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Quello delle imprese “controllate” è un tema di difficile soluzione e ciò è dovuto al fatto che dietro ciascuna di quelle imprese si nasconda un prestanome, posto lì per evitare che da eventuali controlli possa emergere un legame diretto di affiliazioni o eventuali parentele con uomini di cosa nostra…    

Ma il problema da affrontarsi (in maniera seria) in quei controlli di trasparenza, non dovrebbe riguardare e quindi restringersi ai soli dati anagrafici di quei soggetti che decidono di svolgere funzioni imprenditoriali, bensì dalla reale capacità di quest’ultimi di possedere capacità propria, economica e finanziaria!!!

Mi riferisco a quella semplice condizione per diventare un’imprenditore, a dirlo tra l’altro è proprio il termine stesso, basta cercarlo su “google”: Per diventare imprenditore servono abilità, impegno, dedizione, spirito di sacrificio e soprattutto risorse di denaro!!!

Ecco, siamo giunti nuovamente alla mia premessa e cioè quella che per fare impresa bisogna dimostrare d’aver capacità economica, d’altronde senza questo fondamentale requisito, sarebbe facile per chiunque fare impresa…

Ed allora, quando un soggetto diventa a tutti gli effetti di legge “imprenditore“, attraverso la costituzione di una società o l’acquisizione di una esistente (solitamente con l’estromissione dei precedenti titolari, grazie anche all’omertà delle vittime determinata non solo da paura ma anche dai pregressi rapporti con i componenti del sodalizio), ecco, quando si formalizza quella nomina di legale  rapresentante, dovrebbero immediatamente partire i controlli, non solo quelli già conosciuti che fanno parte di quel cosiddetto “Protocollo di legalità“, ma bensì tutta una serie di verifiche, come ad esempio le informazioni bancarie, le stesse che potranno evidenziare la reale capacità finanziaria di quel soggetto ora promossosi ad imprenditore…

Comprendere quindi quali somme egli abbia gestito nel corso della propria vita, ma soprattutto analizzare come esse siano state realizzate, concretizzate, alimentate e verificare i fatturati che hanno permesso ad egli quell’eventuale crescita finanziaria, controlli di vitale importanza per fermare anzitempo l’ennesima attività illegale!!!      

Altrimenti sarebbe troppo semplice, già… a chiunque verrebbe data così la possibilità di diventare imprenditore ed è proprio ciò che la maggior parte di essi fa… facendosi finanziare da quelle organizzazioni criminali e sfruttando gli strumenti posti a disposizione da quel capitale mafioso che incontra, si mescola e si occulta, con quello legale…

Non dobbiamo quindi credere che quell’imprenditore rappresenti un soggetto deliquenziale o che preferisca procedere sin dal suo insediamento in maniera “illegale”, ad esempio mancando di rispettere le norme su contratti di lavoro, le imposte e/o contributi previdenziali, no… i nuovi imprendori e soprattutto alla nuova criminalità interessa poco o nulla operare sul mercato in maniera illecita, anzi tutt’altro, quest’ultima ha deciso di restare in maniera stabile nel territorio e vuole quindi affermarsi sul mercato legale, non solo nella propria regione , ma anche in altre…

Queste “imprese controllate“, sfruttando la propria capacità finanziaria (derivata dal riciclaggio di denaro sporco) non hanno alcuna preoccupazione se durante quella propria gestione, si dovesse presentare una imprevista perdita, perché quest’ultima verrebbe coperta in maniera celere, grazie ai profitti derivati da altre attività commerciali e ad un sistema di scambi vantaggiosi con altre imprese affiliate…

Già… ad esse interessa poco incrementare i profitti o abbattere i costi attraverso il lavoro, poiché non si ha alcun problema di liquidità e quindi, grazie all’ingresso costante di capitale da ripulire, ci si dedica principalmente ad infiltrarsi in quegli appalti milionari e nei fondi pubblici posti loro a disposizione… 

E’ evidente come mentre in passato la mafia deprimeva l’economia di un territorio riducendo quindi la capacità di spesa pubblica locale, adesso le nuove “imprese controllate” hanno le competenze necessarie per poter attrarre più investimenti pubblici nelle loro zone di influenza, in modo da vincere facilmente il maggior numero di appalti!!!

