Archivio per la categoria ‘amministrazioni’

Sono state migliaia le misure interdittive antimafia nel 2023 per le società in odore di mafia o legate a note associazioni criminali… 

Sono i numeri dell’attività della Direzione investigativa antimafia nazionale che hanno portato a sequestri/confische per centinaia di milioni di euro

Un bilancio certamente positivo, anche se molto c’è ancora da fare, in particolare nei confronti di quelle società “affiliate” che presentano ancora oggi una forma velata di pedigree “legale”, se pur risultano essere a tutti gli effetti delle vere e proprie “cartiere” per il riciclaggio di denaro sporco proveniente da quel sistema di malaffare.

C’è bisogno quindi che lo Stato evidenzi una volta e per tutte la propria forza, mostri quindi in maniera concreta la lotta che vuole intraprendere senza tentennamenti o compromessi politici, in particolare nei confronti di quelle amministrazioni comunali che evidenziano ancora oggi, una vera e propria assenza di democrazia nei loro comuni. 

Ed ancora, bisogna rafforzare il ruolo della Dia nell’attività di contrasto, in particolare negli appalti pubblici, una condizione negativa che pesa enormemente sulle difficoltà economiche e produttive del territorio. 

Inizia quindi un nuovo anno, ma la lotta alla criminalità non si ferma anche per ciò che concerne la lotta sul fronte “internazionale†che mostra essere uno dei maggiori interessi per quelle organizzazioni criminali, a seguito dei business e della gestione dei finanziamenti concessi dall’Unione Europea al nostro Paese, su cui molti vorrebbero metterci le mani…

Il 2024 è iniziato, ma la lotta alle “mafie” vedrete anche quest’anno non sarà facile, anche perché quest’ultime hanno (nel corso di questi anni) subito importanti trasformazioni, sia strutturali che concettuali, passando da quel semplice apparato familiare, a vero e proprio sistema integrato e connesso che non coinvolge soltanto l’appartenenza dei suoi affiliati, costituito da parenti, familiari e amici,  no… la realtà ci dice che quel complesso “corruttivo e illegale” si è esteso a professionisti e soprattutto a molti colletti bianchi, molti dei quali ahimè, si trovano attualmente a gestire proprio i nostri apparati istituzionali!!!

Quando si dice: “ma da chi siamo governati…”!!!

Già… a leggere sul numero dei comuni sciolti per mafia si resta senza parole. 

Nei dossier nel web pubblicati, sono disponibili dati aggiornati, analisi tratte da relazioni allegate ai decreti di scioglimento, sintesi dei documenti parlamentari, spunti di riflessione e proposte relative all’attuale normativa, che hanno l’obiettivo di stimolare una riflessione su questo inquietante fenomeno che provoca lo scioglimento di un Comune al mese, con la sospensione non solo della democrazia, ma di creare danni ingenti al tessuto socio-economico dei territori interessati. 

Difatti, in questi lunghi anni sono stati ben 383 i decreti di scioglimento in 11 regioni, di cui 280 hanno riguardato consigli comunali, nei quali sono stati coinvolti sindaci, assessori, consiglieri e dipendenti della pubblica amministrazione ed in 6 casi, ad essere commissariate, sono state le Aziende Sanitarie Provinciali.

Ad aggravare questa situazione, c’è la circostanza che in più di un’occasione lo scioglimento è stato ripetuto per più volte, ad esempio in un comune addirittura 4 volte!!!

In questi anni mi sono permesso di scrivere sulle inutili riforme di contrasto applicate dalla normativa vigente, secondo il sottoscritto totalmente effimere e inconcludenti, d’altronde come coloro che di fatto le hanno promulgate, poiché nel redigerle non tengono minimamente conto della realtà, ma basano quelle loro aspettative di successo nella lotta alla mafia e/o corruzione, su procedure e meccanismi che sono da tempo ormai superate o certamente non più realizzabili!!! 

