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Scusate ma non ho capito se siamo in Italia o nel Regno Unito!!!  

Ogni giorno nei Tg nazionali si parla dei problemi di salute di Re Carlo come se a noi italiani potesse importarci qualcosa e non mi riferisco al solo aspetto umano, certamente quel suo stato di salute può dispiacere, ma in fondo perché fare gli ipocriti, quel suoi malanni in fondo trovano per noi, il tempo che trovano…

Per cui, invece di dedicare tempo inutile per comprendere da quale forma non meglio specificata di cancro egli purtroppo è stato colpito o di quante volte si reca in chiesa con la regina Camilla, ed ancora, dei suoi allenamenti militari, delle passeggiate consigliate dai medici e via discorrendo, beh… vorrei dire a quei direttori dei Tg che la vita di quel sovrano a noi tutti interessi poco, per non dire nulla!!!

D’altronde parliamo di uomo di 75 anni, che ha vissuto la propria vita senza grandi impegni fisici, certamente non lavorativi, peraltro va detto, sicuramente il corso della sua vita è stato meglio della maggior parte degli abitanti di questa terra (in tal senso consiglio un documentario prodotto da SKY intitolato: “Essere umani – Lo spettro di Mumbai sul nostro futuroâ€) e quindi, questa spropositata sensibilità incessantemente evidenziata in questi giorni dalle nostre testate e in Tv, mi sembra essere alquanto fuori luogo, certamente irrispettose nei confronti di chi – proprio in questi ultimi anni – sta morendo ogni giorno e non perché giunti in età avanzata, come nel caso specifico del Sig. Charles Philip Arthur George, ma per conflittualità esterne con cui nulla avevano a che fare e ancor meno on problemi di salute, ma come sappiamo, questa loro particolare condizione, li ha resi vittime, sin da quella loro tenera età!!!   

Quindi, per concludere non me ne frega nulla dei suoi problemi di salute, se campa come sua madre altri 25 anni oppure se dovesse dipartire domattina; per il sottoscritto non sarà un dramma!!!

Passiamo quindi al funerale di Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, ultimo re d’Italia.

Innanzitutto non ho compreso – vista la residenza di famiglia da oltre mezzo secolo in Svizzera – perché il funerale non è stato eseguito in quella Confederazione elvetica, senza alcuna necessità di dover realizzarle quell’ultimo saluto nel Duomo di Torino…

Ma d’altronde si sa, con questa insincera Chiesa che porta avanti falsità e una parte della nostra politica che pur di compiacere la parte ancora monarchica che sopravvive nel nostro paese che ha fatto sì che la storia di questo paese venisse dimenticata e soprattutto quanto compiuto in negativo da alcuni suoi interpreti!!!

Ho sentito nell’omelia il Vescovo che si è soffermato sul dono della Sacra Sindone da parte dei Savoia al Duomo di Torino (ricordo comunque che a seguito delle analisi compiute su quel telo al R14 si è scoperto che si tratta semplicemente di un falso medievale…) e proseguendo ha invitato i discendenti a “continuare a fare bene†(vorrei sapere allora da quel Vescovo a quale bene si riferisce, se potrebbe indicarmi tutte le opere finora caritatevoli compiute da quella famiglia, già… gliene sarei grato…)!!!

Difatti, come dimenticare quell’ignobile fuga e quali conseguenze quell’azione determinò: la notte tra l’8 e il 9 settembre del 1943, Vittorio Emanuele III, la famiglia reale, Badoglio e due ministri militari, più altre persone del seguito, lasciarono Roma lungo la via Tiburtina (stranamente lasciata libera dall’avanzata tedesca…) e si diressero verso Pescara; quindi ad Ortona si imbarcarono sulla corvetta Baionetta per consegnarsi agli alleati nell’Adriatico meridionale.

Ora, indipendentemente dalle motivazioni che hanno portato quel re e l’allora governo ad abbandonare Roma, questa scelta infelice fu la causa che determino il disastro politico e militare del nostro Paese. Difatti, quest’ultimo si troverà ad affrontare un momento tragico della sua storia: senza più una guida e senza alcuna indicazioni. Peraltro, le nostre forze armate si troveranno a dover affrontare i tedeschi senza più alcun coordinamento, mentre il grosso dell’esercito restò totalmente allo sbando; l’Italia tra l’altro perse pure la possibilità di contribuire come forza decisiva nella continuazione della guerra, essendo quel suo ruolo ormai fortemente ridimensionato dall’opinione degli alleati. Viceversa per i tedeschi gli italiani erano divenuti dei “traditori” e saranno ahimè puniti con un’occupazione durissima e con una guerra che colpirà per altri 20 mesi l’intera penisola!!!

