Archivio per la categoria ‘edilizia’

Certo, come sempre avviene, dopo l’ultima tragedia nel cantiere di Firenze, le Istituzioni si ricordano che tra i gravi problemi presenti in questo Paese, vi è il mancato rispetto della “Sicurezza nei luoghi di lavoro“!!!

D’altronde non bisogna essere un esperto per leggere i dati impietosi che ricordano a quegli incompetenti che secondo quanto riportato nel rapporto INAIL, muore ogni 8 ore e mezza un lavoratore, parliamo quindi di tre morti al giorno, circa 86 al mese!!!

Ovviamente a questi dati ufficiali, mancano tutte le denunce di quegli incidenti mortali occorsi certamente all’interno dei luoghi di lavoro, ma fatti passare come incidenti in itinere, ovvero avvenuti nel tragitto casa-lavoro oppure come incidenti casalinghi…

Naturalmente il settore con più incidenti mortali è quello delle costruzioni, a cui vanno sommati le migliaia di infortuni gravi che non hanno provocato la morte del lavoratore, ma hanno lasciato su di essi profonde invalidità permanenti, un handicap che costringe quei soggetti non solo ad un intervento assistenziale permanente e continuativo, ma condiziona in pieno quella propria sfera individuale, familiare e soprattutto relazionale…

Non parliamo dei molti giovani che si contano come vittime, a molti di questi ragazzi vengono applicati da quegli imprenditori contratti alternativi, sì… per risparmiare. Fanno uso del cosiddetto “dumping” contrattuale, cioè nello svolgere lavori edili o di manutenzione, si ritrovano incredibilmente uno di quei contratto metalmeccanici o ancor peggio legato a lavori come multiservizi. 

Tutti sanno quanto avviene da decenni in quel mondo del lavoro, ma nessuno ne denunciano quel distorto sistema perché tutti ne fanno parte e ne godono i profitti, dalla politica alle istituzioni, dalle associazioni di categoria agli imprenditori, e soprattutto la criminalità organizzata che trova, nei soggetti di cui sopra,  i referenti perfetti al loro sostegno!!!  

Non parlatemi infine di valori, identità, codici etici, rispetto dei protocolli di legalità, controlli, protocolli di legalità, la maggior parte di quelle cose scritte sulla carta non vengono neppure attuate, servono solo per far comprendere che essi attuano principi di legalità, ma nulla di ciò è vero, d’altronde a smentire quanto sopra, mi basterebbe non più di un minuto!!!

Dall’esperienza trentennale in quei luoghi di lavoro, sia in Italia che all’estero e permettetemi altresì di prendermi il merito di non aver mai avuto nei cantieri nei quali ho svolto funzioni tecniche, ma soprattutto incarichi di Cse o RSPP, un solo incidente mortale; beh… ritengo che sono pochi i soggetti che possono non solo paragonare la propria esperienza con quella del sottoscritto, ma soprattutto pensare di parlare di sicurezza, senza aver mai denunciato personalmente nulla presso gli organi preposti!!!    

Per concludere vorrei esprime un’eccezione a questo inconcludente “sistema di gestione della sicurezza”; mi riferisco innanzitutto ai Sindacati, in particolare alla CGIL (in questi anni ho potuto costatare il corretto operato compiuto dai responsabili della Provincia di Catania e Siena) che costantemente rappresentano quei loro iscritti a difesa dei loro interessi, in particolare in quei luoghi di lavoro fortemente a rischio e dove, tra mille difficoltà e con poca collaborazione da parte di Committenti e imprese, cercano quotidianamente di tutelare quella mancata sicurezza!!!

Ed infine un plauso agli Enti Scuole Edili, per la loro attività di formazione e di addestramento, fondamentale – secondo il sottoscritto – per preparare lavoratori e tecnici a quel comparto delle costruzioni che come ormai sappiamo presenta più rischi, ma non solo quanto appreso durante quelle didattiche, permetterà di prevenire incidenti e quindi possibili infortuni, non solo per se stessi, ma anche per i loro colleghi di lavoro: difatti… quanto ahimè accade, ritengo sia conseguenza della mancanza comunicazione!!!

Preparatevi, d’altronde l’avevo anticipato in un mio precedente post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/05/draghi-rivolge-le-sue-attenzioni-al-sud.html, ma ora iniziano ad esserci i primi riscontri.

Basti osservare quanto sta accadendo, sì… nella nostra regione. 

