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Si chiamano liste “civette” e rappresentano politicamente quanto di più perfido può avvenire – durante una tornata elettorale – a chi malauguratamente, s’imbatte in esse…

Queste liste elettorali, sono elaborate (in maniera celata e magari anche attraverso accordi “sottobanco†definiti con l’avversario), non per vincere la competizione o per sostenere il proprio candidato, ma per “drenare” quei voti e farlo così… perdere!!! 
Lo stesso Mussolini ad esempio, adottò questo tipo di liste; difatti, alle elezioni del 1924 usò queste per nascondere il partito fascista sotto altri nomi, per potersi successivamente appropriare di quei pochi seggi rimasti ancora a disposizione delle opposizioni…
Oggi quindi ho la convinzione che si stanno formando delle liste civette” o meglio di disturbo…  con simboli e denominazioni diverse da quelle della coalizione principale, il tutto per sottrarre voti a quel proprio raggruppamento e indirizzarle all’ultimo minuto, verso le forze d’opposizioni…
Quanto sopra riportato, mi sembra che stia per accadere nella coalizione del Centro-destra, capeggiata da Nello Musumeci… dove taluni suoi alleati confermano di appoggiare quella sua candidatura alla presidenza della Regione… ma di fatto, qualcuno sta boicottando quelle votazioni (senza fare nomi…) creando future alternative… 
D’altronde non è una novità… è già accaduto 5 anni fa, dove alcuni “traditori” di quella coalizione di centro-destra, sono passati improvvisamente con l’opposizione, portando a vincere il candidato del Pd, Rosario Crocetta… 
Oggi infatti, quello stesso posto di governatore è ancora ambito dal centrosinistra, in particolare proprio da quel partito del segretario Renzi, che sta sostenendo il Prof. Fabrizio Micari…
Ma non è il solo partito ad appoggiarlo, anche altre liste indipendenti si sono fatte avanti… vedasi ad esempio il “P.S.I.” del segretario regionale Nino Oddo o “Sicilia Futura” del presidente Totò Cardinale a cui vanno sommate molte liste civiche, che hanno conseguito in Sicilia nelle ultime Amministrative, risultati interessanti di grande solidità e prospettiva…
Certamente una vittoria del centro-sinistra è alquanto difficile, ma pur di contrastare quel M5Stelle di Cancelleri, sono in molti a coalizzarsi con quell’unico obbiettivo, che deve portare a non far vincere le elezioni ai grillini, dati ancora oggi in molti sondaggi… vincenti!!!  
Ecco perché non sarà semplice per Musumeci, tenere coeso quel suo gruppo, perché in molti – prevedendo anche una sua possibile sconfitta – stanno dirottando una parte del proprio elettorale verso l’altro schieramento d’opposizione, cercano così di garantirsi anticipatamente una poltrona, in entrambi le coalizioni…
D’altronde, tutto ormai si gioca sulle liste o meglio, sui soggetti chiamati a rappresentare quella coalizione e poca importanza dimostrano avere gli elettori per il pensiero politico… o sul tipo di società a cui ambire, oppure, cosa intendere per agire politico e valutare di conseguenza i rapporti che investono la politica, negli ambiti della vita comune…
Le persone chiamate al voto non si chiedono nulla di quanto sopra!!!
La preferenza è fatta esclusivamente sulla persona, sull’eventuale possibilità di ricevere in cambio un qualche favore personale, il voto è di fatto “clientelismo” e non c’è nessuno tra i cittadini che sappia dire con coraggio a quel candidato: io non ti voto!!!
Ciò che accadrà il 5 Novembre è una vera e propria “messa in scena” di quanto l’elezione è già stata pianificata e simulata; chissà se quel giorno assisteremo alla cocente delusione di qualcuno, che già sin d’ora, si sente vincitore…
Voler credere che si andrà a votare in maniera democratica è qualcosa di falso: i voti sono già stati promessi e di vero in questa campagna elettorale non vi è nulla, perché tutto è stato deciso a monte, con la designazione dei vincitori e dei vinti!!!
I sondaggi…??? Lasciateli perdere, in Sicilia non hanno mai contato nulla!!!

