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Sembra che i miei conterranei abbiano una particolare predilezione nello sparlare gli altri… Non so dirvi i motivi, sarà forse per quel senso intrinseco d’inferiorità… sarà perché si sentono profondamente limitati o forse chissà, perché tentano in ogni modo, di porre se stessi in una posizione superiore…

Per la maggior parte si tratta di orgoglio, la cattiveria d’altronde costituisce l’ultima delle soddisfazioni a cui mirano, in loro vi è una forte dose di compiacimento nel riportare il male degli altri, proprio perché i soggetti di cui si vuole “sparlare” sono persone speciali, inconsueti, direi fuori dal comune… 
Non potendo avere quindi il controllo su di essi, non riuscendo ad assoggettarli si prova a metterli in cattiva luce, in particolare con gli amici, i conoscenti, nel lavoro, trovando terreno fertile in quegli ambienti e in coloro che li ascoltano, i quali solitamente per assecondare quei consigli (malvagi) ricevuti, finiscono a volte per metterli in pratica, ritrovandosi ahimè con il passar del tempo, coinvolti in problematiche ben più grandi di loro e alle quali poi non sapendo dare soluzione, ci rimettono in prima persona…
C’è un bellissimo passo della Bibbia che dice, no… non quello famoso “Non giudicate, affinché non siate giudicati”, ma un altro: “Chi dice male del fratello o chi giudica il fratello, parla male della legge e giudica la legge. Ora, se tu giudichi la legge, non sei uno che la mette in pratica, ma un giudice. Uno soltanto è legislatore e giudice, colui che può salvare e perdere; ma tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo?
In ogni caso su quanto sopra riportato bisogna fare una precisazione…
Solitamente quanto viene detto sugli altri non è veritiero, ma presupponendo per ipotesi che quanto riportato fosse vero, una cosa è certa, quel giudizio negativo espresso, sarà durante quel racconto fortemente condizionato, in quanto basato su valutazioni personali che quasi sempre nulla centrano con quel soggetto o con quella sua professionalità…
D’altronde quest’ultimo non è in grado di potersi difendere, motivando le proprie giustificazioni a difesa del proprio operato… e così quelle corbellerie raccontate… per non chiamarla con il proprio nome “minchiate“, iniziano a girare, sperando di far chissà quale danno a quell’individuo!!!
Purtroppo che dire… è nella nostra natura ascoltare quelle fesserie, senza chiederci se quanto di vero o di falso vi sia in quello s
Ma purtroppo solitamente accade che non ne abbiamo voglia o forse – per non mancare di rispetto a quel nostro interlocutore – ci facciamo convinti e assecondiamo quel nostro “confidente”… 
Nel far ciò, ci si dimenticato di un fattore importate e cioè che quanto si sta ora compiendo nei confronti di quell’individuo, potrebbe la prossima volta ripetersi contro di voi e chissà quanti quel giorno, ascoltando quelle false accuse, prenderanno dinnanzi a quell’interlocutore le vostre difese o viceversa faranno come avete fatto voi in precedenza, vi allontaneranno ed accuseranno, buttandovi addosso quello stesso “fango“, che ora voi provate a rovesciare (in tutti i sensi…) ad altri…
Come ripeto sempre alle mie figlie, non vi fidate dei giudizi altrui, ma ragionate sempre con la vostra testa: vedrete, ne guadagnerà anche il vostro cuore!!!
D’altronde, ho sempre pensato che chi parla abitualmente male degli altri con noi, prima o poi, parlerà male di noi con gli altri!!!
Già… è solo questione di tempo…

