Archivio per la categoria ‘cave e miniere’

Ho letto un post sul sito “ANSA” che riportava: “Ieri abbiamo sbloccato il Cts“!!!

Permettetemi di aggiungere “finalmente“, dal momento che in questi anni abbiamo letto da più voci autorevoli – vedasi http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/01/il-dott-alfio-grassi-e-quella-guerra-di.html – di come quella commissione tecnica specialistica, abbia paralizzato parecchie iniziative d’investimento industriale e ambientale di molti operatori economici siciliani…

Lo Stesso presidente Schifani ha ora dichiarato partecipando al convegno “Costa Sud, turismo ecosostenibile” organizzato dal Centro studi Ernesto Basile.: “Gli industriali andavano via dalla Sicilia”!!! 

 “Adesso nomineremo un Presidente che sia un esperto, che non sia stato impegnato in politica e che sia lontano da posizioni pseudo-ambientaliste – ha proseguito Schifani – vigileremo lo sviluppo sostenibile, l’aspetto ambientale, ma anche quello sociale. Il comitato dovrà rilasciare pareri in tempi celeri”.

Certo quanto dovrà accadere rappresenta un punto nodale per l’economia siciliana, in quanto come si sa… su quei settori vi sono parecchi interessi in gioco, d’altronde parliamo di un business milionario cui in molti non vogliono rinunciare …

Lo stesso Presidente Schfani ha affermato: “è importante che si lavori con spirito costruttivo e non demagogico e demolitivo e la Commissione tecnica specialistica, che negli anni passati aveva paralizzato varie iniziative imprenditoriali e investimenti non fornendo i pareri necessari deve essere guidata da una figura di esperienza fuori dalla politica e che guardi a una regione che deve crescere e accogliere gli investimenti per migliorare la qualità della vita dei siciliani, ad aumentare il nostro Pil e l’occupazione. Perché va bene lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente, ma dobbiamo occuparci degli aspetti sociali ed economici della nostra Sicilia. Riformare, semplificare e sburocratizzare sono parole chiave su cui si sta muovendo e si muoverà questo governo”!!!

Presidente Schifani, come ho scritto nel mio titolo di apertura, il sottoscritto vorrebbe darLe un consiglio: nulla a che dire sul nome che verrà preso per l’incarico a nuovo Presidente del CTS, ma non avendo mai creduto nelle capacità di un uomo solo a modello “Salvatore della Patria“, mi permetto di suggerire una semplice procedura, che garantirebbe a tutti noi e quindi anche a Lei, trasparenza, professionalità, ma soprattutto “legalità”!!!

E sì… perché alla fine è sempre ciò che manca a questa nostra terra e cioè persone perbene che compiono in maniera corretta gli incarichi ricevuti… 

Ed allora nel decidere di affidare quel ruolo così importante, Lei dovrebbe nello stesso istante, creare un pool – quantomeno di cinque soggetti – che si controllino a vicenda e che autorizzino le decisioni intraprese non solo da quel Presidente, ma anche da questo comitato, affinché ogni provvedimento approvato, sia stato in maniera rigorosa rispettato!!!

Perché soltanto così potremmo non ritrovarci tra qualche anno a dover leggere su nuove inchieste giudiziarie compiute dalle nostre usuali Procure nazionali, di cui mi consenta da buon siciliano – con estremo disgusto – mi sono stancato!!!

Altro tema sul quale ho visto si è ampiamente dibattuto è stato quello della predisposizione del Progetto di recupero ambientale delle cave, aspetto regolamentato esclusivamente dalla normativa regionale (L.R. 127/80 e ss.mm.ii.)

Le Associazioni di categoria hanno fatto presente che il dettaglio progettuale delle opere di recupero ambientale dettato dalla normativa vigente si limita ad uno studio di fattibilità o di massima, mentre spetta al Comune, successivamente, redigere il progetto esecutivo e all’Amministrazione Regionale attuarlo.