Queste imprese sono diventate delle vere e proprie agenzie di servizi, pronte a mettersi a disposizione dell’economia con il proprio capitale (illecitamente accumulato), creando così consenso sociale, politico e un controllo amministrativo del territorio in cui operano, grazie alla costante corruzione alimentata attraverso mazzette, ma soprattutto attraverso l’enorme disponibilità di posti di lavoro offerti, nuovo baratto di sodalizi clientelari… 

E quindi, nonostante gli sforzi fatti nel corso degli anni dai vari governi nazionali, con l’introduzione ad esempio della Banca dati unica, della documentazione antimafia e di quella stessa autocertificazione antimafia, lo Stato ha di fatto subito finora una sconfitta!!!

D’altronde la dimostrazione su quest’ultima affermazione è palese: tutti questi strumenti hanno evidenziato una grande lacuna, in quanto alla maggior parte di quelle imprese controllate è stato semplice aggirare i controlli, già… semplicemente ricorrendo ad uno dei tanti prestanome!!!

Da un po’ di tempo mi sono dato allo studio del trading e osservando l’andamento generale del mercato azionario e soprattutto i fattori che influenzano i prezzi delle azioni, ho scoperto come le quotazioni delle borse mondiali subiscano a seconda della crescita o meno di alcuni parametri, quelle variazioni di mercato a cui assistiamo; tra i fattori che influenzano in maniera considerevole la crescita economica di uno Stato vi sono: i tassi di interesse, l’inflazione, la disoccupazione, la crescita economica, ma anche la liquidità immessa dalle banche centrali, il clima politico e le condizioni sociali di un paese.

Ecco perché ritengo che a breve, tutti gli stati, potranno ritrovarsi con un periodo buio di “stagflazione“!!! 

In economia, con il termine stagflazione (combinazione dei termini stagnazione ed inflazione) si indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita dell’economia in termini reali (stagnazione).

In pratica, inflazione e stagnazione economica decretano una crescita zero del Prodotto interno lordo (Pil), con evidenti conseguenze anche sul debito pubblico del Paese.

Difatti, basti osservare i recenti dati economici riportati negli Usa per comprendere come l’inflazione  non stia in questi mesi rallentando, ed il rischio nel breve periodo, potrebbe determinare un declivio pericoloso, già… verso la stagflazione, cui seguirebbe un periodo prolungato d’alta inflazione!!!

Questa visione negativa è certamente in contrasto con molte le attuali previsioni di mercato che hanno – contrariamente al sottoscritto – pronosticato in maniera ottimisticamente come l’inflazione negli Usa si starebbe gradualmente diminuendo, portando così l’economia a crescere…

Ma se si osserva quanto realmente sta accadendo in quella nazione (e di come quindi ciò potrebbe riflettersi da noi in Europa), scopriamo come i i livelli dei prezzi negli Stati Uniti stiano sempre più aumentando a cui si è accompagnata un crescente disoccupazione, che sta determinando una debole crescita economica!!!

Potremmo paragonare l’attuale contesto attuale con quello degli anni 70′, una stagflazione che potrebbe ripetersi e che potrebbe quindi spingere gli investitori a deviare quei loro capitali dalle azioni agli asset a reddito fisso, per ottenere rendimenti più elevati.

Difatti il rischio è che fattori come i deficit fiscali, l’incremento della spesa pubblica, l’incerta evoluzione politica interna, gli elevati tassi d’interesse, la crisi energetica, l’involuzioni commerciali e soprattutto le tensioni geopolitiche, aggraveranno certamente i rischi in quel paese verso l’inflazione!!!

Prepariamo quindi, perché dopo aver superato la crisi pandemica, quanto potrebbe giungere entro l’anno, potrebbe di fatto destabilizzare tutta l’economia mondiale, creando una crisi economica e finanziaria con conseguenze devastanti, ad iniziarsi dalla perdita di potere d’acquisto, dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà di accesso ai finanziamenti!!! 

E’ stata scoperta una rete abusiva bancaria che raccoglieva denaro da fonti indeterminate per quindi riciclarlo attraverso operazioni illegali e/o false fatturazioni. 

A seguito di alcuni controlli mirati, la Gdf di Brescia ed il “Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata”, hanno eseguito in questi giorni nelle province della Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, alcune disposizioni di perquisizione e sequestro…