Difatti ditemi, chi di voi ha concretamente percepito in questi anni, un cambiamento radicale da farci pronunciare le parole: lo Stato c’è e si sente!!! 

Anzi, senza alcuna polemica, posso affermare che la maggior parte pensa il contrario e difatti, proprio la mia regione, la Sicilia, risulta essere la terza regione per Enti locali sciolti per mafia, con ben 92 amministrazioni coinvolte e quindi commissariate!!!

Il fatto comunque più sconvolgente, è dover osservare come quella presenza mafiosa – ai miei conterranei –  non dia minimamente fastidio, già… sono in molti a godere di quel sistema corruttivo e clientelare per portare avanti le loro imprese, per ottenere qualche posto di lavoro per i loro cari, per racimolare una mazzetta a fine mese o per potersi permettere tra qualche giorno la possibilità di festeggiare queste feste di Natale in arrivo o di programmare – con il denaro illecitamente “riciclato” – l’arrivo del nuovo anno che sta per giungere.

Ecco quindi emergere – quasi fosse una novità – un mercato vero e proprio dietro gli appalti pubblici e non parlo dei soli interessi della criminalità organizzata, no… mi riferisco a tutte quelle false facce “pulite“, ma con le mani “sporche“, a seguito di quella perpetrata collusione e ad un sistema ormai diramato fortemente in espansione.

L’importante è controllare tutto, ogni settore della vita sociale, da quello personale a quello finanziario, da quello economico a quello produttivo, ma non solo, si somma quello dell’energia, delle forniture e dei trasporti, il tutto per far sì che i cittadini non contino nulla, ne sulle proprie scelte decisionali, e ancor meno su quelle collettive come la politica, l’amministrazione, la trasparenza, in due parole, la partecipazione attiva fortemente condizionata da quel fenomeno conosciuto come “scambio elettorale”!!!

E’ evidente ormai a tutti come la caratteristica della criminalità non sia più quella d’inseguire le opportunità di profitto, ma d’investire principalmente nel rapporto privilegiato con chi detiene il potere…

La mafia è diventata in questi anni silente, evita qualsivoglia gesto eclatante – come confermato nelle relazioni semestrali della DIA – e concentra tutte le proprie energie sull’accumulazione delle ricchezze e sul riciclaggio del denaro sporco nei circuiti legali, attraverso una serie di sofisticate forme, che proprio in questi giorni, in ben cinque post, ho rappresentato. 

E difatti, pur non mancando evidenti pressioni, minacce e intimidazioni sulle amministrazioni pubbliche, durante il delicato momento delle campagne elettorali, l’ottica privilegiata è quella utilitaristica, che spinge quegli affiliati a sfruttare ogni possibile chance, attraverso anche l’imprenditoria, che dimostra essere molto più complice che succube di quelle organizzazioni criminali. 

Del resto per concludere, è sempre la DIA a sottolineare come da tempo, dal Nord a sud, si osserva un vero e proprio radicamento di quei clan, attraverso pratiche corruttive e collusive che coinvolgono pezzi di imprenditoria, di mondo delle professioni e soprattutto di classi dirigenti locali.

Perché meravigliarci quindi: continuiamo così, già… con queste sterili e inefficaci politiche di contrasto!!!  

Non ricordo dove ho trovato questa foto sul web, ma era così bella che l’avevo conservata nel mio portatile… 
Difatti in poche parole, questi ragazzi di una scuola secondaria, sono stati capaci di descrivere attraverso un foglio di carta, il rapporto che intreccia legalità e ambiente circostante…
Si parla di rispetto delle regole, diritti e doveri, educazione e istruzione, bene e male, ciò che è giusto fare da ciò che non lo è…
Si parla in quel foglio anche di compromessi, già… senza saperlo quei ragazzi hanno toccato un punto dolente della nostra società che coinvolge gran parte della nostra economia sommersa, sia pubblica che privata e che vede coinvolta quell’area “grigia†costituita da professionisti, imprenditori funzionari, dirigenti, etc… una complicità che attraverso collaudati raggiri, porta a ciascuno di essi, notevoli ritorni economici…
Quest’ultimi infatti sono interlocutori capaci di condizionare le scelte delle amministrazioni locali e accedere a quelle che costituiscono di fatto le risorse pubbliche, una miniera finanziaria che permette a quella struttura “illegale” di crescere e diventare anti-Stato, senza mai sfidarlo apertamente, ma infiltrandosi in quelle fessure vitali…

