Si sa… la memoria umana è uno strumento meraviglioso ma ahimè fallace!!!
Certo, per non dimenticare vengono compiute ogni anno centinaia di celebrazioni, incontri, cortei, iniziative, anniversari che con il passar degli anni sono andate sempre più diminuendo, sia in numero, che in presenze…
Quando poi gli anni sono diventati decenni ecco che – ad esclusione di familiari/amici e qualche trafiletto sui quotidiani – l’ingratitudine di questo Paese, è diventata una costante!!!
Gli anniversari di quelle celebrazioni cosiddette della “memoria”, si sono quindi trasformate in semplici occasioni gioviali, già … per i ragazzi, viste come un occasione per “caliarsela” dalle scuole, mentre per gli adulti – in particolare a quanti legati al mondo istituzionale – servono per mettersi in mostra…
Ecco quindi che a seconda delle occasioni, si assiste al collocamento di quelle targhe commemorative in ricordo delle vittime, come se attraverso quelle lapidi, si potessero rinnovare le coscienze dei siciliani, per una storia che nei fatti si vorrebbe dimenticare…
Sì… perché la verità in fondo è questa, peraltro quel frammento di storia non interessa a nessuno, neppure per ricordare a tutti noi, che c’è ancora tanto da fare!!!
Sì perché finora si è solo parlato… certo vi sono state le inchieste, gli arresti, i penitenziari… ma gli uomini e le donne di quel sistema mafioso/criminale sono ancora lì ad operare, perché ciascuno di quei soggetti non più presenti, ha soltanto passato lo scettro ai propri figli e/o familiari… e difatti tutto, si proprio tutto… ha continuato a procedere come nulla fosse accaduto!!!
Viceversa, i familiari di quelle vittime non sono andati più avanti, continuano a vivere le loro vita in antonimìa, in una sorta di contrapposizione sofferta nel non saper decidere se andare avanti o fermarsi, se ricercare giustizia o rinunciarvi definitivamente, ma poi di quale verità parliamo, di quella che si sa essere stata collusa e depistata???
Ed allora… a chi affidare quel proprio disagio: alla comunità , alla politica, alla magistratura, a chi…???
Li hanno definiti “famigliari delle vittime”, ed hanno inciso nei propri volti la sofferenza dell’anima, di un dolore imposto non dal fato… ma dall’abbandono di uno Stato che avrebbe dovuto difendere e proteggere quei loro cari… i quali sono stati costretti da quel corrotto sistema, ad un ruolo certamente troppo gravoso e di cui forse (rivedendo quanto accaduto e la sofferenza provocata da quel brutale crimine…) avrebbero fatto volentieri a meno.
D’altronde sono gli stessi familiari che vengono ancora una volta inchiodati dai gesti vandalici di alcuni scellerati, individui che continuano ad offendere la dignità di un popolo con le loro azioni, ad esempio danneggiando la targa alla base dell’albero di ulivo che si trova in via d’Amelio, a Palermo, a ricordo dell’attentato compiuto il 19 luglio 1992 in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina…
La verità è che c’è ancora molto da fare per quei familiari delle vittime, perché il tempo degli insulti e dei sospetti non è ancora finito e perché in questo loro Paese sono costretti -ancora una volta – a doversi scusare per quella loro ingombrante presenza, per il peso che senza volere impongono alla memoria collettiva!!!
Sì… bisogna fortemente lottare contro questo sistema che ci vuole collusi, non solo per “non dimenticare” quelle vittime ed i loro familiari, ma soprattutto per ricordare a noi siciliani chi siamo, dove vogliamo andare, ma soprattutto con i nostri comportamenti cosa vogliamo essere: perché non tutti i siciliani siamo mafiosi e non tutti i mafiosi sono siciliani!!!