“Ammettiamo che in questa zona, in questa provincia, operino dieci ditte appaltatrici: ogni ditta ha le sue macchine, i suoi materiali: cose che di notte restano lungo le strade o vicino ai cantieri di costruzione; e le macchine son cose delicate, basta tirar fuori un pezzo, magari una sola vite: e ci vogliono ore o giorni per rimetterle in funzione; e i materiali, nafta, catrame, armature, ci vuole poco a farli sparire o a bruciarli sul posto. Vero è che vicino al materiale e alle macchine spesso c’è la baracchetta con uno o due operai che vi dormono: ma gli operai, per l’appunto, dormono; e c’è gente invece, voi mi capite, che non dorme mai. Non è naturale rivolgersi a questa gente che non dorme per avere protezione?â€.

Siamo a pagina 7 del Libro di Sciascia: Il giorno della civetta.
Come non ricordare altresì il regista Damiano Damiani che nel 1968 ne fece un film con Franco Nero e la bellissima Claudia Cardinale…
Vi ricordate il capitano Bellodi… comandante della compagnia dei Carabinieri di C. (un personaggio al quale Sciascia si era ispirato prendendo spunto dal “reale” capitano dell’arma di Agrigento: Renato Candida, divenuto poi Generale…) e di quei dialoghi con il fratello del costruttore edile ucciso dalla mafia locale, Salvatore Colasberna…
Bisogna rammentare che fino a quel momento, la mafia, era una concezione astratta, una parola che non doveva essere mai pronunciata, anzi se ne doveva negare l’esistenza…
Nessuna informazione doveva emergere e la politica doveva starne fuori… o meglio, doveva  occuparsi esclusivamente di far ricevere i finanziamenti per gli appalti (da girare alle proprie imprese associate…) ed in cambio (il partito) l’ex Dc… ed i suoi uomini, avrebbero ricevuto i cambio quei voti pattuiti…
In che modo…??? 
C’è lo dice lo stesso capitano Bellodi…
“Ci sono dunque dieci ditte: e nove accettano o chiedono protezione. Ma sarebbe una associazione ben misera, voi capite di quale associazione parlo, se dovesse limitarsi solo al compito e al guadagno di quella che voi chiamate “guardiania”; la protezione che l’associazione offre è molto più vasta. Ottiene per voi, per le ditte che accettano protezione e regolamentazione, gli appalti a licitazione privata; vi dà informazioni preziose per concorrere a quelli con asta pubblica, vi aiuta al momento del collaudo e soprattutto tiene buoni gli operai… 
“Minchia… stu cazz’ i libru pari scrittu ora… i’e no cinquant’anni fa!!! Pi davveru… curnutu do riavulu, si ci pensi… di tannu a’ oggi ca cangiatu… nenti!!!”.
E difatti cos’è cambiato???
Il controllo prepotente del territorio, degli appalti, della ricchezza di questa terra è rimasto da sempre in quelle stesse mani… o meglio a disposizione di quella associazione, che nel corso degli anni si è andata evolvendo, affidando a seconda delle circostanze, quel proprio patrimonio a suoi “adepti” prestanome…
Sono gli stessi uomini e/o donne che, di volta in volta (a seconda delle indagini giudiziarie…) vengono arrestati ed il patrimonio intestato loro, viene confiscato…
D’altronde, la gestione mafiosa negli appalti pubblici ha permesso che si alimentasse quella corruzione nelle pubbliche amministrazioni, accrescendone lo scambio di voto e legando in maniera indissolubile, la classe politica con l’associazione criminale…
Di contro, gli appalti di quelle opere pubbliche hanno permesso che la corruzione dilagasse anche tra quelle persone che di fatto, avrebbero dovuto controllare…
Analogamente, il flusso di denaro circolato con gli appalti a permesso a quel “sistema mafia” di riciclare tutto il denaro sporco proveniente dai traffici illeciti, in denaro pulito… ed ora, reinvestito in moderne e limpide attività commerciali!!!
Oggi, il pericolo più grave non è quello rappresentato dalla visibilità espressa sotto forma di violenza da parte di quei delinquenti, ma è la parte più nascosta della mafia: quella che scava nella società, quella che si addentra nelle istituzioni e nell’economia, quella cioè che controlla ogni parte del nostro territorio, ed è la stessa che da sempre, corrompe gli uomini e ne impedisce lo sviluppo e la democrazia!!!
Riprendendo Sciascia: ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire è l’ultima speranza!!!


