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Arriva l’estate ed ecco che anche la criminalità inizia i preparativi affinché quel flusso di denaro “legale”, vada ad incrementare illegalmente le proprie casse…

Dopo un periodo di crisi dovuto alla pandemia ora finalmente si guarda con ottimismo a quel settore  turistico, che – a causa della mancanza di liquidità da parte di molti imprenditori del settore – ha permesso alla criminalità organizzata d’infiltrarsi o comunque espandersi disponendo di quelle cospicue somme di denaro, utilizzate in quel periodo drammatico per concretizzare veri e propri affari, vista la completa disponibilità di molti imprenditori a cedere volontariamente le loro attività…

Il quadro della situazione è ormai ben chiaro a tutti…

Questo rappresenta un settore sensibile alle infiltrazioni e lo sanno bene sia le Prefetture che le forze dell’ordine; purtroppo però c’è poco da fare per stroncare questo fenomeno, in quanto le procedure messe in campo (da quei soggetti “occulti”) sono realizzate in maniera regolare grazie a professionisti competenti che con la massima diligenza preparano la documentazione prevista ai sensi di legge, per quei loro clienti incensurati, “prestanome†(o dovrei chiamarle con il loro nome… “teste di legno”), poste ai vertici di quelle società di servizi…  

Certo, ogni tanto per contrastare quel fenomeno vengono emesse delle interdittive antimafia nei confronti ahimè di quei soggetti ritenuti “burattini“, ma come si dice nell’ambiente: “morto un papa, eccone un altro“!!!

L’importante è – come riportavo ieri – non dover interrompere mai questi esercizi, in quanto essi rappresentano le “lavatrici” dei profitti di quella economia sommersa, attraverso cui la criminalità  accumula denaro…

Mi riferisco a quei settori illegali come la vendita di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, la manodopera in agricoltura, il gioco illegale, l’usura, il racket… 

Sono tutte attività illegali che determinano un grande flusso di denaro contante e che hanno necessità di essere nuovamente investiti in nuove attività legali che hanno quale compito principale, quello di riciclare il denaro sporco incassato. 

Ed ecco quindi che anche una grossa fetta di quel settore turistico rientra in quel meccanismo, d’altro canto queste sono attività che permangono solitamente per una sola stagione, per poi chiudere e riaprire l’anno successivo, attraverso un nome nuovo e grazie all’avvicendamento del rappresentate legale, solitamente “nullatenente” e quasi sempre, senza alcuna preparazione…  

Sì… da qualche parte ho letto che esistono degli elenchi (“White List”) su cui vengono inserite le società che hanno già subito uno screening da parte delle forze di polizia, già… un pedigree limpido che permette loro essere ritenuti affidabili e non condizionati dalla criminalità organizzata…

Ma su questo argomento ho già scritto numerosi post, evidenziando le banali modalità con le quali è possibile bypassare quei controlli; peraltro basti osservare le inchieste giudiziarie degli ultimi anni, per comprendere come quelle stesse associazioni criminali abbiano messo in pratica le metodologie riportate per continuare i loro affari illegali, con l’approvazione o dovrei dire con il benestare dello Stato!!!

Riprendendo un detto popolare dei miei concittadini: “Quannu a Sant’Aita s’arrubanu… ci misuru i canceddi i ferru!!!
Aver visto ieri sui Tg nazionali e regionali, quanto accaduto presso la nostra Playa… dimostra per l’ennesima volta – senza voler fare polemica – come da noi tutto è basato sulle chiacchiere o dovrei dire nel caso specifico sulla predisposizione di documenti (cartacei) che non hanno alcuna corrispondenza reale, con l’attività svoltasi… 
La dimostrazione di quanto accaduto ieri conferma quanto dal sottoscritto riportato… 
Infatti… mi riferisco a quella mancata messa in pratica di ciò che vi è riportato su quell’inservibile “Documento Valutazione dei Rischi”, realizzato da chissà quale “pseudo” responsabile della sicurezza, che non ha neppur da lontano compiuto una visita ispettiva su quei luoghi di lavoro, su quelle strutture di balneazione ed anche, su tutte le connesse attività presenti, come ad esempio gli uffici di accoglienza, la segreteria/direzione, i locali ricreativi e soprattutto tutti quei locali in cui sono presenti gli impianti tecnologici, la ristorazione, il bar, ecc… 
Sono sicuro che quei tecnici, hanno semplicemente “fotocopiato” uno dei tanti modelli di base DVR (Documento valutazione dei rischi conforme all’Art. 28 del D.lgs 81/2008 s.m.i.) prestatogli da un collega, gli hanno semplicemente cambiato il nome dello stabilimento balneare e senza preoccuparsi di fare tutte quelle reali valutazioni del luogo, degli ambienti, delle attrezzature legate alle fasi operative, degli addetti alla sicurezza presenti e di quelle formazioni effettuate (e soprattutto se quest’ultime sono state negli anni aggiornate…) ecco senza aver compiuto nulla di tutto ciò, hanno redatto il documento…

Oltre a ciò… hanno per di più predisposto il Piano di Emergenza ed Evacuazione, senza valutare eventuali rischi interferenti, ma soprattutto senza aver programmato insieme al titolare di quella struttura, alcune prova di evacuazione, prevedendo ad esempio eventuali rischi d’incendio, di sisma o tzunami… simulando quindi, quanto necessario per la salvaguardia dei clienti presenti in quello stabilimento balneare!!!

