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Naturalmente quanto viene proclamato nelle aule dei Tribunali (quando i giudici non vengono “comprati”, perché ahimè anche questo accade in questo nostro fragile Paese…), non può essere dibattuto, se non nuovamente nelle opportune sedi d’appello e cassazione…

Certo, leggere quotidianamente di come molti appalti vengano costantemente truccati, lascia molti di noi interdetti e amareggiati, in particolare quanti come il sottoscritto credono ancora in quei principi di legalità e correttezza morale, cui la maggior parte ormai dei cittadini da tempo non crede più…

Ed ecco quindi dover scoprire nuovamente come due pubblici ministeri, Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, abbiano chiesto la condanna per 27 imputati con l’accusa grave che molte delle gare aggiudicatesi erano state truccate…

Alla fine il processo per le presunte tangenti per la realizzazione del Terzo Valico, il raddoppio ferroviario tra la Liguria e Milano si è concluso con sette condanne e circa venti assoluzioni!!!

Tra le assoluzioni vi è anche quella dell’amministratore delegato di “WeBuild” Pietro Salini, per il quale erano stati chiesti 3 anni e cinque mesi per turbativa d’asta, mentre i giudici hanno condannato ad un anno e tre mesi l’imprenditore figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato (quest’ultimo assolto…) per  turbativa d’asta e corruzione.

Hanno scritto i legali degli accusati: “Dopo sette anni dalle prime misure cautelari, più di un anno di intercettazioni e tutte le gare d’appalto da rifare, la giustizia in cui non abbiamo smesso di confidare è riuscita a ristabilire la verità dei fatti, confermando l’insussistenza delle accuse e l’innocenza del mio assistito; la sentenza assolve tutti i dirigenti di Cociv e l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini da tutte le imputazioni per l’esecuzione delle gare ad evidenza pubblica. Condanna viceversa un ex dirigente e tre dipendenti per aver favorito alcune imprese, un fatto isolato, riconducibile ad interesse personale, contrario a quello del Consorzio, quanto alla condanna per corruzione dell’ingegnere imprenditore di cui sopra, rappresentano condotte estranee all’attività del Consorzio Cocivâ€.

Certo,  se si pensa che ci sono voluti ben sei anni, da quando nel 2016 partirono i primi arresti che facevano per l’appunto riferimento a fatti accaduti nel lontano 2013 e che di fatto analizzavano il sistema con cui venivano smistati gli appalti da parte del general contractor – individuato dallo Stato per la realizzazione dell’opera di un valore superiore ai 6 miliardi – va comunque ricordato che da allora, ben quattro soggetti abbiano deciso di patteggiare le pene e che ovviamente non si può nascondere che nulla di grave sia ahimè accaduto…

Ovviamente, non dobbiamo meravigliarci, perché questa è quanto avviene solitamente nel nostro Paese, con appalti che vengono abitualmente indirizzati ad imprese amiche attraverso l’uso di meccanismi fuorvianti, talmente semplici che ancora oggi mi sorprendo nel costatare come tutto ciò possa avvenire, tra l’altro sotto gli occhi di chi dovrebbe viceversa vigilare, ma che di fatto appartiene anch’esso a quella “dannata” filiera che da tempo foraggia quel sistema illegale che vede la maggior parte di quei suoi funzionari “corrotti”, ma soprattutto compromessi, tanto da non potersi più slegare!!!

Mi chiedo: ma come dobbiamo andare avanti provando a migliorare questa condizione, quando nulla cambia e tutto resta inalterato, abietto e riprovevole???

Una cosa è certa: la legge protegge i magistrati!!!
Ma quando la magistratura dimostra di non essere giusta… chi paga???
Ritengo doveroso separare in prima analisi, coloro che operano all’interno di quest’organo giudiziario… tra chi si occupa nella qualità di Gup (Giudice dell’Udienza Preliminare) di decidere – durante un’udienza preliminare – sulla richiesta da parte del pubblico ministero di rinvio a giudizio di un imputato o ancora, colui che nella qualità di giudice “super partes“, dovrà occuparsi del pronunciamento delle sentenze… e dall’altra parte la cosiddetta  magistratura “togata” di cui fanno parte il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) – che interviene in determinate procedure nella fase delle indagini preliminari – e il Pubblico Ministero (PM) – che si occupa dell’esercizio dell’azione penale -.
Ecco, da quanto sta avvenendo ultimamente nelle nostre aule dei tribunali, si ha come la sensazione che vi sia una vera e propria discordanza, tra chi svolge quelle indagini preliminari e chi successivamente dovrà esprimersi nel giudizio di quegli indagati e di conseguenza, degli eventuali reati commessi…
Potremmo dire che in talune circostanze, vi è una forte discrepanza tra le indagini e i processi… alterando in noi tutti quel giudizio su una professione… che evidenzia palesemente come “l’abito non faccia il monaco…”.
La legalità peraltro non va promossa solo nella forma, ma va coltivata anche nella sostanza ed è sbagliato ergersi senza meriti dalla parte dei giusti!!!
Come dimenticare quanto diceva Paolo Borsellino: “Sapete che cos’è la Mafia… faccia conto che ci sia un posto libero in Tribunale e che si presentino 3 magistrati; il primo è bravissimo, il migliore, il più preparato, il secondo ha appoggi formidabili dalla politica, mentre il terzo è un fesso… Sapete chi vincerà??? Il fesso. Ecco, questa è la MAFIA!!!”