Sembra assurdo lo so… 

A differenza di quanto si potrebbe immaginare, non è la mafia o la criminalità organizzata a farmi paura, bensì osservare talune azioni compiute da alcuni nostri uomini istituzionali, che nulla hanno a che raffigurare, con le dichiarazioni espresse nello svolgimento del proprio mandato… 
Ho come l’impressione che attraverso quei loro gesti si compia qualcosa di abominevole, una forzatura che accondiscenda a mettere su un piano diverso, certamente elevato, individui che non dovrebbero neppure starci o per meglio dire, sono individui che avendo vissuto in quella demarcazione tra legalità e collusioni, in quella linea imperniata da ingerenze e potere, già… ripensandoci forse quella valutazione, avrebbe dovuta essere rivista…
Sarà o il dubbio che forse siano stati proprio quei gruppi di potere a mettere su quel piedistallo istituzionale, un loro rappresentante ed è naturale ora per loro, richiederne la giusta riconoscenza… 
Peraltro queste figure, sono come quei “paladini della legalità“… veri e propri rappresentanti di quella lotta alla corruzione e al malaffare, che però ahimè… per qualche oscuro mistero, non giunge mai ad una fine!!!
Cosa dire, possiamo considerarli dei veri e propri professionisti, senza però aver mai messo in pratica quelle loro formidabili capacità professionali, ma sono stati portati avanti, grazie ad una geniale intuizione, quella di dichiararsi sin da subito… contro alla mafia!!!

Uomini dell’antimafia sì… ma che svolgono con poca passione e con grande estrema cautela quel loro incarico… 

Diceva a suo tempo Sciascia… incarnando queste figure nel ruolo di professionisti dell’antimafia: “L’Antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando. E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un soggetto che per sentimento o per calcolo inizi ad esibirsi con interviste televisive, convegni, conferenze e cortei, tutti lo prendono a modello dell’antimafia: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non troverà mai tempo per occuparsi dei problemi del paese o di quella sua città (e problemi ve ne sono tanti…), si potrà considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno timidamente, oserà rimproverargli dal di fuori lo scarso impegno amministrativo, ma dal di dentro, all’interno di quel ufficio, nel consiglio comunale, in quel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un’azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Sì… può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia, ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno…”!!!

Ecco cos’è che mi fa paura… sono “loro”, quei personaggi che proclamano rinnovamenti, ma che poi restano immobili, statici, silenziosi, nel voler portare avanti concretamente le lotte contro quei poteri forti.

