che hanno per l’appunto consentito di ricevere ora quelle mazzette!!!

Poi ahimè nei casi più tragici, li vediamo a piangere i propri cari, divenuti ormai vittime di quello stesso denaro criminale nel tempo ricevuto!!!

Ma bisognava pensarci prima, fare in modo di rifiutarle quelle mazzette, troppo semplice versare ora lacrime da coccodrilli, dopo averlo adorato quel denaro, consumato, speso in maniera frivola, vivere per esso, ma non solo, riciclarlo attraverso quei passaggi illegali…

In questo mio disquisire, ciò che maggiormente da fastidio non è il puntare il dito contro il semplice delinquente o il capo di quell’area legata a quell’associazione criminale, no… loro risponderanno per quei reati direttamente alle forze dell’ordine, viceversa ciò che condanno, sono i soggetti celati, quei colletti “grigi” che potrebbero fare a meno di svendersi, poiché hanno avuto dalla loro la fortuna (sicuramente non per meriti, già… basterebbe una semplice verifica per dimostrarne la fondatezza…), sì… di ottenere un posto di lavoro, lo stesso che ha permesso e garantito una vita serena, certamente moderata, ma sicuramente irreprensibile e onesta!!!

 I delinquenti quindi sono loro, i loro familiari, quest’ultimi sanno e tacciono, perché fa comodo avere dell’entrate da poter utilizzare per sfoggiare quei loro lussuosi “gadget”: già… tra essere e avere vinse l’apparire!!!

Fine seconda parte

Finalmente parte il nuovo servizio di Libera nella lotta alla corruzione per chi vuole segnalare o denunciare condotte corruttive.
Si chiama “Linea Libera” ed il numero verde è il seguente: 800582727 – operativo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il martedì e il giovedì dalle 15 alle 19.
E’ riservato a tutti coloro che avendo assistito ad episodi opachi, condotte corruttive o di stampo mafioso, ed anche, clientelismo, cattiva amministrazione, situazioni di conflitto di interesse sul luogo di lavoro, tangenti, infiltrazioni criminali, tutte quelle circostanze che secondo voi, possono essere segnalate o denunciate. 

Linea Libera” fa ora quanto il sottoscritto da tempo svolge nel proprio blog, attraverso  il link con l’immagine del megafono: “Denuncia“.
Sì “denuncia”, un luogo di ascolto, d’incontro, di accompagnamento per chi vuole mettere potenziali segnalanti e denuncianti in grado di districarsi nel complesso quadro normativo e burocratico, per poter poi proseguire in autonomia un proprio percorso, verso quei canali istituzionali…
D’altronde si è visto come purtroppo, il più delle volte a segnalare si rischia la solitudine ed inoltre, nel denunciare fatti gravi come estorsione e usura o nel far emergere il malaffare a cui si assiste anche sul luogo di lavoro, spesso non si sa neanche come farlo o a chi rivolgersi.
Con Linea libera si desidera colmare questo vuoto: essere di sostegno a chi fa queste scelte, non solo accompagnandolo verso la segnalazione/denuncia, ma anche fornendo un supporto nelle fasi successive, che rischiano solitamente d’isolare e rendere vulnerabili le persone.
D’altronde come sappiamo, non sono gli arresti o le condanne a limitare quei processi corruttivi o mafiosi…
Abbiamo visto come negli anni la stessa mafia abbia cambiato il proprio metodo coercitivo: “poco sangue e tanta corruzione“. 

Sì… il nuovo metodo collusivo e corruttivo ha progressivamente sostituito la violenza, gli omicidi e quelle azioni di fuoco, con la corruzione, che sappiamo bene come giuridicamente sia difficile da inquadrare, in quanto riveste più ruoli: crimine organizzato, crimine politico e crimine economico.
La corruzione non solo infrange le regole stabilite a tutela del bene pubblico, ma sfascia l’economia, disgrega i legami sociali, rischia di fare a pezzi la nostra stessa democrazia, in quanto spezza il legame di fiducia fra i cittadini e le istituzioni.
Chi paga per questa situazione? Tutti noi… in particolar modo le persone che hanno più bisogno di riferimenti, di servizi e di politiche sociali.

