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Quindi, come riportavo nei precedenti post, pur di ricevere una mazzetta ci si svende senza alcuna vergogna!!!

A giorni evidenzierò qualcosa che mi è stato portato a conoscenza e credetemi, dopo aver letto quei documenti, mi sono cadute le braccia a terra, d’altronde parliamo di comportamenti altamente vergognosi… 

E difatti, sono in molti, soprattutto in questa mia terra, a rendersi disponibile ad associarsi a quell’associazione criminale, quantomeno se non direttamente, certamente a mezzo di un suo qualche affiliato…    

D’altronde quella cosiddetta “mafia” ha necessità per operare di quella sua manovalanza che non è costituita come solitamente pensiamo dai suoi abituali gregari, no… vì è una manovalanza “occulta” ipocrita, miserabili che per il denaro farebbero qualsiasi cosa, perché oltre a svendere se stessi, sarebbero disposti a svendere anche i loro familiari…

Personaggi corrotti, ipocriti, lestofanti, gente moralmente fallita che si adopera costantemente per servire quell’associazione criminale!!!

L’importante per loro è riuscire ad incassare mensilmente quella bustarella, denaro da spendere per far crescere la propria autostima, d’altronde mi verrebbe da dire: come dar loro torto, se il messaggio fatto passare in questi anni, grazie ad una politica epidermica e ignorante, è stato proprio questo!!! 

Mi riferisco a quei politici delinquenti che hanno pagato qualsiasi somma affinché non emergessero mai quelle scomode verità; sono gli stessi d’altronde che per quei loro subdoli comportamenti sono stati celebrati dallo Stato, già… attraverso riconoscimenti che incredibilmente non sono stati riservati  a magistrati che a differenza loro, hanno donato la loro vita per questo ingrato Paese!!!

Fine quarta parte…

Di “riciclaggio” nessuno vuole parlare, d’altronde parliamo di persone e organizzazioni che guadagnano e/o incassano denaro in modo illegale, quindi perché mai dovrebbero evidenziarne la questione, quando loro per primi ne fanno parte???

Non dimentichiamo inoltre che questi ripugnanti individui, oltre a non poterne parlare, sanno che non possono usarlo in maniera libera, comprenderete i motivi: devono evitare i controlli delle forze dell’ordine!!!

Quindi, ecco una serie di soggetti che si sono posti a disposizione della criminalità organizzata, la quale quest’ultima deve – dalle attività illegali compiute, in particolare dalla vendita della droga – incassare tutto quel denaro in contante per poi rimetterlo sul mercato in maniera lecita, senza passare ovviamente da banche o da attività che potrebbero destare sospetti o controlli…

C’è bisogno quindi che quel denaro vada ripulito o per meglio dire “lavato”!!!

Ed allora ecco ricercare quei soggetti disposti a farsi corrompere, in particolare nel settore pubblico, assessori, dirigenti, funzionari, ma anche semplici dipendenti dai quali però passano le necessarie scartoffie da vidimare, indispensabili per dar il via a quelle nuove attività sulla carta “legali”…

D’altronde, non si può mica affidare quel denaro liquido ai loro interposti “affiliati”, parliamo di delinquenti, spacciatori, nullatenenti, gente che non possiede alcuna professione e ancor meno un lavoro saltuario e quindi, come potrebbero mai giustificare quelle spese spropositate, se non le (minime) incassate per quel ruolo all’interno di quel sistema malavitoso???

Ecco quindi il perché ci si affida alle “teste di legno”, a individui che a prima vista sembrano esser “limpidi”, slegati da alcuna associazione criminale; il reale problema difatti è come usare quel denaro ottenuto in maniera illecita e per far ciò, bisogna evitare che si compiano passaggi illegali…

Il riciclaggio deve avvenire in maniera parsimoniosa, attraverso l’avvio di attività che sembrano lecite, il tutto per simulare operazioni economiche trasparenti, che provengono ad esempio dall’aggiudicazione di appalti pubblici, da commesse private, da acquisizioni commerciali e/o immobiliari, dalla vendita di prodotti e via discorrendo, operazioni finanziarie necessarie per simulare possibili investimenti, ma soprattutto per giustificare quei nuovi profitti generati, da quel denaro sporco!!!

Non pensate che dietro a quei criminali vi siano altri ignoranti, no… vi state sbagliando, la criminalità in questi trent’anni si è evoluta, dietro loro ora ci sono menti ingegnose, specialisti del riciclaggio, parliamo di commercialisti, notai, avvocati, amministratori, a cui seguono corrotti funzionari pubblici che certificano ed attestano quelle operazioni illegali presentate…

Non dimentichiamo che quando parliamo di riciclaggio, s’intende una montagna di denaro, pari se non superiore, al bilancio stesso dello Stato ed è il motivo per cui sono tante, direi troppe, già… le famiglie che ad oggi vi “mangiano” o quantomeno sono le stesse che si permettono di condurre per se stessi o per i propri cari una vita agiata, forse anche “lussuosa”, la stessa che viceversa – attraverso la propria professione – non potrebbero mai permettersi!!!  