Il Dott. Campo, in occasione del secondo incontro del 02/03/21, ha illustrato in una serie di slides (reg. 2 – 4’ 29†– Allegato 4) le fasi tecniche e procedurali delle opere di recupero ambientale, così come previsto dalle normative vigenti, evidenziando che molto spesso la CTS erroneamente individua come soggetto attuatore delle opere di recupero ambientale l’esercente di cava e non la pubblica amministrazione, come prevede la Legge Regionale 127/80 e ss.mm.ii., inserendo nei pareri delle prescrizioni che sono del tutto inattuabili, oltre che insostenibili dal punto di vista economico.

E’ stato difatti rappresentato dai Tecnici delle associazioni di categoria, che spesso la CTS inquadra come criticità ambientali alcuni aspetti squisitamente tecnico-minerari, di esclusiva competenza dei Distretti  Minerari .

Si è riscontrato come nonostante con la CTS, nei precedenti incontri, le competenze degli ambiti di natura mineraria fossero state affrontate e in apparenza condivise, solo dopo poche settimane la stessa CTS ha emanato pareri che non hanno tenuto conto di quanto precedentemente discusso, pertanto si è ritenuto necessario richiedere la partecipazione al Tavolo tecnico anche dei rappresentanti dell’Assessorato Energia da cui dipendono per l’appunto i Distretti Minerari.

Nell’incontro del 16/04/2021, alla presenza di un Ing. ( perdonatemi ma non ricordo il nome… )  del Distretto Minerario di Catania, è stato confermato che il Distretto Minerario valuta e approva un progetto nel rispetto delle norme minerarie e delle norme di sicurezza sicurezza vigenti e che quindi, ove necessario, sarebbe auspicabile che la CTS, prima di un’eventuale contestazione, si confrontasse con il Dipartimento Energia sugli aspetti di carattere tecnico, tra cui anche quelli legati alla sicurezza di un progetto di cava…

Su questi argomenti è intervenuto proprio l’Ing. confermava quanto dettato dalla normativa, ma tuttavia, ancora una volta, i Componenti della CTS non hanno convenuto quanto esposto, ribadendo che le valutazioni della CTS si rifanno alla norma ambientale, che è di grado superiore e trasversale a tutti gli aspetti tecnici-progettuali…

Passiamo ad affrontare ora le Applicazioni previste dalla Linee Guida Arpat 2010…

CONTINUA

Innanzitutto occorre richiamare quanto accaduto prima che l’emergenza sanitaria “Covid-19” limitasse tutto il settore… 

Va ricordato quindi lo scorso anno, su proposta dell’Assessorato Territorio Ambiente della Regione Sicilia venne istituito un tavolo tecnico per affrontare le problematiche evidenziate dalle Associazioni di categoria rappresentative del settore cave e miniere con una articolata nota (20 Agosto 2020 -Allegato 1) ed esposta nel corso dell’incontro tenutosi in data 01 febbraio 2021 alla presenza dell’Amministrazione e dell’Assessore competente…
L’auspicio che l’Assessore e il Dipartimento avevano riposto nei lavori del Tavolo Tecnico era quello di attivare un confronto costruttivo con la Commissione Tecnica Specialistica (CTS) utile ad appianare le divergenze tra le istanze delle Imprese contenute nei progetti presentati ed i criteri valutativi applicati dalla CTS nell’ambito delle procedure di VIA dei progetti di cava.

Con questo presupposto furono svolte – su convocazione dell’ARTA ed alla presenza del Dirigente e dei funzionari competenti – tre riunioni tecniche in videoconferenza registrata, con la partecipazione dei tecnici delle Associazioni di categoria Sicindustria, Consicav (Consorzio Siciliano Cavatori), Consorzio Pietra Lavica dell’Etna e la Commissione Tecnica Specialistica (CTS), nei giorni 17/02/21, 03/03/21  e 16/04/21.

Per affrontare le questioni sollevate dalle Imprese i tecnici delle Associazioni si sono avvalsi dei dati pubblicati nel Sito internet di ARTA Sicilia accessibili liberamente, grazie ai quali era stata condotta una analisi critica su decine di pareri rilasciati dalla CTS in merito alla valutazione di progetti di rinnovo/ampliamento/apertura di cava.

