Archivio per agosto, 2020


Sì… immagino che vi starete chiedendo a quale guerra stia facendo riferimento, visto che nessun notiziario finora ne ha parlato…

Allora eccovi lo scenario… 
Debbo ahimè partire da lontano, da quanto cioè a fine XIX secolo, l’equilibrio durato secoli si ruppe definitivamente e la corsa europea all’imperialismo tolse ad uno Stato, precisamente la Turchia, quasi tutti i possedimenti nordafricani, ad eccezione della Tripolitania e della Cirenaica, territori certamente limitati sotto il profilo strategico ed economico…
Nel frattempo – siamo nel 1821 – la Grecia aveva proclamato la propria indipendenza e successivamente nei Balcani centrali vennero a formarsi tanti piccoli Stati che iniziarono a svincolarsi dal secolare dominio turco a cui seguirono anche i possedimenti nello Yemen…
Comprenderete come il famoso impero ottomano si stava rapidamente smembrando e tutto ciò che rimaneva (siamo agli inizi del 900) del grande Impero, era l’odierna Turchia, una parte del Medioriente e l’Iraq; il resto era andato perso con le guerre balcaniche del 1912-1913.
Con la prima guerra mondiale l’Impero ottomano si alleò con gli Imperi Centrali e fu pesantemente sconfitto: perse così tutti i possedimenti in Medioriente e l’Iraq a cui seguirono grosse sommosse popolari che minacciarono di sfiancare un apparato statale ormai logoro e decrepito.
Quindi nel 1919 la Grecia invase la città di Smirne e gruppi di britannici, italiani e francesi si posizionarono a guardia delle coste e con il Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920 perfezionò lo smembramento dell’Impero e così l’Impero ottomano perdeva tutti i territori esterni all’Anatolia settentrionale e alla zona di Istanbul: la Siria, Palestina, Transgiordania e Iraq vennero affidati a Francia e Gran Bretagna che ne fecero dei “mandati” affermando il loro potere con la forza (guerra franco siriana). 
l’Armenia diventò indipendente e il Kurdistan ottenne un’ampia autonomia; lo stretto dei Dardanelli rimaneva sotto l’autorità turca, ma la navigazione venne posta sotto il controllo di una commissione internazionale, che per garantire la libertà di navigazione aveva sotto controllo anche delle strisce di territorio sia sulla costa europea che su quella asiatica…
Ma la circostanza più importante e che fa riferimento al titolo di apertura è che in quel periodo la città di Smirne, affidata in primiss all’Italia, passava ora per cinque anni sotto l’amministrazione provvisoria della Grecia, che acquistò anche la Tracia e quasi tutte le Isole egee!!!
Eccoci quindi giunti al motivo del possibile conflitto armato: la Turchia, per nome del suo Presidente Recep Tayyip ErdoÄŸan, vuole indietro parte di quelle isole… 
Vi starete chiedendo ma per quale motivo se essa stesso a suo tempo le ha donate alla Grecia???
Semplice… il petrolio ed il gas!!!
Si è scoperto che sotto alcune di quelle isole vi sono importanti giacimenti petroliferi e gassosi e sebbene la Turchia sappia che quelle isole sono giuridicamente e storicamente greche, le autorità turche vogliono occuparle…
Ovviamente qualsivoglia attacco contro la Grecia verrebbe considerato come un attacco contro tutto l’Occidente, ma ciò non frena il Partito di governo e neppure il Partito repubblicano del popolo (Chp), suo principale oppositore, in quanto pienamente d’accordo sulla convinzione che le isole greche occupino il territorio turco e che pertanto quest’ultime debbano essere riconquistate!!!
Tale determinazione è così forte che i leader di entrambi i partiti hanno apertamente minacciato di inviare le truppe nel Mar Egeo.
D’altronde ciascuno fanno a gara per dimostrare chi è più patriottico e coraggioso, tanto da mettere in atto la minaccia di guerra contro la Grecia e dichiarando di prendersi nuovamente le isole perse nel 1924 a seguito del Trattato di Losanna e agli accordi italo-turchi del 1932 ed al Trattato di Parigi del 1947, che riconoscevano alla Repubblica ellenica i diritti di sovranità sulle isole dell’Egeo.
Già quattro anni fa Erdogan aveva dichiarato che la Turchia aveva svenduto quelle proprie isole tanto da essere “a un tiro di schioppo” dal loro Stato: lì ci sono ancora le nostre moschee, i nostri santuari“!!!
La verità è che dietro quelle minacce vi è l’intenzione della Turchia di estendere l’esplorazione del gas nel Mediterraneo orientale…
Qualcosa sta accedendo… già negli ultimi mesi sono stati richiamati i cosiddetti «vecchietti del Bosforo», ovvero piloti non più giovanissimi vista la scarsità delle nuove leve in Turchia, i cui F-16 sono costantemente braccati dai Mirage greci. Stesso schema per le fregate e i sottomarini di Ankara, che stanno ingaggiando una vera e propria battaglia sotterranea con i mezzi ellenici. Uno dei quali, il sottomarino Papanikolaos, si dice abbia tranciato i cavi che la nave di ricerca Orus Reis stava poggiando in mare senza le necessarie autorizzazione…