Fine prima parte

L’hanno già chiamata la Tangentopoli fiscale…

In manette sono finiti giudici, avvocati, commercialisti, professori universitari e imprenditori. 
Nel mirino il commercio sotterraneo di sentenze che in materia di imposte possono spostare, con una sola firma, milioni di euro dal privato allo Stato o come spesso accade, viceversa.
La nuova Tangentopoli riguarda uno dei settori della giustizia – i contenziosi tributari – finora quasi inscalfibile a ogni inchiesta della magistratura e a ogni riforma della politica.
Strutturato su due livelli di commissioni, provinciali per il primo grado e regionali per il secondo, la giustizia tributaria è un sistema di potere fortissimo. 
Una cerchia chiusa di magistrati, in maggioranza privati, onorari, chiamati a decidere su oltre 581mila contenziosi, per un valore globale di 50 miliardi di euro. 
Un tesoro affidato alle decisioni di avvocati, commercialisti, consulenti, ragionieri, persino ad agronomi e professori di liceo. 
Un sistema sul quale indagò anche Antonio Di Pietro, che dopo le inchieste sulla corruzione nei partiti, delle mazzette in valigia o fatte sparire nel water, si convinse di essere stato fermato proprio quando iniziò a scavare nel mondo delle sentenze tributarie. 
E oggi un nuovo grappolo di inchieste sta ripartendo da lì: solo a Milano si indaga su ben venti cause fiscali.
I militari della Guardia di Finanza, travestiti da avvocati, arrestano il giudice della commissione tributaria provinciale di Milano con una busta da 5.000 euro infilata nella giacca. 
Questi, avvocato della Cassazione e docente universitario oltre che consulente “in materia di conflitto di interessi”, aveva appena incassato la prima rata di una tangente da 30mila euro per intervenire su una estero vestizione da svariati milioni…
Ma non è un episodio isolato, perché i pm di Milano Eugenio Fusco e Laura Pedio, un mese dopo, ottengono l’arresto di un altro giudice onorario…
I due giudici accusati di corruzione in atti giudiziari hanno anche pilotato un contenzioso da 14,5 milioni a favore di una società, in cambio di 65mila euro. 
Il gip Manuela Cannavale cita esplicitamente la “spregiudicatezza con cui si muovevano i due giudici, che sapevano di poter fare affidamento verosimilmente anche su altri giudici tributari e funzionari dell’Agenzia delle Entrare, per pilotare ricorsi, influenzare i giudizi dei collegi, sostituirsi nella redazione delle sentenze, a fronte della corresponsione di dazioni illecite da ripartire con i complici”. 
E infatti nell’inchiesta è indagato anche un ulteriore giudice togato, ex presidente del tribunale di Imperia, ex giudice a Monza e presidente della Commissione tributaria provinciale di Milano.
Lo schema non è diverso da quello scoperto anche a Catania dal procuratore Michelangelo Patané e dal pm Tiziana Laudani.
Finisce in carcere, insieme a due imprenditori, un commercialista e un cancelliere e il presidente e giudice della sezione della Commissione tributaria provinciale di Catania. 
Secondo l’accusa il magistrato avrebbe usato per anni le auto della concessionaria di un grosso gruppo industriale etneo, in cambio di decisioni favorevoli, per un risparmio su tasse di 800mila euro. 
Per i pm, il giudice da presidente, da relatore o da estensore era casualmente sempre presente nelle decisioni di quel gruppo…
Gli investigatori non pensano che si tratti di casi isolati, ma che almeno in Lombardia si possa ipotizzare un sistema. 
Qualcosa che riporta alla mente vecchie inchieste, come la celebre P3 che nasceva proprio da oscuri personaggi che si vantavano di pilotare grandi processi tributari. 
“Emerge – dice oggi un investigatore – una rete di relazioni che sopravvive a ogni forma di incompatibilità”. 
Se per legge non può svolgere l’attività di giudice chi esercita attività di consulenza tributaria per “contribuenti, società di riscossione o altri enti impositori”, è vero che il conflitto d’interessi è all’ordine del giorno. 
“Era noto come questi giudici fossero in grado di risolvere i problemi: i commercialisti e gli avvocati che venivano in studio, sapevano di essere in grado di sistemare i processi”, mette a verbale la sua segretaria, svelando come oltre le incompatibilità formali bisogna fare i conti con un contesto di fortissima contiguità tra professionisti. 
Con commissari che sono amici, colleghi, a volte soci dei legali delle aziende coinvolte nelle liti. 
Storture che hanno portato fino al 60% le decisioni che danno ragione al privato e torto allo Stato e “che azzerano – riflette un magistrato – anni di lavoro di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate”!!!
A Milano come a Catania, le inchieste sono destinate ad allargarsi, mentre in altre procure, oltre a quella di Roma, sono ancora agli inizi. 
Quella del capoluogo lombardo fa da apripista, non solo perché i giudici arrestati avevano grande disponibilità di denaro (sono state scoperte cassette di sicurezza e contanti per oltre 250mila euro), ma soprattutto altre buste piene di banconote, con i nomi dei “soggetti erogatori” del denaro: manager, aziende, membri di commissione, funzionari dell’Agenzia delle Entrate!!! 
Che vergogna…