Guardate i nomi dei candidati oppure chi alle ultime elezioni è stato eletto…

Ed ancora chi a breve siederà in quelle poltrone così importanti e chi viceversa sembra stare nascosto; poi c’è chi è uscito allo scoperto, eppure non dovrebbe parlare visti i suoi trascorsi inquietanti per quanto scontato come pena definitiva a causa di quei suoi rapporti con quelle associazioni mafiose ed infine dovremmo contare quanti sono stati in questi mesi arrestati e/o o accusati di scambio elettorale politico-mafioso. 

A breve comunque avremmo le nuove elezioni, ma non solo, dovrebbero iniziare ad arrivare un bel po’ di miliardi, grazie a quel famoso Pnrr….

E c’è chi ha già una sua strategia su come impossessarsi di quel denaro pubblico e parlo di un’organizzazione chiamata “cosa nostra”, che ha già messo in moto i suoi politici, le imprese affiliate e  tutta l’organizzazione costituita da veri professionisti, che si occupano di smistare sui vari comparti quel flusso di denaro.

Il messaggio che si vuole far passare è che quel sistema collaudato “democristiano“, sta nuovamente ritornando, d’altronde come dimenticare il messaggio che circolava allora: con la mafia si lavora, mentre con lo Stato si muore di fame!!!

I cittadini d’altronde dimostrano con molte loro azioni di aver bisogno di fare affidamento su questi individui, gli stessi d’altro canto a cui offrono la loro preferenza e a cui poi chiedono qualcosa in cambio, già questi particolari miei conterranei sono più vomitevoli di quei personaggi corrotti o mafiosi da cui siamo ahimè circondati. 

Qualcosa si sa non va, ma in molti siciliani ahimè c’è ancora forte la convinzione che è proprio grazie a quel sistema clientelare/imprenditoriale/mafioso che si potrà iniziare a stare nuovamente bene e a produrre ricchezza, principalmente per se stessi, più che per il proprio territorio…

Già… in quante cazzate si spera, non capendo che si continuerà a morire di fame fintanto che si resterà succubi di certi personaggi inadeguati e soprattutto rapaci, compromessi moralmente e legati a quel sistema criminale!!!

Ma d’altronde se i miei conterranei preferiscono il reddito di cittadinanza al lavoro cosa si vuole aggiungere, già… quando in molti c’è la convinzione che lo Stato è qualcosa di estraneo, di astratto, un semplice contenitore da cui prendere o rubare, senza dar mai nulla in cambio…

Lo stesso peraltro fa proprio quel meccanismo perverso che proverà attraverso i suoi uomini (più o meno affiliati) ad accaparrarsi il controllo di quegli 82 miliardi di euro (il 40 per cento dei 235 miliardi destinati al nostro Paese) che proprio il Pnrr, quel Piano nazionale di ripresa e resilienza, è pronto a far giungere nel Sud e di cui la quota più consistente verrà destinata alle imprese che operano nel settore delle costruzioni e infrastrutture…

Speriamo che le nostre istituzioni e soprattutto le procure nazionali intervengano prima che quei fondi finiscano in mani sbagliate, almeno così potremmo auspicare che qualcosa di profondamente diverso possa in questa nostra terra essere finalmente compiuto!!!  

Io so. So come si lavora nei cantieri. Come le impalcature vengono messe a castello, come la parte maggiore dei cantieri presenti in Italia non sia messo a norma, come i materiali siano saccheggiati, i terreni sottratti, gli operai tenuti a nero. 

I meccanismi sono scientifici, foggiati dalle più brillanti menti dei commercialisti del bel paese. Gli operai vengono costretti a sottoscrivere buste paga perfettamente regolari, così, soprattutto al nord, per eventuali controlli e monitoraggi di sindacati tutto è in regola. In realtà i lavoratori percepiscono il 50% in meno di quanto indicato. 

Un modo per dimostrare agli ispettori del lavoro il rispetto dei contratti. Una vera e propria evasione fiscale a tavolino che sottrae allo Stato solo per le ditte operanti al nord 500 milioni di euro, secondo quanti affermano i sindacati confederati degli edili. Cifre che rientrano nelle logiche del massimo ribasso. 

Oltre il 40 % delle ditte edili che agiscono in Italia sono del sud. Senza contare le miriadi di ditte di subappalto che non hanno traccia e quindi non rientrano nelle statistiche. Le imprese arrivano cariche di ragazzi meridionali e romeni. Pochissimi gli africani. 

