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L’hanno definito così… 

Difatti, il provvedimento di sequestro – emesso questa volta nei confronti di un professionista in qualità di (referente dello Stato) Amministratore giudiziario – confermerebbe quella distesa enorme…

La Direzione investigativa antimafia di Trapani ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni nei confronti di un commercialista palermitano e amministratore giudiziario ed anche di sua moglie!!!

Se desiderate osservare il video del sequestro lo trovate al seguente link: https://livesicilia.it/wp-content/uploads/2020/11/sequestro-LIPANI-REVISIONATO.mp4 e inoltre, con il provvedimento sono stati bloccati conti correnti, beni immobiliari e mobiliari ed una barca, il tutto per un valore di un milione e 200 mila euro!!!

A tanto ammonterebbero le somme che l’amministratore avrebbe prelevato dai conti correnti delle società che gli erano state affidate, sia dalle sezioni Misure di prevenzione dei Tribunali di Palermo e Trapani che dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati!!!

Secondo questa seconda inchiesta, (sì… perché nella prima inchiesta erano stati confiscasti ai due coniugi beni per 459 mila euro, compreso un attico in centro…) i coniugi si sarebbero appropriati dei beni riferibili a Mariano ed Epifanio Agate, padre e figlio, secondo lo Stato, mafiosi di Mazara del Vallo…

Se proprio devo dirlo, non vorrei essere al loro posto, già… perché una cosa è fregare lo Stato ed un’altra è frodare eventuali “affiliati” di quell’associazione criminale che difficilmente sopporteranno un così evidente raggiro!!!

D’altronde non vi è peggio – per chi basa tutta la propria esistenza sull’illegalità – scoprire di essere stati fott… da altri soggetti che proprio a prima vista si erano mostrati “limpidi e irreprensibile” ma che ora si sono scoperti essere perfetti per operare un sistema illecito!!!

Gli stessi investigatori hanno infatti dichiarato di come fosse stato consolidato un sistema in base al quale il commercialista operava numerosissimi prelievi di contante e bonifici dai conti delle società di cui era amministratore, alcuni dei quali giustificati come pagamento di fatture emesse nei confronti della moglie commercialista, anche se mai autorizzate da parte del giudice delegato!!!

Cosa dire, sono anni che denuncio in tutte le sedi opportune fatti come quello appena evidenziato e di come questo sistema abbia rappresentato in questi ultimi anni, il più corrotto tra tutti quelli ancora in circolazione… 

Purtroppo, ho scoperto a mie spese, di quanto sono talmente tanti gli interessi in gioco e i favori clientelari che questo meccanismo mette in moto, a cui ovviamente vanno sommati i flussi di denaro suddivisi in parcelle tra quei cosiddetti “amici degli amici“,che ormai è diventato impossibile fare in modo che dall’interno di quel Tribunali, ma anche da quella cosiddetta Agenzia Nazionale, possa mutare qualcosa, anche perché va detto…  lì dentro, siedono ahimè i soliti raccomandati, sia della politica che delle istituzioni e riuscire ad invertire quella vergognosa combutta è sicuramente impossibile!!!  

Si… di una cosa ormai mi son convinto… da noi la giustizia ha due pesi e due misure!!!

Da un lato vi è la notorietà ed il carattere mediatico che alcune inchieste acquisiscono, circostanza questa che fa viaggiare la notizie su un binario di alta velocità, già quasi fosse un “direttissimo”, mentre poi vi sono quelle che che viaggiano come quei treni regionali a carattere locale, lenti, solitamente inefficienti, già una categoria di serie B i cui difetti non vengono neppure portati in risalto e quando “qualcuno” lo fa, per ragioni sconosciute, non vengono prese in considerazione!!!