Questi signori, sono come tutti quelli che li hanno preceduti in questi cinquant’anni: “Si fanno scudo della parola “antimafia” per poter mettere in atto i propri interessi privati e quelli dei loro amici, entrambi distanti dalle logiche di ideali, giustizia e legalità!!!
Ma perché me, perché la maggior parte dei miei conterranei non vede quanto accade intorno a loro???
“Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane”!!!
Alcuni giorni fa, con un gruppo di amici si è deciso di andare a cena a Graniti…
Abbiamo deciso di limitare le auto e ciascuno di noi, ha portato con se un ospite…
Io da quella scelta, ho avuto il privilegio di avere con me in auto un caro amico, un Prof. tedesco… 
Wolfgang, questo è il suo nome, come il grande Goethe…
Ha deciso venticinque anni fa di trasferirsi nella nostra nazione, anzi di più, nella nostra isola…
“L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa”. 
Fu questa la riflessione che fece per l’appunto il grande scrittore quando giunse da noi Sicilia… ed ecco quindi che ieri come oggi, questo ben noto professore, ha deciso di seguire le stesse orme del suo predecessore…
In macchina si è parlato di quella sua inconsueta scelta, di scegliere questa terra, definita da egli… “meravigliosa“… già, non gli ho sentito dire un solo disappunto… su nulla!!!
Sapete bene quanto io sia critico su alcuni aspetti della nostra terra, su una parte di questi miei conterranei, di ciò che non si vorrebbe dire e si tiene in maniera omertosa celato… 
Ed allora, durante il percorso, abbiamo iniziato ad analizzare tutti i fattori positivi di quest’isola e purtroppo anche quelli negativi, giungendo come sempre d’altronde, al problema grave… della mafia!!!
Wolfgang… (sì… non vuole che lo chiamo professore…) mi ha detto, la colpa non è tutta vostra, di voi siciliani, ma degli eventi storici…
Ho risposto immediatamente… NO!!! Troppo semplice, noi abbiamo le maggiori responsabilità… quanto accade di negativo in quest’isola oggi è solo colpa nostra e di nessun altro!!!
Allora egli osservando quanto io fossi adirato per questa attuale condizione e forse anche per stemperare questa mio dispiacere aggiunse… “alcuni giorni fa ho visto un film stupendo sulla Sicilia, glielo consiglio vivamente… s’intitola “In guerra per amore”.
Ricordavo il titolo, ma stranamente non il film… e Wolfgang ha aggiunto: “Se avrà occasione di vederlo, è un film che merita d’essere visto“…   
Questa sera quindi… ho ricercato sul web quel film, già… è di qualche anno fa, ed ha come attore protagonista “Pif” e molti altri, tutti bravissimi!!!
Racconta di una storia d’amore, ambientata durante la seconda guerra mondiale, in particolare il film racconta lo sbarco delle forze armate USA in Sicilia, ed ovviamente, l’appoggio dato dalle cosche mafiose agli alleati, grazie all’intervento del boss, Lucky Luciano…
La parte certamente più interessante del film, è verso la fine, quando riporta di un documento ufficiale… e cioè di una relazione, da parte di un capitano dei servizi di intelligence, W.E. Scotten, che descrive in maniera precisa e dettagliata, le conseguenze che avranno le scelte future adottate dagli alleati, sulla situazione politica dell’isola ed anche del resto d’Italia…
Il Cap. Scotten riporta in quattro punti fondamentali, le scelte che il Suo paese (gli Usa…) dovrà compiere, decidendo se appoggiare o contrastare quell’associazione criminale, da lì a poco conosciuta come… mafia!!!
Quel documento valutava in maniera accurata, l’eventuali implicazioni che si potevano determinare e le evidenziava in queste quattro possibilità:
a) un’azione diretta, stringente e immediata per controllare la mafia; 
b) una tregua negoziata con i capimafia; 
c) l’abbandono di ogni tentativo di controllare la mafia in tutta l’isola e il ritiro in piccole enclave strategiche, attorno alle quali costituire cordoni protettivi esercitando al loro interno un governo militare assoluto… 
d) gli Alleati acconsentono a non interferire con la mafia… 
Ciò significa l’accettazione a un certo grado, da parte degli Alleati, del principio dell’omertà, un codice che la mafia comprende e rispetta interamente. 
La soluzione meno interventista però avrebbe significato, consegnare di fatto la Sicilia per un lungo periodo a quei poteri criminali…
Ovviamente la prima soluzione richiedeva un’azione fulminea con l’arresto simultaneo di cinque o seicento capifamiglia, affinché venissero deportati senza alcun processo…
La seconda soluzione (chissà forse eguale a quella compiuta circa cinquant’anni dopo dal nostro stesso stato), una tregua “con papello o senza papello”, che avrebbe garantito una pax tra le parti, ma era senza alcun dubbio quella meno sicura…
La terza soluzione per poter riuscire dipendeva dall’estrema segretezza di fronte ai siciliani e al personale stesso del Governo Militare Alleato… e dalla personalità del negoziatore nel nel conquistare la fiducia di questi capimafia da contattare…
L’ultimo punto… il quarto è quanto poi è stato deciso di fare… e cioè, abbandonare i Siciliani alla loro condanna a morte!!!
Scriveva il Cap. Scotten: “I contatti da me sostenuti con la popolazione siciliana concordano pienamente sul fatto che la mafia è rinata. Il terrore della mafia sta rapidamente tornando e secondo i miei informatori, la mafia si sta ora dotando di armi ed equipaggiamenti moderni, il problema si moltiplicherà creando difficoltà alla Polizia… La popolazione siciliana non crede che i carabinieri o gli altri corpi di polizia siano in grado di affrontare la mafia. Li ritiene corrotti, deboli e in molti casi, in combutta con la stessa mafia. Carabinieri e polizia ricevono individualmente una parte dei guadagni dei vari racket, ma anche intere porzioni di questi introiti. Molti siciliani si lamentano del fatto, ed è la cosa più inquietante, che molti nostri interpreti di origine siciliana provengano direttamente da ambienti mafiosi statunitensi. La popolazione afferma che i nostri funzionari sono ingannati da interpreti e consiglieri corrotti, al punto che vi è il pericolo che diventino uno strumento inconsapevole in mano alla mafia… Agli occhi dei siciliani, non solo il Governo Militare Alleato non è in grado di affrontare la mafia, ma è arrivato addirittura al punto da essere manipolato. Ecco perché al giorno d’oggi molti siciliani mettono a raffronto il Governo Militare Alleato e il Fascismo… Sotto il Fascismo la mafia non era stata interamente debellata, ma veniva almeno tenuta sotto controllo. Oggi invece cresce con una velocità allarmante e ha raggiunto addirittura una posizione di rilievo nel Governo militare alleato».
Cosa aggiungere… abbiamo visto come dal dopoguerra ad oggi si sia “evoluta”… non certo questa nostra “meravigliosa” isola, ma quella ben nota associazione chiamata “cosa-nostra“…
Ma adesso, quella forza criminale rispetto ad allora, si è di fatto rafforzata… perché oggi, controlla le menti di ogni suo cittadino votante!!!
Sì, basterà vedere a breve cosa accadrà nelle prossime elezioni regionali… 
S’iniziano già a contare tutte le pecore senza dignità, sono lì poste in prima fila per proporsi e sperare di ricevere nuovamente quel solito favore: d’altronde… eguale a quello già a suo tempo ricevuto.
Ed è il reale motivo, perché la mafia alle prossime elezioni, vedrete… vincerà!!! 