La forza assoluta dei cartelli criminali è l’edilizia. Il certificato antimafia. Ormai ridicolo. Ogni ditta di Totò Riina e di Francesco Schiavone (Sandokan) avevano i certificati antimafia. Per poterlo ricevere basta dimostrare che nella propria azienda non lavorano personaggi condannati per associazione mafiosa. Che ingenuità! E anche qualora qualche affiliato condannato per mafia fosse loro dipendente questi lavorerebbe a nero, d’altronde come riportato sopra i controlli sono inesistenti. Eppure è vero. Nell’edilizia finiscono gli affiliati al giro di boa. Dopo che si fa una carriera da killer, da estorsore o da palo. Insomma dopo che si è passati nell’esercito dei clan si finisce nell’edilizia o a raccogliere spazzatura. 

Piuttosto che filmati e conferenze a scuola, potrebbe essere interessante prendere i nuovi affiliati, i ragazzini, e portarli a fare un giro per cantieri mostrando il destino di quando invecchieranno (se galera e morte dovessero risparmiarli) staranno su un cantiere invecchiando e scatarrando sangue e calce. Mentre imprenditori e affaristi che i boss credevano di gestire avranno committenze e spose modelle. Di lavoro si muore. Continuamente. La velocità di costruzioni la necessità di risparmiare su ogni tipo di sicurezza e su ogni rispetto d’orario. Turni disumani 9/12 ore al giorno compreso sabato e domenica. 100 euro a settimana la paga con lo straordinario notturno e domenicale di 50 euro ogni 10 ore. I più giovani se ne fanno anche quindici. Magari tirando coca, che qui vendono a 15 euro a pista. Le mascherine per evitare che le polveri siano inalate sembrano una provocazione e il cordino che dovrebbe assicurare alle impalcature i corpi degli operai è usato come portachiavi dei mazzi molteplici dei capimasto. 

Quando si muore nei cantieri, si avvia un meccanismo collaudato. Il corpo se morto viene portato via dal cantiere e a secondo della zona viene simulato un incidente stradale. Lo mettono in auto che poi si fanno cascare in scarpate o dirupi, non dimenticando di far prendere fuoco all’auto. La somma che l’assicurazione pagherà al morto verrà girata alla famiglia come liquidazione. Non è raro che per simulare l’incidente si feriscano anche i simulatori in modo grave, soprattutto quando c’è da ammaccare un’auto contro il muro, prima di darle fuoco con il cadavere dentro. 

Quando il masto è presente il meccanismo è funzionante. Quando è assente il panico spesso attanaglia gli operai. Ed allora si prende il ferito grave, il quasi-cadavere e lo si lascia quasi sempre vicino ad una strada che porta all’ospedale. Si passa con la macchina si adagia il corpo e si fugge. Quando proprio lo scrupolo è all’eccesso si avverte un autoambulanza. Chiunque prende parte alla scomparsa o all’abbandono del corpo quasi cadavere sa che lo stesso faranno i colleghi qualora dovesse accedere al suo corpo di sfracellarsi o infilzarsi. Sai per certo che chi ti è a fianco in caso di pericolo ti soccorrerà nell’immediato per sbarazzarsi di te, come dire ti darà il colpo di grazia. E così si ha una specie di diffidenza nei cantieri. Chi ti è a fianco potrebbe essere il tuo boia o tu sarai il suo. Non ti farà soffrire ma sarà anche quello che ti lascerà crepare da solo su un marciapiede o ti darà fuoco in un auto. 

Tutti i costruttori sanno che funziona in questo modo. E le ditte del sud hanno garanzie migliori. Lavorano e scompaiono ed ogni guaio se lo risolvono senza clamore. Io so ed ho le prove. E le prove hanno un nome. Sono Ciro Leonardo morto a 17 anni mentre stava riparando un solaio cascando dal settimo piano. Le prove si chiamano Francesco Iacomino, aveva 33 anni quando l’hanno trovato con la tuta da lavoro sul selciato all’incrocio tra via Quattro Orologi e via Gabriele D’Annunzio a Ercolano. Nicola Tricarico 26 anni, fulminato mentre lavorava alla ristrutturazione di un negozio. A nero. Dopo l’incidente sono scappati tutti, geometra compreso. Nessuno ha chiamato l’autoambulanza temendo potesse arrivare prima della loro fuga. Lasciando lì il cadavere raffreddarsi. E quando si muore al nord se non c’è tempo di abbandonare a sud il corpo la macchina incidentata è già pronta assieme alla benzina per occultare il corpo in un incidente sulle affollate e insanguinate strade padane. In sette mesi nei cantieri a nord di Napoli sono morti 15 operai edili. Cascati, finiti sotto pale meccaniche o spiaccicati da gru gestite da operai stremati dalle ore di lavoro. Bisogna far presto. 

