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Quanti post ho scritto in questi anni su quell’agenzia di riscossione… e cosa è cambiato…???
Nulla, si è continuato ad operare come se quelle notizie riportate dal sottoscritto non avessero alcun fondamento… 
Ma si… che scriva pure questo Sig. Nicola Costanzo… tanto che vuol fare??? Cambiare con le parole la realtà delle cose???
Non mi meraviglio quindi di leggere degli arresti di stamani, in particolare dei legali coinvolti…
Avevo già scritto un post a riguardo…
Già… s’intitolava casualmente: “Riscossione Sicilia??? Paradiso dei legali”.
Ed ora scopriamo che tra quegli arresti vi erano alcuni avvocati che grazie ad alcuni dipendenti infedeli di quella agenzia di riscossione, ricevevano informazioni riservate…
Ora sono in 29 le persone finite nell’inchiesta: tre sono in arresto e posti ai domiciliari, mentre in 26 restano indagati… 
Come ripeto spesso, le cose accadono perché c’è sempre qualcuno disposto a svendersi, a volte per migliaia di euro ed altre volte per poche decine…
Si resta basiti nell’ascoltare quelle intercettazioni ambientali, nel vedere come in maniera telematiche i documenti riservati diventavano di dominio pubblico, erano tutte informazioni utili, utilizzate da quello studio legale, in violazione a quanto previsto dai regolamenti interni di quell’agenzia di riscossione…
La cosa assurda è che tra gli indagati vi sono anche due dipendenti dell’Inps e un conservatore della camera di commercio di Catania…
Sì…la speranza è che qualcosa prima o poi cambierà in questa città… ma fintanto che conteremo soggetti che penseranno esclusivamente al proprio di orticello, ecco che di queste inchieste… vedrete, ne conteremo purtroppo ancora tante!!!
Gira e rigira i volti sono sempre gli stessi… con l’unica differenza che per questa volta, i visi sono quelli di Riscossione Sicilia… 

Quel giudice “messinese” uscì di casa, nervoso ed assonnato…

Già… non aveva chiuso occhio per tutta la notte, poiché aveva dovuto studiare le carte di quel processo, un rompicapo che non riusciva a trovare soluzione… 
Prese l’auto e iniziò a recasi in Tribunale, con la speranza di chiudere finalmente quella faccenda, ma era sicuro di dover rimandare ancora una volta la sessione, peraltro non erano emersi elementi nuovi. 
Lui d’altronde voleva andarsene a mare, sì… gli piaceva tanto pescare ed invece doveva restare a sorbirsi i battibecchi di quei due avvocati…
Si può dire che fosse diventato per ciascuno di essi un braccio di ferro, era importante soltanto vincere la causa e dell’imputato o di quel delitto, non importava a nessuno dei due…  
Arrivato nel parcheggio del Tribunale lasciò la macchina e salì la grande scalinata che portava nelle aule. 
Nel suo studio si liberò della borsa ed indossò la toga, guardò l’orologio e decise di avviarsi verso l’aula…
La sala dell’udienza era gremita come sempre, il caso stava suscitando curiosità nella gente. 
D’altronde un processo in odore di mafia, con un omicidio così impressionante, provocava sempre molto interesse.   
Il giudice entrò, mentre veniva annunciato il suo ingresso.
“Signori entra la corte!”
Il giudice sedette al suo scranno e, già dal tono della voce, gli avvocati capirono che era di malumore.
“Prima di iniziare la seduta vorrei ricordare ai due avvocati di evitare scaramucce verbali,  andiamo avanti così da mesi, se avete delle novità, procediamo, altrimenti rimandiamo a data da destinarsi, posso anche archiviare il caso”.
“Vostro onore,” rispose sollecito il procuratore “abbiamo un altro testimone e spero sia decisivo per concludere presto la questione”.
“Bene! Chiami il suo testimone e sentiamo”.
“Chiamo a deporre la signora  Romina Concetta Pelliccia”.
La teste, un’anziana signora sui settanta anni, venne al banco con lo sguardo acido e altezzoso. 
Dopo il giuramento di rito, il procuratore iniziò il suo interrogatorio.
“Bene! Ci vuole raccontare con esattezza cosa ha visto la sera in cui è stato commesso il delitto?”.

“Certo avvocato, la sera del 10 ottobre ero alla finestra, sa… soffro d’insonnia, e ho visto quel delinquente che veniva avanti…”.

“Obiezione! Vostro onore, si esprime un giudizio non richiesto sull’imputato”.
“Accolta, avvocato eviti al testimone di fare apprezzamenti, si limiti a esporre i fatti”.
