Archivio per 11 gennaio 2024

Sappiamo bene quanto ci è stato insegnato sin da piccoli e cioè di come Gesù sia resuscito e su quel telo che avvolse per pochi giorni il suo corpo, conosciuto come “Sacra Sindone” e  scoprire crescendo che quello stesso tessuto conservato a Torino fosse semplicemente un falso… a differenza di quanto i vangeli canonici ci avevano convinti e quindi di come quel reperto fosse una prova reale della “resurrezione”, elemento fondamentale per confermare quella Sua scomparsa misteriosa…

Ora che difatti si è dimostrato che la Sindone non appartenesse ad alcuna reliquia del Cristo, ma rappresenti esclusivamente un oggetto di venerazione (tra l’altro come riportavo sopra “falso”, come molti altri in circolazione nel mondo), beh… ora che finalmente il C-14 ha collocato la data di quel tessuto esaminato fra il 1250 e il 1400 (d’altronde, non a caso, la prima notizia certa su questo tessuto risaliva al 1357, quando venne esposto a Lirey in Francia, il sottoscritto d’altronde ha sempre sostenuto che a realizzare quell’incisione fu Leonardo da Vinci, utilizzando la tecnica del bassorilievo…), una parte di “verità” è iniziata finalmente a circolare!!!

Ma ciascuno di noi sa bene che per poter credere in qualcosa di sovrannaturale vi è bisogno della fede perché quest’ultima ad alimentare la credenza!!!

E difatti l’apostolo Paolo si dimostrò bravissimo in ciò, tanto d’aver indirizzato in maniera rilevante il cristianesimo del primo secolo su cui Gesù aveva basato i propri insegnamenti, modificando quel messaggio in qualcosa di diverso, sì… in una religione diversa da quella a cui il profeta si era ispirato e difatti, attraverso quelle sue 13 lettere, riuscì ad affermare che la vittoria di Cristo sulla morte fosse più importante della sua lotta contro l’allora potere costituito!!!

Come ho scritto ieri, i discepoli colpiti inaspettatamente dal lutto del loro maestro avevano fretta di seppellire il suo corpo, se pur lasciando intuire che a causa del Sabbath (nella consuetudine giudaica è il giorno di preparazione alla festività del sabato o di altra festività), non avevano altre alternative se non depositarlo in una fossa comune oppure porlo celermente in una tomba privata senza alcuna unzione (sappiamo bene come di sabato, men che mai quel giorno che era un sabato di Pasqua, si potesse pensare di lavorare o ancor meno entrare nei sepolcri…) e difatti, fu proprio questa difficoltà a rendere inaccettabile l’intervento dei discepoli o quantomeno quest’ultimi si dimostrarono nei fatti codardi nel compiere quell’azione; viceversa, cosi è scritto, a compiere la sepoltura furono le donne, quelle stesse che poi successivamente andarono qualche giorno dopo a togliere l’enorme masso posto all’ingresso della tomba (e così ad una enorme fandonia si rimediò aggiungendone un’altra ancor ancor più grossolana…).

È curioso notare infatti come nel vangelo di Marco quelle stesse donne siano consapevoli delle difficoltà da superare e di come nonostante tutto, decidano egualmente di recarsi al sepolcro per completare quella sepoltura: per fortuna – permettetemi di aggiungere – la provvidenza toglierà loro da quell’imbarazzante situazione, facendo trovare la pietra posta all’ingresso… già spostata!!!

Si comprende quindi come quel concetto di “resurrezione” rappresenti più un’interpretazione teologica che un fatto storico: la scomparsa di un cadavere!!! D’altronde, se dovessimo pensare che ad ogni cadavere scomparso vi sia una corrispondente resurrezione, beh… credo che ci sarebbero milioni e milioni di resuscitati, così tanti che nel cielo non ci sarebbe più un posto libero!!!  

Ed allora, riprendendo quella sepoltura temporanea, abbiamo letto dai vangeli che Giuseppe di Arimatea accorse dal governatore Ponzio Pilato per poter rimuovere il corpo dalla croce e insieme ad un seguace di Gesù di nome Nicodeno, garantirgli una collocazione provvisoria, già… in un sepolcro scavato lì vicino nella roccia…

Nessuno ha mai saputo a chi appartenesse quella tomba, ma si adattava perfettamente alla situazione d’emergenza, con l’intesa che dopo il giorno del Sabath e le festività della Pasqua (giorni nei quali, come ho scritto sopra, nessuno poteva far nulla…), i familiari di Gesù sarebbero tornati per completare le tradizionali esequie funerarie.

Ecco perché il corpo fu velocemente avvolto in un telo di lino, cosparso di olii aromatici, aloe e mirra, disteso su una lastra di pietra e infine chiusero il sepolcro facendo scivolare un masso contro l’entrata…

Come dicevo sopra, nessuno ha mai saputo la posizione esatta di quel luogo, ma nel frattempo un nuovo e designato sito, è diventato il luogo più santo della cristianità, tanto da averci edificato sopra una chiesa chiamata “Santo Sepolcro”…

Un luogo venerato da quando nel IV secolo d.C., la madre dell’imperatore Costantino, Elena, da poco convertita alla nuova fede, dichiarò che quello era senza alcun dubbio, il luogo sacro della sepoltura del Cristo!!!

Ed allora…

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