La diffusione dell’illegalità è ormai globale e punta da tempo a una nuova metodologia silenziosa, la stessa che le ha permesso di accrescere e condizionare il proprio territorio, ma anche di estendere le proprie mira in altri settori produttivi e ricchi del paese…

Quella subdola strategia, verrà come detto, rafforzata dalle complicità di professionisti che si prodigano affinché quella struttura illegale riesca nel proprio intento e nel far ciò, sfruttano quel bagaglio di conoscenze e di contatti che si estendono a tutti i livelli, questi infatti  permettono di acquisire e controllare, direttamente e/o indirettamente, tutti quei settori i cui ambiti determinano chi debba ottenere quelle posizioni rilevanti nel sistema welfare locale, per poter condizionare le scelte delle Amministrazioni locali.
La legalità è una bella parola, costituita secondo quei giovani discenti da solidarietà e amore, ma purtroppo sono in molti tra gli adulti a pensarla diversamente o quantomeno a percepirla come un  ostacolo, già a tutte quelle loro illegali azioni quotidiane!!!
Speriamo quindi che quei ragazzi crescendo conservino dentro di loro questa parola, provando ad affrontare con coraggio, non solo la vita difficile che li aspetta, ma anche quella dei loro coetanei!!!

“Le preoccupazioni sono tante… ma sono uno stimolo per fare meglio”!!!
Con queste parole ha esordito alcuni giorni fa il Prefetto di Catania, Claudio Sammartino, durante un’intervista da parte del giornalista di “LaSiciliaweb” 
Continuando ha dichiarato: “I cittadini catanesi hanno bisogno delle Istituzioni, devono chiedere sempre di più alle istituzioni, ma le Istituzioni hanno bisogno dei cittadini catanesi… perché il cittadino catanese ha tantissime qualità importanti, che si sono sviluppate, soprattutto nei momenti di difficoltà e questo è un momento di difficoltà in cui ogni cittadino  deve dare il meglio di se, cooperando, collaborando, come faranno le Istituzioni di questa provincia”!!!
Quanto detto dal prefetto non fa una piega, certo sono belle parole, ma come dico sempre… trovano il tempo che trovano e il più delle volte non sono neppure attinenti con la realtà o quantomeno con quanto vissuto da noi catanesi…
D’altronde, egli stesso ha dichiarato “come faranno le istituzioni“… dimostrando quindi di voler prendere del tempo per mettere in atto quei necessari processi d’involuzione ai quali purtroppo, anche le stesse istituzioni del passato sono mancate… e mi riferisco proprio a quei suoi predecessori, a quelle inchieste nelle quali erano stati coinvolti e di cui poi non se ne saputo più nulla (vedasi ad esempio… Saguto & Co.). 
“Cooperazione e collaborazione al servizio dei cittadini è la cifra del lavoro delle istituzione di questa provincia…”!!! 
Si… ascoltando queste importanti parole, sono certo che da domani i catanesi faranno a gara per presentarsi presso quegli organi giudiziari per segnalare o denunciare quanto di loro conoscenza, in ambito di illegalità o corruzione…