“Sì vostro onore, allora signora, dica solo quello che ha visto”.
“Come stavo dicendo, avvocato, quel brutto ceffo, stava camminando…”.
“Obiezione, irrilevante e non pertinente, la teste insiste, non è possibile!”.
“Accolta, un’altra obiezione, avvocato, e dovrò annullare la testimonianza”.
“Signora la prego,  dica cosa ha visto”.
“Avvocato, se m’interrompono… volevo dire che quello lì, stava passando sotto casa mia e andava nella direzione del portone della vittima, non c’era anima viva per la strada, deve essere stato per forza lui, ha la faccia dell’assassino!!!”.
“Obiezione! Irrilevante, discriminatorio, Vostro onore, la teste non può esprimere opinioni e conclusioni, chiedo che questa testimonianza sia annullata, la teste è prevenuta e pertanto non attendibile. La sua dichiarazione sia stralciata dagli atti”.
“Accolta, sospendo la seduta per trenta minuti, voi avvocati, nel mio studio subito”.
Il giudice era esasperato, possibile che il procuratore non capisse! 
La sua teste era inutile e prevenuta per giunta. 
Tempo perso, ma la cosa che gli dava maggior fastidio era che quei due, agivano sempre a discapito della legge e della verità.
“Bene signori,” esordì il giudice “sapete perché siete qui, non si può andare avanti, nessuno dei due riesce a produrre prove concrete. Dopo mesi di dibattito siamo ancora a zero, a voi, forse, non importa, ma a me sì, vi do un’altra settimana di tempo poi scioglierò il procedimento e archivierò il caso, l’imputato sarà assolto per non aver commesso il fatto. Vi piaccia o no, questa è la linea che seguirò. Trovate prove sufficienti e andremo avanti, altrimenti si fa come dico io, intesi?”.
“Come vuole, signor giudice,” disse il procuratore, “non credo di riuscire in una settimana a trovare prove utili, peccato! Rimetteremo un assassino in libertà.”
“Non è vero, giudice,” rispose l’avvocato delle difesa, “il mio assistito è innocente fino a prova contraria, quindi deve essere assolto. Io non devo dimostrare niente, è il procuratore che deve esibire prove schiaccianti di colpevolezza, vuol dire che aspetteremo una settimana. Signor giudice, se è tutto, io andrei, voglio dare la notizia al mio cliente.”
Uscito l’avvocato difensore, gli altri due si guardarono per un attimo con un lampo di complicità.
“Bel colpo, amico mio, come ti è venuto in mente di far testimoniare quella vecchia rimbambita? Davvero un colpo di genio, ora posso accelerare i tempi, e chiudere questo processo, è durato anche troppo.”
“Cosa vuoi che dica? Sappiamo entrambi a chi appartiene l’imputato, non potevo fare altrimenti, si doveva trovare un modo legale di affossare il procedimento. Con la testimonianza della vecchia abbiamo fatto centro. Ora potrai chiudere il caso senza che nessuno possa gridare allo scandalo. Tutto in perfetta regola… come si dice: “secondo Giustizia“.    
“Ben fatto! Aggiungo anche che al momento non ci sono pentiti, mio caro procuratore, che possano smentire il nostro operato, specie il tuo, in tutti questi mesi non sei stato capace di trovare un motivo valido di incriminazione. L’avvocato difensore, poverino, è convinto che di aver vinto la causa, si vede che è giovane e inesperto.”
“Bene! Allora d’accordo, faremo l’ultima sessione e dichiarerò l’imputato innocente per non aver commesso il fatto.”
“Giudice, noi sappiamo che è colpevole, non credi che la giustizia possa fare una brutta figura?”
“Tu dici? A questo punto, cosa vuoi che faccia, tu non sei stato capace di trovare uno straccio di prova, io sono solo il giudice, che decide in base alle prove, se non ce ne sono!  Il caso è chiuso. Al limite tu non ne uscirai proprio bene, una causa persa, ma una barca nuova a mare, o sbaglio!”
Entrambi sorrisero a questa battuta.
“La giustizia trionfa sempre, anche quando sbaglia, questo dovresti averlo capito da tempo, spero.”
“Per come la vedo io, la giustizia è imparziale, un assassino in libertà o un innocente condannato, per lei sono la stessa cosa, hanno lo stesso peso sulla sua bilancia.”
Detto questo il giudice si tolse la toga e prese sottobraccio l’avvocato, quando uscirono dallo studio stavano ancora ridendo…
Ha dirlo è un detto siciliano… “Cu mania non pinia” che significa “chi ha le mani in pasta… sta bene…“!!!