Anche se i cantieri durano anni, le ditte in subappalto devono lasciar posto subito ad altre. Guadagnare, battere cassa e andare altrove. Prima si alzano palazzi, prima si vendono, prima si diviene imprenditori, prima i danari vanno altrove. Prima si possono comprare pompe di benzina, prima si possono avere garanzie con le banche, prima si possono sposare modelle e comprare giornali. A sud si può estrarre, si può ancora estrarre. Si possono depredare terre, mordere montagne, nascondere i veleni sotto la moquette della terra. A sud possono ancora nascere gli imperi le maglie dell’economia si possono forzare e l’equilibrio dell’accumulazione originaria non è stato ancora completato. A sud bisognerebbe appendere dei cartelloni con il BENVENUTO per gli imprenditori che vogliono lanciarsi nell’agone del cemento e in pochi anni entrare nei salotti romani e milanesi. 

Un BENVENUTO che sa di buona fortuna siccome la ressa è molta e pochissimi galleggiano sulle sabbie mobili. Io so. Ed ho le prove. E i nuovi costruttori proprietari di banche e di panfili, principi del gossip e maestà di nuove baldracche celano il loro guadagno. Forse hanno ancora un anima. Hanno vergogna di dichiarare da dove vengono i propri guadagni. Nel loro paese modello, negli USA quando un imprenditore riesce a divenire riferimento finanziario, quando raggiunge fama e successo accade che convoca analisti e giovani economisti per mostrare la propria qualità economica, e svelare le sue strade battute per la vittoria sul mercato. 

Qui silenzio. Vergogna. E il danaro è solo danaro “… una formula che difficilmente potrà essere sbandierata come modello di meritocrazia e perseveranza per ostacolare le cinetiche criminali”. Ma chi segnalava questi affari, chi aveva un così capillare controllo del territorio? Quali validi agenti hanno usato capaci di comprare a così poco terreni? Nessuna risposta. Dalla terra prendi poi costruisci dalla costruzione hai garanzia e puoi avere così il debito e dal debito ancora palazzi e poi barche, e poi banche…Il meccanismo è banale. Terra è spazio per costruzioni. E come se si estraesse al contrario. Non si scava dalla terra carbone e bauxite. Ma dalla terra si cava l’aria e poi la luce e si occupano vani di ossigeno, il percorso è inverso, spalle al terreno e estrazione al contrario. 

Qualcuno ha detto che a sud si può vivere come in un paradiso. Basta fissare l’alto e mai, mai osare far cascare gli occhi al basso. Ma non è possibile. L’esproprio d’ogni prospettiva ha sottratto anche gli spazi della vista. Ogni prospettiva è imbattuta in balconi, soffitte, mansarde, condomini, palazzi abbracciati, quartieri annodati. Qui non pensi che qualcosa possa cascare dal cielo. Qui scendi giù. Ti inabissi. Perché c’è sempre un abisso nell’abisso. Qui dovrai urlare le parole del padre di Ciro: “Quando sbatti per terra e muori, ti immagini non che l’anima evapori, come ti raccontano al catechismo o vedi nel film Ghost, ma che delle mani ti prendano e ti portino più giù. Ancora più giù se è possibile della terra d’inferno dove viviamoâ€.  

E così quando mi trovo tra i migliori e vincenti imprenditori non mi sento bene. Anche se questi signori sono eleganti, parlano con toni pacati, e votano a sinistra. Io sento l’odore della calce e del cemento, che esce dai calzini, dai gemelli di Bulgari, dai loro meridiani di Italo Calvino e dai loro thriller di Grisham. 

Io so. Io so chi ha costruito il mio paese e chi lo costruisce. So che non si vive la propria vita di scorribande e tormenti nelle belle ville in Toscana o in Puglia dei film di Giordana e della Comencini, so che stanotte parte un treno da Reggio Calabria che si fermerà a Napoli a mezzanotte e un quarto prima di giungere a Milano. Sarà colmo. E alla stazione i furgoncini e le Punto polverose preleveranno i ragazzi per nuovi cantieri. Un emigrazione senza residenza che nessuno studierà e valuterà poiché rimarrà nelle orme della polvere di calce e solo lì. Io so qual è la vera costituzione del mio tempo, qual è la ricchezza delle imprese. Io so in che misura ogni pilastro è il sangue degli altri. Io so e ho le prove. Non faccio prigionieri!!!

