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Quando sento parlare di accoglienza dei migranti da parte di quel nutrito gruppo che va dai nostri politici all’opposizione a taluni giornalisti di quelle testate (e/o televisioni) di cui conosciamo bene i loro proprietari, mi viene semplicemente da sorridere…
Non sanno neppure come affrontare il problema, hanno fatto entrare in questa nazione – in particolare nella nostra regione Sicilia – centinaia e centinaia di migliaia di migranti, senza che nessuno ne verificasse la loro reale identità…
Già… nessuno ha preso conoscenza se quei soggetti fossero realmente dei profughi scappati da guerre civili oppure se fossero dei malviventi che sfuggivano dai loro paesi d’origine per non affrontare dei processi, nei quali sarebbero stati condannati o ancor peggio, se questi individui sbarcati in questi lunghi anni, sono delle vere e proprie cellule dormienti, appartenenti a qualche gruppo terroristico, infiltrati grazie all’appoggio di scafisti complici…   
Nessuno sa niente, come d’altronde nessun conosce dove la maggior parte di questi soggetti vive o si trovino in questo preciso istante!!!
La verità è che con questi migranti ci hanno mangiato bene e in molti… non per nulla, il capo di “mafia capitale” valutava questo business in termini economici, superiore agli introiti provenienti da droga o da attività criminali!!!
Ed oggi… uno di quegli individui, un autista di un pullman (con condanne per stupro e fermo in stato di ebrezza…) ha messo in atto un atto terroristico, conclusosi bene, solo grazie a dei bambini coraggiosi, che comprendendo quanto stava per accadere, hanno saputo sventare quella tragedia… 
D’altro canto, se quei ragazzini non avessero chiamato le forze dell’ordine… se ancor peggio insieme a quell’autista ci fosse stato anche soltanto un complice, oggi vorrei chiedere a tutti quei signori sopra riportati… di cosa avrebbero parlato???
Del terrorista Salvini, della Diciotti o dei “Cinquantuno”… sì dei 51 alunni che stavano per morire per mano non di un estremista… ma delle politiche folli compiute in questi anni!!! 
Per fortuna che è andata così… sì una fortuna, se ne parla anche poco nei media e già… si ha paura ad affrontare questa circostanza gravissima!!!
Sì… la si vuole far passare come un caso isolato… nel frattempo le fiamme hanno distrutto il pulman e quanto subito da quei ragazzi – ho sentito in radio le loro dichiarazioni che hanno visto la morte con gli occhi – ancora nessuno lo sa, certamente si avrà bisogno in questi giorni di assistenti sociali e psicologi!!!
Adesso, vorrebbero far passare per “pazzo” quel soggetto… 
Ma dico, come si può considerare folle chi ha predisposto tutto nei minimi termini, con la massima cura e organizzazione, predisponendo taniche di benzina e dando alle fiamme un  mezzo appena resosi conto di essere stato scoperto…
Certo, alla fine di questa incredibile avventura, i passeggeri sono rimasti illesi… e l’autista è stato fermato dai carabinieri…
Ora sono tutti felici e contenti, ma se fosse andata diversamente, chi avremmo dovuto ringraziare per queste politiche “aperte” nei confronti dei migranti??? Quali partiti??? Quali loro referenti???
E quanti oggi sono ancora disponibili ad applaudire le navi di quelle pseudo “Ong” che – senza alcuna regolamentazione – si permettono di contestare gli ordini ricevuti della nostra marina, dimostrando di non rispettare nessuna delle norme previste di questo paese e fare i cazz… propri, pur di sbarcare quei migranti!!!
A proposito… per quanti a comando di quelle Ong non lo sapessero, i porti più vicini per chi parte dalla Libia, si trovano in primiss… in Tunisia, Malta e solo per ultima viene l’Italia… 
La prossima volta, dirigano verso quegli Stati quelle loro navi  piene di migranti e vedremo… con quanta amabilità verranno accolti!!!  
Ci sarà mai una giustizia in questo paese???
La notizia racconta di alcuni giudici della Corte costituzionale che hanno difeso un loro collega, indagato per aver utilizzato un benefit, per un uso non  consentito e cioè, quello di adperare l’auto di servizio ed il suo relativo autista, per portare a spasso la propria signora, docente universitaria ed esponente del Partito democratico…
A questi signori non interessa sapere che dobbiamo sostenere un esborso esoso per quelle auto blu e per quei loro autisti… retribuiti tutti con quasi mezzo milione di euro l’anno, no… visto quanto accaduto, non basta!!!
Ed allora, il giudice sorpreso in flagrante, ha deciso di dimettersi… ma ovviamente subito dopo, i giudici della Corte Costituzionale, suoi colleghi, hanno rifiutato le dimissioni… 
D’altronde come si può incriminare un collega, quando questa abitudine, rappresenta di fatto, quanto compiuto quotidianamente da molti altri suoi colleghi???
Difatti uno di essi ha dichiarato: “L’auto è un benefit… è come un’auto aziendale concessa ai dipendenti, senza limiti al suo uso personale”.
Ah… ora tutto è  più chiaro, ma… in cosa consistono quelle eventuali dimissioni???