Molte volte assistiamo a dei condomini dove l’amministratore non percepisce annualmente quanto pattuito, ma resta a credito del proprio compenso per anni…
E’ come se ciascuno di noi, dopo aver terminato il proprio mese, invece di prendersi quanto dovuto e cioè il proprio compenso, lo lascia lì… nella cassa della Società e/o Ente per il quale opera, non un giorno, non un mese… ma anni!!!
Viene allora spontaneo chiedersi… ma forse non ne ha bisogno, oppure qualche maligno potrebbe pensare “non è che forse è riuscito a recuperare quelle stesse somme grazie ad altri incassi???
Ed allora viene spontaneo chiedersi, come sia possibile recuperare somme al di fuori di quella contabilità analitica dettagliata??? 
Non essendo ovviamente un commercialista e neppure un ispettore della Gdf, ho iniziato a relazionarmi sul web, per comprendere in quali modi, taluni amministratori, gonfiano i propri costi, affinché raggiungano quelle somme necessarie, non solo a sostituzione di quelle somme, volontariamente non percepite e al momento accantonate all’interno della cassa del condominio…
Ecco quindi che cosa ho letto…
Uno dei sistemi utilizzati da quegli amministratori infedeli… è ad esempio, gonfiare le fatture, per poi recuperare una parte di quelle somme in contanti…
Un’altro modo è quello di pilotare gli appalti delle forniture o dei lavori di manutenzione, sia straordinari che ordinari… 
Ad esempio, ci si mette d’accordo con l’impresa di fiducia scelta (dallo stesso amministratore…), facendo in modo che quest’ultima, per la commessa ricevuta, riconosca una percentuale di utile su quei lavori… quasi sempre gonfiati, affinché a guadagnarsi siano entrambi… 
Poi, va aggiunta una contabilità troppo articolata e difficile da comprendere, in particolare per quei condomini non abituati a valutare scritture contabili e che quindi solitamente, non riescono a verificare l’operato di quel proprio amministratore…
Poi c’è la parte più interessante… quella attraverso cui spariscono i soldi dei condomini… Ecco quindi un elenco di pagamenti in contanti non autorizzati, documenti che non hanno allegate le cosiddette “pezze d’appoggio“, ricevute senza alcun riscontro formale, pagamenti per consulenze varie e quant’altro mai autorizzato dall’assemblea…
Va aggiunto inoltre, l’utilizzo di beni e servizi del condominio, da parte di terzi, dai quali certamente s’incassano somme o quantomeno si barattano appoggi personali, per eventuale rinomina dell’incarico…  
Poi c’è chi fa ancora peggio: ad esempio… non paga!!!
Già, non paga nulla di ciò che compete di legge al condominio… e non si tratta di non aver in cassa quelle somme, bensì, si preferisce destinarle ad altri usi… oppure, si utilizza lo stratagemma, divenuto ormai consuetudine “nazionale”, quella cioè di non pagare… o di rimandare il più possibile quelle cartelle tributarie ricevute, d’altronde, si spera così facendo di mediare con l’Ente preposto, pagando una eventuale sanzioni, d’altronde tutto ciò resta esclusivamente a carico di quegli “assonnati ” proprietari… 
Quest’ultimi infatti, se pur vengono informati del problema, condividono quanto compiuto dal loro amministratore, anzi, ritengono quel suo sistema “ingegnoso”, in quanto prevede di non pagare quanto dovuto per legge…
Il problema è che taluni di quei condomini, manifestano palesemente quella propria natura… sono soggetti predisposti a comportamenti fraudolenti ed illegali, dimenticano o fanno finta di non comprendere a quali sanzioni “gravi” si potrebbe incorrere, per quelle azioni disoneste…
Ma ciascuno di essi è in uno stato d’euforia, sanno che quei loro soldi sono in quel preciso momento, (a detta dell’amministratore… che è tutto da dimostrare) ancora nelle loro tasche…  
Non tengono conto di tutti quei casi… ben evidenziati nei Tg nazionali, dove l’amministratore è sparito nel nulla, portando via con sé l’equivalente delle casse e dei c/c bancari e di tutte le somme di denaro mai quietanzate… lasciando così, non solo un buco finanziario, bensì anche un debito consistente verso gli Enti pubblici…
Ma allora viene da chiedersi come difenderci da questi amministratori???