Ma in tutto questo, anche lo Stato deve dimostrare la propria forza, in particolare colpendo tutti quegli uomini posti in propri settori chiave, della giustizia, delle istituzioni, della politica, ecc… affinché quelle denunce presentate alle Autorità giudiziarie, trovino (previa verifica) adeguato ascolto e soprattutto, garantiscano a chi denuncia, quell’adeguata protezione personale e soprattutto familiare…
Denunciare è vero… conviene, ma quando vi è uno Stato che dimostra essere quantomeno per primo di non essere “CORROTTO”, altrimenti si rischia di ripetere quanto avviene oggi in molte situazioni e cioè, di rimanere in linea a quel telefono, senza che vi sia mai qualcuno che risponda!!!

Finalmente parte il nuovo servizio di Libera nella lotta alla corruzione per chi vuole segnalare o denunciare condotte corruttive.
Si chiama “Linea Libera” ed il numero verde è il seguente: 800582727 – operativo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il martedì e il giovedì dalle 15 alle 19.
E’ riservato a tutti coloro che avendo assistito ad episodi opachi, condotte corruttive o di stampo mafioso, ed anche, clientelismo, cattiva amministrazione, situazioni di conflitto di interesse sul luogo di lavoro, tangenti, infiltrazioni criminali, tutte quelle circostanze che secondo voi, possono essere segnalate o denunciate. 

Linea Libera” fa ora quanto il sottoscritto da tempo svolge nel proprio blog, attraverso  il link con l’immagine del megafono: “Denuncia“.
Sì “denuncia”, un luogo di ascolto, d’incontro, di accompagnamento per chi vuole mettere potenziali segnalanti e denuncianti in grado di districarsi nel complesso quadro normativo e burocratico, per poter poi proseguire in autonomia un proprio percorso, verso quei canali istituzionali…
D’altronde si è visto come purtroppo, il più delle volte a segnalare si rischia la solitudine ed inoltre, nel denunciare fatti gravi come estorsione e usura o nel far emergere il malaffare a cui si assiste anche sul luogo di lavoro, spesso non si sa neanche come farlo o a chi rivolgersi.
Con Linea libera si desidera colmare questo vuoto: essere di sostegno a chi fa queste scelte, non solo accompagnandolo verso la segnalazione/denuncia, ma anche fornendo un supporto nelle fasi successive, che rischiano solitamente d’isolare e rendere vulnerabili le persone.
D’altronde come sappiamo, non sono gli arresti o le condanne a limitare quei processi corruttivi o mafiosi…
Abbiamo visto come negli anni la stessa mafia abbia cambiato il proprio metodo coercitivo: “poco sangue e tanta corruzione“. 

Sì… il nuovo metodo collusivo e corruttivo ha progressivamente sostituito la violenza, gli omicidi e quelle azioni di fuoco, con la corruzione, che sappiamo bene come giuridicamente sia difficile da inquadrare, in quanto riveste più ruoli: crimine organizzato, crimine politico e crimine economico.
La corruzione non solo infrange le regole stabilite a tutela del bene pubblico, ma sfascia l’economia, disgrega i legami sociali, rischia di fare a pezzi la nostra stessa democrazia, in quanto spezza il legame di fiducia fra i cittadini e le istituzioni.
Chi paga per questa situazione? Tutti noi… in particolar modo le persone che hanno più bisogno di riferimenti, di servizi e di politiche sociali.

Ma in tutto questo, anche lo Stato deve dimostrare la propria forza, in particolare colpendo tutti quegli uomini posti in propri settori chiave, della giustizia, delle istituzioni, della politica, ecc… affinché quelle denunce presentate alle Autorità giudiziarie, trovino (previa verifica) adeguato ascolto e soprattutto, garantiscano a chi denuncia, quell’adeguata protezione personale e soprattutto familiare…
Denunciare è vero… conviene, ma quando vi è uno Stato che dimostra essere quantomeno per primo di non essere “CORROTTO”, altrimenti si rischia di ripetere quanto avviene oggi in molte situazioni e cioè, di rimanere in linea a quel telefono, senza che vi sia mai qualcuno che risponda!!!