Mi piace ogni tanto riproporre qualche passo dei nostri migliori autori, in questo caso specifico il testo è stato ripreso dal libro “Io so è ho le prove” di Roberto Saviano, spero che vi sia piaciuto.

E’ Antonello Biriaco!!!
E’ stato eletto all’unanimità dall’assemblea dell’associazione… e tralasciando coloro che lo affiancheranno in quella nomina, m’interessa riprendere quanto egli ha dichiarato, dopo aver appreso della sua nomina: 
– “Siamo fortemente consapevoli  della nostra missione sociale, ma per creare ricchezza e occupazione abbiamo bisogno di un ecosistema amico dello sviluppo. Non chiediamo  favori o assistenza, ma un contesto in cui fare impresa non sia una corsa ad ostacoli. Per la nostra area industriale,  che vive ancora nel degrado,  occorre una gestione amministrativa snella e ancorata ai territori,  che assicuri risorse certe e spendibili”!!!
– “Avvio dei cantieri del Patto per Catania e “Piano Marshall” per il recupero del tessuto immobiliare, sono due operazioni fondamentali. Non solo per dare slancio alla filiera edile che a Catania ha registrato la perdita oltre 15mila occupati, ma per attivare un processo di rigenerazione  del tessuto urbano che renda la città appetibile e sicuraâ€.
– “A Catania rischio sismico e socio-economico formano un mix da allerta rossa. Sensibilizzare le istituzioni sul tema della vulnerabilità sismica del territorio, come chiede anche la nostra Associazione dei costruttori, deve essere un impegno collettivo”.
– “Dobbiamo fare in modo che Università  e aziende riescano a contaminarsi per fare sistema. Sosterremo la ricerca applicata e quella che produce  risultati in termini di brevetti e prodotti industriali.  Il  Digital Innovation Hub Sicilia, costituito a Catania sotto la regia di Confindustria Digitale, rafforzerà l’azione di supporto alle Pmi  nella pianificazione di investimenti  innovativi,  nell’accesso agli incentivi del Piano Industria 4.0, nell’implementazione di servizi di formazione e mentoring”.
– “Di fronte al mutamento dello scenario Mediterraneo, con il raddoppio del canale di Suez,  che ha spinto i traffici commerciali; Catania può assumere  una rilevanza strategica valorizzando i suoi asset:  porto,  aeroporto e interporto e puntando sull’avvio della zona economica speciale per accogliere investimenti collegati alla filiera marittima, logistica e manifatturiera”.
“Occorre rafforzare il dialogo con gli enti di programmazione per accelerare l’utilizzo dei fondi e rendere più efficace la scelta dei comparti verso  i quali indirizzare gli incentivi. Dobbiamo evitare la frammentazione  delle risorse in  mille rivoli e puntare verso misure che supportino in modo concreto la crescita delle imprese”.
Ed infine la dichiarazione più importante, perché prende in esame due presupposi fondamentali, la sicurezza e la legalità: “La nostra è una terra difficile, nella quale le Forze dell’ordine e della Magistratura hanno espresso la più alta professionalità.  A nome degli imprenditori esprimo gratitudine per il loro impegno, che affianca le nostre battaglie per poter investire senza condizionamenti di alcun tipo nel nostro territorio”.
Ciascuna di quelle frasi sopra riportate rappresenta in se qualcosa capace di destare curiosità e di suscitare un’attenzione appassionante e coinvolgente, quanto poi di questi propositi, si riuscirà a portare a compimento… ecco quella sarà una grande sfida…
D’altronde non bisogna mai dimenticare, che sono passati quasi venticinque anni dal giorno in cui, questa nostra terra ha iniziato a soffrire la recessione… 
Come non ricordare l’elenco delle imprese -di cui alcune iscritte a Confindustria Sicilia- che hanno chiuso i battenti e di quelle restanti che ancora sopravvivono, ma che hanno di fatto perso la maggior parte della propria capacità operativa, non essendo più competitive sia livello nazionale, che ancor più internazionale…
A quanto sopra vanno aggiunte quelle imprese che hanno mostrato incapacità nel rispettare le regole e che si sono dimostrate “corrotte”, evidenziando comportamenti di concorrenza sleale, che hanno portato le imprese sane a chiudere e loro stesse con il tempo, ad essere prese di mira dagli organi istituzionali…
E’ bello quindi sentir parlare di sicurezza, legalità, magistratura, forze dell’ordine e quant’altro… ma non vorrei scoprire tra qualche anno (per come ahimè avvenuto, proprio con alcuni uomini di quella Associazione…), che quelle belle parole facciano parte di concetti astratti, che non troveranno nella pratica, mai alcuna conferma…
Ma in questo momento, desidero allontanare qualsivoglia preconcetto e resto in attesa di vedere confermate tutte le premesse di cui sopra…
Presidente, buon lavoro.

