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Si era specializzato nelle rapine nel capoluogo emiliano…

A prima vista sembrava una di quelle abituali rapine compiute da un qualsivoglia malvivente della zona, poi la sorpresa quando si è compreso che il rapinatore fosse un sottufficiale dell’arma dei carabinieri in servizio presso la Banca d’Italia.

Mi chiedo Рse proprio doveva rapinare Рforse era meglio farlo in quella banca che accontentarsi di qualche spicciolo, tanto il reato ̬ eguale!!!

Comunque il carabiniere “rapinatore” durante il colpo si è fatto consegnare poche centinaia di euro e seppur le telecamere della farmacia non avevano permesso di identificare l’uomo, grazie alla ricostruzione di quei suoi spostamenti, effettuati in precedenza e nei giorni successivi, si è giunti a comprendere come egli si fosse – immediatamente dopo la rapina – cambiato d’abito in un locale vicino…

Difatti, il gestore del locale lo ha poi identificato, dichiarando ai suoi colleghi come l’uomo entrato fosse un carabiniere in servizio presso il vicino ufficio della Banca d’Italia.

Ora il sottufficiale rischia la radiazione dell’arma e quindi, dopo essere stato condotto in carcere e confessato il furto, ha accampato quale giustificazione quella di esser ahimè pieno di debiti…

Ovviamente sono tutti lì pronti a tirare la pietra, ma – mi dispiace dirlo – non so quanti realmente (anche tra i suoi colleghi… ) possono realmente fare ciò e sì… perché facile condannare chi si è macchiato di questa grave colpa, ma a volte ci si dimentica come il più delle volte, durante il proprio operato, si scende a compromessi o ancor peggio si è fatto un uso distorto di quella divisa…

D’altronde perché meravigliarsi, vicende come quella ora riportata è già capitata tante e tante di quelle volte, il sottoscritto ad esempio in questi lunghi anni ha scritto pagine e pagine, vedasi ad esempio questa del 2018: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/05/double-face-uomini-dal-doppio-volto.html

Certo, ora come sempre avviene in questi casi, l’Arma si è dissociata, condannando il comportamento del maresciallo che è stato immediatamente sospeso!!!

Ora, senza voler giustificare quell’insano comportamento d’una cosa comunque resto convinto e cioè che, quella tipologia di professione, dovrebbe essere maggiormente gratificata, in particolare i suoi livelli più bassi: sarebbe infatti opportuno ridurre un parte di quel denaro concesso a chi sta in alto, dietro a quelle loro scrivanie (senza dimostrare di averne merito) e concedere certamente qualcosa in più, a chi viceversa rischia ogni giorno la propria vita, già… operando sul campo!!!

Qualcosa non quadra!!!

Sì… perché solitamente questi attacchi vengono compiuti per rapire gli ostaggi e chiedere il pagamento di un riscatto e quindi mai per ucciderli!!!   

Ora, come sempre accade in queste circostanze, si sta provando a comprendere quanto sia accaduto all’ambasciatore italiano e al carabiniere addetto alla sua scorta… 

Per quanto mi riguarda una cosa è certa, sono caduti in un’imboscata, aggiungerei preparata minuziosamente, perché qualcuno sapeva di quel loro passaggio, già di quel convoglio in transito della “World Food Programme” su una strada dichiarata incredibilmente “sicura“, quando tutti sapevano bene, anche i meno esperti di quei luoghi, che quel transito a nord della città di Goma fosse pieno di pericoli, parliamo di un’area in quotidiano conflitto, vista la presenza di circa 120 gruppi di guerriglieri che ogni giorno si vanno fronteggiando…

Ma non solo, nessuna scorta è stata assegnata ai nostri italiani, neppure le auto consegnate per quel tragitto erano blindate, come d’altronde nessuna protezione individuale è stata presa in considerazione, come ad esempio la consegna di giubbotti antiproiettile o di elmetti…

Già… ho come l’impressione che dietro quella missione umanitaria vi sia stata troppa leggerezza o che forse qualcuno di quel convoglio si sentiva talmente sicuro da poter effettuare quel viaggio senza subire alcun attacco…