Innanzitutto bisogna ragionare in maniera distaccata, considerare quel soggetto come un mero professionista e nulla più…
Non lasciarsi abbindolare dalle sue parole, ma verificare, anche con l’aiuto di professionisti preparati, il rendiconto annuale di gestione, l’unico documento contabile attraverso il quale l’amministratore informa i condomini delle spese e degli introiti avvenuti nel corso dell’anno in ragione dell’incarico ricevuto per la gestione e la conservazione delle parti comuni…
Ha proposito di parti comuni… 
Quello Patrimoniale è un dato fondamentale, al quale l’amministratore deve dare molta considerazione, per comprendere e fare in modo di rispettare quei pagamenti dovuti per i propri beni immobiliari, appartenenti alla sua gestione, avendo chiaro quel patrimonio immobiliare, senza che vi siano da parte di condomini dubbi d’interpretazione sulla sua corretta provenienza…
Avere una tabella millesimale aggiornata è di importanza assoluta, per poter dividere in maniera equa, le percentuali ad ogni condomino attribuite…   
Inoltre è compito dell’amministratore presentare all’assemblea il rendiconto… se questo documento non viene presentato per due anni di seguito, egli, può per essere revocato dall’Autorità Giudiziaria su ricorso anche di un solo condomino (art. 1129 c.c.)!!!
Se pur è assodato che l’amministratore risponda in prima persona ai sensi della legge, è diritto di ogni condomino, verificare la rispondenza del rendiconto di gestione rispetto alle spese effettivamente sostenute e ai contributi concretamente riscossi… e ciò può essere fatto, richiedendo attraverso l’esercizio del diritto d’accesso, a tutta la documentazione condominiale…
Potrebbe capitare durante una riunione d’assemblea che qualcuno –solitamente uno dei tanti “lacchè” dell’amministratore- intervenga, dichiarando che quanto chiesto da un condomino è illegittimo…
Si sappia che il diniego dell’esercizio di tale prerogativa può portare ad una richiesta d’annullamento della deliberazione assembleare di approvazione dei conteggi (cfr. da ultimo Cass. n. 19210/11)!!!
Cosa diversa nel caso in cui, ci si accorge di un rendiconto consegnato errato, al fine di percepire un indebito guadagno, ad esempio con l’inserimento di voci di spese mai sostenute; bene, a parte la possibilità d’impugnare quel documento mendace, i condomini possono sporgere querela per truffa!!!
Va ricordiamo in tal senso che, ai sensi dell’art. 640 c.p., è punibile per truffa: “ Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa…”, non sto qui a spiegare tutta la normativa prevista
Ciò che interessa nel caso del condominio, è che l’amministratore sarà punibile per il reato di truffa allorché con artifici e raggiri consistenti nell’inserimento di poste fittizie nel rendiconto di gestione, abbia tratto in inganno i condomini facendogli versare delle somme ulteriori rispetto a quelle effettivamente necessarie, traendo così dal fatto un ingiusto profitto per sé o per altri…
I condomini potranno denunciare l’amministratore, ma visto e considerato che per il fatto ricorre la circostanza aggravante di cui all’art. 61 n. 11 c.p. (aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera), il reato è perseguibile d’ufficio (in sostanza, i magistrati possono indagare e processare l’amministratore infedele di loro iniziativa…).
Ora comprendo perfettamente come molte volte, la paura di cambiare… come si dice “chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova“… porta a soprassedere, ma ciò che non si comprende è che, se il problema esiste… non sparisce!!!
Per cui, la paura d’avere un amministratore peggiore dell’attuale, la crisi economica che condiziona le tasche di tutti quei proprietari, la “credulità” che spinge la maggior parte dei condomini a dare ancora una volta fiducia a quel proprio amministratore, condurrà quel condominio con il tempo, ad un vero e proprio fallimento… e a quel punto, sarà troppo tardi per rimediare!!!
Vi è una sola soluzione ed è una soltanto: bisogna intervenire prima che il problema diventi irreparabile!!!
Per fortuna oggi, la riforma del condominio (entrata in vigore nel 2013)  ha previsto a carico dell’amministratore obblighi di rendiconto  più stringenti…
Inoltre, secondo l’articolo 1130, nr. 11) del codice civile, l’amministratore deve redigere il rendiconto annuale della gestione e deve convocare l’assemblea per la relativa approvazione entro centottanta giorni… e il successivo art. 1130 bis regola in modo molto preciso i contenuti del rendiconto annuale.  
Come avrete avuto modo di vedere, non si tratta di una semplice “paginetta†ma di un vero e proprio rapporto, che consente l’immediata verifica le voci di entrata e di uscita; ogni altro dato inerente alla situazione patrimoniale del condominio; i fondi disponibili, le eventuali riserve, ed una nota sintetica esplicativa della gestione con l’indicazione anche dei rapporti in corso e delle questioni pendenti…
Infine, l’assemblea, può nominare un revisore dei conti, che verifichi per i condomini la contabilità del condominio… ed è prevista la possibilità di nominare dei consiglieri di condominio, incaricati con funzioni consultive e di controllo!!!
