Archivio per 9 ottobre 2016

Fatta salva la specifica disciplina in materia, l’apertura di una cava non è soggetta al rilascio di permesso di costruire, ma subordinata ad un attestato da parte del comune o dell’ente territoriale competente per legge, di non incompatibilità con gli strumenti urbanistici vigenti, nonché all’autorizzazione prevista dal comma 13 dell’art. 146 del decreto legislativo 22.01.2004, n. 42 e s.m.i.

Sappiamo inoltre che, il programma di utilizzazione del giacimento ed il progetto di rimessa in pristino della superficie utilizzata per l’attività estrattiva sono assoggettati a valutazione di impatto ambientale ai sensi del Decreto Leg.vo 3 Aprile 2006, n. 152 (e s.m.i.).
Inoltre, il richiedente fornisce al Comune congrue garanzie finanziarie, anche in forma di polizza fidejussoria, per un importo pari agli oneri, già quantificati ai sensi della lettera d) del secondo comma dell’art. 12 della legge regionale n. 127/1980 nell’anzidetto progetto di bonifica, relativo alla rimessa in pristino dei luoghi…  
Ciò che vorrei comprendere è in quali modi viene realizzato il recupero ambientale di tutte le cave attualmente dismesse (che nella sola Sicilia Orientale, sono circa 150), considerato che le somme poste a suo tempo a garanzia, sono state negli anni riscosse dagli stessi enti (o anche dai comuni e/o A.R.S.)…  
Mi è capitato in questi anni, d’attraversare alcune di quelle cave (potrei dire… abbandonate a se stesse) ed ho avuto la dimostrazione che in nessuna di esse, vi fosse stata realizzata, l’opera di recupero ambientale…
Debbo pensare forse che, avendo quegli enti ( e/o comuni ) intascato le fidejussioni (o le somme poste a garanzia), è divenuto impossibile, per quelle società, proprietarie e concessionarie di quelle cave, realizzare quel recupero previsto, in quella aree ora svuotate…  
Per quanto di mia conoscenza, il recupero ambientale di dette cave dismesse, dovrebbe essere verificato dal Distretto Minerario che attraverso propri funzionari tecnici dovrebbero, verificare e controllare, se quanto a suo tempo progettato, è stato di fatto mantenuto…
In questi anni, abbiamo potuto leggere come, in altre regioni (parlo delle cave dismesse nel Casertano), le Procure di alcune province, avvalendosi delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, di politici e amministratori, abbiano aperto fascicoli di reato per disastro ambientale, avendo verificato (sulla base di perizie e di rilievi condotte su quelle aree da propri consulenti tecnici), un continuo illecito sversamento di materiale di riempimento immesso, in gran parte rifiuti, di quali molte tonnellate riconducibili a Rifiuti Speciali Pericolosi… 
Inoltre, da quelle indagini, si è scoperto come molti di quei funzionari non erano in possesso di comprovata esperienza, ma soprattutto avevano dimostrato nel corso degli anni, comportamenti imparziali e scorretti…
Gli stessi infatti, sono stati successivamente indagati per conflitto di interesse, derivanti dall’esercizio della propria funzione con altre attività svolte dai propri familiari e parenti…
Gira e rigira… la storia è sempre la stessa: corruzioni, collusioni, concussioni, malaffare, clientelismi, tangenti, appropriazione indebita, sistema di scambi illeciti di favori e protezioni nella vita politica (o amministrativa), prevaricazione, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, ecc… 
Si sa… la corruzione nel nostro Paese è un cancro le cui metastasi si sono allargate in tutti quegli apparati delle PA e diventa difficile credere che ci sia ancora qualcuno, di quei funzionari, che sia rimasto escluso da quel “sistema” e quanto meno, se c’è stato, lo avranno pian piano… relegato!!!
Volendo quindi sintetizzare questa mia analisi… farò in modo tra qualche giorno, di coinvolgere ufficialmente l’ARPAC e i distretti minerari di competenza, su queste mie presunte apprensioni, chiedendo loro, d’esaminare alcune aree di cava attualmente dismesse (di cui ho già raccolto documentazioni fotografiche e posizione delle stesse su Google-Maps), raccogliendo –ove  possibile– campioni solidi, sia in superficie che in profondità, verificando l’esistenza di eventuali sostanze cancerogene (e non cancerogene), controllando le falde acquifere sottostanti (possibilmente già contaminate) ed eventualmente, la tipologia dei rifiuti, se presenti nell’area…
Nel caso in cui, da quei controlli, dovesse emergere la sussistente ipotesi del “fumus commissi delicti ” in relazione ai reati di disastro ambientale e contaminazione delle acque, con danno grave ed irreparabile all’ambiente e soprattutto pericolo per la pubblica incolumità, si dovranno immediatamente trasmettere comunicazioni alle Procure di competenza, affinché venga disposto il sequestro preventivo di quelle cave e sia dato modo alle indagini, di risalire a tutti quei soggetti, responsabili e non, che hanno permesso, con la loro negligenza (o collusione), di attuare, in quei siti, quei disastri ambientali,…

Fatta salva la specifica disciplina in materia, l’apertura di una cava non è soggetta al rilascio di permesso di costruire, ma subordinata ad un attestato da parte del comune o dell’ente territoriale competente per legge, di non incompatibilità con gli strumenti urbanistici vigenti, nonché all’autorizzazione prevista dal comma 13 dell’art. 146 del decreto legislativo 22.01.2004, n. 42 e s.m.i.