Come sempre in questo paese… a nulla d’importante… 
Il giudice continuerà a percepire il proprio stipendio, circa 360mila euro all’anno e si limiterà a non partecipare più alle udienze, ma continuerà a lavorare da casa…
Naturalmente dovrà preparerà la sua difesa dalla accusa di peculato che gli ha mosso la Procura di Roma!!!
Al “Cavaliere” Berlusconi ho sempre dato molte colpe, ma su una cosa debbo dargli ragione… e cioè quando ha parlato di una magistratura a modello “casta”!!!
D’altronde se si pensa che la Corte Costituzionale, è l’unico organo dello Stato che si fa da sola le sue leggi… si può comprendere come non è affatto vero quel  detto che dice: “La giustizia è uguale per tutti”!!!
Diceva bene Montesquieu: Non c’è tirannia più crudele di quella che è perpetrata sotto lo scudo della legge e in nome della giustizia!!!
Non si comprende se a volte sia meglio morire che restare vivo e pagare le scelte di un destino che ha voluto favorirne la sorte…
L’autostrada è la A29… il giudice Falcone accompagnato dalla moglie Francesca Morvillo è appena sceso dall’aereo…
La Fiat Croma bianca è lì che li aspetta ed anche il suo autista giudiziario Giuseppe Costanza è in piedi a riceverli insieme alle altre due auto della scorta, una Croma marrone dove c’è alla guida Vito Schifani, accanto all’agente scelto Antonio Montinaro e sul retro siede Rocco Dicillo, mentre nell’altra vettura azzurra vi sono Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo…
Il giudice, come a volte sua consuetudine, si appresta a sedersi alla guida e accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo…
L’autista quindi (avrebbe dovuto guidare lui la Fiat Croma), va ad occupare il sedile posteriore e imboccano l’autostrada in direzione Palermo…
Come tutti sappiamo, quelle auto non giunsero mai a casa, fermarono il loro tragitto, in prossimità di Capaci…
Nell’attentato (23.05.1992) persero la vita il magistrato dell’antimafia e sua moglie Francesca e tre degli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, tra i sopravvissuti, vi furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello ed anche l’autista giudiziario Giuseppe Costanza, che proprio per essere stato obbligato a sedersi in quell’occasione dietro… si salvo!!!
Da quel giorno, la vita dell’autista (è quanto ha dichiarato in una intervista rilasciata a Repubblica) cambio drammaticamente: “al risveglio, dopo l’esplosione, pensavo di aver vissuto il giorno più brutto della mia vita, ma mi sbagliavo… non era quello il giorno più brutto della mia vita. Restare in vita è stato peggio. Quasi una disgrazia, una condanna…. Perché dopo un anno di visite e ospedali, al lavoro non sapevano cosa farsene di me. Mi misero a fare fotocopie in fondo a un corridoio del palazzo di giustizia di Palermo, dentro un box. Era veramente mortificante… dopo otto anni passati in prima linea sempre accanto al giudice Falcone, mi avevano rinchiuso in una gabbia, per di più costretto a sopportare anche un capo ufficio a cui era chiaro che non andavo a genio e che usava sistematica persecuzione sul posto di lavoro, consistenti per lo più in piccoli atti quotidiani di emarginazione sociale, violenza psicologica, ecc…”. 
Ecco… ero scampato all’attentato, ma venivo giornalmente ucciso dalle Istituzioni!!!
Sì lo Stato… lo stesso che l’aveva premiato con la medaglia d’oro al valor civile… si era con tempo dimenticato e forse quella medaglia a lui consegnata dava fastidio a molti, proprio a quanti, per lo svolgimento (inservibile e inconcludente) di quel loro incarico, non l’avrebbero mai ricevuta…
Lui di contro voleva ancora servirlo lo Stato… ma ormai, era stato di fatto relegato…
Le domande trasmesse per altri incarichi… vennero tutte respinte, con motivazione banali… tra cui quella di non essere militare…
Già… per lo Stato era un semplice autista!!!
Ma scusate… è strano, ma ci si dimentica quanto la stessa giurisprudenza attribuisce ad un soggetto che dimostra “di fatto” d’esplicare una particolare condizione, diversa da quella alla quale era collocato…
Difatti Costanza, correttamente riporta: “Che cosa ero stato io se non un militare? Nell’auto blindata di Giovanni Falcone c’era una radio collegata con la sala operativa della questura, accanto a me c’era il giudice… e alla cintola portavo sempre una pistola con il colpo in canna”!!!
Ed allora, per esprimere questa sua tribolazione, ha deciso di pubblicare un libro, s’intitola “Stato di abbandono”…
In quelle pagine (scritte assieme a Riccardo Tessarini), ha descritto le sue vicissitudini, quella battaglia interminabile contro quei numerosi “stolti” burocrati, che affollano gli uffici della pubblica amministrazione… e ricorda le lettere trasmesse… di protesta, che hanno sì condotto a piccole vittorie, ma anche ahimè a tante umiliazioni, finché nel 2004 è stato definitivamente dispensato dal servizio…
Ecco – evidenzia sconsolato Costanza –  “mi hanno rottamato”!!!