I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura di Brescia nei confronti di 31 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, prestazione abusiva di servizi di pagamento, auto-riciclaggio, riciclaggio, il tutto aggravato dalla transnazionalità del reato.
Difatti, l’indagine della Gdf, ha permesso di scoprire l’esistenza di un’associazione per delinquere che svolgeva di fatto un’attività bancaria abusiva offrendo dei pacchetto a seconda dei servizi richiesti; in particolare ai membri della comunità cinese che per l’appunto, utilizzavano una serie di servizi di pagamento abusivi, in quanto consentiti ai soli istituti di credito di moneta elettronica e/o di pagamento autorizzati, a cui si associava l’emissione e l’utilizzo di fatture false, per monetizzare quest’ultime, attraverso denaro di provenienza illecita, poiché proveniente da attività di riciclaggio…
Secondo le indagini della Procura, il sistema si basava nel riutilizzare denaro contante raccolto dalla comunità cinese nei vari centri che veniva quindi riutilizzato per colmare le esigenze di monetizzazione del settore delle fatture false, i cui pagamenti sarebbero già stati precedentemente immessi nel circuito finanziario – ora oggetto d’indagine – e conseguentemente drenati dall’economia, eludendo così i controlli sull’antiriciclaggio.
Per beneficiare dell’anonimato, gli associati avrebbero fatto ricorso a due modalità operative di trasferimento, da una parte l’utilizzo di applicazioni informatiche crittografate, dall’altra l’uso del sistema “Fei Chen” consistente nel trasferimento di denaro non tracciato su base fiduciaria…
Infine, attraverso la raccolta e il trasferimento di denaro queste banche “cinesi” avrebbero determinato la creazione su tutto il territorio nazionale di banche abusive, le quali, utilizzando canali finanziari paralleli, hanno potuto aggirare il sistema di prevenzione antiriciclaggio, riuscendo così a far uscire – in maniera non tracciabile – un’ingente quantità di denaro, agevolando così quelle associazioni per delinquere dedite ad attività criminali nel campo economico-finanziario. 
Diceva bene Henry Kissinger: “I Cinesi, avendo fatto a meno di noi per 5000 anni, pensano di poter continuare a farne a menoâ€!!!

Nel corso del 2022/2023 sono stati eseguiti nella sola provincia di Catania, centinaia di controlli e interventi ispettivi a imprese ed attività commerciali.

Questi controlli anche se poco propagandati dai media (alcune di quelle inchieste giudiziarie sono ancora in corso…) sono state estremamente fondamentali per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia e nel tessuto finanziario/sociale di questa città, ma anche della sua provincia, in particolare dopo quanto occorso negli scorsi anni a causa della  pandemia… 

Difatti, sono tante le attività che a seguito del “Covid-19” hanno dovuto chiudere i propri battenti, sia per le sopraggiunte difficoltà economiche, ma non solo, anche per aver ceduto alle lusinghe di celati “finanziatori”, che si sono così impadroniti di quelle attività interessanti, tanto da averle incrementate finanziariamente, per quindi rilanciarle (attraverso il riciclaggio dei proventi illeciti) nell’economia legale!!!

Come riportavo sopra, sono in pochi a conoscere quali interventi mirati sono stati compiuti nel corso di questi mesi dagli organi di polizia, difatti molte di quelle condotte fraudolente sono state analizzate attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale che ha incrociato i dati bancari con i relativi accertamenti mirati sul campo e compiuti dai militari competenti in materia economica e finanziaria, dai cui controlli sono emersi collegamenti tra soggetti incensurati (posti lì a “prestanome”…) ed i loro diretti superiori (di fatto, veri proprietari dell’intera “baracca”, molti dei quali già considerati ad elevata pericolosità fiscale).

Tra questi individui possiamo ritrovare quanti hanno già operato condotte fraudolente non solo a carattere nazionale, ma anche oltre i confini, difatti attraverso quelle strategie è stato possibile estendere quella loro opera di diffusione dei fenomeni di riciclaggio, attraverso la quale è stato possibile far inserire nel mercato dell’economia legale quelle loro società “illegali”, determinando di fatto un’illecita concorrenza nel settore degli appalti pubblici, nelle forniture e nei servizi!!! 

Difatti, dai controlli effettuati e da quelli in corso,  sono emersi frodi al fisco milionari, ma soprattutto i nomi di nuovi evasori (molti dei quali sono stati in questi mesi denunciati…) e anche di imprese di capitali o individuali, soggetti giuridici del tutto sconosciuti all’amministrazione finanziaria, in quanto molti di essi operavano grazie all’ausilio di professionisti esterni, quest’ultimi capaci di fuorviare il sistema nazionale tributario, mettendo in atto procedure illecite per frodare le imposte dirette e l’Iva, ma non solo, questi “abili” professionisti si sono occupati di realizzare anche investimenti all’estero tramite il Web o attraverso il cosiddetto “commercio elettronico”.