Il nostro paese a differenza di altri, si contraddistingue solitamente per una fastidiosa consuetudine: quella di non saper mai riconoscere i meriti degli altri!!!
Tende principalmente a privilegiare o ancor meglio ad esaltare, i propri di meriti o quelli certamente, di quanti loro vicini tra parenti, familiari o amici…
Ecco quindi che le coccarde vengono solitamente date a chi difficilmente le merita, a chi non fa mai nulla per il sociale o per migliorare questo stato di cose, a chi solitamente è raccomandato, a chi occupa quelle posizione autorevoli o privilegiate, i quali vengono regolarmente adulati, da quei suoi ruffiani concittadini…
Per tutti gli altri, per chi dimostra d’essere stato capace di compiere il proprio dovere, ancor più se questo è realizzato  per fini prettamente sociali e con gravi ripercussioni personali, ecco per quest’ultimi, l’unico sentimento che viene corrisposto è l’ingratitudine!!!
Anzi, ciò che si manifesta nell’opinione pubblica (per quei benefici indirettamente ricevuti) è un vero e proprio attacco personale, verso per l’appunto chi è stato capace di opporsi a quel sistema clientelare, che basa quella propria sopravvivenza, sul continuo scambio illecito di favori e protezioni, non soltanto nei rapporti comuni sociali, ma bensì in quelli politici e amministrativi…
Per aver violato ora quel meccanismo collaudato, ecco che si scatenano, nei confronti di questa cosiddetta “pecora nera”,  tutta una serie di giudizi oltraggiosi, simboleggiati da violenze verbali, colme di rancore e rabbia…
La maggior parte delle persone difatti, pur di non dover manifestare la propria gratitudine, diventano ingrate e rancorose, in particolare proprio su chi contrariamente, meriterebbe quel loro necessario sostegno…
Ciò è dovuto, per come riportavo sopra, a quella difficoltà generale di saper condividere, nei confronti degli altri (più meritevoli), quei sentimenti positivi… 
E’ infatti per questi motivi che la maggior parte dei miei conterranei, ricorre a seguire una strada diversa, quella cioè di diventare antagonista di quei soggetti, ponendosi di fatto contro, quel singolo che li sta aiutando… 
I beneficiari di quell’operato compiuto (da quello stimato individuo…), non possono accettare che il clamore derivato da quelle azioni, venga proiettato esclusivamente su quegli unici soggetti (a loro modo di vedere immeritevoli), probabilmente perché quell’improvviso (altrui) successo, non proietti su di essi, quella momentanea verificatasi notorietà…

Ecco perché a differenza di molti miei concittadini, desidero esprimere un plauso all’Amministratore unico di “Riscossione Sicilia”, Avv. Antonio Fiumfreddo, circostanza quest’ultima che ho potuto personalmente manifestare alcuni giorni fa casualmente, all’interno del Tribunale di Catania (incoraggiandolo ad andare avanti senza timori e soprattutto, senza farsi condizionare da quelle ricevute intimidazioni…): situazione che ha saputo dimostrare, attraverso l’operazione di rottamazione delle cartelle esattoriali, raccogliendo il quinto posto nel nostro paese per volume di adesioni e con il ricavato dell’aggio – oltre 1,5 Miliardi di euro – iniziare a riconsiderare la possibilità di salvare la società di riscossione, dalla messa in liquidazione…
Avvocato… i miei complimenti!!!