Ed inoltre, quando dichiara “Conoscere un poco questa città e aggiornare le mappe di conoscenza di questa città è un grande stimolo per servire meglio i catanesi…”, mi da l’impressione di un distacco o quantomeno di prendere le distanze, rispetto a quanto realmente accade ancora in questa nostra città, dove l’omertà la continua a fare da padrona, dove la criminalità organizzata controlla una grande fetta delle attività commerciali, dove il pagamento del pizzo è ahimè una consuetudine, ed ancora, dove l’enormi somme derivanti dal riciclaggio di denaro sporco, obbliga la criminalità a investire in nuovi settori quali ad esempio quelli turistico/alberghieri o anche diretti alla creazione di strutture ricettive per eventi, convegni, concerti, oppure, per come hanno evidenziato le ultime inchieste giudiziarie, in settori come quelli della ristorazione, alimentari, scommesse, ecc… tutte società “lavatrici” che hanno quale vantaggio, quello d’incassare quotidianamente denaro contante, tale da permettere che si ripulisca in maniera celere, tutto quel denaro sporco proveniente dal business di quella associazione criminale…
Ed allora vorrei comprendere quali attività saranno compiute nella prevenzione o nel contrasto di quei fenomeni di corruzione o d’inquinamento mafioso, ma soprattutto mi piacerebbe capire quali iniziative verranno promosse contro quella criminalità organizzata ed anche contro quei dirigenti/funzionari corrotti delle amministrazioni locali, che evidenziano essere sempre meno efficaci e soprattutto poco trasparenti, certamente non a servizio dei cittadini in quanto compromessi da condizionamenti esterni…
Ed infine, vorrei comprendere il significato di quelle parole, quando dice: “I cittadini devono percepire che lo Stato è presente e lavora per loro…” , perché vede ultimamente, l’impressione ricevuta dal sottoscritto è che non si lavori per portare in evidenza le collaborazioni ricevute, ma bensì, all’interno di apparati statali, nei quali si cela un meccanismo perverso e cioè quello di soffocare le cooperazioni a cui lei – nel suo messaggio – faceva  riferimento… 
Perché vede, tra il dire e il fare – da noi – c’è il mare… e non è un mare cristallino e trasparente, ma bensì un mare pieno di liquame dalle esalazioni maleodoranti, pieno di esseri sleali che mai terra abbia potuto partorire…      
L’augurio che lei in questi giorni di festa auspica e cioè “che cresca in questa nostra provincia la speranza e che la collaborazione e la cooperazione sia il tessuto e la modalità di lavoro di tutti… in particolare a chi è più a disagio, a chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo, ai giovani, agli anziani, alle famiglie in difficoltà, alle imprese a tutti coloro che sono protagonisti in questo momento, estremamente importante, estremamente delicato della nostra provincia, un augurio che riemerga sempre di più la speranza di fare e di costruire una società migliore…”, rappresenta sicuramente qualcosa di meraviglioso e di desiderabile, ma affinché queste belle parole, non restino lì… vane – per come d’altronde lo sono state in questi anni con quasi tutti i suoi predecessori – c’è bisogno che ciascuno inizia a prendersi cura delle proprie responsabilità, in maniera seria o quantomeno per il compito a cui è chiamato, senza dover propagandare anticipatamente, situazioni o circostanze che successivamente il tempo ha dimostrato non essere state mai finalizzate…
Non c’è bisogno quindi di chiedere ai catanesi riluttanti o ancora oggi legati a quel sistema clientelare/mafioso di collaborare o di denunciare… pensiamo viceversa di dedicarci a coloro che già da tempo stanno collaborando e non solo per dovere ma di più… e si sentono fortemente traditi, da quello che Lei – per il ruolo che ricopre – chiama Stato!!!
Possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato!!! 