Se cercate su Wikipedia la voce “Vittime della mafia” vi è riportato: “questa categoria raggruppa biografie di persone vittime della mafia e di organizzazioni simili – La categoria non include i mafiosi (o simili) uccisi da organizzazioni criminali”!!!
Questo secondo passaggio è interessante… perché esclude di fatto, coloro che facenti parte di quel sistema, hanno collaborato o svolto interessi, per nome di cosa nostra…
Per cui, a parte le considerazioni morali, ciò che bisogna comprendere è in quali modi, quei soggetti si pongono nelle condizioni di dare all’organizzazione criminale… quanto loro richiesto…
Decidere quindi di sottomettersi ad una estorsione, non può essere accettato, neanche nei casi in cui si viene costretti con la forza, attraverso quelle ben note azioni coercitive, realizzate  dai solito “affiliati” che richiedono,  per nome e conto di quella associazione criminale, il pagamento di somme mensili o ancor peggio, una percentuale sugli utili d’impresa realizzati, in cambio di quella  cosiddetta “protezione”…
Ovviamente sono di contro esclusi, coloro che, decidono spontaneamente (sicuramente per un proprio tornaconto), di schierarsi volontariamente a quel sistema mafioso, predisponendosi a concedere,  quella propria intera struttura logistica!
Sono certo che avrete compreso come, i due casi sopra riportati, sono emblematicamente diversi: da un lato c’è chi subisce incondizionatamente (per paura di ritorsioni) e dall’altro c’è chi, con quella associazione, criminale, si presta ad andare a braccetto…
Ed allora, diventa fondamentale comprendere… chi sia stato la vittima della mafia e chi NO!!!
In relazione a quanto sopra detto, c’è da considerare che, molti di quegli imprenditori, giustificano il sostegno dato a quel sistema mafioso, come fosse una discolpa a causa della crisi in corso e soprattutto, motivano quelle loro scelte, per aver provato a salvare la propria impresa, i dipendenti e tanti anni di sacrificio…  
D’altronde, se chiedete ai siciliani cosa pensano realmente della mafia, risponderanno che “non è cosa buona” ma che almeno negli anni passati con essa “si mangiava”, mentre ora con questo Stato, “si muore di fame”…
Sappiamo tutti come la crisi genera disoccupazione e la disoccupazione genera disperazione!!!
È su questo punto che la mafia trova terreno fertile…  al punto che oggi, sei cittadini disoccupati su dieci, sarebbero disposti ad accettare un posto di lavoro in un’attività che possa essere gestita da cosiddetti “mafiosi”…
Non dimentichiamoci che molti miei conterranei, sono di loro ben disponibili – se non predisposti – al compromesso o di sicuro, ad accettare incondizionatamente quanto loro dettato… e difatti… l’associazione mafiosa, può contare su un numero enorme di questi soggetti disposti a qualunque cosa, pur di garantirsi un posto di lavoro… 
Quest’ultimi unfatti,  dimostrano d’essere disposti a partecipare con quegli imprenditori, mettendo in pratica tutte quelle truffe necessarie, affinché si possano realizzare ingenti profitti e soprattutto si creino quelle condizioni necessarie, per realizzare fondi a nero, da destinare successivamente a quell’associazione criminale o a quei politici corrotti, con cui di fatto sono in affari, in quanto, facenti parte di quel sistema corruttivo…
Per cui, alla luce di quanto sopra, dove dovremmo inserire questo gruppo “sacrificale”, costituito da quei poveri dipendenti???
Erano obbligati a fare quanto gli si era chiesto oppure si sono resi complico e quindi collusi… con i propri datori di lavoro???
Come si fa quindi a inserire in quel gruppo “vittime della mafia” costoro…???
Dopotutto qualcuno potrebbe obbiettare che essi stessi abbiano di fatto voluto partecipare a quelle collusioni… e come si fa a dirlo…