In conclusione, come avete visto, esistono tutta una serie di strumenti adatti ad un puntuale e continuo controllo, che possono efficacemente essere utilizzati per avere il polso costante della situazione finanziaria… 
L’importante sarà ovviamente, far valere le proprie ragioni, sapendo che a quegli incontri, ci sarà sempre chi andrà contro quelle vostre iniziative… sì, sono gli stessi, che hanno negli anni, beneficiato da quella gestione ambigua dell’amministratore… 
Purtroppo andare contro quel sistema (a volte decennale o ventennale), può costare non solo tempo e/o sacrifici, ma si dovrà mettere la propria faccia… 
Difatti nel far il proprio dovere… si dovrà esporre la propria persona all’indolenza di gran parte del condominio e si verrà criticati nel corso delle proprie azioni, da tutti quei servili “portaborse” dell’amministratore…
Purtroppo però… questa rappresenta l’unica via per evitare che un giorno si vengano a determinare situazioni gravose, che in poco tempo, potrebbero trasformarsi in irrecuperabili!!!
Il condominio d’altronde, potrebbe essere rappresentato con questa storia:
C’erano quattro persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno. C’era un condominio importante da controllare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare!!!


Aguzzare l’ingegno, ecco ciò che fanno oggi la gran parte dei cittadini, per superare questo periodo di crisi.  
Allora improvvisando ognuno a modo suo, grazie ad uno scanner, ad un programma di foto ritocco e ad una stampante a colore, si ci trasforma in veri e propri falsari…
Ebbene, da una indagine effettuata da parte degli organi di controllo, si scopre che sulle nostre strade circolano oltre 4 milioni di mezzi senza assicurazione…
Sono circa uno su dieci i mezzi che viaggiano senza polizza… e se a questa inoltre aggiungiamo anche le mancate revisioni, le auto, gli autocarri e le moto, ciò che circola per le nostre strade, sono soltanto dei grossi pericoli per la nostra incolumità…
Già, perché il rischio non è soltanto pertinente con la deformazione della carrozzeria o della meccanica, ma soprattutto con quanto realizzato in numero di infortuni o di vittime… ed allora, ecco iniziare una “via crucis legale”, che si sa quando comincia, ma non si saprà mai quando finirà…
Le assicurazioni sono sempre più care e la crisi diminuisce le probabilità di mettersi in regola, ma se si confronta il numero di immatricolazione con quello delle polizze, ci si accorge subito che qualche numero non combacia, anche se non bisogna dimenticare, coloro che, proprio per i motivi di cui sopra, preferiscono utilizzare i mezzi pubblici e non rinnovare i contratti assicurativi ancora in essere.
Poi ci sono quanti, in caso d’incidente anche se lieve, pur di non farsi individuare dalle forze dell’ordine scappono via e si allontanano velocemente dalla zona dell’incidente e pur avendo la possibilità di registrare l’eventuale numero di targa, ecco che si scopre che di quel mezzo…,  ne è già stato denunciato il furto.
Sono quasi tutti senza copertura e serve a poco quanto realizzato dalla polizia stradale o municipale, in quanto le sanzioni sono inutili, inconcludenti, sterili ed alla fine, la situazione non cambia…, poiché, se da un lato è previsto il sequestro del mezzo, dall’altro lo si lascia in custodia allo stesso proprietario, con la possibilità che quest’ultimo, continui ad usarlo come nulla fosse…
Poi c’è pure chi cerca di mettersi a modo suo in regola, acquistando polizze low cost, redatte su internet, che non hanno alcun valore nel nostro paese ed in caso di sinistro, queste, non coprono un bel nulla!!! 
Sono soprattutto utilizzate dagli immigrati, che realizzano queste RCA per le loro auto di modesto valore e così le volte in cui vengono individuati nei controlli stradali, presentano documenti d’identità quasi sempre falsi, dichiarano di possedere redditi molto bassi e di non possedere una fissa dimora, tutto ciò per riuscire a far confondere le proprie tracce, ma soprattutto per non voler rispettare le nostre leggi…
Così, oltre alla beffa per una denuncia presentata del tutto inutile e per un danno subito che forse ci ha lasciato pure malconci, ecco che ci ritroveremo nel bel mezzo di un procedimento per frode assicurativa, con il rischio di restare coinvolti nella vicenda, mentre il furbo continuerà a percorrere le nostre strade, del tutto libero e indifferente…