Difatti, sono ormai rilevanti i casi già scoperti d’evasione fiscale internazionale principalmente riconducibili ad organizzazioni “occultate” nazionali che operavano attraverso la manipolazione dei prezzi di trasferimenti, la fittizia localizzazione in altre regioni o il trasferimento all’estero della residenza fiscale sia di persone fisiche che di quelle giuridiche, determinando così l’illecita detenzione di capitali oltre confine.

Le ultime inchieste giudiziarie (non ancora portate alla luce, ma vi assicuro che stanno per giungere all’arrivo…), evidenzieranno nomi “al di sopra di ogni sospetto“, nello specifico individui che fanno riferimento alla materia degli “appalti e delitti contro la Pubblica Amministrazione”, ambiti che come ben sappiamo rivestono grande importanza economica e finanziaria: prevedo difatti a breve l’incriminazione di alcuni dirigenti e funzionari di PA, ma non solo, con essi verranno indiziati anche alcuni responsabili in materia di contrattualistica pubblica, anticorruzione e trasparenza!!! 

Concludo confermando quanto avevo anticipato lo scorso anno – a proposito dei fondi del PNRR destinati alla Sicilia – e cioè che ad usufruire di quel denaro pubblico, non saranno (per come in molti credono) le nostre imprese siciliane, ma bensì quelle del nord!!! 

Già… saranno quest’ultime a rivestire il ruolo di “General Contractor” e ad esse (e soltanto ad esse…) verranno assegnati la maggior parte di quegli appalti milionari e miliardari, destinati da tempo alla nostra regione!!!

Quanto sopra verrà conseguito mettendo in atto procedure di gara pilotate, aggiungerei “blindate“, attraverso mirati “Protocolli di legalità” che escluderanno di fatto quelle nostre imprese in “odore di mafia”, giustificando le  procedure poste in atto, con la necessità di garantire quel necessario contrasto alla criminalità organizzata in un settore, quello degli appalti pubblici, che ha dimostrato finora essere stato poco trasparente, con regole e metodologie fortemente condizionate da ambigui processi decisionali.

Cosa aggiungere… a quelle esigue imprese del nostro territorio rimaste ancora “legali” non resterà che raccogliere le briciole di quel piatto, concesse a loro dalle imprese del Nord, le stesse che procederanno comunque a tener “buoni” i siciliani, offrendo quelle abituali assunzioni nei loro staff (classico scambio politico/clientelare…) e concedendo qualche contratto di fornitura e/o di subappalto!!!

E così… vissero tutti, felici e contenti!!!

Come riportavo nel precedente post, la comprovata abilità di “cosa nostra” ha dato il via a tutta una serie d’infiltrazione in particolare nei settori chiave degli apparati che riguardano lo Stato, alla luce dei finanziamenti pubblici che stanno per giungere o già stanziati per rilanciare l’economia del Paese…

Nessuno lo dice, ma la verità è che l’economia legale è già sotto attacco, sì… da parte della criminalità organizzata, la stessa che negli ultimi vent’anni si è dimostrata capace di intercettare milioni di euro di quei fondi strutturali e di investimento europei, posti a sostegno dell’economia nazionale, non soltanto per le misure previste, ma anche per quelle in via di adozione. 

Questi fondi infatti, rappresentano lo strumento principale della politica degli investimenti dell’Unione europea per favorire la crescita economica ed occupazionale degli stati membri e delle loro regioni, ma non solo, essi addirittura mirano alla cooperazione territoriale; comunque, nello specifico troviamo in modo articolati cinque fondi e precisamente: il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.

Su ciascuno di quei fondi abbiamo visto attraverso le varie inchieste giudiziarie, come talune associazioni criminali vi abbiano già messo le mani, facendo sparire milioni e milioni di euro… 

D’altronde anche le risorse da impiegarsi nell’ambito del NextGeneration UE sono state inviolate e vedrete come tra qualche anno scopriremo come quei fondi destinati al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, sono stati illegalmente sottratti…

La minaccia in tal senso è indubbia ed è rappresentata dalla inclinazione dei propri affiliati, gli stessi che sono capaci di avvicinare e infiltrare i propri uomini in quell’area grigia che annovera al suo interno, professionisti compiacenti e pubblici dipendenti infedeli, ciascuno in grado di consentire l’inquinamento di quei settore chiave e il cuore stesso della cosa pubblica.

Da quanto sopra descritto si comprende come la “mafia” abbia saputo mutare la propria natura violenta in qualcosa di diverso, di più manageriale, parliamo di una nuova “mafia” affaristica che si avvale di società di comodo e soprattutto d’imprenditori compiacenti (o quantomeno assoggettati..) e che continua a confermare il proprio interesse su tutti i settori nevralgici per l’economia del sud del Paese…