La tensione è altissima nell’Egeo e non hanno trovato ascolto neppure le reiterate richieste di de-escalation da parte del governo tedesco che da un lato prova a spegnere il fuoco, ma dall’altro  dovrebbe iniziare a consegnare i primi 2 dei 6 sottomarini acquistati dalla Turchia…
La partita comunque non è limita al solo Mar Egeo, ma investe un versante più ampio e strategico come quello mediorientale: non va dimenticato infatti che proprio alcuni mesi fa, una fregata francese impegnata nella missione Irini che cercava di perquisire una nave che trasportava armi turche in Libia, venne minacciata dalle navi militari di Erdogan che scortavano il cargo!!!
Proprio la Libia è diventata per la Turchia una seconda base visto che ha acquistato da Al- Sarraj la concessione del Porto di Misurata per 80 anni; tra i vari punti dell’intesa ci sarebbe, appunto, la concessione della base militare alle forze turche a Misurata – la città da cui proviene la maggior parte delle milizie di Al-Sarraj… 
A sostenere Erdogan ci ha pensato anche il Qatar: il Paese infatti avrebbe avuto un ruolo fondamentalmente finanziario, impegnandosi a ricostruire le infrastrutture libiche dilaniate da più di un anno di guerra civile e così, con questa mossa strategica, la Turchia inizierà a guadagnare ampio potere decisionale su tutto il Mediterraneo, proprio a scapito indovinate un po’… della nostra nazione, che come sempre rimane a guardare dalla finestra…


Sì… immagino che vi starete chiedendo a quale guerra stia facendo riferimento, visto che nessun notiziario finora ne ha parlato…