Sono certo che in tanti anni, nessuna di quelle strutture ha mai compiuto quanto sopra… già nessuno di loro, come d’altronde neppure quegli enti predisposti, già mai una prova per simulare una situazione d’emergenza, come peraltro non era mai – fino a ieri – predisposta una alternativa “Via di fuga” da quell’area…
Mia figlia ad esempio proprio ieri pomeriggio, si trovava in un lido “Le Piramidi” posto all’incirca nella zona mediana di quel litorale… e nel provare ad allontanarsi con il proprio motorino, si è trovata bloccata nei due sensi di marcia.. sia in direzione tangenziale dove era presente un rogo, che ritornando verso il faro, dove si era sviluppato per l’appunto l’incendio… 
Cosa dire… per fortuna che a limitare i danni sono intervenuti loro, quegli eroi chiamati “pompieri” che in questi giorni, a causa delle alte temperature che stanno alimentando ovunque incendi, non stanno trovando un momento di pausa…
Ora, nello scrivere questo post, sto ascoltando contemporaneamente il Tg su “Telecolor”, in particolare sto osservando quanto accaduto alla Playa…
Certo… ascoltare come alcuni dipendenti d’aver rischiato la propria vita per mettere in sicurezza l’impianto di rifornimento Agip nel quale operavano (adiacente quell’Ente fiera da tempo abbandonato…) o sentire quanto dichiarato ahimè da un’altro concittadino, che ha parlato della presenza sì… dei soccorritori… ma ahimè senz’acqua, fa venire una certa agitazione…
Ecco perché ritengo che da quanto sopra, la nostra Procura etnea debba approfondire in maniera accurata quanto accaduto nella giornata di ieri, ma soprattutto dovrà predisporre un controllo particolarmente dettagliato su tutte quelle strutture di balneazione, dalla messa in opera su quanto riportato in quei documenti obbligatori (previsti nel D.lvo. 81/08 e s.m.i.) e soprattutto verificare la predisposizione di tutte quelle attrezzature necessarie in materia di prevenzione, compresa la loro corretta manutenzione, in quanto quest’ultima assume un ruolo fondamentale, nella garanzia del mantenimento di quei requisiti nel tempo!!!
Altrimenti tutto resterà come sempre, e le nostre vite saranno affidate al fato…  
Perché si sa, appena passato questo periodo si procederà come al solito, già… con quel modo di procedere in maniera sterile e inefficace oppure per come riportato all’inizio, si prenderanno provvedimenti, soltanto quando ormai il danno è stato compiuto: “Quannu a Sant’Aita s’arrubanu… ci misuru i canceddi i ferru”!!!
In questi giorni mi sono imbattuto in alcuni problemi strutturali di un impianto di depurazione in località Giardini Naxos – Calatabiano. 
Di una cosa sono certo… (ma questa mia riflessione è stata riportata alcuni giorni fa da “Goletta verde”), che l’impianto di depurazione consortile non funziona in maniera perfetta o quantomeno ottimale…
Ricordiamo che lo scarico doveva prevedere un condotta di allontanamento sottomarino distante circa 500 mt ed invece scarica direttamente tra il litorale ed il fiume Alcantara…
Da qualche parte ho letto che i controlli programmati sullo stesso sono all’incirca di tre l’anno… e quindi certamente pochi per comprendere, cosa potrebbe accadere in tutti quei giorni, nei quali ovviamente nessuno controlla, senza cioè che nessuno di quei responsabili, possa accorgersi di eventuali rischi in quel momento presenti…
Ma d’altronde cosa volete… se le risorse sono limitate cosa si vuole pretendere, sono certo che è così che risponderebbero alle nostre domande…
Va aggiunto inoltre che proprio in questi giorni, l’impianto entra in crisi, avendo per ragioni collegate con la stagione estiva, un aumento sproporzionato del flusso, con un forte carico organico ed è il motivo per cui -in queste particolari condizioni- l’impianto di depurazione ne risente…
Ma d’altronde se si pensa che negli anni avvenire anche altri comuni inviavano i liquami al depuratore, l’impianto oltre a risultare sottodimensionato (non potendo ovviamente ricevere quel sovraccarico), si è costatato d’ulteriori problemi di manutenzione alle condotte fognarie, che hanno creato problemi d’infiltrazione nelle acque bianche…

Una cosa è certa: l’impianto è in grosse difficoltà tecniche e non è in grado più di assolvere a pieno alle sue funzioni!!!
La conseguenza di ciò, è ovvia… a mare giunge di tutto e non basta sicuramente quel segnale di divieto di balneazione a bloccare il flusso dei turisti o dei residenti, i quali, in questo periodo estivo, sono enormemente aumentati…
Il pericolo ambientale è certo… la salute è a rischio, speriamo quantomeno che qualcuno comprenda che forse è tempo di smettere di parlare e cominci ad operare in modo professionale su quel depuratore… una volta e per tutte!!!