Non lo capisco… o meglio non so a chi dare la responsabilità di questa incapacità, se alla politica, ai nostri governi regionali, che in questi anni hanno dimostrato di governarci in maniera maldestra e corruttiva, alla negligenza di molti suoi uomini, oppure se da alcune stazioni appaltanti, che si dimostrate indolenti nell’aggiudicare quei bandi di gara…
E dire che le risorse finanziarie c’erano, anche se non sono state perfettamente utilizzate… e quelle poche imprese ancora in vita, stanno di fatto sopravvivendo, ritrovandosi sempre più indebitate e soprattutto senza alcuna propria capacità finanziaria!!!
Se si pensa inoltre ai costi da mantenere per continuare ad avere quei requisiti necessari per poter partecipare a quei pochi appalti in circolazione, nei quali sono presenti mediamente dalle 350 alle 500 imprese, comprendere quando difficile se non impossibile sia, aggiudicarsene una…
Il sottoscritto conosce alcune imprese che negli ultimi tre anni, pur partecipando mediamente dalle tre alle cinque gare mensili… non ne hanno vinto alcuna!!!
Sono all’incirca 150 gare… con costi che si aggirano intorno ai 1000 euro ciascuna, inserendo ai costi del personale e delle eventuali trasferte per verificare la documentazione, per cui, 150.000 euro buttati al vento!!!     
Se avessero utilizzato, una parte di quel denaro nelle scommesse di calcio, certamente oggi sarebbero in vincita…
Perché il problema non si riduce soltanto nel partecipare a quelle gare, ma anche in tutte quelle circostanze con cui solitamente ci si trova a confrontarsi, vedasi ad esempio quelle gare sospese o ancor peggio annullate, senza voler aggiungere quelle gare che finalmente ci si era illusi di essersi aggiudicate e che sono state da altri contestate, affinché quella vostra impresa venga di fatto esclusione…
Certo si può ricorrere al Tribunale amministrativo regionale competente, ma comprenderete bene come tutto ciò, farà lievitare non solo i costi sostenuti ma soprattutto i tempi di definizione di quel contratto…
Ormai sono molte le imprese da non essere più interessate al mercato siciliano e indirizzano verso altre realtà, preferibilmente estere, quelle loro strutture…
Sono parecchie le imprese siciliane che hanno deciso di spostare quella loro struttura in paesi come Malta, Albania, Marocco, Romania, Montenegro, Serbia, ecc…, nazioni che oltre a concedere incentivi per quelle società che decidono d’investire lì, promuovono programmi vantaggiosi, in particolare sotto il profilo fiscale, che risultano certamente più favorevoli sotto il profilo fiscale e quindi più vantaggiose, rispetto alle imposte applicate nella nostra nazione!!!
Certo in questi anni, un grande ruolo fondamentale avrebbe dovuto imporlo l’ANCE… ma avendo appreso di quelle inchieste giudiziarie, che hanno di fatto eliminato le gerarchie di comando di quella associazione, comprenderete quanto poco influenti siano diventati agli occhi di questo nuovo governo nazionale, quei suoi ex referenti… 
Nel frattempo… muoiono le imprese e con loro anche i lavoratori, che ormai hanno compreso di essere totalmente indifferenti anche a quella classe politica, alla quale solitamente si sono rivolti…
Il tempo per invertire la rotta è ormai passato e coloro che avrebbero potuto farlo non ne sono stati capaci!!!
Ma forse la realtà è tutt’altra e andrebbe ricercata altrove…
Mi riferisco a tutte quelle società (e nella nostra isola ahimé, sono purtroppo la maggioranza…) che hanno al loro interno dei “soci occulti“, che assicurano in ogni circostanza a quei loro “prestanome” di stare tranquilli e soprattutto “immobili”; perché tanto penseranno loro (a seguito di quella predisposta rotazione programmata…) a far aggiudicare quel tanto indispensabile… appalto pubblico!!!