Sappiamo inoltre che, il programma di utilizzazione del giacimento ed il progetto di rimessa in pristino della superficie utilizzata per l’attività estrattiva sono assoggettati a valutazione di impatto ambientale ai sensi del Decreto Leg.vo 3 Aprile 2006, n. 152 (e s.m.i.).
Inoltre, il richiedente fornisce al Comune congrue garanzie finanziarie, anche in forma di polizza fidejussoria, per un importo pari agli oneri, già quantificati ai sensi della lettera d) del secondo comma dell’art. 12 della legge regionale n. 127/1980 nell’anzidetto progetto di bonifica, relativo alla rimessa in pristino dei luoghi…  
Ciò che vorrei comprendere è in quali modi viene realizzato il recupero ambientale di tutte le cave attualmente dismesse (che nella sola Sicilia Orientale, sono circa 150), considerato che le somme poste a suo tempo a garanzia, sono state negli anni riscosse dagli stessi enti (o anche dai comuni e/o A.R.S.)…  
Mi è capitato in questi anni, d’attraversare alcune di quelle cave (potrei dire… abbandonate a se stesse) ed ho avuto la dimostrazione che in nessuna di esse, vi fosse stata realizzata, l’opera di recupero ambientale…
Debbo pensare forse che, avendo quegli enti ( e/o comuni ) intascato le fidejussioni (o le somme poste a garanzia), è divenuto impossibile, per quelle società, proprietarie e concessionarie di quelle cave, realizzare quel recupero previsto, in quella aree ora svuotate…  
Per quanto di mia conoscenza, il recupero ambientale di dette cave dismesse, dovrebbe essere verificato dal Distretto Minerario che attraverso propri funzionari tecnici dovrebbero, verificare e controllare, se quanto a suo tempo progettato, è stato di fatto mantenuto…
In questi anni, abbiamo potuto leggere come, in altre regioni (parlo delle cave dismesse nel Casertano), le Procure di alcune province, avvalendosi delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, di politici e amministratori, abbiano aperto fascicoli di reato per disastro ambientale, avendo verificato (sulla base di perizie e di rilievi condotte su quelle aree da propri consulenti tecnici), un continuo illecito sversamento di materiale di riempimento immesso, in gran parte rifiuti, di quali molte tonnellate riconducibili a Rifiuti Speciali Pericolosi… 
Inoltre, da quelle indagini, si è scoperto come molti di quei funzionari non erano in possesso di comprovata esperienza, ma soprattutto avevano dimostrato nel corso degli anni, comportamenti imparziali e scorretti…
Gli stessi infatti, sono stati successivamente indagati per conflitto di interesse, derivanti dall’esercizio della propria funzione con altre attività svolte dai propri familiari e parenti…
Gira e rigira… la storia è sempre la stessa: corruzioni, collusioni, concussioni, malaffare, clientelismi, tangenti, appropriazione indebita, sistema di scambi illeciti di favori e protezioni nella vita politica (o amministrativa), prevaricazione, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, ecc… 
Si sa… la corruzione nel nostro Paese è un cancro le cui metastasi si sono allargate in tutti quegli apparati delle PA e diventa difficile credere che ci sia ancora qualcuno, di quei funzionari, che sia rimasto escluso da quel “sistema” e quanto meno, se c’è stato, lo avranno pian piano… relegato!!!
Volendo quindi sintetizzare questa mia analisi… farò in modo tra qualche giorno, di coinvolgere ufficialmente l’ARPAC e i distretti minerari di competenza, su queste mie presunte apprensioni, chiedendo loro, d’esaminare alcune aree di cava attualmente dismesse (di cui ho già raccolto documentazioni fotografiche e posizione delle stesse su Google-Maps), raccogliendo –ove  possibile– campioni solidi, sia in superficie che in profondità, verificando l’esistenza di eventuali sostanze cancerogene (e non cancerogene), controllando le falde acquifere sottostanti (possibilmente già contaminate) ed eventualmente, la tipologia dei rifiuti, se presenti nell’area…
Nel caso in cui, da quei controlli, dovesse emergere la sussistente ipotesi del “fumus commissi delicti ” in relazione ai reati di disastro ambientale e contaminazione delle acque, con danno grave ed irreparabile all’ambiente e soprattutto pericolo per la pubblica incolumità, si dovranno immediatamente trasmettere comunicazioni alle Procure di competenza, affinché venga disposto il sequestro preventivo di quelle cave e sia dato modo alle indagini, di risalire a tutti quei soggetti, responsabili e non, che hanno permesso, con la loro negligenza (o collusione), di attuare, in quei siti, quei disastri ambientali,…