Archivio per la categoria ‘consorzio Pietra Lavica dell’Etna’

Riprendendo il post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/settore-cave-e-miniere-la-storia.html analizziamo ora il tema dei rifiuti estrattivi.

La CTS ritiene, come appurato in alcuni pareri, che gli scarti di cava debbano essere considerati rifiuti, compresi i limi di lavaggio, pertanto nei progetti in cui non è presente il piano gestione dei rifiuti (ai sensi D.Lgs 117/08), si rileva una criticità pregiudizievole che determina l’assoggettamento del progetto a VIA.

I tecnici delle associazioni di categoria con apposita documentazione tecnica e normativa hanno invece rimarcato che nell’ambito dei progetti di cava viene trattato anche l’aspetto relativo all’utilizzo degli scarti di cava, compresi i limi di lavaggio. 

E’ stato dimostrato (vedasi intervento del Presidente del Consorzio Pietra lavica dell’Etna, Dott. A. Grassi reg. 2 -1h 24’ 00″) che nelle consuete pratiche estrattive non si perviene alla produzione di rifiuti estrattivi, tranne nei rari casi in cui il produttore abbia l’intenzione di disfarsene rientrando, conseguentemente nell’ambito del D.Lgs 117/08. 

Sono stati richiamati, anche se in forma anonima, dei pareri in cui è stata rilevata la criticità della mancanza del piano di gestione rifiuti, nonostante nei progetti l’argomento fosse stato trattato in maniera chiara, anche in questo caso i componenti la CTS presenti al Tavolo non hanno ritenuto di condividere quanto esposto dai tecnici e sono rimasti fermi nelle loro posizioni. 

Sempre in merito agli scarti di cava è stata contestata alla CTS l’applicazione all’attività estrattiva e mineraria del D.P.R. 120/17 che, diversamente, regola la materia relativa alle “terre e rocce da scavo” provenienti dalle realizzazioni di opere edili-stradali.

E’ stato fatto notare come in alcuni pareri è stata perfino rilevata come “criticità documentale” la mancata trasmissione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo nell’ambito delle attività estrattive, nonostante la giurisprudenza in materia esclude categoricamente di applicare il D.P.R. 120/17 per i materiali derivanti dall’attività estrattiva.

Anche su questo punto i convincimenti degli esperti di legislazione ambientale della CTS non sono stati neanche scalfiti dalle argomentazioni puntuali esposte dai Tecnici delle Associazioni; solo nell’ultimo incontro del 16/04/2021, al quale è stato invitato a partecipare un rappresentante dell’Assessorato Energia, il  Distretto Minerario di Catania ha ribadito con chiarezza che gli scarti di cava,  non devono essere considerati rifiuti in quanto costituiscono preziosa risorsa (reg. 3 – 57’ 30’’).

Sempre sul tema rifiuti estrattivi è stato fatto notare che in qualche progetto di cava la medesima criticità sul piano gestione rifiuti non è stata considerata e/o valutata, nonostante il progetto fosse sprovvisto di tale piano, confermando le perplessità delle Associazioni che imputano alla CTS di adottare parametri valutativi non omogenei.

CONTINUA…

Innanzitutto occorre richiamare quanto accaduto prima che l’emergenza sanitaria “Covid-19” limitasse tutto il settore… 

Va ricordato quindi lo scorso anno, su proposta dell’Assessorato Territorio Ambiente della Regione Sicilia venne istituito un tavolo tecnico per affrontare le problematiche evidenziate dalle Associazioni di categoria rappresentative del settore cave e miniere con una articolata nota (20 Agosto 2020 -Allegato 1) ed esposta nel corso dell’incontro tenutosi in data 01 febbraio 2021 alla presenza dell’Amministrazione e dell’Assessore competente…
L’auspicio che l’Assessore e il Dipartimento avevano riposto nei lavori del Tavolo Tecnico era quello di attivare un confronto costruttivo con la Commissione Tecnica Specialistica (CTS) utile ad appianare le divergenze tra le istanze delle Imprese contenute nei progetti presentati ed i criteri valutativi applicati dalla CTS nell’ambito delle procedure di VIA dei progetti di cava.

Con questo presupposto furono svolte – su convocazione dell’ARTA ed alla presenza del Dirigente e dei funzionari competenti – tre riunioni tecniche in videoconferenza registrata, con la partecipazione dei tecnici delle Associazioni di categoria Sicindustria, Consicav (Consorzio Siciliano Cavatori), Consorzio Pietra Lavica dell’Etna e la Commissione Tecnica Specialistica (CTS), nei giorni 17/02/21, 03/03/21  e 16/04/21.