Contrariamente a quanto sopra riportato, sono bastati un numero esiguo di assalitori, all’incirca 6/7 per compiere quel vile attentato che purtroppo come abbiamo visto ha portato all’omicidio dei nostri due italiani e di un’autista congolese… 

D’altronde non si spiega perché dopo che i nostri uomini – insieme ad altri soggetti presenti – erano stati condotti nella foresta e secondo quanto ho letto –proprio mentre stavano arrivando delle forze locali in loro soccorso – quegli assalitori, avrebbero deciso – non si conoscono i motivi – di procedere con quella feroce esecuzione contro il nostro carabiniere e ambasciatore, mentre nello stesso istante, stranamente, altri ostaggi venivano risparmiati per essere sequestrati… 

Va altresì riportato quanto dichiarato dai guerriglieri del Ruanda che da parte loro negano qualsivoglia responsabilità e respingono le accuse delle autorità di Kinshasa… determinando ancor più quindi confusione e sospetti… 

Ora qualcuno dice che si è trattato di un incidente in quanto gli aggressori si sono trovati a scontrarsi con un gruppo di guardie forestali di pattuglia nella zona sostenuti dai militari delle forze armate congolesi, ma anche lì, i molti presenti, smentiscono questa ricostruzione… 

Come dicevo all’inizio una circostanza alquanto ambigua, sicuramente non chiara, d’altronde lo stesso responsabile locale della polizia ha affermato di non essere stato al corrente dello spostamento dell’ambasciatore in quell’area…

Il sottoscritto per esperienza, avendo vissuto parecchi anni all’estero in luoghi più o meno similari ritiene (anche se mi auguro di sbagliarmi) che quell’attentato è stato pianificato, sicuramente per motivi che sfuggono alla nostra comprensione, ma per come è stato compiuto e per la violenza manifestata, l’impressione ricevuta è che egli abbia dato fastidio a qualcuno…

Ed allora mi chiedo: non è che forse l’ambasciatore con la sua ingerenza, ha toccato interessi che non dovevano subire interferenze??? 

Quel suo mostrarsi così sensibile ai problemi sociali, quel voler contrastare in tutti i modi le violenze esercitate sulle donne e i bambini, quel voler proteggere ad ogni costo i diritti umani e la determinazione messa in atto nel lottare quotidianamente contro la tratta delle donne, facendosi portavoce d’interventi che avevano determinato azioni e soprattutto provvedimenti giudiziari nei confronti di taluni soggetti che da sempre applicano quegli abusi, non potrebbero essere questi i reali motivi di quella aggressione che ha determinato quel suo omicidio???

D’altronde il suo era un  impegno politico che non si fermava alle parole, ma che aveva dato il via ad azioni concrete, sia nei confronti di quei governi che si erano dimostrati troppo indulgenti, ma anche nei confronti di quei soggetti violenti e forse chissà quel suo volersi dedicarsi in maniera così decisa contro quei criminali, quel voler offrire protezione attraverso il suo impegno, quel dare una mano verso chi soffre e necessita di una possibilità per sfuggire alla schiavitù riprendendo in mano la propria vita… ecco forse tutto questo ha dato fastidio, ed è stato quindi deciso di uccidere quell’ambasciatore inopportuno, forse chissà anche troppo invadente e purtroppo anche chi era lì accanto per proteggerlo… 

Peraltro, da qualche parte sul web ho letto che altri individui di quel convoglio sono stati presi in ostaggio e ciò conferma ancor più la mia tesi e cioè che non era il riscatto ha rappresentare il reale motivo di quel sequestro (messo in atto per ottenere riscatti milionari) ma sicuramente qualche altro fattore…

Ecco perché sono sin d’ora certo che su quanto accaduto non si saprà la verità!!!

Vedrete… tutto verrà insabbiato, perché dietro quegli omicidi potrebbero emergere contesti più ampi che non possono essere in alcun modo riportati all’opinione pubblica e quindi prevedo che quella (apparente) indagine sulla morte dei nostri due connazionali verrà fatta passare per una imprevista disgrazia!!!    