Allora eccovi lo scenario… 
Debbo ahimè partire da lontano, da quanto cioè a fine XIX secolo, l’equilibrio durato secoli si ruppe definitivamente e la corsa europea all’imperialismo tolse ad uno Stato, precisamente la Turchia, quasi tutti i possedimenti nordafricani, ad eccezione della Tripolitania e della Cirenaica, territori certamente limitati sotto il profilo strategico ed economico…
Nel frattempo – siamo nel 1821 – la Grecia aveva proclamato la propria indipendenza e successivamente nei Balcani centrali vennero a formarsi tanti piccoli Stati che iniziarono a svincolarsi dal secolare dominio turco a cui seguirono anche i possedimenti nello Yemen…
Comprenderete come il famoso impero ottomano si stava rapidamente smembrando e tutto ciò che rimaneva (siamo agli inizi del 900) del grande Impero, era l’odierna Turchia, una parte del Medioriente e l’Iraq; il resto era andato perso con le guerre balcaniche del 1912-1913.
Con la prima guerra mondiale l’Impero ottomano si alleò con gli Imperi Centrali e fu pesantemente sconfitto: perse così tutti i possedimenti in Medioriente e l’Iraq a cui seguirono grosse sommosse popolari che minacciarono di sfiancare un apparato statale ormai logoro e decrepito.
Quindi nel 1919 la Grecia invase la città di Smirne e gruppi di britannici, italiani e francesi si posizionarono a guardia delle coste e con il Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920 perfezionò lo smembramento dell’Impero e così l’Impero ottomano perdeva tutti i territori esterni all’Anatolia settentrionale e alla zona di Istanbul: la Siria, Palestina, Transgiordania e Iraq vennero affidati a Francia e Gran Bretagna che ne fecero dei “mandati” affermando il loro potere con la forza (guerra franco siriana). 
l’Armenia diventò indipendente e il Kurdistan ottenne un’ampia autonomia; lo stretto dei Dardanelli rimaneva sotto l’autorità turca, ma la navigazione venne posta sotto il controllo di una commissione internazionale, che per garantire la libertà di navigazione aveva sotto controllo anche delle strisce di territorio sia sulla costa europea che su quella asiatica…
Ma la circostanza più importante e che fa riferimento al titolo di apertura è che in quel periodo la città di Smirne, affidata in primiss all’Italia, passava ora per cinque anni sotto l’amministrazione provvisoria della Grecia, che acquistò anche la Tracia e quasi tutte le Isole egee!!!
Eccoci quindi giunti al motivo del possibile conflitto armato: la Turchia, per nome del suo Presidente Recep Tayyip ErdoÄŸan, vuole indietro parte di quelle isole… 
Vi starete chiedendo ma per quale motivo se essa stesso a suo tempo le ha donate alla Grecia???
Semplice… il petrolio ed il gas!!!
Si è scoperto che sotto alcune di quelle isole vi sono importanti giacimenti petroliferi e gassosi e sebbene la Turchia sappia che quelle isole sono giuridicamente e storicamente greche, le autorità turche vogliono occuparle…
Ovviamente qualsivoglia attacco contro la Grecia verrebbe considerato come un attacco contro tutto l’Occidente, ma ciò non frena il Partito di governo e neppure il Partito repubblicano del popolo (Chp), suo principale oppositore, in quanto pienamente d’accordo sulla convinzione che le isole greche occupino il territorio turco e che pertanto quest’ultime debbano essere riconquistate!!!
Tale determinazione è così forte che i leader di entrambi i partiti hanno apertamente minacciato di inviare le truppe nel Mar Egeo.
D’altronde ciascuno fanno a gara per dimostrare chi è più patriottico e coraggioso, tanto da mettere in atto la minaccia di guerra contro la Grecia e dichiarando di prendersi nuovamente le isole perse nel 1924 a seguito del Trattato di Losanna e agli accordi italo-turchi del 1932 ed al Trattato di Parigi del 1947, che riconoscevano alla Repubblica ellenica i diritti di sovranità sulle isole dell’Egeo.
Già quattro anni fa Erdogan aveva dichiarato che la Turchia aveva svenduto quelle proprie isole tanto da essere “a un tiro di schioppo” dal loro Stato: lì ci sono ancora le nostre moschee, i nostri santuari“!!!
La verità è che dietro quelle minacce vi è l’intenzione della Turchia di estendere l’esplorazione del gas nel Mediterraneo orientale…
Qualcosa sta accedendo… già negli ultimi mesi sono stati richiamati i cosiddetti «vecchietti del Bosforo», ovvero piloti non più giovanissimi vista la scarsità delle nuove leve in Turchia, i cui F-16 sono costantemente braccati dai Mirage greci. Stesso schema per le fregate e i sottomarini di Ankara, che stanno ingaggiando una vera e propria battaglia sotterranea con i mezzi ellenici. Uno dei quali, il sottomarino Papanikolaos, si dice abbia tranciato i cavi che la nave di ricerca Orus Reis stava poggiando in mare senza le necessarie autorizzazione…

La tensione è altissima nell’Egeo e non hanno trovato ascolto neppure le reiterate richieste di de-escalation da parte del governo tedesco che da un lato prova a spegnere il fuoco, ma dall’altro  dovrebbe iniziare a consegnare i primi 2 dei 6 sottomarini acquistati dalla Turchia…
La partita comunque non è limita al solo Mar Egeo, ma investe un versante più ampio e strategico come quello mediorientale: non va dimenticato infatti che proprio alcuni mesi fa, una fregata francese impegnata nella missione Irini che cercava di perquisire una nave che trasportava armi turche in Libia, venne minacciata dalle navi militari di Erdogan che scortavano il cargo!!!
Proprio la Libia è diventata per la Turchia una seconda base visto che ha acquistato da Al- Sarraj la concessione del Porto di Misurata per 80 anni; tra i vari punti dell’intesa ci sarebbe, appunto, la concessione della base militare alle forze turche a Misurata – la città da cui proviene la maggior parte delle milizie di Al-Sarraj… 
A sostenere Erdogan ci ha pensato anche il Qatar: il Paese infatti avrebbe avuto un ruolo fondamentalmente finanziario, impegnandosi a ricostruire le infrastrutture libiche dilaniate da più di un anno di guerra civile e così, con questa mossa strategica, la Turchia inizierà a guadagnare ampio potere decisionale su tutto il Mediterraneo, proprio a scapito indovinate un po’… della nostra nazione, che come sempre rimane a guardare dalla finestra…