Ma poi… cosa vi hanno guadagnato…???
Hanno salvaguardato rispetto ad altri il proprio posto di lavoro??? 
hanno ricevuto del denaro sottobanco??? 
Hanno goduto di assunzioni per i propri famigliari o forse speravano di godere su un migliote prestigio personale???
Vedete… è facile dire “vittime della mafia”, soprattutto quando poco si conosce di quel sistema…
 Si discute… tanto per parlare.
C’è chi parla per quanto vede in quegli sceneggiati in Tv o per la cronaca su un telegiornale ascoltato, per una notizia letta sul web… e via discorrendo, tutti ormai si fanno divulgatori di quel pensiero criminale, di quelle metodologie applicate senza averci mai convissuto, ma soprattutto, senza aver mai dato segni di essere contrari, per esempio denunciato… 
Eppure sono lì a mettersi in alto su quel soppalco, quasi fossero ambasciatori di quel sistema, che ora vorrebbero, con i loro ragionamenti dotti… scagionare!!!
Ed allora mi chiedevo… come chiamiamo coloro che hanno deciso di non essere partecipativi con quel sistema collusivo???
Che si sono differenziati, non partecipando in alcun modo a quelle azioni corruttive???
Che non hanno mai ricercato per se o per i propri cari, alcun vantaggio personale???
Che hanno cercato in tutti i modi, di non affidarsi a quel sistema clientelare politico e mafioso???
Che a differenza di molti, hanno avuto il coraggio di denunciare, di fare il proprio dovere, di sacrificare la propria vita, che non hanno mai accettato di piegarsi a quelle coercizioni o a quelle operative richieste, sì, come possiamo definire questi soggetti… ovverosia, non dovrebbero essere soltanto loro (non solo per lo Stato ma soprattutto per  l’opinione pubblica) gli unici… a potersi definire “VITTIME DELLA MAFIA“???
Ed allora per favore, per quanti – con le proprie azioni – non vi hanno mai fatto parte: chiamateli con un altro nome!!!
Se cercate su Wikipedia la voce “Vittime della mafia” vi è riportato: “questa categoria raggruppa biografie di persone vittime della mafia e di organizzazioni simili – La categoria non include i mafiosi (o simili) uccisi da organizzazioni criminali”!!!
Questo secondo passaggio è interessante… perché esclude di fatto, coloro che facenti parte di quel sistema, hanno collaborato o svolto interessi, per nome di cosa nostra…
Per cui, a parte le considerazioni morali, ciò che bisogna comprendere è in quali modi, quei soggetti si pongono nelle condizioni di dare all’organizzazione criminale… quanto loro richiesto…
Decidere quindi di sottomettersi ad una estorsione, non può essere accettato, neanche nei casi in cui si viene costretti con la forza, attraverso quelle ben note azioni coercitive, realizzate  dai solito “affiliati” che richiedono,  per nome e conto di quella associazione criminale, il pagamento di somme mensili o ancor peggio, una percentuale sugli utili d’impresa realizzati, in cambio di quella  cosiddetta “protezione”…
Ovviamente sono di contro esclusi, coloro che, decidono spontaneamente (sicuramente per un proprio tornaconto), di schierarsi volontariamente a quel sistema mafioso, predisponendosi a concedere,  quella propria intera struttura logistica!
Sono certo che avrete compreso come, i due casi sopra riportati, sono emblematicamente diversi: da un lato c’è chi subisce incondizionatamente (per paura di ritorsioni) e dall’altro c’è chi, con quella associazione, criminale, si presta ad andare a braccetto…
Ed allora, diventa fondamentale comprendere… chi sia stato la vittima della mafia e chi NO!!!
In relazione a quanto sopra detto, c’è da considerare che, molti di quegli imprenditori, giustificano il sostegno dato a quel sistema mafioso, come fosse una discolpa a causa della crisi in corso e soprattutto, motivano quelle loro scelte, per aver provato a salvare la propria impresa, i dipendenti e tanti anni di sacrificio…  