In questi mesi ho scritto più volte sulla città di Messina, in particolare su quel sistema “giustizia” che in questi ultimi anni, non mi è sembrato ( ma sicuramente mi sbaglio…) efficacemente brillante, quantomeno  paragonandolo ad esempio ad un’altro sistema giudiziario, quello etneo, posto in evidenza dal grande clamore mediatico…

Mentre lì… in quella cittadina, sembra non accadere nulla, un silenzio tombale, mai un’inchiesta o meglio una sola inchiesta…, come se quel mondo peloritano fosse esente da corruzione, criminalità e malaffare…
Ma forse è realmente così… forse quei suoi magistrati all’interno di quel tribunale non hanno di cosa occuparsi, perché in quella loro cittadina tutto procede in maniera regolare e soprattutto legale…
Ed invece no!!! Ahi, ahi, ahi… anche lì ahimè c’è corruzione e a esercitare quelle attività fraudolenti sono proprio taluni suoi “professionisti”, se così si possono definire, già… avvocati e commercialisti a cui fanno seguito quegli abituali imprenditori… “prenditori”!!!
Chissà perché, ma mi sarei aspettato anche qualche nome di magistrato… (d’altronde ultimamente sono molto presenti nei media a causa delle inchieste che li hanno visti coinvolti…), ma chissà… forse non è questa l’indagine giusta, ma vedrete che come solitamente prevedo (disgraziatamente finora le mie previsioni sono state sempre azzeccate…), non passerà molto tempo che leggeremo di qualche nome altisonante in prima pagina… 
Ed allora scorriamo quanto accaduto in quest’ultima inchiesta…
I finanzieri del comando provinciale di Messina hanno portato all’esecuzione di 16 misure cautelari (2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 11 ordinanze di divieto temporaneo di esercitare attività professionali o imprenditoriali) e al sequestro di beni per di circa 15 milioni di euro nei confronti dei componenti di un’organizzazione criminale accusati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio e auto-riciclaggio, falso ideologico in atto pubblico e appropriazione indebita…
come direbbe qualcuno: “di tutto… ci più“!!!
Le indagini hanno permesso d’individuare un’associazione per delinquere, con al vertice due avvocati messinesi ed un commercialista che avvalendosi di soggetti “prestanome”, avevano predisposto per i loro clienti, una serie di strumenti illeciti per sottrarre i loro patrimoni ai creditori e soprattutto al Fisco.
Nel corso dell’attività investigativa sono state ricostruite numerose operazioni illecite effettuate, nel periodo che va dal 2014 al 2017, dai professionisti messinesi per conto di importanti gruppi imprenditoriali presenti in diverse regioni italiane. 
Secondo un consolidato schema operativo i professionisti indagati hanno provveduto a svuotare grosse poste patrimoniali da diverse società in difficoltà trasferendoli in altre di nuova costituzione, lasciando i debiti alle società originarie.
Queste, poi, venivano messe in liquidazione dagli amministratori, perlopiù individuati nei prestanome e, successivamente, chiuse nel più breve tempo possibile, all’insaputa dei creditori in modo da evitare che, nel termine di un anno, potessero presentare istanza di fallimento.
Sono stati ora sottoposti a sequestro preventivo i patrimoni immobiliari e mobiliari di quelle società, costituiti da alberghi, aziende, terreni, quote societarie e somme di denaro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro…
Ecco dimostrato come anche a Messina, non si sfugge a quel sistema collaudato della disonestà, dove individui e gruppi sociali, vivono quotidianamente al di fuori della legalità e celati sotto l’immagine di persone perbene, operano affinché quei meccanismi corruttivi e clientelari, possano realizzarsi…
Si racconta che i professionisti corrotti di solito sono dei cattivi oratori: sì… quando perdono il filo del discorso, partono per la tangente!!!.
Sì… questo proverbio è l’espressione più adatta per rappresentare molti miei conterranei!!!
Significa, “nessuna persona sceglie un’altra, se non ha qualcosa in comune”…
Certo, a prima vista sembra una cosa ovvia, ma in quella frase vi è celato il vero significato intrinseco… 