Una cosa è certa…

Le associazioni criminali si stanno organizzando per avversare quelle azioni di contrasto messe in campo in questi mesi dalle nostre Istituzioni in cooperazione con le forze dell’ordine… 
Dopo quindi tutta una sere di sequestri compiuti all’interno delle discariche, sia autorizzate che abusive… ecco che la risposta di quei gruppi criminali non si è fatta attendere, infatti ecco improvvisamente tutta una serie d’incendi improvvisi, che stanno per l’appunto colpendo alcune di quelle discariche, ultimo l’incendio divampato nell’impianto della Trapani Servizi,  che pare abbia praticamente distrutto il Tmb, che serve per l’appunto a trattare i rifiuti in ingresso in discarica… L’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon ha dichiarato: “Ci siamo attivati immediatamente assieme al direttore Calogero Foti per trovare soluzioni ed evitare che ci siano ripercussioni sul sistema a livello regionale e siamo in contatto con le istituzioni e le forze dell’ordine”.
Ed ancora: “Vogliamo andare fino in fondo, senza tirare conclusioni affrettate; prendiamo atto che ancora una volta, nel fine settimana, si verifica un incendio in un impianto di rifiuti. Da tempo abbiamo posto l’attenzione su questi fenomeni raccogliendo dei dati che stiamo approfondendo. Una cosa è certa, il governo Musumeci non arretrerà neanche un millimetro e andremo avanti con l’opera di riforma e riordino del settore”.
Difatti… l’incendio al TMB di Trapani rappresenta un fatto estremamente preoccupante e indicativo del momento difficile che circonda l’impiantistica pubblica siciliana legata proprio al trattamento dei rifiuti!!!
Peraltro – dichiara in conclusione l’Assessore Pierobon – già in passato Bellolampo è stata più volte oggetto di incendi e fatti più o meno anomali, motivo per cui credo che sia fondamentale assumere ogni possibile iniziativa per scongiurare possibili atti dolosi. Questo, ancor di più e soprattutto nel momento in cui la RAP e il Comune sono impegnati per fare in modo che tutte le operazioni e funzioni legate al ciclo dei rifiuti possano essere gestite internamente”. Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il quale ha disposto che RAP incrementi, eventualmente chiedendo nell’immediato il supporto delle forze dell’ordine, la vigilanza armata presso l’impianto di Bellolampo.
Una cosa è certa: è in atto una guerra sia all’interno di quelle famiglie per ottenere il controllo della gestione dei rifiuti, ma soprattutto nei confronti di alcuni uomini istituzionali di questa regione, in particolare contro chi ha saputo in questi mesi dimostrare il proprio coraggio nel ergersi a paladino della lotta di quelle “ecomafie”, che attraverso il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti, incassano ogni anno milioni di euro!!!
Ecco perché servono ancor più controlli e soprattutto la vigilanza armata!!! 