Non si tratta quindi di criticare particolari decisioni o di prendere in esame singoli magistrati per comportamenti o atti da egli adottati, con i quali non ci si trova concordi… ma di comprendere cosa sta accadendo all’interno di quella istituzione e se forse non sia il caso, di trovare alternative soluzioni, che permettano di dare maggiori garanzie a questa fondamentale potere… in particolare quando viene compiuto nella nostra terra…
D’altronde non è corretto fare di tutta un’erba un fascio, così come non si può dire che la tutta la magistratura non faccia il proprio dovere, ma certamente una gestione diversa di questi uomini e donne, potrebbe portare sicuramente a migliorare quel mondo giudiziario…

Non dimentichiamoci che anche loro sono persone come noi… e conosciamo bene il pericolo insito nella natura umana, sin da quella prima mela concessa dal serpente ad Eva per darla ad Adamo: primo modello di tentazione!!!
Noi tutti sappiamo bene come veniamo quotidianamente tentati… sì basta poco e da quel momento, nell’accettare quella lusinga, si diventa di fatto…ricattabili!!!

Difatti, per contrastare in maniera energica quel possibile rischio, nei paesi più evoluti – a differenza del nostro – si applica la cosiddetta “rotazione”: ciò difatti, permette a chiunque operi su incarichi istituzionali, di non avere una sede operativa “eterna”, ma quella sua professionalità viene a seconda del periodo “temporale” previsto, di volta in volta modificata, affinché non si determinino quei cosiddetti “rapporti confidenziali”, che sono per l’appunto i motivi che condizionano quel proprio operato!!!

Ritengo che proprio in una terra come la nostra, fortemente compromessa da influenze clientelari politico/mafiose, sia giunto il tempi, che si rivedano quegli incarichi, facendo ruotare – nei tempi e modi giustamente prestabiliti – tutti i giudici che si occupano di processi per mafia: chissà infatti, se molti di quei processi finora svolti, fossero stati valutati da Magistrati provenienti dall’Alto Adige o dal Trentino, chissà… forse alcune di quelle sentenze determinate con giudizi d’assoluzioni… non avrebbero ricevuto un eguale verdetto… 
Ma riprendendo quanto diceva il giudice Borsellino… è così che deve andare!!!

Ne avevo parlato in precedenza su molti miei “post”, discutendo sulla leggerezza delle procedure adottate e  su quella mancanza di segretezza degli atti, lasciati in balia di dipendenti, il più delle volte sbadati…

Ecco quindi che all’improvviso, fascicoli presenti spariscono e poi misteriosamente riappaiono, ed altri di contro, non compaiono più perché inspiegabilmente dispersi…
Dopotutto basti entrare in quel palazzo e vedere da se come, molti di quelle stanze, sono lasciate molte volte abbandonate, con le porte aperte… completamente deserte e con quei documenti, posti lì, in modo incustodito…
I controlli alle cancellerie chiaramente lasciano il tempo che trovano… 
Non è raro difatti assistere a certi programmi tv ( vedasi… le Iene, Striscia la notizia, ecc…), dove nei reportage viene dimostrata la capacità d’intrusione da parte dei propri giornalisti, i quali, con estrema facilità, si permettono d’aprire faldoni, s’informano sugli atti contenuti e dimostrano sempre “furtivamente”, come sia semplice fare sparire dei documento o eventualmente spostarli in altri scaffali adiacenti…
Analoga circostanza è accaduta proprio alcuni giorni fa, precisamente lo scorso 29 settembre, durante un dibattimento nell’aula I del Palazzo di Giustizia di Catania: durante l’udienza, il giudice ha dovuto rendere noto, di essere costretto a rinviare il processo penale (che avrebbe dovuto celebrarsi, per l’ipotesi di reato di truffa e infedele patrocinio a danno di un appuntato dei Carabinieri) a causa della sparizione del fascicolo di pertinenza, rimandando quindi nuovamente l’udienza… a data da destinarsi!!!
Cosa dire, un soggetto aspetta anni per vedere celebrato il proprio processo, per ottenere finalmente, non solo quella giustizia richiesta, ma bensì vedere riconosciuti quei propri diritti violati… ed ecco che in maniera incomprensibile, ciò non può essere ottenuto… perché qualcuno, all’interno di un Tribunale… ha fatto sparire quei documenti necessari… e fatto gravissimo, ad oggi, non si sa chi è!!!

Un impiegato infedele, ben celato che, a seconda delle circostanze, interviene quale “prestigiatore” per far svanire, modificare o prolungare l’assenza di documenti prioritari ai processi… ed il fatto gravissimo è che questo soggetto, è ancora lì… tra quegli uffici!!!

Non entro nei meriti della specifica vicenda, nei tempi già trascorsi (sono circa quattro anni) a causa delle continue richieste (d’archiviazione e di opposizione all’archiviazione), ciò che da più fastidio è vedere come il corso della giustizia non possa compiere il proprio dovere, perché basta l’assenza di un atto, fatto sparire per “comodità”, affinché si creino quelle condizioni necessarie per allungare i tempi processuali o arrivare anche a rovesciare l’esito di una causa …
E’ sotto gli occhi di tutti e non c’è da stupirsi, perché questi ritardi si sa… sono necessari per far traslare una sentenza definitiva (sia di condanna che d’assoluzione) e soprattutto quei metodi disonesti applicati, risultano necessari se non indispensabili, affinché si possa giungere ad una probabile prescrizione!!!
Ed allora ditemi: chi tra tutti quei soggetti coinvolti, può avere sicuramente vantaggi???