Ma non solo, se cercate sul web troverete che la famiglia Savoia poté contare dopo la guerra di fondi all’estero per circa 3 Miliardi (che non poterono essere confiscati dallo Stato Italiano) depositati in Inghilterra, derivanti da una assicurazione sulla vita del Re Umberto I; alla morte del Re il figlio Vittorio Emanuele III li lasciò a Londra e non vennero nemmeno confiscati dal governo inglese, quindi rimasero nelle disponibilità di casa Savoia. Infine sembra che manchino all’appello 363 casse contenenti dipinti ed oggetti vari spariti dal castello di Pollenzo di cui si ignora l’effettiva destinazione…

Ah… vorrei ricordare al Vescovo, a propositi di “far del bene” che proprio alcuni anni fa, precisamente il 30 novembre 2021, una lettera degli eredi dell’ultimo re d’Italia, indirizzata alla presidenza del Consiglio, chiedeva la restituzione dei gioielli della Corona, che si trovano a tutt’oggi in un caveau della Banca d’Italia; gioielli che rappresentano un autentico tesoro e che include 6.732 brillanti e circa 2mila perle montati su collier, orecchini, diademi e spille. Va inoltre ricordato inoltre l’immenso tesoro trafugato durante l’Unità d’Italia al Regno delle Due Sicilie che fu portato (non si sa dove…) nel nord del paese e mai entrò a far parte delle casse dell’embrionale del nostro Stato!!! 

A proposito della “Famiglia Reale”, dimenticavo che non tutti i membri erano presenti durante quella fuga (come  la principessa Maria José e i figli che riuscirono a riparare in Svizzera, tra cui per l’appunto Vittorio Emanuele); alcuni di essi furono arrestati dai tedeschi e internati in vari campi di concentramento, come la principessa Mafalda di Savoia, che in quei giorni si trovava in Bulgaria e non fu avvisata della fuga dei Reali da Roma e dell’armistizio (venne avvisata durante il viaggio di rientro in Italia, ma volle egualmente proseguire per cadere prigioniera dai nazisti e deportata nel campo di concentramento di Buchenwald ove duramente provata dalla prigionia morì). Eguale circostanza avvenne per la principessa Maria Francesca di Savoia che fu internata in un campo di concentramento in Germania con due dei suoi figli e il marito Luigi di Borbone-Parma: per fortuna furono liberati dagli alleati e fecero ritorno in Italia. Stessa sorte per la Duchessa d’Aosta Irene di Grecia insieme al figlio Amedeo, la cognata Anna d’Orléans e le sue figlie Margherita e Maria Cristina di Savoia-Aosta che vennero arrestate dai tedeschi il 26 luglio 1944 e deportate in Austria nel campo di concentramento di Hirschegg, per poi essere liberate al termine del conflitto nel maggio 1945…

Sì… il vero problema di questo nostro paese è che in questi trent’anni si è fatto in modo che la materia “Storia” venisse nelle scuole eliminata, non solo per far si che nessuno leggesse quanto accaduto, ma affinché le falsità di taluni sgradevoli periodi storici, potessero essere appositamente manipolati o celati!!!

 D’altronde: “Un ignorante non conosce l’enorme estensione della sua ignoranza, viceversa un sapiente conosce la piccolezza del suo sapere”!!!

Ha una larghezza complessiva di circa 30 km e separa lo Yemen (Ras Menheli) da Gibuti (Ras Siyyan) e rappresenta un punto nevralgico per lanciare raid contro le navi mercantili e militari…

Sono già 24 gli attacchi compiuti dagli Houthi contro le navi che stanno provando ad attraversare quel tratto del Mar Rosso e se continua così, l’escalation verso un conflitto armato nei confronti di Yemen e Iran è cosa certa…

Difatti, dopo gli USA anche una fonte interna del governo inglese ha riferito al Times che l’esercito del Regno Unito si sta preparando ad una serie di attacchi aerei contro le postazioni dei ribelli yemeniti, in coordinamento Stati Uniti e altri Paesi europei.

Da quanto si è appreso il piano prevede il lancio di missili gli contro obiettivi in mare e nei territori controllati dalle milizie filo-iraniane da parte della Raf o del cacciatorpediniere Hms Diamond che già a dicembre ha dimostrato le proprie capacità, avendo abbattuto alcuni droni dei ribelli. 

Prima di autorizzare l’operazione il governo britannico rilascerà una dichiarazione congiunta con Washington per intimare ai terroristi yemeniti di fermare quei loro attacchi e per non dover affrontare la forza militare congiunta in corso di preparazione…

D’altronde va ricordato come otto delle venti navi finora attaccate dai ribelli battevano bandiera del Regno Unito e avevano tra l’equipaggio cittadini britannici ed è il motivo per cui qualcosa in quello stretto dovrà essere posto in campo…

Nessuno ovviamente vuol dar via ad una nuova guerra, gli stessi Houthi puntano con la loro strategia a consolidare ed aumentare il loro favore da parte delle popolazioni arabe, facendo leva in particolare su quanto sta accadendo in Palestina, puntando contemporaneamente a ritagliarsi un ruolo quale membro di un’asse di resistenza, sostenuto celatamente dall’Iran. 