Per affrontare le questioni sollevate dalle Imprese i tecnici delle Associazioni si sono avvalsi dei dati pubblicati nel Sito internet di ARTA Sicilia accessibili liberamente, grazie ai quali era stata condotta una analisi critica su decine di pareri rilasciati dalla CTS in merito alla valutazione di progetti di rinnovo/ampliamento/apertura di cava.

Dall’analisi statistica dei pareri resi dalla CTS e pubblicati nel sito dell’ARTA Sicilia era emerso che il 60% delle istanze formulate ai sensi dell’art. 19 Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. (verifica di assoggettabilità), erano state rimandate a V.I.A. con un aggravio di procedura e soprattutto con l’allungamento dei tempi di ottenimento delle autorizzazioni che nel complesso raggiungevano i tre-quattro anni, con una intollerabile attesa per poter avviare o proseguire le attività lavorativa.

L’analisi dei pareri rilasciati dalla CTS furono condotta su pratiche della medesima natura e dimensione, riscontrando un andamento ondivago delle valutazioni condotte dalla CTS; di questa constatazione fu chiesto ai partecipanti della CTS al tavolo tecnico, di volerne prendere atto.

La risposta della Commissione è stata tranciante in quanto il Presidente della CTS, ha contestato il metodo di indagine portato al Tavolo dai tecnici, rifiutandosi di scendere nell’esame di casi concreti pena l’abbandono del Tavolo tecnico da parte dei Componenti la CTS.

Di conseguenza i tecnici delle Associazioni di Categoria, con spirito costruttivo e per andare nel senso della proposta dell’Assessorato, hanno reimpostato le loro analisi ed hanno proposto di esaminare le questioni con carattere di generalità.
A seguito di quanto sopra diventa interessante valutare le effettive questioni affrontate ( premetto che di quanto finora riportato esistono le registrazioni video ) ed anche gli esiti a cui essi sono giunti…
Quindi, per meglio comprendere gli argomenti tecnici attinenti al settore estrattivo proposti durante il dibattito, mi sono permesso di suddividerli per tema:
1) la produzione di rifiuti nell’attività di cava;
2) il Progetto di recupero ambientale;
3) l’applicazione delle linee guida Arpat 2010 in merito alle emissioni in atmosfera;
4) il Criterio del cumulo di impatti del programma di cava;
5) la tempistica delle istruttorie;
Preliminarmente venne posto alla CTS il problema della mancata interlocuzione con i soggetti proponenti nell’ambito delle procedure di verifica di assoggettabilità di cui all’art. 19 D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii..

Questa procedura è quella a cui ricorrono le Imprese proponenti per l’analisi ambientale preliminare del progetto e, come puntualizzato più volte nelle riunioni, spesso ha un esito sfavorevole, ovvero il progetto viene assoggettato a VIA, sulla base delle “criticità” che i valutatori riscontrano.

Sono state quindi esaminate dai Tecnici le principali “criticità” rilevate nei provvedimenti con esito sfavorevole ed è emerso che le carenze documentali lamentate dalla CTS sono spesso derivate dalla rappresentazione che si trova negli elaborati tecnici, non rispondente agli schemi attesi dalla Commissione.
Su questo punto, nonostante che i Tecnici abbiano provato a portare al tavolo della discussione casi concreti, i componenti la CTS presenti durante la riunione, hanno addossato ai progettisti la responsabilità degli esiti sfavorevoli delle procedure dell’art. 19, lamentando che i progetti fossero carenti e incompleti.

Durante i dibattiti tecnici, in merito alle incongruenze rilevate dai progettisti sulle criticità rilevate dalla CTS nelle procedure assoggettate a VIA, è emersa la mancanza di apertura o ancor meglio di disponibilità ad un confronto tecnico aperto in particolare su quegli specifici pareri, anzi l’impressione è che sia stata espressa una netta contrarietà a trattare le specifiche determinazioni della CTS, minacciando per come si riportava sopra in taluni casi l’abbandono del tavolo (reg. 1 – reg. 3 – 20’20”, reg. 3 – 1h 27’ 15”).

Per cui, iniziando a parlare in merito al tema dei rifiuti estrattivi si ha:
CONTINUA