Innanzitutto cos’è il conflitto di interessi…

E’ la situazione in cui un interesse secondario – privato o personale, patrimoniale o
meno – interferisce o potrebbe tendenzialmente interferire con il dovere del pubblico dipendente di agire in conformità all’interesse primario a tutela della collettività!!!
Ecco perché “Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare
pareri, valutazioni tecniche, atti endoprocedimentali e /o provvedimento finale, devono astenersi in
caso di conflitto di interessi, segnalando soprattutto ogni situazione di conflitto, anche se solo potenziale!!!
Difatti, la normativa persegue la sua finalità di prevenzione imponendo due precise prescrizioni; la prima è quella dell’obbligo di astensione e la seconda è rappresentata dal dovere di segnalazione!!!
Il dipendente, funzionario o anche dirigente, che si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto (anche potenziale) d’interessi personali e/o del coniuge, di conviventi, parenti, affini entro il secondo grado… dovrà risponderne presso gli organi giudiziari!!!
E’ previsto d’altronde, che il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, quindi anche non patrimoniali… ad esempio quelli derivanti dall’intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o superiori gerarchici… 
Ecco perché il conflitto di interessi può assumere varie forme, da quello reale, che si manifesta durante un processo decisionale (laddove l’interesse personale di quel responsabile, tende a interferire con l’interesse primario della collettività), oppure quando il conflitto di interessi è potenziale e cioè quando il dipendente, può trovarsi, in un momento successivo, ma comunque, in una situazione di conflitto d’interessi reale.
Entrando nel merito della nostra regione Sicilia, il conflitto di interessi ed il correlato obbligo di astensione, sono disciplinati dal Codice di comportamento”.
Infatti, per dare ulteriore attuazione a questo importante misura “ANTICORRUZIONE”, perché poi alla fine di questo si tratta… il  Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, ha definito l’iter procedurale che ogni dipendente pubblico deve seguire, in particolare ove ricorrano ipotesi di conflitto di interessi, ancorché prima che potenziali…
Peraltro, proprio a tale scopo, la direttiva ha previsto un modello on line, da utilizzare per l’eventuale  segnalazione.
Ulteriore iniziativa è stata data all’ipotesi in cui il conflitto di interessi, coinvolga i “DIRIGENTI” di quelle strutture di notevole interesse, i quali a volte, si dimostrano “indirettamente”, a causa di quei silenzi omertosi o per non subire ripercussioni personali, peggiori di quegli stessi suoi subordinati,  
In tali casi, la trattazione andrà affidata ad altro dirigente di vertice a seconda che il conflitto di interesse riguardi:
a) un dirigente di struttura di massima dimensione, la sostituzione avverrà con decreto del Presidente della Regione su proposta dell’Assessore competente al ramo dell’Amministrazione;
b) un dirigente di un Ufficio speciale, la sostituzione avverrà con decreto dell’Assessore competente al ramo dell’Amministrazione;
c) un dirigente preposto ad un Ufficio alle dirette dipendenze del Presidente della Regione, la sostituzione avverrà con decreto del Presidente della Regione.
Ai fini delle modalità, consiglio quanti ritengono di aver riscontrato una mancanza a quel “Codice di comportamento”, di rivolgersi direttamente alle autorità giudiziarie… d’altronde il più delle volte in quegli uffici, si cerca di lavare all’interno degli stessi quei panni sporchi… anche perché non è detto, che vi siano stati negli anni, abusi e comportamenti che hanno riguardato più elementi, e che quindi si ritrovano ad essere (da quei soggetti ora inquisiti…) ricattati…
Difficilmente in questi anni ho sentito dire di dipendenti che hanno denunciato i loro colleghi, oppure che hanno segnalato (pur sapendolo) la presenza di situazioni di conflitto di interesse, anche potenziale…
Sono poche per non dire nulle, le segnalazioni pervenute su situazioni di conflitto di interessi, ed ancor meno saranno state le violazioni accertate, a cui difficilmente sono state irrogate sanzioni.
D’altronde questo “Bel Paese” lo conosciamo bene… in particolare questa nostra isola, dove solitamente ciascuno si occupa dei fatti propri… ed è il motivo per cui da noi: non pervengono mai segnalazioni, non vi sono  accertate violazioni e guai al solo parlare di sanzioni!!!
Perché qualcosa possa cambiare, perché il groviglio di conflitti d’interesse che minaccia di soffocare questo nostra terra allenti la sua presa, deve accadere qualcosa su un piano diverso, che forse in questo senso, sì, è quello dell’etica individuale e collettiva!!!