Una cosa è certa…

Le associazioni criminali si stanno organizzando per avversare quelle azioni di contrasto messe in campo in questi mesi dalle nostre Istituzioni in cooperazione con le forze dell’ordine… 
Dopo quindi tutta una sere di sequestri compiuti all’interno delle discariche, sia autorizzate che abusive… ecco che la risposta di quei gruppi criminali non si è fatta attendere, infatti ecco improvvisamente tutta una serie d’incendi improvvisi, che stanno per l’appunto colpendo alcune di quelle discariche, ultimo l’incendio divampato nell’impianto della Trapani Servizi,  che pare abbia praticamente distrutto il Tmb, che serve per l’appunto a trattare i rifiuti in ingresso in discarica… L’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon ha dichiarato: “Ci siamo attivati immediatamente assieme al direttore Calogero Foti per trovare soluzioni ed evitare che ci siano ripercussioni sul sistema a livello regionale e siamo in contatto con le istituzioni e le forze dell’ordine”.
Ed ancora: “Vogliamo andare fino in fondo, senza tirare conclusioni affrettate; prendiamo atto che ancora una volta, nel fine settimana, si verifica un incendio in un impianto di rifiuti. Da tempo abbiamo posto l’attenzione su questi fenomeni raccogliendo dei dati che stiamo approfondendo. Una cosa è certa, il governo Musumeci non arretrerà neanche un millimetro e andremo avanti con l’opera di riforma e riordino del settore”.
Difatti… l’incendio al TMB di Trapani rappresenta un fatto estremamente preoccupante e indicativo del momento difficile che circonda l’impiantistica pubblica siciliana legata proprio al trattamento dei rifiuti!!!
Peraltro – dichiara in conclusione l’Assessore Pierobon – già in passato Bellolampo è stata più volte oggetto di incendi e fatti più o meno anomali, motivo per cui credo che sia fondamentale assumere ogni possibile iniziativa per scongiurare possibili atti dolosi. Questo, ancor di più e soprattutto nel momento in cui la RAP e il Comune sono impegnati per fare in modo che tutte le operazioni e funzioni legate al ciclo dei rifiuti possano essere gestite internamente”. Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il quale ha disposto che RAP incrementi, eventualmente chiedendo nell’immediato il supporto delle forze dell’ordine, la vigilanza armata presso l’impianto di Bellolampo.
Una cosa è certa: è in atto una guerra sia all’interno di quelle famiglie per ottenere il controllo della gestione dei rifiuti, ma soprattutto nei confronti di alcuni uomini istituzionali di questa regione, in particolare contro chi ha saputo in questi mesi dimostrare il proprio coraggio nel ergersi a paladino della lotta di quelle “ecomafie”, che attraverso il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti, incassano ogni anno milioni di euro!!!
Ecco perché servono ancor più controlli e soprattutto la vigilanza armata!!! 


Abbiamo letto come il Tar abbia sospeso l’ordinanza del Governatore della Sicilia, motivando che “non esiste una rigorosa istruttoria per dimostrare l’esistenza di un concreto aggravamento del rischio sanitario legato alla diffusione del Covid tra la popolazione locale, quale conseguenza del fenomeno migratorio…”!!!

Il Presidente Musumeci quindi ha fatto la sua parte, mentre da Roma si vuole che il divieto di sbarco nn venga messo in atto e difatti altri 30 sbarchi sono giunti stamani a Lampedusa… e quindi ora nell’hotspot vi sono più di mille soggetti… 
E quindi con la situazione e l’ordinanza sospesa, ci ritroviamo n questa situazione… e del governo nazionale… neppure una parola!!!
O meglio… da un lato dichiara che i migranti sono di sua responsabilità, ma dall’altro non interviene!!!
Si ora da Roma ci verranno a raccontare che Bruxelles sta organizzando la ricollocazione dei migranti negli altri Stati europei, ma sappiamo bene come quelle sono semplici frottole, perché la maggior parte di essi resta esclusivamente nel nostro Paese… 
Come accaduto in questi anni, a pagarne le conseguenze è soltanto la nostra regione, insieme all’isola di Lampedusa che si ritrova indirettamente distrutta economicamente, in quanto la maggior parte dei turisti ormai la evitano… anche a causa di quegli sbarchi numerosi sull’isola che creano forti allarmi a causa delle condizioni sanitarie di quei migranti di cui nessuno finora è a conoscenza e che di fatto potrebbero provocare ahimè nuovi contagi…
D’altronde vorrei chiedervi… quanti sono i reali sbarchi sulla nostra isola… sì perché nessuno lo sa!!!
Proprio alcuni giorni fa è stata scoperta una barca senza alcun soggetto a bordo e quindi vorrei sapere, come si fa a conoscere dove quei soggetti si siano diretti e chi durante quel percorso hanno incontrato…
Altro che emergenza sanitaria, qui il rischio a breve è quello della totale mancanza di sicurezza in quanto la maggior parte di essi – dopo essere scappati da guerre civili e massacri ed aver soprattutto patito tutti i possibili abusi sulla propria pelle – sono disposti a compiere qualsivoglia tipo di reato pur di sopravvivere… e noi siciliani purtroppo, siamo le loro “uniche” vittime!!!