La verità è che a volte accade qualcosa di strano… già come quanto ad esempio riportato dal sottoscritto proprio alcuni giorni fa, facendo riferimento ad una particolare inchiesta redatta dall’allora giornalista ucciso Giovanni Spampinato http://nicola-costanzo.blogspot.com/2020/10/in-ricordo-di-giovanni-spampinato-un.html e cioè: “In alcuni articoli aveva chiesto apertamente come mai, secondo logica e procedura, l’inchiesta penale che coinvolgeva un familiare di un magistrato del luogo non fosse affidata ai giudici di un’altra città per legittima suspicione. Inspiegabilmente l’inchiesta non fu trasferita neppure dopo queste legittime sollecitazioni, anzi il giovane cronista fu criticato per averlo chiesto e perché i suoi articoli tenevano sotto osservazione un personaggio altolocato che altri consideravano un intoccabile”!!!

Comunque… tralasciando in questa sede eventuali messaggi “subliminali” per quanti sono tra i miei lettori, alcuni di questi propri e veri addetti ai lavori… riprendendo con l’ex presidente numero uno della confisca dei beni alla mafia, Silvana Saguto, di ieri la condanna in primo grado a 8 anni e sei mesi di carcere…

Certo… siamo ancora all’inizio, ma d’altronde se pensate che sono passati ben cinque anni dal primo avviso di garanzia e solo ora, dopo tre anni di processo, è stata letta dal Presidente del tribunale di Caltanissetta la sentenza che chiude il dibattimento… di tempo ne abbiamo, poi ora con la scusa del Covid, prima che si giunga al processo d’appello, ci vorranno le calende greche…. 

Secondo l’accusa si è trattato di un sistema “perverso e tentacolare†e di cui proprio la giudice – radiata dalla magistratura nel 2019 – era a capo.

Ma mi chiedo… dove sono i nomi di quanti sapevano e non hanno parlato??? Se non ricordo male, nell’inchiesta vi erano anche altre figure istituzionali con cui il magistrato aveva rapporti personali e che improvvisamente sono spariti… 

Ed ancora, perché ci si è accaniti in questo modo con l’ex Presidente e non ci si sorprende di quanto accade ancora oggi all’interno di quella “casta” che gestisce il patrimonio dei beni confiscati???

Proprio alcuni giorni fa avevo ripreso una notizia sconvolgente pubblicata dal quotidiano on line “SUDPRESS”, pubblicando un articolo intitolato: “Le nomine degli amministratori giudiziari, dovrebbero garantire trasparenza e soprattutto rotazione tra gli iscritti all’albo!!! Sì… dovrebbero…” –  link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2020/10/le-nomine-degli-amministratori.html  

Mi chiedevo… visto che la notizia è sotto gli occhi di tutti, c’è stato in questi giorni qualche magistrato – all’interno del nostro Tribunale – che si sia chiesto se quelle modalità finora messe in pratica fossero di fatto lecite??? Sarebbe interessante saperlo…

Ma forse, come riportavo all’inizio del mio post, è tempo di far alzare l’asticella mediatica e di far conoscere non solo all’opinione pubblica siciliana, ma a quella nazionale quanto è accaduto, chissà forse a differenza di questo “assordante” silenzio generale, qualcosa inizierà a cambiare!!! 

Sul ruolo degli amministratori giudiziari si potrebbe aprire un dossier… ma basterebbe leggersi quanto il sottoscritto ha scritto e anche dichiarato in altri quotidiani on line, proprio in particolare su quelle modalità di gestione, alquanto “discutibili“… 

Sì certo negli anni si è parlato di trasparenza, rotazione, valutazione del peso e della complessità delle società da gestire… e comunque queste di numero “non superiore a tre”, ma quando si è passati ai fatti concreti, ciò che si è scoperto, ha lasciato ciascuno di noi totalmente basito!!!