Nel libro Costanza, lascia aperti altri interrogativi…
Descrive ad esempio del computer portatile del magistrato, quello che portava sempre con se dentro la propria borsa e che dopo l’attentato non fu mai ritrovato…. 
Ed allora viene da chiedersi… che fine abbia fatto quel computer??? Come mai non se ne parlato subito??? Siamo sicuri che ad uccidere il Giudice Falcone sia stata realmente la mafia o forse dietro quella strage si nascondevano i veri poteri forti di uno antistato, che voleva a tutti i costi, fermare le indagini di quel giudice “incorruttibile”… e chi erano quegli uomini “deviati” appartenenti alle istituzioni??? Non è che forse il giudice aveva scoperto, un accordo tra elementi di “cosa nostra” e uomini “politici” dello Stato, seguiti dai suoi fedeli pubblici ufficiali???
Sono domande che probabilmente non troveranno mai risposta… 
D’altronde qualcuno a fatto in modo che tutto venga insabbiato, ma certamente, colui che è riuscito ad entrare in possesso dell’hard disk (di quel personal computer del giudice Falcone), si sarà potuto permettere in questi venticinque anni, di dettare “ordini” a molti di coloro, che finora ci hanno governato…!!!
Pizzo e mafia a Bagheria, così s’intitola la puntata del 9 Novembre de Le Iene… (link http://mdst.it/03v573326/)
Qualche giorno fa, la iena Giulio Golia si è recato nel piccolo comune di Bagheria,  in provincia di Palermo per intervistare alcune delle vittime del racket…
Abbiamo sentito in questi giorni, come quasi tutti i telegiornali avessero esaltato le gesta eroiche di 36 imprenditori palermitani che si erano ribellati al pizzo, ed ora viceversa, si viene a scoprire dalle interviste nella trasmissione, che molti tra loro, non si erano nemmeno presentati alla procura… ma solo perché informati sui fatti, risultavano (secondo le dichiarazioni di un pentito)  essere tra i nominativi elencati… fra coloro che pagavano il pizzo!!!
Capite bene come… una cosa è denunciare, un’altra è dichiarare – quando interrogati – che si paga… per evitare ovviamente di non esser incriminati, per associazione mafiosa…  
La Iena Golia, ha intervistato anche Stefano Lo Verso, ex boss conosciuto come “autista di Provenzano†e ora collaboratore di giustizia a cui è stata tolta la protezione (a seguito di quanto prevede la normativa prevista…), per essere rientrato nel paese di residenza… ma ciò che trovo interessante è quanto ha espressamente dichiarato e cioè: sono i mafiosi che dovrebbero andarsene da questo paese, non io che ho rinnegato con il mio passato!!!
Ora con la sua bicicletta passeggia per le strade di Ficarazzi, a Palermo, quegli stessi vicoli che tante volte attraversava in macchina, con a bordo il capo mafia Provenzano, per il quale prestava servizio, come autista…
Quest’uomo (da collaboratore di giustizia) ha scelto di non scappare più… di ritornare nella sua Sicilia, a casa tra i suoi cari e di lottare contro quella mafia… con cui aveva convissuto…
Ora, confido (e mi dispiace dirlo…), di non essere pienamente persuaso di questo suo pentimento… ma se il tempo dimostrerà, che quel ravvedimento fosse reale… allora certamente sarò il primo a gioire, nel sapere che, anche tra quegli uomini, ci possa essere la concreta speranza, di vederli un giorno rinnovati, non solo nello spirito, ma anche con le azioni.
Non si tratta quindi di rinnegare con il passato, ma di dare in particolare ai giovani un nuovo segnale e cioè, che con quel sistema… non si va da nessuna parte!!!    
Lo Stato però, già… lo Stato…, la sua parte la deve sapere fare… non può solo pretendere collaborazione e poi abbandonare quanti con le loro azioni hanno denunciano e fatto emergere gravi condotte…
Vedasi per esempio l’imprenditore Gianluca Cali, uno dei primi, che circa quattro anni fa, ebbe il coraggio di denunciare il pizzo a Bagheria ed ora, a causa di quanto segnalato… è costretto a girare con un’auto blindata, armato e con un giubbotto antiproiettile!!!
Nell’intervista, racconta delle intimidazioni e vessazioni a cui, lui e la sua famiglia, sono stati costretti, ma soprattutto, come si senta oggi, solo e abbandonato da questo Stato!!!
Il problema in effetti… è tutto in queste ultime sue parole…
Fintanto ci troviamo ad avere personaggi istituzionali, che invece di combatterla quella criminalità o quelle collusioni/corruzioni… continuerà ad andarci a braccetto (per non dire a mare…), ecco… laddove questo sistema resterà interconnesso con quel potere politico/mafioso, qualsivoglia lotta avviata dalle varie procure, avrà quale unico fine, quello sì… di creare qualche intralcio e modificare, equilibri e gerarchie familiari all’interno di quel serrato mondo, ma concretamente, quanto fatto, influirà minimamente sul prosieguo dell’attività stesse, che continueranno a procedere indisturbate come nulla fosse…
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