Questo è un momento importante per il nostro paese a causa delle dimissioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi… ed allora, anche la maggioranza dei miei conterranei si trova immersa in profonde previsioni politiche…

Per descrivere quanto sta accadendo, vorrei rifarmi ad una barzelletta che ho letto alcuni giorni fa e che descrive un gruppo di amici siciliani alle prese anch’essi in analoghi ragionamenti: 
Comincia così… il primo di essi dice: “semu pessi… non c’è governu… c’è a disoccupazioni, non c’è sale pa’ saliera, non si campa a iurnata, ca l’unica cosa ca’ na resta… iè dichiarari guerra all’America“. Risponde il secondo: “minchia… cu tutti i problemi c’avemu… ni mittemu a fare guerra all’America???”. “Pensici…” dice il primo: “proprio pì stu mutivu… ia na veniri cà, n’invadunu… ie poi cu “fast food” e quacchi divettimento… ni portunu u binissiri…”. “Miii… u sai chi taia’ddire… sta tua idia non iè male…” replica il secondo; ma giunge un terzo che obietta: “permettete…  l’idea iè bellissima!!! Ma se poi siamo noi a vincere la guerra… chi succieri… iemu nuatri in America a disoccuparla???”. 
Ecco… siamo stati così abituati ad essere invasi… che non ci consideriamo mai davvero liberi, è come se si sente la necessita di un qualcuno che ci possa guidare… 
Lo sanno i nostri politici, lo sa la mafia e l’avvertono ahimè anche i cittadini… ma fanno finta di non percepirla… quella sensazione. 
E’ come essere nel film Matrix… ricordate Morfeo quando parla a Neo: “Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità”.
La situazione attuale è eguale… sono anni che ci si sforza di distruggere quel sistema clientelare/politico e mafioso, ma la coscienza dei Siciliani, nel mondo reale resta invariata…
Qualcosa era successo vent’anni fa, ma quello fu un periodo nel quale, i valori morali di un gruppo di siciliani si fece fortemente sentire, ma di quel tempo passato, ormai nessuno si ricorda più…
Quei gesti, quelle azioni, sono viste oggi come scelte superate… lontane dalla vita attuale e pur comprendendo che quelle manifestazioni hanno inciso sui destini della nostra Isola, poco o nulla si è fatto negli anni seguenti, per invertire quel modo di porsi dinnanzi a particolari soggetti… 
Mi riferisco ad alcuni personaggi dotati a modo loro di carisma, sono quegli stessi che presentano dinnanzi al proprio nome quell’investitura data, sia “istituzionale” che “onoraria”: Sen./On., oppure “don”…
Difatti, ognuno di loro rappresenta per la società civile quel punto d’incontro per risolvere i loro problemi… e quanto da essi svolto, viene visto dai cittadini, quasi fosse una missione…
Una vera e propria attività di mediazione, di arbitrato, per far passare quelle loro richieste… sollecitare canali e sfruttare quelle opportune posizione degli “amici” e quando non ci si riesce con le buone… ci sono i cosiddetti “amici degli amici”,  che penseranno loro a quelle protezioni, a realizzare nuove collusioni, truffe e corruzioni, e quando necessario… si metterà in pratica l’elemento “punitivo”, nei confronti di chi calpesta quelle regole imposte dal sistema.
Uno stato all’interno dello Stato… non vi è alcuna sostituzione, ma si mira –attraverso il controllo della politica e dell’amministrazione pubblica– a costituire nella regione una condizione di perpetua anarchia…
Una terra in cui predomina la supremazia dei più forti!!!
Dove prevaricazione e prepotenza impongono il proprio volere ad un popolo che da troppo tempo si è abituato ad accettare supinamente la mentalità politico/mafiosa e rifiuta ogni tipo di sottomissione ai poteri legittimi dello Stato… mentre di contro vi è… un gruppo ristretto di “amici degli amici”, che fa in modo di soddisfare quotidianamente gli interessi di quella casta, a discapito della moltitudini dei cittadini, stanchi ormai di lottare e sempre più indolenti!!!