“Ammettiamo che in questa zona, in questa provincia, operino dieci ditte appaltatrici: ogni ditta ha le sue macchine, i suoi materiali: cose che di notte restano lungo le strade o vicino ai cantieri di costruzione; e le macchine son cose delicate, basta tirar fuori un pezzo, magari una sola vite: e ci vogliono ore o giorni per rimetterle in funzione; e i materiali, nafta, catrame, armature, ci vuole poco a farli sparire o a bruciarli sul posto. Vero è che vicino al materiale e alle macchine spesso c’è la baracchetta con uno o due operai che vi dormono: ma gli operai, per l’appunto, dormono; e c’è gente invece, voi mi capite, che non dorme mai. Non è naturale rivolgersi a questa gente che non dorme per avere protezione?â€.

Siamo a pagina 7 del Libro di Sciascia: Il giorno della civetta.
Come non ricordare altresì il regista Damiano Damiani che nel 1968 ne fece un film con Franco Nero e la bellissima Claudia Cardinale…
Vi ricordate il capitano Bellodi… comandante della compagnia dei Carabinieri di C. (un personaggio al quale Sciascia si era ispirato prendendo spunto dal “reale” capitano dell’arma di Agrigento: Renato Candida, divenuto poi Generale…) e di quei dialoghi con il fratello del costruttore edile ucciso dalla mafia locale, Salvatore Colasberna…
Bisogna rammentare che fino a quel momento, la mafia, era una concezione astratta, una parola che non doveva essere mai pronunciata, anzi se ne doveva negare l’esistenza…
Nessuna informazione doveva emergere e la politica doveva starne fuori… o meglio, doveva  occuparsi esclusivamente di far ricevere i finanziamenti per gli appalti (da girare alle proprie imprese associate…) ed in cambio (il partito) l’ex Dc… ed i suoi uomini, avrebbero ricevuto i cambio quei voti pattuiti…
In che modo…??? 
C’è lo dice lo stesso capitano Bellodi…
“Ci sono dunque dieci ditte: e nove accettano o chiedono protezione. Ma sarebbe una associazione ben misera, voi capite di quale associazione parlo, se dovesse limitarsi solo al compito e al guadagno di quella che voi chiamate “guardiania”; la protezione che l’associazione offre è molto più vasta. Ottiene per voi, per le ditte che accettano protezione e regolamentazione, gli appalti a licitazione privata; vi dà informazioni preziose per concorrere a quelli con asta pubblica, vi aiuta al momento del collaudo e soprattutto tiene buoni gli operai… 
“Minchia… stu cazz’ i libru pari scrittu ora… i’e no cinquant’anni fa!!! Pi davveru… curnutu do riavulu, si ci pensi… di tannu a’ oggi ca cangiatu… nenti!!!”.
E difatti cos’è cambiato???
Il controllo prepotente del territorio, degli appalti, della ricchezza di questa terra è rimasto da sempre in quelle stesse mani… o meglio a disposizione di quella associazione, che nel corso degli anni si è andata evolvendo, affidando a seconda delle circostanze, quel proprio patrimonio a suoi “adepti” prestanome…
Sono gli stessi uomini e/o donne che, di volta in volta (a seconda delle indagini giudiziarie…) vengono arrestati ed il patrimonio intestato loro, viene confiscato…
D’altronde, la gestione mafiosa negli appalti pubblici ha permesso che si alimentasse quella corruzione nelle pubbliche amministrazioni, accrescendone lo scambio di voto e legando in maniera indissolubile, la classe politica con l’associazione criminale…
Di contro, gli appalti di quelle opere pubbliche hanno permesso che la corruzione dilagasse anche tra quelle persone che di fatto, avrebbero dovuto controllare…
Analogamente, il flusso di denaro circolato con gli appalti a permesso a quel “sistema mafia” di riciclare tutto il denaro sporco proveniente dai traffici illeciti, in denaro pulito… ed ora, reinvestito in moderne e limpide attività commerciali!!!
Oggi, il pericolo più grave non è quello rappresentato dalla visibilità espressa sotto forma di violenza da parte di quei delinquenti, ma è la parte più nascosta della mafia: quella che scava nella società, quella che si addentra nelle istituzioni e nell’economia, quella cioè che controlla ogni parte del nostro territorio, ed è la stessa che da sempre, corrompe gli uomini e ne impedisce lo sviluppo e la democrazia!!!
Riprendendo Sciascia: ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire è l’ultima speranza!!!