Ovviamente non bisogna andare lontano per osservare quanto non funzioni o per meglio dire si realizza diversamente da tutti gli altri luoghi e sì… perché casualmente il distretto giudiziario di Catania sembra appartenere ad un’altra giurisprudenza, quasi godesse di una forma propria d’indipendenza o chissà forse indirettamente si è aggiogata anch’essa quel ruolo di “autonomia”, che appartiene di fatto proprio alla nostra regione…

Infatti, essa permette a molti dei suoi professionisti di ricevere incarichi non per come previsto dalla legge per un massimo di tre, bensì a questa schiera di professionisti, vengono date in gestione decine e decine di società dai settori più svariati, come se amministrare una società di costruzione sia eguale ad una attività commerciale o ad una di distribuzione al dettaglio o all’ingrosso…

Ma forse la circostanza più assurda, è che questi amministratori sono realmente capaci di amministrarle tutte contemporaneamente!!!

Poi qualcuno si meraviglia come all’interno di quelle imprese sequestrate o confiscate, accadano situazioni ambigue, con circostanza che hanno evidenziato nel tempo ( se mi permettete… aggiungerei grazie anche al contributo di soggetti come il sottoscritto ) controlli lacunosi che hanno di fatto permesso la realizzazione di truffe e raggiri, proprio a danno di quelle società… ahimè amministrate dallo Stato!!!

Riporta perfettamente nella sua nota il giornalista di “SudPress”: chi ha un minimo di esperienza imprenditoriale, ma anche chi ha solo un minimo di buon senso, sa bene quanto è difficile amministrare una sola azienda, complicato arrivare a tre, ma averne a decine è davvero fuori da ogni logica, tanto che la legge espressamente parrebbe vietarlo, anzi dal tenore della lettera, “comunque non superiore a tre”, sembra proprio neanche tenere in considerazione il fatto che questo limite possa essere superato.

Ed invece guardate un po’ cosa è successo: https://www.sudpress.it/destinazione-news/post/95315/amministratori-giudiziari-nominati-dal-tribunale-di-catania:-6-(sei)-professionisti-420-(quattrocentoventi)-incarichi 

Ah… se solo qualcuno si leggesse (una volta e per tutte…) quel dossier presentato ufficialmente alcuni anni fa e stranamente ancora celato (viste le informazioni compromettenti che contiene al suo interno…) dentro quella scrivania del nostro Tribunale etneo…

Già… credo che sia giunto il momento di farne avere copia al nostro Ministro della Giustizia oppure chissà, forse per darne immediatamente risalto al caro amico Giletti o al procuratore Nino Di Matteo!!!

Desidero riprendere alcune domande, postate in questi giorni, nei siti web di Addio-Pizzo e Le Iene Sicule, sulla visita a Catania del Dott. U. Postiglione (Direttore dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati) per chiedere ad Egli, se realmente crede che, attraverso le metodologie finora adottate (per queste società), si possa giungere ad invertire, il percorso finora realizzato…
Ora, voler giungere in Sicilia, solo per promuovere se stessi o l’Agenzia che si dirige (con la scusa di assegnare 210 beni confiscati), comunicando i nominativi per i recenti incarichi affidati (sarebbe comunque interessante conoscere con quali modalità sono stati scelti questi amministratori), mi sembra di ascoltare quelle solite propagandistiche manifestazioni, quando di contro, si poteva tranquillamente “operare in silenzio, senza bisogno di realizzare… tutto questo clamore… 
Inoltre, dalla cerimonia è emerso come alle domande dei giornalisti, egli abbia volutamente esimersi dal rispondere, in particolare mi riferisco a quelle sulle inchieste in corso presso il Tribunale di Palermo…, che sono state diplomaticamente “evitate”…
Delle imprese attualmente confiscate… e non sono soltanto quelle che solitamente vengono richiamate, ma mi riferisco alle migliaia (sono più di 5.000 di cui però, soltanto circa 2.000 sono state destinate ed assegnate) che proprio in Sicilia… non trovano risposte dalle Istituzioni… e dove, il più delle volte, vengono totalmente abbandonate a se stesse… per non voler dire, che di fatto… restano sotto il diretto controllo di coloro a cui erano state sottratte!!!