D’altronde, se chiedete ai siciliani cosa pensano realmente della mafia, risponderanno che “non è cosa buona” ma che almeno negli anni passati con essa “si mangiava”, mentre ora con questo Stato, “si muore di fame”…
Sappiamo tutti come la crisi genera disoccupazione e la disoccupazione genera disperazione!!!
È su questo punto che la mafia trova terreno fertile…  al punto che oggi, sei cittadini disoccupati su dieci, sarebbero disposti ad accettare un posto di lavoro in un’attività che possa essere gestita da cosiddetti “mafiosi”…
Non dimentichiamoci che molti miei conterranei, sono di loro ben disponibili – se non predisposti – al compromesso o di sicuro, ad accettare incondizionatamente quanto loro dettato… e difatti… l’associazione mafiosa, può contare su un numero enorme di questi soggetti disposti a qualunque cosa, pur di garantirsi un posto di lavoro… 
Quest’ultimi unfatti,  dimostrano d’essere disposti a partecipare con quegli imprenditori, mettendo in pratica tutte quelle truffe necessarie, affinché si possano realizzare ingenti profitti e soprattutto si creino quelle condizioni necessarie, per realizzare fondi a nero, da destinare successivamente a quell’associazione criminale o a quei politici corrotti, con cui di fatto sono in affari, in quanto, facenti parte di quel sistema corruttivo…
Per cui, alla luce di quanto sopra, dove dovremmo inserire questo gruppo “sacrificale”, costituito da quei poveri dipendenti???
Erano obbligati a fare quanto gli si era chiesto oppure si sono resi complico e quindi collusi… con i propri datori di lavoro???
Come si fa quindi a inserire in quel gruppo “vittime della mafia” costoro…???
Dopotutto qualcuno potrebbe obbiettare che essi stessi abbiano di fatto voluto partecipare a quelle collusioni… e come si fa a dirlo…
Ma poi… cosa vi hanno guadagnato…???
Hanno salvaguardato rispetto ad altri il proprio posto di lavoro??? 
hanno ricevuto del denaro sottobanco??? 
Hanno goduto di assunzioni per i propri famigliari o forse speravano di godere su un migliote prestigio personale???
Vedete… è facile dire “vittime della mafia”, soprattutto quando poco si conosce di quel sistema…
 Si discute… tanto per parlare.
C’è chi parla per quanto vede in quegli sceneggiati in Tv o per la cronaca su un telegiornale ascoltato, per una notizia letta sul web… e via discorrendo, tutti ormai si fanno divulgatori di quel pensiero criminale, di quelle metodologie applicate senza averci mai convissuto, ma soprattutto, senza aver mai dato segni di essere contrari, per esempio denunciato… 
Eppure sono lì a mettersi in alto su quel soppalco, quasi fossero ambasciatori di quel sistema, che ora vorrebbero, con i loro ragionamenti dotti… scagionare!!!
Ed allora mi chiedevo… come chiamiamo coloro che hanno deciso di non essere partecipativi con quel sistema collusivo???
Che si sono differenziati, non partecipando in alcun modo a quelle azioni corruttive???
Che non hanno mai ricercato per se o per i propri cari, alcun vantaggio personale???
Che hanno cercato in tutti i modi, di non affidarsi a quel sistema clientelare politico e mafioso???
Che a differenza di molti, hanno avuto il coraggio di denunciare, di fare il proprio dovere, di sacrificare la propria vita, che non hanno mai accettato di piegarsi a quelle coercizioni o a quelle operative richieste, sì, come possiamo definire questi soggetti… ovverosia, non dovrebbero essere soltanto loro (non solo per lo Stato ma soprattutto per  l’opinione pubblica) gli unici… a potersi definire “VITTIME DELLA MAFIA“???
Ed allora per favore, per quanti – con le proprie azioni – non vi hanno mai fatto parte: chiamateli con un altro nome!!!