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Un convegno quello di stamani, organizzato dall’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”, che ha portato centinaia di giovani presso la sala conferenze del Centro Fieristico “Le Ciminiere” della città metropolitana di Catania, per seguire i relatori: Generale di Corpo d’Armata, Giovanni Truglio, in rappresentanza del Foro di Catania, l’Avv. Ivan Antonio Maria Albo, il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catania, Dott. Carmelo Zuccaro, moderatore il giornalista di Live Sicilia e inviato di La7 “Aria che tira”, Dott. Antonio Condorelli. 

IL Prof. Emanuele Coco, docente di Storia della Filosofia dell’Università degli Studi di Catania, ha aperto i lavori, cui sono seguiti gli interventi Istituzionali del Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare, Sen. Nello Musumeci, il Presidente dell’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”, Ing. Carmelo La Rosa, il Dirigente dell’Ufficio scolastico per la Sicilia Ufficio VII – Ambito Territoriale di Catania, il Presidente della Corte d’Appello di Catania, Dott. Filippo Pennisi ed il Prefetto di Catania, Dott.ssa Maria Carmela Librizzi. 

 

E’ intervenuto inoltre a mezzo teleconferenza il Presidente della Commissione Nazionale Antimafia di Camera e Senato della Repubblica, On.le Chiara Colosimo.

In ricordo del Maresciallo Maggiore Alfredo Agosta è intervenuto il figlio Giuseppe, componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”, con una coinvolgente e commovente testimonianza personale/familiare che ha saputo trasmettere ai giovani presenti gli insegnamenti espressi dal padre per quei valori di onestà, principi di coraggio e ideali che contraddistinguono quel giusto percorso di crescita che si deve insitillare sin dall’infanzia. 

I ragazzi presenti, particolarmente colpiti da quelle sue parole, hanno abbracciato egli ed il fratello Antonio, con un lungo e caloroso applauso.

Difatti, la loro partecipazione a questo convegno ha reso unica questa giornata alla memoria del Maresciallo Agosta; è infatti a loro che viene consegnato il futuro e soprattutto l’esempio di coloro che hanno sacrificato la loro vita nel nome della legalità. 

Il messaggio è quindi “La mafia uccide, il silenzio pure” ed allora, non bisogna mai abbassare la testa di fronte alla criminalità, alla colllusioni, alla corruzione, viceversa, bisogna avere in ogni momento della nostra vita il coraggio di dire no, di denunciare, perché il cambiamento della società è ora nelle vostre mani!!!

Mi riprometto inoltre nei prossimi giorni di dedicare alcuni post alle parole espresse dai relatori, perché in esse vi è contentuto un messaggio cardine alla lotta e al cambiamento, in particolare da quel radicamento storico-culturale della mafia nel territorio e soprattutto a quei falsi miti per cui la mafia vince sempre sullo Stato, nonostante centinaia di funzionari dello Stato abbiano perso la vita per combattere la criminalità organizzata!!!

Da sempre l’agricoltura è utilizzata dalla signoria territoriale mafiosa, per realizzare illeciti guadagni, il più delle volte a scapito delle risorse pubbliche, ma ultimamente anche nei confronti dei privati, proprietari dei terreni coltivati ad agrumi, che ormai subiscono periodicamente furti e quant’altro…

Per anni, l’imposizione da parte di quell’ambiente criminale, si era limitato al controllo dell’acqua, risorsa preziosa in quanto essenziale per la coltivazione di quelle coltivazioni, in particolare proprio degli agrumi che possiedono un grande valore in quanto vengono esportati nei mercati, nazionale e internazionali, ed era il motivo che spingeva per l’appunto quell’associazione mafiosa a esercitare, attraverso i propri affiliati, un forte condizionamento sui consorzi d’irrigazione.
Negli anni qualcosa è cambiato ed ora a finire sotto bersaglio sono i produttori di quegli agrumi,  che si ritrovano ad essere abbattuti da quei continui furti, con danni provocati non solo alle strutture di pertinenza o alle recinzioni esterne, che ogni qualvolta vengono divelte, ma di scoprire successivamente di come quei ladri, nel compiere i furti, abbiano distrutto quelle piante, che subiscono in maniera grave, una vera e proprio recisione a causa degli strappi subiti…
Inoltre, a causa di quanto sopra, quegli stessi produttori si ritrovano a dover subire ulteriori danni…
Il primo causato dei ripristini necessari che obbligano ad un esborso considerevole di denaro e successivamente, nel doversi ritrovare a competere quella propria produzione con quella da poco trafugata, venduta ovviamente nei mercati o al dettaglio a prezzi inferiori, provocando di conseguenza, una perdita economica, che produce di fatto la condizione, di ritrovarsi con i propri magazzini pieni, poiché la produzione resta invenduta…
Tutto ciò garantisce a quell’associazione mafiosa, uno sviluppo di mercato parallelo e illegale, che frutta centinaia di migliaia di euro e che trova sin da subito, una serie di commercianti abusivi o di ambulanti senza autorizzazione, pronti a rendersi disponibili a finalizzare quelle attività illegali… 
Ecco perché l’Associazione Alfredo Agosta, invita tutti i produttori e i commercianti di categoria a denunciare i furti subiti, in particolare il messaggio è rivolto alle aziende agricole poste nella provincia etnea…
Peraltro, solo così… si può pensare di cambiare questo fenomeno illecito, che alimenta con questo suo ulteriore business, quel mondo già ampio di malaffare…
E’ tempo quindi di denunciare e l’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”, invita i produttori di categoria a contattarli direttamente, per poter denunciare gli eventuali furti subiti; potete inviare una mail a: info@associazionealfredoagosta.it
D’altronde qual è il primo dovere di un cittadino? 
La risposta è semplice: essere se stesso!!!