Inoltre, la cosa assurda avviene, non solo quando si è dimostrato di essere inadeguati alla gestione di questi beni… ma in particolare, quando, attraverso la propria professionalità e correttezza morale, si è saputo dimostrare di essere stati degli ottimi amministratori…

Infatti, prendendo proprio spunto del complesso (Lido dei Ciclopi) nel quale è stata svolta la sopraddetta cerimonia, mi chiedevo come sia possibile, aver revocato l’incarico al suo amministratore Dott. Giuffrida, che a detta di molti (in particolare proprio dei suoi ex dipendenti e dall’analisi sulla gestione finanziaria-amministrativa) essere persona corretta!!!

Allora… non è che forse proprio perché queste società, sono riuscite tra mille difficoltà non soltanto a sopravvivere ma a produrre utili (incassi), qualche “furbetto” ora, abbia pensato di volerci mettere le mani sopra???
Mi chiedo quindi… chi gestirà queste società… quali requisiti possiederanno questi nuovi amministratori rispetto allo stesso Dott. Giuffrida???

Siamo certi che i soggetti ai quali verranno dati in gestione queste società, non sono ora messi lì, perché “qualcuno” li abbia scelti appositamente per riprenderne il possesso???

Ed ancora, dal momento in cui Lei dichiara che, nell’incaricare questi amministratori, si applicano “le tariffe più basse che ci siano, e cioè quelle del Tribunale di Reggio Calabria“, ed è il motivo per cui (sono sempre Sue parole…) certe volte, molti amministratori giudiziari rinunciano a diventare collaboratori dell’agenzia, mi chiedo, visto che l’aspirazione che porta questi soggetti a tale incarichi è prettamente “venale”… non sarebbe forse meglio, modificare questa gestione, affidandola direttamente ad uno dei corpi dell’Arma e fare gestire questi stessi beni (a seconda delle tipologie societarie) con personale dipendente, assunto specificatamente per i settori merceologici d’appartenenza, con l’ausilio ed il controllo diretto della GdF, senza continuare con questi clientelari incarichi, che finora hanno dimostrato essere in questi anni… quasi sempre corruttivi???
Dopotutto, questi signori vengono pagati non solo da noi cittadini… ma soprattutto dalle stesse imprese sulle quali è intervenuto il provvedimento interdittivo; sarebbe quindi opportuno, che quei soldi, fossero in un qualche modo… opportunamente “distillati” e non scialacquati… per come finora si è fatto!!!
Credo inoltre, che sia giunto per le istituzioni, il momento d’iniziare a fare seriamente il suo dovere e non nascondersi ancora oggi, dietro il dito!!!

Bisogna intervenire definitivamente contro quegli amministratori che hanno dimostrato essere di fatto collusi… che attraverso la loro disdicevole gestione hanno permesso che si protraessero abusi e malaffare!!!
Queste persone debbono pagare in particolare se vengono dimostrate proprie partecipazioni attive nel 