Le persone che si accoppiano, non mostrano solamente d’avere le medesime inclinazioni, hanno come quale specifica attitudine, quella di voler compiere qualcosa d’illegale…
Eccoli quindi finalmente insieme… si sono incontrati, riconosciuti, perché come ripeto sempre, per compiere una truffa, un raggiro o qualunque altra circostanza ambigua, vi è bisogno di qualcuno che svolga la funzione di complice, qualcuno ben disponibile a partecipare a quelle metodologie corruttive…
Ed allora, ricerchiamoli questi soggetti: Chi sono, dove operano, quanto sono legati a quel sistema??? 
Alcuni di essi svolgono i loro incarichi all’interno di quegli apparati burocratici… già, lì troviamo come dirigenti, funzionari ed anche semplici commessi…
Sono certamente dipendenti “infedeli”, che dimostrano essere collusi non solo con quel sistema corruttivo, ma a volte anche con quello mafioso, in quanto alcuni di loro, sono strettamente affiliati a quella associazione, attraverso legami di parentela con personaggi di quelle cosche… 
Continuando troviamo la categoria degli imprenditori, di quei soggetti che per compiere le loro frodi si circondano di familiari e parenti vari, ai quali poter affidare metodologie illegali necessarie per mettere in campo un sistema “occulto” societario, che permetta grazie ad alcuni sotterfugi di “evadere” quegli extra-utili, dai bilanci amministrativi della società…
Nel compiere questo, ovviamente si affiancano a veri e propri professionisti, consulenti esterni qualificati che naturalmente si prestano a mettere in pratica quanto richiesto da quel loro cliente, senza mai esortare quest’ultimo, ad adoperarsi affinché si metta in riga o quantomeno rientri in quelle modalità previste dalle normative vigenti…
Eguale considerazione viene compiuta peraltro da quei propri legali, chiamati in causa dai loro clienti, quando si ritrovano a soccombere sotto la scure delle forze dell’ordine o degli organi giudiziari…   
Pensare d’altronde che queste categorie professionali, possano consigliare quei loro clienti ad intraprendere una strada diversa, quella della legalità, è follia pura!!! 
Già, nessuno di loro suggerisce di adempiere a quanto previsto, perché ciò condurrebbe sicuramente alla perdita non solo del cliente, ma di ciò che più interessa: Il pagamento a fine mese della parcella!!! 
E sì, perché a differenza di ciò che uno potrebbe pensare, non vi è alcuna differenza tra questi professionisti e i loro clienti: Ciascuno di essi punta esclusivamente ad una cosa… al proprio tornaconto!!!
D’altro canto vorrei fare una considerazione: Se l’imprenditore evade le tasse previste… lo fa perché capace da solo di alterare i valori di quella falsa contabilità oppure perché quest’individuo, certamente “sprovveduto”, si è fatto assistere da qualcuno all’interno del proprio ufficio o da qualche competente professionista esterno???
Ed allora come potete comprendere, c’è sempre qualcuno che si presta a partecipare a quelle astuzie, che si adopera affinché quelle richieste vengano esaudito in cambio del vile denaro e soprattutto per continuare a sfruttare quella “gallina dalle uova d’oro“!!!
Pensateci… se non ci fosse la disponibilità di molti di loro a questa volontaria partecipazione, non vi sarebbe alcun meccanismo illegale nel nostro Paese… 
Ma per far ciò – come vado da sempre ripetendo –  bisognerebbe iniziare educando al rispetto di ciò che è di tutti, dallo Stato ai rapporti con politici, amministratori, dirigenti, funzionari, professionisti, imprenditori, fino al più ordinario dipendente di una struttura, sia essa pubblica che privata, passando attraverso la costruzione di legami autentici e trasparenti, senza alcun interesse personale e non per come sono oggi avviene, improntati esclusivamente sull’astuzia e la scaltrezza. 
La furbizia si sa… non paga: Crea l’illusione di “avercela fatta”, ma i mezzi con cui si è agito prima o poi, si ritorceranno contro!!!
Nuddu si pigghia si nun s’assumigghia”… e se oggi vi sentite “circondati o assediati” da tutti questi numerosi furbi, ricordatevi che potete fare la differenza: scegliere di essere onesti, leali e retti… e non più falsi per come saranno per sepre loro!!!