Dall’analisi statistica dei pareri resi dalla CTS e pubblicati nel sito dell’ARTA Sicilia era emerso che il 60% delle istanze formulate ai sensi dell’art. 19 Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. (verifica di assoggettabilità), erano state rimandate a V.I.A. con un aggravio di procedura e soprattutto con l’allungamento dei tempi di ottenimento delle autorizzazioni che nel complesso raggiungevano i tre-quattro anni, con una intollerabile attesa per poter avviare o proseguire le attività lavorativa.

L’analisi dei pareri rilasciati dalla CTS furono condotta su pratiche della medesima natura e dimensione, riscontrando un andamento ondivago delle valutazioni condotte dalla CTS; di questa constatazione fu chiesto ai partecipanti della CTS al tavolo tecnico, di volerne prendere atto.

La risposta della Commissione è stata tranciante in quanto il Presidente della CTS, ha contestato il metodo di indagine portato al Tavolo dai tecnici, rifiutandosi di scendere nell’esame di casi concreti pena l’abbandono del Tavolo tecnico da parte dei Componenti la CTS.

Di conseguenza i tecnici delle Associazioni di Categoria, con spirito costruttivo e per andare nel senso della proposta dell’Assessorato, hanno reimpostato le loro analisi ed hanno proposto di esaminare le questioni con carattere di generalità.
A seguito di quanto sopra diventa interessante valutare le effettive questioni affrontate ( premetto che di quanto finora riportato esistono le registrazioni video ) ed anche gli esiti a cui essi sono giunti…
Quindi, per meglio comprendere gli argomenti tecnici attinenti al settore estrattivo proposti durante il dibattito, mi sono permesso di suddividerli per tema:
1) la produzione di rifiuti nell’attività di cava;
2) il Progetto di recupero ambientale;
3) l’applicazione delle linee guida Arpat 2010 in merito alle emissioni in atmosfera;
4) il Criterio del cumulo di impatti del programma di cava;
5) la tempistica delle istruttorie;
Preliminarmente venne posto alla CTS il problema della mancata interlocuzione con i soggetti proponenti nell’ambito delle procedure di verifica di assoggettabilità di cui all’art. 19 D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii..

Questa procedura è quella a cui ricorrono le Imprese proponenti per l’analisi ambientale preliminare del progetto e, come puntualizzato più volte nelle riunioni, spesso ha un esito sfavorevole, ovvero il progetto viene assoggettato a VIA, sulla base delle “criticità†che i valutatori riscontrano.

Sono state quindi esaminate dai Tecnici le principali “criticità†rilevate nei provvedimenti con esito sfavorevole ed è emerso che le carenze documentali lamentate dalla CTS sono spesso derivate dalla rappresentazione che si trova negli elaborati tecnici, non rispondente agli schemi attesi dalla Commissione.
Su questo punto, nonostante che i Tecnici abbiano provato a portare al tavolo della discussione casi concreti, i componenti la CTS presenti durante la riunione, hanno addossato ai progettisti la responsabilità degli esiti sfavorevoli delle procedure dell’art. 19, lamentando che i progetti fossero carenti e incompleti.

Durante i dibattiti tecnici, in merito alle incongruenze rilevate dai progettisti sulle criticità rilevate dalla CTS nelle procedure assoggettate a VIA, è emersa la mancanza di apertura o ancor meglio di disponibilità ad un confronto tecnico aperto in particolare su quegli specifici pareri, anzi l’impressione è che sia stata espressa una netta contrarietà a trattare le specifiche determinazioni della CTS, minacciando per come si riportava sopra in taluni casi l’abbandono del tavolo (reg. 1 – reg. 3 – 20’20â€, reg. 3 – 1h 27’ 15â€).

Per cui, iniziando a parlare in merito al tema dei rifiuti estrattivi si ha:
CONTINUA