compiere eventuali reati…

Non si può da un lato confiscare i patrimoni alla mafia e successivamente mettere uomini, che attraverso quelle loro azioni, dimostrano essere, essi stessi dei mafiosi!!!
Credo sia giunto il momento di fare pulizia… non pensare d’inventarsi meravigliose cerimonie festose, vivaci e nuove strategie, intuizioni colorate di facciata, che poi, proprio come delle “bolle di sapone”… non fanno altro, che esploderci in faccia!!!
Concludo attendendo le risposte, che il quotidiano d’inchiesta Sudpress ha posto proprio sull’argomento e sarebbe importante che, almeno per una volta, qualcuno ci mettesse non solo la propria faccia ma anche la propria firma… rispondendo a quelle domande, non in maniera generalizzata, ma dando dimostrazione di capacità operativa e soprattutto di volontà concreta…
Resto (ma credo di poter dire… che siamo in migliaia quelli…) in attesa di un Suo celere riscontro!!!
La sfida alla crisi passa anche dalla corretta gestione economica delle imprese attualmente confiscate… Questo è il dato che viene fuori, da quanto emerso nel convegno di Napoli proprio in questi giorni, dal quale si evidenzia che le imprese attualmente confiscate, rappresentano un patrimonio di ben 500 Miliardi di Euro, con 30.000 addetti ai lavori… 
Nel convegno si è parlato su quali soluzioni adottare per poter traghettare alla legalità, le imprese confiscate alle mafie, restituendo alla società civile i beni accumulati… 
Il Pres. degli Organi dei Commercialisti di Napoli, Dott. Achille Coppola, parla degli strumenti e delle norme da adottarsi, applicandole con maggiore decisione ed intervenendo rapidamente… 
Al centro dell’incontro, anche la corretta attuazione del codice antimafia, ed in questo il Pres. Aggiunto GIP di Napoli ( Dott. Bruno D’Urso ), parla della salvaguardia dei posti di lavoro, garantendo la permanenza ed il mantenimento dei dipendenti… 
Tra le priorità, scongiurare il fallimento delle imprese, durante il passaggio tra la illegalità e la legalità, cosa che non avviene secondo il Dott. Alberto Capuano ( GIP Tribunale di Napoli ) per il 95% delle aziende in sequestro che giungono al fallimento e/o alla liquidazione…, questo ovviamente in contrasto con le tanto declamate procedure per il mantenimento dei dipendenti e/o della redditività dell’impresa stessa… 
E quindi a veder questi dati non viene da chiedersi che forse lo Stato in qualcosa sta sbagliando??? 
Non rappresenta un segnale di debolezza, il fatto che lo Stato porti a concludere in maniera fallimentare queste imprese..? E’ dove sono quelle istituzioni che avrebbero dovuto garantirne il proseguio..? Una beffa per i lavoratori e per l’economia e a chi dare la colpa..??? 
Gli effetti propagandistici, fatti da Magistrati e Polizia, che hanno portano a successi straordinari, finita l’esultanza cosa hanno prodotto….? E non è vero che su molti beni immobili sequestrate gravano ipoteche e pignoramenti che ne rendono difficile il loro riutilizzo..? mentre per quelli mobili più della metà non sono stati neache rinvenuti o sono stati totalmente rottamati…? 
Quindi di cosa si parla??? Come mai ad una impresa posta a sequestro vengono tolti gli appalti aggiudicati in precedenza…, lo Stato non avrebbe dovuto rappresentare per i committenti pubblici una maggiore garanzia??? Ed ancora, sappiamo tutti, come le Banche che prima dei sequestri concedevano prestiti, adesso chiudono l’accesso ai fidi, intimando immediatamente il rientro delle somme date in precedenza, ed i clienti che non sentendosi più garantiti, girano ora le loro commesse ad altre imprese, per finire ai creditori che ora procedono al recupero dei crediti agendo per vie legali, ed in tutto questo, gli Amministratori ( Giudiziari ) non potendo concedere alcuna garanzia e soprattutto essendo essi, soltanto degli esecutori di ordini, dati da qualcuno ancora più in alto…, attendono in maniera passiva, cercando di custodire e mantenere il valore dei beni e ove possibile tentare di aumentarne la redditività…, ma come e con quali mezzi, resta un mistero!!! 
Se lo Stato, non cerca di supportare queste Imprese e di difendere quei posti di lavoro di chi, con mafia, criminalità, sequestri e confische… non c’entra nulla, iniziando a creare un Fondo di garanzia che sostenga le iniziative degli amministratori giudiziari nei momenti più difficili e le difenda dai duri attacchi, ecco che allora si può parlare tanto, anzi tantissimo, ma la realtà sarà sempre quella…, beneficiare e sfruttare questi patrimoni, per coloro che con questo sistema “ ci campano e bene direi… “ , continuando come sanguisughe a servirsene, finchè sarà tutto definitivamente prosciugato…!!!