Quest’ultima infatti ha inviato in quelle aree antistanti lo Yemen il proprio cacciatorpediniere Alborz, il che potrebbe presagire a un ulteriore aumento della tensione già di suo abbastanza alta….

Ho già anticipato in questi mesi il rischio che il Mar Rosso potesse diventare a tutti gli effetti un nuovo fronte per Israele e per gli uomini di Hamas, che troverebbero ora nello Yemen e in quei loro sodali combattenti degli Houthi, nuove energie da utilizzare contro Israele e gli Usa…

Se qualcuno pensava ad una pace prossima, può lasciar perdere… il 2024 sarà un anno difficile e sicuramente la storia – ahimè – lo ricorderà alle future generazioni…

Non so quanti di voi ricordano ciò che è successo trentasette anni fa (era il 2 Aprile 1982) nelle isole Falkland, tra Regno Unito e Argentina…  
Una guerra che durò due mesi e fu vinta dagli Inglesi, dopo che l’Argentina aveva attaccato quelle isole per riconquistarle dal dominio britannico (che vige ufficialmente dal 1833).
Il Regno Unito inviò subito nella zona navi, aerei, sottomarini e scacciò in soli 74 giorni le forze argentine che avevano occupato gli arcipelaghi!!!
Quanto sopra per far comprendere in quali modi opera quel Regno, non ci pensa un attimo… d’altronde basti pensare alla Germania (nazista) di Hitler che pur provandoci, non riuscì mai a distruggere quell’allora impero!!!
L’Iran ora, attraverso i suo “pasdaran“, sta provando ad alzare la tensione, proprio contro le petroliere battenti bandiera inglese dinnanzi a quello stretto di Hormuz, dove ogni giorno centinaia di navi colme di petrolio provenienti dai paesi del golfo, attraversano quell’angusto passaggio per dirigersi nei porti di mezzo mondo… 
Anche l’ambasciatore di Londra, pochi giorni fa, ha comunicato che è giunto il tempo che il regime iraniano si dia una regolata, prima che i due paesi si trovino ad affrontare una pericolosa escalation!!!
Ma lo stato islamico ha dimostrato di non tenere in considerazione quei consigli, tanto d’aver sequestrato la “Stena Impero“, battente bandiera inglese, dopo che più di due settimane fa, la petroliera “Grace 1″ era stata sequestrata dai Royal Marine britannici al largo di Gibilterra…
Secondo l’ambasciatore iraniano, l’aumento delle tensioni inglesi è dovuto principalmente ai cambiamenti in corso nelle politiche interne,  un chiaro riferimento all’establishment della difesa del Regno Unito e ai suoi alleati all’interno dei cosiddetti “think tank” (come il il neo conservatore della Henry Jackson Society) e soprattutto quei potenti alleati di petrolio (come ad esempio l’Arabia Saudita) e ovviamente i costruttori di armi,
Il rischio è rappresentato da una escalation militare incontrollabile  e la situazione nel Golfo Persico sta diventando di giorno in giorno sempre più pericolosa…
A dar manforte al Regno Unito ci sono ovviamente gli Stati Uniti che dopo essersi ritirati nel maggio scorso dall’accordo iraniano sull’emissione nucleare, hanno iniziato ad inasprire economicamente le sanzioni sulle industrie petrolifere e petrolchimiche dell’Iran…
Per dimostrare la propria forza militare, gli Usa hanno inviato nell’area portaerei nucleari… ma ugualmente l’Iran non si è fatta intimidire, preparando migliaia di missili da lanciare appena dovesse essere attaccata…
Va ricordato d’altronde come l’aver imposto sanzioni all’Iran, sta causando enormi difficoltà a quei paesi che hanno necessità di ricevere le importazioni di petrolio greggio come ad esempio il nostro paese, anche perché tutto ciò ha permesso ad atri altri produttori di petrolio di far lievitare i prezzi, penso agli Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, ma anche altri come ad esempio la Russia… 
Il rischio è che la tensione attualmente in corso potrebbe costringere l’Iran a bloccare quello Stretto di Hormuz, con barriere artificiali, navi relitto fatte affondare appositamente, mine navali, ecc…  tutti espedienti per evitare di garantire l’approvvigionamento energetico di greggio nel mondo… 
D’altro canto così non si può continuare… Sappiamo bene come le esportazioni di petrolio siano la linfa vitale del sistema economico iraniano e le sanzioni imposte finora stanno causando una minaccia alla salvaguardia dei propri cittadini, con ripercussioni che iniziano a mostrare pesanti perdite nell’economia reale del paese…
Prima che sia troppo tardi… l’ONU deve intervenire, senza farsi influenzare dagli Usa e Regno Unito, ma operando in maniera neutra per risolvere il problema in maniera celere, prima che si dia inizio (per come molti desiderano, in particolare i produttori di armi pesanti “major weaponsâ€, potenti fabbricanti di aerei, navi, sottomarini, carri armati e sistemi missilistici, che vorrebbero alleggerire quei loro colmi depositi…) ad una nuova escalation militare!!!Â