Ahh… l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire ” UMANITA’ “, una bella parola… ma piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i ( e con rispetto parlando…) pigliainculo e i quaquaraquà… 

Pochissimi sono gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… e invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… ed ancora più in giù troviamo i piglianculo, che vanno diventando un esercito…, ed infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… 
Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo… lei è un uomo!!!
Questo era il colloquio fra il capo della mafia locale, don Mariano Arena e il capitano dei carabinieri, Bellodi, nativo di Parma, splendido ed incorrutibile investigatore. 
Nel suo romanzo Sciascia, descrive Bellodi come un ufficiale per il quale “ l’autorità di cui era investito considerava come il chirurgo considera il bisturi: uno strumento da usare con precauzione, precisione e sicurezzaâ€.

La mafia, l’omertà e la collusione a svariati livelli nello Stato, il profondo radicamento mafioso nella popolazione, sono le basi narrative su cui si poggia il romanzo poi diventato un celebre film con il titolo ” Il giorno della civetta “, oggi come allora attuale, dal forte messaggio di denuncia…, in un momento in cui l’attivismo antimafia sta attraversando un momento di scarsa visibilità e di debole dinamicità, rispetto ad alcune fasi del passato, dove l’appassionata reazione della società civile, seguita alle stragi degli anni novanta, aveva operato una completa trasformazione, sia nei giudizi che nei comportamenti degli stessi cittadini nei confronti della  mafia….

I problemi della realtà siciliana, dovuti principalmente a quel sottosviluppo culturale ed economico, che rappresenta su tutti i cittadini, una spada di Damocle, crea indirettamente, quella condizione favorevole per poter alimentare consensi alla mafia, che in questa anomala situazione, tende a sostituirsi allo Stato per poterne prenderne il posto…
L’organizzazione mafiosa infatti, continua in maniera imperturbabile i propri affari, procedendo così in maniera silenziosa a muovere i propri tentacoli, grazie a quelle connivenze politiche e istituzionali, confortate da deboli resistenze da parte di commercianti e  imprenditori alle richieste estorsive, incoraggiati dall’omertà assoluta da parte dei cittadini, sollevati da quella mancata credibilità sulle istituzioni statali e sulla incapacità di fare rispettare le regole, rassicurati inoltre da controlli inesistenti e dalla ampia discrezionalità nelle applicazioni delle norme, e per finire… appoggiati da una inespressa e superficiale repressione statale, fatta di procedimenti penali ” soft ” e non certamente severi…

Per fortuna in direzione opposta, vanno altri fenomeni, quali, le decise prese di posizioni da parte di uomini della Chiesa, dai movimenti sorti sulla spinta dell’emozione causata dalle stragi, dalla nascita di associazioni come quella di ” Libera “, dalla realizzazione del consorzio ” Sviluppo e legalità ” che gestisce i beni confiscati alle mafie, unendo produzione e lavoro a riscatto sociale e culturale; 
L’educazione alla legalità nasce con i genitori, si sviluppa nelle scuole e si diffonde attraverso la quotidianità, grazie al lavoro che diventa garanzia di prospettiva per se e per i propri figli…
Alla luce di quanto sopra, soltanto attraverso una trasformazione radicale sia nel pensiero che nella cultura, si può generare quella necessaria trasformazione, che possa favorire definitivamente quel cambio di direzione fondamentale, da quelle logiche ormai intrinseche nei pensiero di quanti vivono ed operano nel nostro Mezzogiorno…
Tentare di voler cambiare questo stato di cose, può sicuramente  risultare difficile, ma come ha detto Gian Carlo Caselli: voler incentrare la strategia di contrasto della criminalità mafiosa esclusivamente sul solo terreno, tecnico investigativo, e non anche su quello politico culturale, alla lunga è inesorabilmente perdente…